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Autore: Ragazza In Fiamme    17/06/2012    1 recensioni
- M-Mary.. - si lasciò andare le gambe. Era troppo tardi, Nate era stanco.
- No! Nate non farlo, alzati - singhiozzò lei.
- Solo.. - continuò Nate con la voce ridotta a un sibilo.
- Alzati.. - Provò a farlo alzare, mise lei tutta la forza, cercando di sorreggerlo, ma non c'era aiuto da parte sua. Si era già arreso?
- Calmati - le accarezzava il braccio.
- Ti prego - le lacrime che si erano fermate ai bordi dei suoi occhi, ora scendevano. Sapeva che Nate la sentiva piangere ma non fargli capire qualcosa, quel qualcosa che lei si negava ancora. Lo guardò negli occhi, anche i suoi, notandoli, erano lucidi. Continuava a provare, ignorando che lui era molto più pensante di lei. Si alzava, ricadeva e si alzava.
- Solo..ehi..solo..stringimi - tra i singhiozzi di Mary, anche Nate chiuse gli occhi, per cacciare le lacrime indietro. Lei era sempre stata tra le sue braccia, quando ne aveva bisogno, quando era sola o solo quando voleva stare al sicuro. Si, lui era la sua sicurezza, la sua persona, la sua, come dice lei, casa. Chissà come si sentiva lui tra le sue di braccia.
Lo strinse forte al petto, come fanno le mamme con i bambini.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo del: Accadde così, in quel secondo, in quel modo.


Quella mattina era una delle più gelide che l'Italia potesse ricordare. Il cielo era un miscuglio di colori cupi e del sole non c'era traccia. I meteorologi avevano previsto pioggia, ma loro non sono dio, non sono sciamani, non sono veggenti, non sono nessuno. Quel giorno, 10 Dicembre precisamente, accadde qualcosa che ai loro occhi, anzi, a quelli di tutta l'umanità, non poteva essere compreso. Mattinata d'inverno come le altre, tanto freddo e tante macchine che viaggiavano per la città. Era tutto così normale..

- Auguri tesoro. - 
- Grazie mamma..ho preso dei Baci da offrire a tutta la classe oggi, dopo devi passare al bar a pagare. -
- Va bene. Odio questa salita! Questa scuola non poteva essere più in culo al mondo! -
- Mamma! -
- Si ho capito, scusa -
- Puoi lasciarmi qui grazie -
- Buona fortuna Mary -
- Sine, ciao -

Mary caricò lo zaino in spalla, aprì la portiera dell'auto e inspirò profondamente. Non le era ben chiaro per quale motivo ma quel giorno si era alzata con una sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco. Non era il ciclo e sicuramente non era per il suo compleanno. E allora, cos'era? Si chiedeva. Superò velocemente la segreteria mentre sorrideva a 32 denti al bidello, il signor Vito, che l'aveva lasciata passare l'ennesima volta in ritardo. Era il suo compleanno, era una regina quel Venerdì. 
- Auguriiii! - urlarono tutti e 26 ragazzi della sua classe mentre fingeva un'espressione sorpresa varcando la porta. Andarono in sei ad abbracciarla, le si buttarono addosso stringendola volontariamente forte in modo da toglierle il respiro.

- Tieni tieni tieni! - Melissa le porse una scatolina gialla saltellando e sorridendo, fiera di se stessa. Mary scartò il regalo, tolse il fiocchetto rosso e lo attaccò ai biondi ricci dell'amica.
- Ohw ma..è bellissimo tesoro grazie! - L'abbracciò. Una collana a forma di cuore, semplice ma graziosa. Il regalo perfetto. Mary aveva sempre amato i cuori, era nel suo spirito essere romantica. Il suo nome voleva dire dolcezza, principessa, amata. Lei però non si sentiva così.
La prima e la seconda ora passarono più lentamente delle altre. Matematica è sempre stata la materia che odiava di più eppure, aveva scelto lo scientifico. La sua professoressa poi, era la più dura dell'istituto, ogni giorno interrogava qualcuno..quel giorno aveva pregato non toccasse a lei. Appoggiò il mento sulla mano e fece finta di seguire la lezione, come il resto della classe, come sempre. Per distrarsi pensava alla musica, canticchiava qualche canzone che le si era fissata in testa e cercava di non pensare. Pensare, pensare, pensare. Pensare le avrebbe rovinato la giornata. Non-doveva-pensare-a-niente. Non aveva mai detto a nessuno quali erano i suoi pensieri quando era sola..l'avrebbero presa per pazza o depressa. Lei non era pazza, nè depressa, tutto aveva una spiegazione. Non si sentiva parte di quel posto. No, non semplicemente di quella scuola o di quella città. Di quella..vita. Quando si concentrava troppo sentiva dentro di se come qualcosa che la bloccava, la copriva, come una maschera. Non si sentiva parte di niente, in pratica non era felice. Come poteva non essere felice? Aveva dei genitori che l'accontentavano in tutto, tanti amici, le sue lezioni di canto che le davano tanta tranquillità. Lei però non si sentiva amata. Perché era diversa?
I regali delle altre ragazze si assomigliavano molto. Orecchini, bracciali, calamite, regali da cinque euro ma fatti con il cuore.

- Come sta Andrè? -
- Bene, dice che li è il compleanno di un suo amico..-
- E Mike che dice invece, Melissa? -
- Niente, adesso va in bagno..lo raggiungo. A dopo.-
La ricreazione stava finendo, era ora per lei di aprire i baci che aveva comprato.
Forse avrebbe fatto meglio a non farlo. Mostrò la busta a tutti i suoi compagni e in un'istante mezza classe le si era buttata addosso per rubare un cioccolatino. Lei li distribuì premunendosi di lasciare il bis. Mostrare cioccolatini come quelli in pubblico? Grave errore. Il colmo fu quando fece cadere per sbaglio un Bacio e sei-sette persone ci si fiondarono sopra.
Tutti erano soddisfatti del cibo. Lei però, non era soddisfatta di niente. Era il suo giorno accidenti, si era ripetuta più volte che niente avrebbe rovinato il suo compleanno, che voleva divertirsi ma in quel momento, in quell'aula si sentiva come se c'era qualcosa di sbagliato. Aveva un brutto presentimento. La sensazione sgradevole del mattino non l'aveva abbandonata nemmeno un minuto. Si appoggiò al muro, mise le cuffie e sperò che la musica la aiutasse almeno un po'. Ma i brani passavano, i minuti scorrevano e lei non riusciva a calmarsi nè a scacciare quella paura che aveva addosso, fino a quando non si era trasformata in pura agitazione.

- Ragazzi, venite a vedere. - Pian piano si radunarono tutti davanti alle finestre a osservare. Mary fece lo stesso.
- Che succede? - Si fece largo tra la folla per assicurarsi un posto ''in prima fila''
- Nevica!! - Si alzarono grida di gioia, esulti e qualche parolaccia. La prima nevicata dell'inverno, tutti erano felici, non vedevano l'ora di uscire e sperare che la neve si fosse raccolta per giocare un po' a palle di neve. Mary no..Mary non riusciva a stare tranquilla, anzi, in quel momento, mentre vedeva la neve cominciare a scendere, provò qualcosa di forte, una sensazione travolgente.
- Allontanatevi dalle finestre ragazzi. - Disse ormai, spaventata. Spaventata sul serio. - Sul serio ragazzi, via da qui! - Cercava di farsi sentire, quando le grida degli altri coprivano la sua voce. Sentiva che qualcosa di grave stava per succedere, come gli animali sentono i disastri naturali. Oh quello però..era tutt'altro che un disastro naturale.
- Ragazzi.. - Sgomitò tra la folla per allontanarsi, sicura che qualcosa di brutto stava per accadere. Non si sentiva più al sicuro li. Fino a qualche momento prima, quell'aula rappresentava calore, ora invece era come essere scoperti nel bel mezzo di un temporale. All'improvviso accadde, a tradimento. In un secondo. Nessuno l'ebbe previsto ma accadde. E quando lo fece, lei non era pronta.


 

Yeeeep allora, questa è la mia prima storia :3 Scuso per la noia di questo capitolo ma sono le 4 del mattino e io non avevo sonno così scrivere mi sembrava una cosa sensata xD
Ora però ho sonno. Spero vi sia piaciuta sennò chiedi scusa ma presa dal rincogionimento del sonno..sapete. Beh, notte :*
Xo Jess.

  
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