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Autore: MissKuruta    16/06/2012    4 recensioni
Ciao! Questa è la mia prima fanfiction in assoluto, perciò siate indulgenti e perdonate i miei eventuali errori!!
Questa storia è dedicata a Italia (Feliciano) e Germania (Ludwig), perché, nonostante a me non piacciono particolarmente gli Yaoi, pensavo che questa coppia fosse carina.
Spero che vi piaccia!
PS: Ho guardato da poco Hetalia, e non escludo che possano esserci errori di riferimento all'anime
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< < Italia! Cosa stai facendo qui?! > > si lamentò Germania.
Italia Veneziano, con fare molto tranquillo, aveva acceso un focolare vicino al letto di Germania.
< < Doitsu! Doitsu! Ti sto preparando un bel piatto di pasta! Vuoi assaggiarla? > > sorrise quello.
Germania rimase sorpreso.
Come aveva potuto allearsi con una persona così idiota? Erano nel bel mezzo di una guerra! E Italia stava pensando al cibo!
< < Ehi, Giappone, tu ne vuoi un po’? > > il dolce ragazzo porse un vassoio ripieno di spaghetti al ragazzo serio e molto diplomatico.
< < Si grazie, lo accetto molto volentieri > > sorrise, accettando l’unica pietanza che Italia era in grado di cucinare (e di apprezzare pienamente) oltre alla pizza.
< < Ehi, sei molto bravo! Cosa ci hai messo dentro? > >
< < Ci ho messo pomodori, basilico, oli- > >
< < INSOMMA, ANDATEVENE VIA, QUESTA E’ LA MIA CAMERA! > > sbottò improvvisamente Germania.
Italia prese paura e iniziò a piagnucolare < < Doitsu fa paura! Buahahah! > >
Giappone gli appoggiò una mano sulla spalla < < Non ti preoccupare, è solo nervoso perché hai acceso un fuoco vicino al suo letto, che potrebbe terminare in un bell’incendio > >.
Germania si impietrì. A questo non aveva pensato.
Aveva pensato che, se fossero rimasti lì, non avrebbe mai potuto vedere in santa pace le foto del suo idolo, Roma.
Ebbene sì, senza che nessuno lo sapesse, in camera sua c’era un antro segreto, dietro l’armadio, strapieno di poster e di foto di Roma.
< < FUORI DI QUI! > > afferrò Italia per il ciuffo e lo scaraventò fuori dalla porta.
Poi lanciò un’occhiata minacciosa a Giappone. Senza che dicesse niente, quello se ne andò molto pacatamente. Tipico di lui.
< < Bene... e adesso dedichiamoci alle fot- > > Germania non riuscì a finire la frase. Dopo aver spostato l’armadio, aveva appreso con orrore che i suoi poster erano stati rubati.
Un urlo agghiacciante uscì dalle sue labbra, mentre Italia e Giappone accorrevano dal ragazzo.
< < Cosa...? Le mie foto... Cosa è successo...? Roma...? > > vaneggiava Germania, in preda alla pazzia.
NESSUNO. DOVEVA. TOCCARE. QUELLE. FOTO.
< < Eh? Doitsu? Cosa ti succede? Perché sei sconvolto dal fatto che io abbia preso le foto del mio adorato nonnino? > > domandò ingenuamente Italia.
Il silenzio assoluto calò nella misera stanza rischiarata dal focolare (ancora acceso) a cui aveva dato vita il ragazzo castano, per cucinare pasta.
< < Giappone, vai fuori, per favore > > iniziò a stancarsi Germania.
Era un’assurda sceneggiata. Doveva riuscire a salvare quello che rimaneva del suo orgoglio ariano.
Il moro, pur avvertendo la minacciosa aura che giungeva dal biondo, non mutò espressione. Si limitò a congedarsi con la frase < < Vado a preparare del the > >.
Ora lo sguardo assassino del più alto era puntato verso Italia.
Quest’ultimo non capiva che un solo passo falso avrebbe potuto costargli la vita.
< < Ridammele > > l’ariano tese la mano aperta verso l’amico, cercando di trattenere gli istinti omicidi.
< < Ti piacevo così tanto da piccolo? > > sorrise il più basso, restituendo le foto.
Colpito e affondato.
Germania assunse una tinta pomodoro e balbettò < < D-di che stai parlando? > >
< < Ma è ovvio! Tutte queste foto mi ritraggono! > > fece notare il castano.
Il biondo arrossì ancora di più e ribatté < < N-non è vero! Guarda è tuo nonno! > >.
Le foto, in effetti, ritraevano Roma. Solo che, in ognuna di queste, era presente costantemente un bambino carinissimo, gentile, servizievole, a cui avrebbe sciolto il cuore di una persona normale, grazie alla sua dolcezza.
Mentre Germania riappendeva le foto nel loro nascondiglio, si rese conto che, in effetti, il vero motivo per cui si trovavano dietro l’armadio era che nessuno le vedesse.
Che male ci sarebbe stato se qualcuno avesse visto le foto di Roma? Era ammirato da moltissima gente.
Ma non trovava il coraggio di mostrarle ad anima viva.
Giunse così alla conclusione che, in fondo, quelle foto erano lì per mostrargli il piccolo Italia, non Roma.
Sospirò e si tirò uno schiaffo, sotto lo sguardo stupito di Feliciano.
“No! Non scherziamo! Cosa me ne dovrebbe fregare di lui? Queste sono le prove del rispetto che ho per quel vecchio pazzoide che canta nel cuore della notte!” cercò di auto convincersi.
< < Doitsu, va tutto bene? > > gli occhi del castano, ad un centimetro di quelli del biondo, mostravano ingenuità e purezza.
Questo, imbarazzato, arretrò.
< < M-ma che stai facendo? Sei pazzo?! > > si arrabbiò l’ariano.
Feliciano non capiva cosa intendeva dire. Perché doveva essere pazzo?
< < Sei sicuro che vada tutto bene? Non è che sei malato? > > si preoccupò Italia, tastandogli la fronte. Non era da Germania un comportamento così.
Beh, anzi, sì.
Ma non si era mai scaldato tanto solo perché Italia si era avvicinato a lui.
Il battito cardiaco di Germania iniziò ad accelerare.
“Non posso farlo...” si ripeteva, inorridito.
Italia, a un centimetro dal suo viso, aveva un aria innocente.
Forse era davvero tonto.
Come aveva potuto essere così cieco da non avere mai visto i sentimenti di Germania?
Intanto nella mente dell’ariano l’aspetto di Italia si sovrapponeva all’aspetto di Italia da piccolo.
Così tenero, così dolce...
In un gesto fulmineo prese le guancie di Italia fra le mani e gli diede un bacio.
L’aveva fatto. Si era rovinato l’esistenza con le sue stesse mani.
Italia, invece, con gli occhi spalancati, approfittò dell’attimo in cui le loro labbra si separarono per indietreggiare.
< < Doitsu... cosa...? > > domandò confuso. Non era la prima volta che baciava un ragazzo, era successo quando era più piccolo e viveva nella casa di Impero Romano, ma non vi aveva mai dato peso.
L’ariano scattò sull’attenti, cercando una scusa plausibile < < E’... è... > > mugugnava, ma non trovava un motivo per cui avrebbe potuto fare una cosa del genere, degna solo delle fan girl.
“Era per accontentare le yaoiste” avrebbe potuto dire, ma a quel tempo non esistevano nemmeno (o forse sì?)
< < ...è un nuovo modo di salutare la gente! Ehi Giappone come va? > > prese per la mano il moro che stava entrando in camera in quel momento, e gli stampò un bacio sulle labbra.
Quello, pur essendo traumatizzato nel profondo del suo cuore, non si scompose e rispose placido < < Molto bene, grazie. A te? > >.
L’espressione indecifrabile sul volto di Italia si tramutò in un sorriso. Uscì di casa e iniziò a salutare in quel modo osceno tutte le persone che incontrava.
< < Ehi Inghilterra! Ciao America! Come butta Cina? E a te come va Russia? > > baciava gente a destra e a manca, producendo una scia di gente amareggiata, paralizzata, shoccata e decisamente incavolata.
< < Ciao Ungheria! > > furono le ultime sue parole prima di essere trasferito in ospedale per essere curato d’urgenza alla mascella che gli era stata frantumata da un pugno ben assestato. 

 

  
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