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Autore: TAKeRu_ECHY    16/06/2012    4 recensioni
Kurt era talmente preso a scrivere uno dei capitoli chiave del suo libro che non si accorse di essere fissato da due occhi color ambra.
Quando Kurt si concentrava teneva la lingua tra i denti e assottigliava un po' gli occhi come a focalizzare le migliori parole da imprimere sulla carta.
Il possessore degli occhi ambra fece una piccola risata vedendo l'espressione di Kurt e finalmente lui alzò gli occhi dal foglio e incontrò la figura di una piccola bambina dai capelli ricci […] Per quanto Kurt fosse un ottimo scrittore non sarebbe stato in grado di trovare le parole per trasmettere la bellezza di quegli occhi, erano un misto di marrone con delle nervature verdi e delle pagliuzze d'oro che li rendevano preziosi e meravigliosi.

Siamo a New York, nel 2025, i nostri baldi giovani (non tanto) hanno 30 anni, non si sono mai conosciuti, saranno forse un po’ diversi rispetto a quelli che conosciamo perché hanno avuto un percorso differente, ma spero di averli resi abbastanza simili agli originali.
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:Like An Angel
Autore:TAKeRu_ECHY
Fandom:Glee
Personaggi:Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo Personaggio
Genere:Romantico
Raiting:Verde
Avvisi:OOC, Slash, Fluff, Angst (mea culpa)
Disclamer:Non possiedo alcun personaggio o sede cui faccio riferimento, è tutta proprietà di Ryan Murphy e della Fox, ma Sunny è mia.
Riassunto:Kurt era talmente preso a scrivere uno dei capitoli chiave del suo libro che non si accorse di essere fissato da due occhi color ambra.
Quando Kurt si concentrava teneva la lingua tra i denti e assottigliava un po' gli occhi come a focalizzare le migliori parole da imprimere sulla carta.
Il possessore degli occhi ambra fece una piccola risata vedendo l'espressione di Kurt e finalmente lui alzò gli occhi dal foglio e incontrò la figura di una piccola bambina dai capelli ricci […] Per quanto Kurt fosse un ottimo scrittore non sarebbe stato in grado di trovare le parole per trasmettere la bellezza di quegli occhi, erano un misto di marrone con delle nervature verdi e delle pagliuzze d'oro che li rendevano preziosi e meravigliosi.
Note:Siamo a New York, nel 2025, i nostri baldi giovani (non tanto) hanno 30 anni, non si sono mai conosciuti, saranno forse un po’ diversi rispetto a quelli che conosciamo perché hanno avuto un percorso differente, ma spero di averli resi abbastanza simili agli originali.
Prompt:“Daddy!AU”, “Writing”, “Prenotazione per uno”, “Sono single per scelta degli altri”. Presi dal The Gleeky Couldron per la SERATA ALL YOU CAN EAT!
 



Like An Angel 



Kurt era talmente preso a scrivere uno dei capitoli chiave del suo libro che non si accorse di essere fissato da due occhi color ambra.
Quando Kurt si concentrava teneva la lingua tra i denti e assottigliava un po' gli occhi come a focalizzare le migliori parole da imprimere sulla carta.
Il possessore degli occhi ambra fece una piccola risata vedendo l'espressione di Kurt e finalmente lui alzò gli occhi dal foglio e incontrò la figura di una piccola bambina dai capelli ricci tenuti legati da due codine alte, vestita con una gonnellina a tulle arancione e la maglietta abbinata con la stampa delle Superchicche, ma più di tutto Kurt notò gli occhi della bambina. Per quanto Kurt fosse un ottimo scrittore non sarebbe stato in grado di trovare le parole per trasmettere la bellezza di quegli occhi, erano un misto di marrone con delle nervature verdi e delle pagliuzze d'oro che li rendevano preziosi e meravigliosi.
La bambina lo fissava con un sorriso che scopriva la piccola dentatura con due buchi segno che aveva perso due denti da latte da poco; il suo viso era grazioso e con dei leggeri tratti asiatici.
Kurt poggiò il quaderno sul tavolino dove era seduto e guardandosi intorno cercò di capire da che parte del bar era spuntata fuori la bambina, ma non c'era nessuna mamma isterica che cercava la figlia dispersa. Una bambina così piccola non poteva essere da sola in un bar in pieno centro di New York?
Riposò lo sguardo sulla bambina e sorridendole di rimando chiese: "Piccolina, che ci fai tutta sola? Dov'é la tua mamma?"
La bambina lo guardò e sorridendo di più disse l'ultima cosa che si Kurt si sarebbe potuto immaginare.
"Tu tei un angelo, velo?"
Kurt rimase un po' sorpreso, si passò nervosamente una mano nei capelli ricordandosi troppo tardi che ci aveva passato una quantità spropositata di lacca, osservò la bambina che stava ridendo per la faccia che aveva fatto Kurt quando gli si era incastrato l'anello nei capelli.
"Tei buffo."
Kurt non poté non sorridere e gli sfuggì anche una piccola risata.
"Perché pensi che sia un angelo?"
La bambina allargò il sorriso e con voce decisa parlò: "Pelché gli angeli tono belli e hai gli occhi del cielo, vedi?" indicò il cielo che si vedeva attraverso le vetrate del locale, "Tolo gli angeli pottono avele il cielo negli occhi, quindi tu tei un angelo."
Kurt si sentì lusingato dalle parole della piccolina, accavallò le gambe sulla sedia e si sporse un po' verso la piccolina utilizzando la sua affermazione per riuscire a capire da dove saltava fuori.
"Mi hai scoperto!"
La piccolina saltellò di felicità battendo le mani.
"Ora che sai chi sono perché non mi dici come ti chiami?"
“Mi chiamo Sunny,” rispose la piccolina, “e tu come ti chiami?”
“Io sono Kurt. Quanti anni hai Sunny?”
Kurt vide la bambina cercare di contare con le dita, dopo poco lo guardò negli occhi e rispose alla domanda.
“Ho tei anni.”
Sunny era piccola di corporatura e Kurt pensava che potesse avere anche meno di sei anni, comunque una bambina non poteva restare da sola.
“Sunny, mi dici dov’è la tua mamma, così ti riporto da lei, va bene?”
La bambina aprì la bocca ma la voce di un uomo coprì la sua e la piccolina si batté una piccola manina sulla testolina.
"Sunny! Finalmente ti ho trovato. Principessa mi hai fatto preoccupare tantissimo."
L'uomo si avvicinò velocemente alla bambina e la prese in braccio, era vestito semplicemente con dei jeans scuri e una camicia bianca, un papillon blu abbinato con i pantaloni e una giacca lunga nera di pelle. L'uomo si voltò e gli stessi occhi ambra si posarono su Kurt che sorrise inconsciamente.
"Sunny, ma che mi combini? Non si disturba la gente, quante volte te l'ho detto?" disse squadrando velocemente la figura di Kurt ancora seduta al tavolino, Kurt non notò come quell’uomo lo stesse mangiando con gli occhi perché furono proprio questi a catturare tutta la sua attenzione.
Sunny arricciò il labbro e abbassò la testa in segno di colpa, ma poi si ricordò una cosa e rialzò di scatto la testa guardando negli occhi l'uomo.
"Papì ma é un angelo!"
Il padre continuò ad osservare la figura di Kurt e annuì facendo un sorrisino.
"Hai ragione principessa, però anche gli angeli hanno da fare e non si possono disturbare."
Kurt rimase a bocca aperta non sapendo come rispondere all’uomo, fortunatamente questo ricominciò a parlare.
“Mi dispiace averti disturbato, mia figlia è uno spirito libero, le piace scappare. Io sono Blaine Anderson e questo diavoletto è Sunny, ma credo avete già fatto le presentazioni.”
Allungò la mano libera verso Kurt, lui si alzò e la strinse.
“Kurt Hummel.”
Blaine gli sorrise stringendogli la mano. “Se posso sapere, cosa stavi facendo angelo Kurt?” chiese  notando il quaderno e la penna sul tavolino.
“Scrivendo. Sono uno scrittore, anche se non ho pubblicato ancora niente.” Rispose con un fiato di voce.
“Tittore di favole?” chiese la piccolina.
“No, ma nelle mie storie ci sono re e regine, principesse da salvare. La conosci la storia di Biancaneve?” Sunny annuì.
“E la storia della Regina Cattiva*?” La bambina fece di no.
“Non la sai? Io sì e la sto scrivendo.”
La piccola si illuminò e batté la mano sul petto del padre come a fargli capire un qualcosa che conoscevano solo loro. Kurt li osservò curioso.
“Kurt,” iniziò Blaine, “possiamo sederci con te? Se non disturbiamo.”
“No, no. Fate pure, solo che avevo ordinato per uno..”
“Non c’è problema, prendo solo una cioccolata per Sunny e poi..” si bloccò sistemando la figlia sulla sedia. “Ora che ci penso, ti andrebbe di fare una passeggiata? Stavo portando la mia principessa al parco e sono davvero curioso di sapere qualcosa in più sul tuo libro.”
“Va bene, possiamo andare anche ora, pago il conto e usciamo.” Kurt prese la sua borsa, inserì il quaderno nella tasca interna e prese il portafoglio ma venne bloccato da Blaine con una mano a mezz’aria.
“Offro io, hai tenuto d’occhio il mio diavoletto, meriti una ricompensa.” Disse Blaine per poi sorridere a Kurt.
“Non devi, davvero.” Rispose l’altro cercando di convincere Blaine.
“Insisto. Offro io.” Guardò verso il bancone, “Cindy! Addebiti il conto di questo tavolo a mio nome?”
Una ragazza dai capelli rossi che rispondeva a nome di Cindy fece okay con le dite e Blaine si voltò verso Kurt. “Tutto apposto, vedi? Andiamo Sunny, non vorrei che facessi tardi al tuo thè con le amiche.”
“Papì, non plendelmi in gilo!” disse Sunny mentre veniva presa in braccio dal padre con un finto broncio.
“Se continui a pallale così dovlò continuale all’infinito”, fece il verso alla figlia che iniziò a dare dei piccoli schiaffi alla testa di Blaine.
Kurt rise alla scenetta e gli occhi di Blaine luccicarono, il suono prodotto da Kurt era dolce e melodico.
Uscirono dal bar e l’aria fredda di New York si fece sentire, era appena ottobre ma il vento che tirava tra i palazzi della città faceva sembrare il clima ancora più rigido.
Camminarono per qualche isolato fino a girare in una piccola zona verde dove Blaine fece scendere la figlia, Sunny corse verso le sue amiche e i due uomini si sederono ad una panchina vicino al gruppo di bambine per tenerle d’occhio.
“Ancora non mi ha detto che lavoro fai, Blaine?” chiese Kurt osservando la piccola Sunny atteggiarsi da nobil donna inglese.
“Il mio lavoro è particolare. Facciamo un patto, io ti dico che lavoro faccio se tu mi spieghi di che parla il tuo libro. Ho visto che il tuo quaderno è quasi finito, quindi devi aver scritto molto, hai accennato ad una favola al contrario, hai detto la ‘Regina Cattiva’, la sua storia. Quindi deve trattare argomenti che vadano bene per un pubblico di bambini piccoli oppure sulla soglia dell’adolescenza massimo. Dimmi se sbaglio qualcosa.”
Blaine aveva parlato veloce e sicuro come se fosse una cosa che faceva spesso, Kurt si schiarì la gola e iniziò a parlare.
“Quello che hai detto è giusto, tranne per la fascia d’età. Sto cercando di scrivere un libro che vada bene per ogni età, dal più piccolo al più anziano. Non si è mai troppo grandi per ricominciare a leggere favole. Questa volta è diverso, perché ho preso come punto di riferimento un cattivo. Lo sapeva che un cattivo è solo una vittima la cui storia non è stata raccontata**? Io voglio fare questo, però voglio celare la sua storia sotto un’altra avventura. Sono arrivato a scrivere di due ragazzi che aprono un portale e poi.. Scusami, sto parlando troppo.”
“Sbaglio o abbiamo fatto un patto? Continua a parlare, ti si illuminano gli occhi quando parli del tuo libro. Ci tieni molto, si vede da come lo custodisci, tasta interna con zip in modo da non andare a contatto con tutto il resto che c’è nella borsa. Quindi ti prego, continua a parlare.”
Kurt si meravigliò, Blaine riusciva a vedere anche i più piccoli dettagli, in qualche modo lui ne era estasiato. Nessuno chiedeva a Kurt del suo libro, nessuno se ne interessava così tanto; Kurt sorrise e continuò a parlare dei capitoli scritti, di quello che stava finendo prima che Sunny gli sbucasse davanti, di quelli che doveva ancora scrivere e delle speranze che riponeva in quelle parole, Blaine lo ascoltava e si inebriava della sua voce, socchiudendo a volte gli occhi per visualizzare le immagini che Kurt descriveva.
“…penso di chiudere il libro con qualcosa ad effetto, ma ancora non c’ho pensato, sono quasi a metà dell’opera.”
Blaine osservò Kurt, prese dalla tasta interna del suo giaccone  un libricino e ci appuntò delle cose.
“Quanti anni hai?” chiese.
Kurt boccheggiò, si aspettava una domanda su quello che aveva detto, ma si era sbagliato anche questa volta, eppur era un padre, forse con una moglie a casa, anche se non aveva visto la fede al dito.
“Scusami, ti ho chiesto quanti anni hai perché da quello che hai detto ho capito che sei un ragazzo molto maturo e con tante esperienze, conosco persone di sessant’anni che non hanno neanche un decimo della maturità che tu mi hai dimostrato. Ti stavo ascoltando attentamente.” Spiegò velocemente Blaine intuendo i pensieri di Kurt, “Quindi, quanti anni hai?” chiese.
“Trenta, appena compiuti.”
Blaine scoppiò a ridere, Kurt lo guardò male.
“Scusa. Ridevo perché abbiamo la stessa età e mi sei sembrato molto più giovane.”
Kurt intuì un complimento nascosto, “Ti stai autodefinendo vecchio, lo sai?”.
“Fortuna che ho mia figlia che mi rende giovane, vicino a lei sembro su fratello. Più che altro è per l’altezza, devo stare attento. Hanno scoperto che c’è stata una fuga di Hobbit e io non vorrei stare in mezzo a quei poverini che dovranno tornare nella Terra di Mezzo” disse tornando a posare lo sguardo sulla bambina.
Kurt rise alla battuta sull’altezza di Blaine, l’aveva notato quando avevano camminato fianco a fianco, indugiò un po’ di più sul suo volto e vide della tristezza nei suoi occhi, doveva chiedergli quella cosa.
“Sua moglie è una donna fortunata, ha un uomo che sa fare autoironia, posso immaginare le cene di famiglia.”
Blaine non rispose, abbassò a testa e chiuse gli occhi. Kurt si morse la lingua.
Tasto dolente, stupido Kurt, stupido stupido Kurt.Pensò.
“Non c’è una moglie, beh veramente non c’è neanche una donna. Siamo solo io e Sunny.” Disse Blaine alzando il volto senza guardare Kurt.
“Lei è ..?” Kurt non riuscì a finire la domanda.
“Sì, lei è morta. Quattro anni fa, forse Sunny non se la ricorda neanche, non eravamo neanche sposati.” Si voltò verso Kurt vedendolo anche lui con gli occhi chiusi e la testa un po’ china. “Scusami, ti ho afflitto con le mie sventure.”
“So anche io cosa significa perdere una madre,” iniziò tornando ad osservare il volto di Blaine, “io ho perso la mia quando avevo sette anni, mi manca ogni giorno. Però ho ancora mia padre e gli voglio bene, siamo cresciuti insieme e abbiamo creato un legame molto forte. Avete lo stesso legame voi due” accennò un sorriso.
Blaine spostò lo sguardo su sua figlia, Sunny stava seduta in cerchio con le altre bambine a ridere, sorrise quando la piccolina lo salutò con la mano.
“Voi sapere perché ti ha detto che sei un angelo?” domandò Blaine.
“Sì, sono molto curioso” rispose Kurt.
“Due anni fa Sunny mi ha chiesto perché tutte le altre bambine avevano una mamma che le veniva a prendere e io le ho risposto che la sua stava con gli angeli perché era così bella che avevano paura che sulla Terra si potesse far male, quindi loro la proteggono. Gli angeli sono bellissimi, con gli occhi del cielo, la pelle del colore delle nuvole e fanno ridere i bambini perché vivono di risate. Trovi qualche riscontro?” Blaine si voltò verso Kurt e fissò i suoi occhi perdendosi in quel blu profondo.
Kurt abbassò lo sguardo, Blaine gli passò un dito sotto il mento e fece tornare i loro occhi alla stessa altezza.
“Non abbassare la testa, i tuoi occhi sono così belli che è un peccato non vederli.”
Kurt arrossì e Blaine gli sorrise, pensò che l’uomo che si trovava davanti era la creatura più bella che avesse mai visto.
“Tu, invece, c’è qualcuno nella tua vita?” chiese Blaine.
Kurt notò che aveva fatto la domanda al maschile, doveva aver intuito qualcosa.
Si capisce la mia omosessualità con così tanta semplicità?Si chiese Kurt.
“Per ora non c’è nessuno. Comunque sarebbe stato un ragazzo” precisò Kurt anche se l’altro l’aveva già capito. “Sono single per scelta, degli altri. Non conosco molte persone che ci potrebbero provare con me e comunque non sono un tipo che ‘viene puntato’, di solito resto in un angoletto da solo e nessuno si accorge di me” disse con una punta di tristezza.
Kurt riuscì a notare il sorriso che aveva fatto Blaine quando aveva detto che era single, nella mente di Kurt passarono diverse ipotesi, ma le escluse tutte quante.
Andiamo non può essere gay, ha una figlia e ha le sembianze di un etero. Non ti illudere.
I suoi pensieri lo scoraggiarono, cercò di mantenere il sorriso e aspettare una risposta da Blaine.
“Uomo fortunato a poter vivere gomito a gomito con una persona bella, intelligente e talentuosa come te.” Blaine sorrise a Kurt e gli fece l’occhiolino.
Kurt rimase pietrificato, Blaine scoppiò a ridere.
“Scusami, sono una frana a fare il filo, un po’ la colpa è anche della tua bellezza, mi confondi.”
“Quindi tu sei gay?” chiese confuso Kurt.
“Affermativo” rispose semplicemente Blaine.
“E ci stai provando con me?”
“Penso di sì. Decisamente sì.” Blaine si voltò per osservare Sunny che si stava strofinando gli occhi stanchi ma sorrideva. Osservò l’orologio e notò che erano le sei e mezza passate, per una volta avrebbe fatto uno strappo alla regola.
“Devo dire che sono molto lusingato delle tue attenzioni, non sono abituato a ricevere un approccio diretto, da dove vengo io ..beh non ci sono molte persone come noi che vivono sotto la luce del sole” disse con un tono di amarezza nella voce.
“Da dove vieni? Io sono di Westerville, Ohio, ho frequentato un’accademia privata e mi è andata abbastanza bene, eravamo solo ragazzi.”
“Sono anche io dell’Ohio, vengo da Lima. Io non sono stato così fortunato, sono stato il soggetto preferito di bulli e omofobi, per questo sono venuto qui a New York a cercare una vita migliore.”
“È il bello di New York, ti dà la possibilità di ricominciare.”
La suoneria del cellulare di un cellulare si propagò nell’aria, Blaine tirò fuori il suo iPhone dalla tasca del pantalone sbuffando leggendo il nome sul display, rifiutò la chiamata e guardò Kurt.
“Mi hanno chiamato da lavoro, devo correre da loro e fare il supereroe salvando tutto e tutti. Il mio redattore ha combinato un altro casino e io devo sistemare la situazione, si prospetta una nottata molto lunga di lavoro a casa.” Disse Blaine alzandosi dalla panchina e richiamò la figlia, Sunny salutò le sue amiche e corse da lui.
“Redattore? Dirigi una casa editrice?” chiese Kurt stupito.
“Veramente ne sono il proprietario.”
Tirò fuori un biglietto da visita e lo passò a Kurt.
“’Ikarus’. Tu sei il proprietario della casa editrice più importante degli Stati Uniti?”
“Trovare il nome è stato abbastanza facile, ho preso il mio secondo nome e suonava bene.” Disse Blaine con semplicità.
Kurt era a bocca aperta.
“Ho appena chiacchierato con.. Oddio.”
Blaine rise e accarezzò una guancia a Kurt che si immobilizzò immediatamente.
“Mi interessa il tuo libro, è un buon progetto, sarebbe un ottimo prodotto da mettere sotto il marchio ‘Ikarus’ e potremo parlarne con più calma nel mio ufficio un giorno di questi.” Blaine abbassò la testa sorridendo. “Più che altro mi interessi tu e il libro è un ottima scusa per rivederci.”
Kurt annuì, deglutì un paio di volte a vuoto, improvvisamente la sua bocca era diventata secca, goi era appena stato detto che il suo libro sarebbe potuto andare in pubblicazione.
“Farebbe molto piacere anche a me rincontrarti”, la voce di Kurt tradiva la sua felicità essendo più alta rispetto al solito.
Blaine prese in braccio la figlia, era già scappata una volta e questa volta era in ritardo al lavoro, di sicuro Thad gli avrebbe detto quanto non era professionale per uno come lui.
Salutò Kurt con un bacio sulla guancia che lo fece avvampare e si allontanò dal parco.
Kurt si teneva stretto il bigliettino da visita al petto per paura di perderlo, un sorriso ebete stampato in volto e si sentiva leggero come una nuvola, sarebbe potuto volare via. Doveva tenere i piedi per terra, ma soprattutto doveva ricominciare a scrivere il suo libro per arrivare al colloqui con la casa editrice con molti più capitoli di quelli che aveva ora. Si sedette sulla panchina occupata fino a poco prima da lui e Blaine e riprendendo il quadernino si immerse nel suo mondo iniziando a scrivere rapidamente.
Blaine si era allontanato dal parco con un sorriso altrettanto grande e luminoso sul volto, Sunny gli si era avvinghiata al collo e succhiava la caramella che gli era stata regalato per l’ottimo lavoro che aveva fatto. Ogni volta che Blaine puntava un ragazzo che gli piaceva mandava la sua bambina a ‘testare il terreno’, a lui interessava molto che l’altro avesse un buon comportamento con i bambini.
“Principessa mia, da grande diventerai un’ottima attrice” disse Blaine accarezzando la testolina della sua bambina.
“Davvelo? Tono ttata cotì blava?” chiese Sunny illuminandosi al complimento che gli aveva fatto il padre, ogni volta che recitava bene la sua parte riceveva un bel regalo che poteva essere un dolcetto o un nuovo giocattolo.
“Così tanto che quando torniamo a casa ti faccio scegliere anche un nuovo giocattolo.”
“Papi, Kult potlebbe diventale il mio tecondo papà?” chiese ingenuamente. “Mi piace davvelo tanto.”
“Lo spero tanto, sono sicuro che ce l’ha mandato tua madre da là sopra” rispose Blaine con gli occhi un po’ lucidi.
Camminarono fino all’auto che li aspettava per portarli alla sede della Casa Editrice, salirono sulla vettura e Sunny si attaccò al finestrino per osservare il cielo.
Blaine gli si avvicinò abbracciandola, si avvicinò al suo orecchio per dirle qualcosa in modo che l’autista che si trovava lì con loro non li potesse sentire.
“Sai credo davvero che Kurt sia un angelo” sussurrò.
Sunny si voltò verso di lui ricambiando l’abbraccio, strinse forte la giacca del padre con le sue piccole mani. I suoi occhi erano lucidi e sul suo volto si era formato un bellissimo sorriso.
 
 

Fine...

 
 
*concedetemi di attribuire il libro di Chris Colfer a Kurt Hummel, stessa faccia, nome differente.
**citazione del libro di Chris, “The Land Of Stories”, leggermente riadattata.

Echy's Corner
Postaggio postumo.
Alleluja, sono riuscita a postarlo *yeah*

Colgo l'occasione per pubblicizzare la mia long "Somewhere Only We Know" e per chi mi segue con più ardore e amore mi può venire a trovare nella mia pagina di Facebook per scelri live, commenti e se avete domande da pormi :)

Per questa stora c'è davvero troppo da dire e poco spazio per farlo.
Naturalmente le recensioni sono davvero molto molto ben volute e vorrei informarmi che ad ogni nuova recensione mi batte forte il cuore *w*

Un bacione a tutti ;)
Echy;

   
 
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