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Autore: mikaela    16/06/2012    4 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati, hanno un lavoro e vivono insieme nella grande mela. le loro giornate trascorrono tranquille e felici, ricche dell'amore dell'uno verso l'altro.
ma allora perchè Kurt si comporta in quel modo? cosa nasconde a Blaine?
e fu da li che iniziò una delle più grandi avventure che potessero mai intraprendere: divennero genitori.
Dal capitolo 1:
"Tutti donano giocattoli all’orfanotrofio. Dopo averli lasciati alla responsabile di turno però….- disse camminando in uno dei corridoi dell’istituto-… c’è stato un piccolo imprevisto-
-che imprevisto?- domandò confuso, prima che un tornado di ricci scuri si avventasse su suo marito. Poteva avere 5 anni, più o meno."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un piccolo imprevisto

 

 

Blaine sentiva che c’era qualcosa di diverso. Kurt aveva qualcosa di diverso.
C’erano dei giorni in cui tutto era tranquillo, e la giornata procedeva come da routine: si svegliava sempre poco prima di suo marito, perché Kurt era un vero pigrone, e preparava la colazione per entrambi. Uscivano alla stessa ora e, dopo essersi augurati rispettivamente buona giornata, uno prendeva la metro e l’altro l’autobus per il loro rispettivi lavori. Blaine, nonostante avesse solo ventotto anni, insegnava ad una delle più prestigiose scuole di Arte e Spettacolo di New York, mentre Kurt faceva parte di una compagnia teatrale di Broadway molto famosa.
Suo marito rientrava prima e preparava uno dei suoi pranzi dietetici e salutari (per bilanciare le colazioni di Blaine ricche di zuccheri), stavano insieme tutto il pomeriggio, e poi uscivano di nuovo per i rispettivi lavori. Cenavano insieme e trascorrevano il dopocena all’insegna di effusioni e carezze.
Ma da un po’ di tempo, c’erano giornate in cui questo meraviglioso equilibrio si spezzava, in qualche modo.
Tutto era iniziato quando Blaine un giorno si era svegliato e,tastando la parte di letto accanto a lui in cerca di suo marito, e era rimasto davvero sorpreso di non trovarlo.
Così era andato in giro per casa alla ricerca di suo marito, e lo vide prepararsi come una furia, quasi che temesse di arrivare in ritardo se usciva di casa più tardi delle sette del mattino. Cosa abbastanza strana considerando che il teatro non era molto lontano e che iniziavano a lavorare verso le dieci.
Ancora intontito dal sonno, Blaine provò a chiedere spiegazioni, e Kurt alzando la voce di qualche ottava (chiaro segno che stesse mentendo)  balbettò qualche scusa, per poi uscire di corsa dimenticandosi di augurargli buona giornata.
Essendo ancora molto intontito dal sonno, Blaine sorvolò su quello strano comportamento e si preparò con calma, come ogni mattina.
Più strano fu però, arrivare a casa per pranzo e non sentire l’odore inconsistente di tofu nell’aria. E quando Blaine andò in cucina non trovò la meravigliosa visione del suo compagno intento a cucinare qualcosa, ma solo un bigliettino sul tavolo che diceva “scusa amore devo correre al lavoro, ordina qualcosa al Takeaway qui sotto. Buon pranzo. Ti amo, Kurt”.
E anche quello era strano visto che Kurt odiava quel Takeaway, perché secondo lui anche i muri del locale trasudavano dell’enorme quantità di grasso che contenevano i loro cibi.
Ma Blaine si disse che non c’era nulla di male in tutto ciò e che ogni giornata non poteva sempre essere uguale alle altre. probabilmente Rachel era impazzita dal nervoso per il nuovo spettacolo e stava tormentando Kurt.
Quella sera cenarono insieme, e Blaine pensò che le cose stessero tornando al loro posto, ma subito dopo Kurt andò a letto dichiarando di essere stanco morto, e privando Blaine della gioia delle loro coccole ed effusioni romantiche.
Fu una giornata particolare a casa Anderson-Hummel, e purtroppo per Blaine ne susseguirono altre con frequenza.

Che cosa accadeva a suo marito?

Questo era l’interrogativo che tormentava Blaine da giorni. Più volte aveva tentato di affrontare l’argomento, ma Kurt era sempre riuscito a sviarlo e distrarre il marito dai suoi propositi.
Così Blaine, dopo circa due mesi che questa farsa andava avanti, era ancora ad un punto morto. Ne aveva parlato con Sebastian, che aveva proposto subito la drastica possibilità che lo tradisse con qualcuno. Ma Blaine si fidava di Kurt, e sapeva benissimo che non avrebbe mai fatto qualcosa del genere.
E così un dubbio s’insinuò nella sua mente. Forse Kurt si era stancato di lui? Forse era stufo di quella solita routine di tutti i giorni? Forse non lo amava più?
Il dubbio lo logorava, e i comportamenti strani dell’altro non lo aiutavano di certo a tranquillizzarsi.

Così un giorno decise che non poteva più andare così.
-Kurt fermati un attimo- chiese a suo marito, prima che uscisse per andare a lavoro. Blaine aveva capito che per affrontare il discorso doveva prendere Kurt in una di quelle giornate “normali”, se voleva avere successo.
-amore, arriveremo in ritardo- gli disse dolcemente, con una piccola nota di rimprovero.
-non ci vorrà molto, vieni siediti con me- gli disse, prendendolo per mano e facendolo sedere sul divano accanto a lui. Era abbastanza nervoso, e non sapeva come sarebbe riuscito ad affrontare il discorso.
-Dobbiamo parlare- sentenziò poi, guardandolo seriamente. Kurt diventò nervoso iniziando a capire il perché di quella piccola “riunione”.
-io.. credo che potremmo parlarne anche dopo, si sta facendo tardi!- esclamò con voce acuta, tentando di alzarsi. Ma Blaine lo prese per il polso, costringendolo a fermarsi.
-non so neanche da dove cominciare…- mormorò il riccio con tono affranto.
Kurt non disse nulla, ma piantò i suoi occhi azzurri sulla figura di suo marito, attendendo terrorizzato che parlasse.
-credo che dovresti fare in fretta, soffrirei molto di meno sai?- mormorò alla fine Blaine, senza guardarlo negli occhi.
-fare… che cosa?- chiese Kurt, confuso. Di che stava parlando Blaine?
-lasciarmi no? A me sta bene…. Cioè no che non mi sta bene visto che non riesco a sopportare una cosa del genere, ma tu…- ma non riuscì a continuare la frase per reprimere un singhiozzo.
Kurt vedendo suo marito distrutto davanti a lui in quel modo, si sentì davvero male, e lo prese immediatamente tra le sue braccia.
-no no no! Blaine io non potrei mai lasciarti ok? Io ti amo più di me stesso, sei mio marito, l’amore della mia vita! Ti ricordi cosa ti dicesti al liceo? Sei tu l’uomo con cui voglio trascorrere la mia vita, e da allora nulla è cambiato!- gli disse tenendolo stretto tra le sue braccia.
E blaine si lasciò cadere in un pianto liberatorio.
-ti prego Blaine non fare così, mi distrugge vederti in questo stato… come hai potuto anche solo pensare che volessi privarmi della mia gioia più grande?- mormorò Kurt, accarezzandogli i ricci con una mano.
-ma tu.. eri così distante da un po’ di tempo… ti comportavi in modo strano. Ho pensato che ti fossi stancato di me- rispose, tenendo la testa poggiata sulla sua spalla.
E Kurt capì che cosa aveva combinato, e si sentì un po’ stupido a non avergliene parlato un po’ prima.
-vieni con me Blaine, c’è una cosa che devo farti vedere- mormorò Kurt facendolo alzare piano dal divano. Prese le chiavi di casa, e senza mollargli mai la mano, lo condusse fuori.

¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬¬

-Kurt, perché siamo qui?- domandò Blaine un po’ confuso.

-ti ricordi la scatola piena di miei vecchi giocattoli che papà mi aveva spedito?- gli rispose aprendo la porta dell’orfanotrofio.
-certo che me la ricordo, dentro c’era anche un pupazzo di Harry Potter! E allora?-
-bhè questo è l’orfanotrofio a cui avevo donato tutti i miei vecchi giocattoli. Era una visita normale no? Tutti donano giocattoli all’orfanotrofio. Dopo averli lasciati alla responsabile di turno però….- disse camminando in uno dei corridoi dell’istituto-… c’è stato un piccolo imprevisto-
-che imprevisto?- domandò confuso, prima che un tornado di ricci scuri si avventasse su suo marito. Poteva avere 5 anni, più o meno.
-Kurt!- esclamò il piccolo felice, stringendo forte le gambe del ragazzo. Kurt gli accarezzò dolcemente i capelli. –Kyle! Come stai?-
-benissimo! Ho finito la nostra astronave spaziale! Guarda, ho anche la tuta da astronauta!- esclamò il piccolo felice, indicando il vecchio pigiama che indossava, con motivi spaziali.
Il piccolo corse in una stanza adiacente, e la coppia si prese un attimo prima di seguirlo.
-è lui il tuo imprevisto?- domandò Blaine sorridendogli.
-è solo che… non lo so. L’ho visto mentre stavo uscendo, e mi sono avvicinato. Ti somiglia un po’ sai?- mormorò arrossendo- non solo per via dei capelli, ma anche per la vitalità ed allegria. Sembra che le sue energie non si esauriscano mai!-
-perché non me ne hai parlato subito?-gli chiese Blaine.
-bhè non ne avevamo mai parlato… come l’avresti presa se un giorno fossi rientrato a casa e avessi detto “hey, voglio adottare un bambino!”?- sbottò Kurt.
-molto meglio di quanto tu possa immaginare fidati- gli rispose dolcemente, per poi entrare nella stanza.
C’erano moltissimi bambini che giocavano in gruppo in quella stanza, ma si poteva notare Kyle accanto a una grande scatola di cartone colorata, che si divertiva con quelli che erano i vecchi giocattoli di Kurt.
-mi hanno detto che sono i giocattoli che preferisce in assoluto, non sa che sono i miei- gli mormorò Kurt con face compiaciuto.
-perché non gioca con gli altri bambini?- gli chiese Blaine confuso.
-mi ha detto che non si trova bene con gli altri, molti lo prendono in giro per le lentiggini- disse Kurt, storcendo la bocca.
-Kurt, Kurt! Vieni guarda, l’ho finita! Adesso possiamo andare sulla luna!- esclamò il piccolo Kyle, trascinando l’uomo verso l’astronave.
-Kyle, ti ricordi del Blaine di cui ti ho parlato?- gli chiese Kurt, sedendosi accanto alla “navicella spaziale”, mentre il piccolo ci entrava dentro.
-certo che me lo ricordo! Parli così tanto di lui! È il tuo principe- esclamò il piccolo, facendo venire un piccolo sorriso compiaciuto al diretto interessato.
-allora te lo presento: Kyle, lui è Blaine- esclamò Kurt, presentandoli. Kyle gli sorrise e lo invitò a giocare, e il riccio accettò con gioia.
Fu una mattinata passata solo a divertirsi col piccolo, e tra storie di astronauti e viaggi sulla luna, Kurt si chiese chi tra i due riccioluti fosse il vero bambino.
-Kyle, posso farti una domanda?- chiese Blaine, dopo aver lanciato un sorriso enigmatico a Kurt.
Il piccolo annuì.
-che ne penseresti di avere due papà?- gli chiese sorridendo, lasciando a bocca aperta sia lui che il marito.
-due papà? Bhè io ho sempre desiderato un papà…. Ma averne due sarebbe davvero forte!- esclamò Kyle felice come non mai.

 

 

 

Angolo pazza:
ecco a voi il primo capitolo! Non mi dilungo molto. volevo chiedervi, è il caso che la continui? oppure la lascio come oneshot? perchè per ora è conclusa :/
Che ne pensate di Kurt e Blaine versione genitori? Personalmente li trovo molto carini :)
se potete lasciate un piccolo commentino, vi va? Grazie mille comunque solo per aver letto!

Baci Miky

   
 
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