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Autore: Mirae    17/06/2012    2 recensioni
Dal testo: “No! Ti prego, non farlo! Puoi riutilizzarmi: ad esempio, trasformandomi in una borsa, in fondo tu adori le borse! Ti prego, non buttarmi come un vecchio straccio!
Nooooooooo… l’ha fatto; mi ha buttato in questo cassonetto e se n’è andata. Come ha potuto farlo? Eppure, c’è stato un tempo in cui… c’eravamo tanto amati…”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Autore (nick del forum e del sito): Mirae
Titolo: C’ERAVAMO TANTO AMATI
Prompt: colori
Rating: verde
Avvertimenti: one-shot             
Genere : nonsense
Introduzione/riassunto: dal testo: “No! Ti prego, non farlo! Puoi riutilizzarmi: ad esempio, trasformandomi  in una borsa, in fondo tu adori le borse! Ti prego, non buttarmi come un vecchio straccio!
Nooooooooo… l’ha fatto; mi ha buttato in questo cassonetto e se n’è andata. Come ha potuto farlo? Eppure, c’è stato un tempo in cui… c’eravamo tanto amati…”
N.d.A (facoltative): all'inizio avevo pensato al rating giallo, ma poi rileggendola l'ho cambiato in verde!




 “No! Ti prego, non farlo! Puoi riutilizzarmi: ad esempio, trasformandomi  in una borsa, in fondo tu adori le borse! Ti prego, non buttarmi come un vecchio straccio!
Nooooooooo… l’ha fatto; mi ha buttato in questo cassonetto e se n’è andata. Come ha potuto farlo? Eppure, c’è stato un tempo in cui… c’eravamo tanto amati…”
 
Ero solo un anonimo pezzo di stoffa rosso ciliegia quando arrivai in quel laboratorio.
Tagliando di qua, cucendo di là, come moderni alchimisti mani sapienti mi trasformarono in un paio di pantaloni a sigaretta, dalla vita non troppo bassa, ma neanche alta.
E quando arrivai in quel negozio, ero raggiante; ero, senza falsa modestia, il più bello fra tutti i capi presenti, tanto che Lei mi scelse.
Lei, che odia le ciliegie, ma a quanto pare ama il loro colore.
E come darle torto? E’ un colore fantastico. E’ il colore della vita, dell’estate, della passione.
Ed è il mio colore.
Ero al settimo cielo.
 
La mia nuova casa era una modesta villetta bifamiliare bianca, con un piccolo cortile e due grandi aiuole, in cui facevano (ma penso la facciano ancora) bella figura un ulivo, una palma e un melograno. Ai lati di queste aiuole qualcuno aveva piantato dei fiori: azalee bianche e rosse, eriche e rose, anch’esse bianche e rosse.
Le pareti della zona giorno, al piano terreno, sono arancione, con la cucina di legno scuro, mentre nella zona conversazione due divani disposti ad angolo rivolgono i loro sguardi al grande televisore, piatto.
Al primo piano ci sono le camere da letto.
Ognuna con un colore diverso alle pareti.
La Suaè rosa, con un letto ad una piazza e mezza in ferro battuto color mogano, con intarsi in madreperla e una sigla in oro, un armadio rosa antico e un grande comò in ciliegio. Le tende che adornano l’ampia finestra che si affaccia su una delle due aiuole – e precisamente quella con il melograno, il quale, a settembre, quando fiorisce, si riempie di fiori color rosso-arancio - sono due, una di tessuto trasparente color rosa antico, mentre l’altra, più spessa, è di taffettà bianco.
 
Sì, decisamente, Lei ama i contrasti forti, soprattutto il bianco e il rosso.
Non disdegna, però, gli altri colori: ad esempio, ama abbinare i pantaloni grigio fumè con un twin set grigio e azzurro; oppure usa indossare un paio di pantaloni verde militare a volte con una maglietta beige e altre volte con un’altra maglietta di voile bianco panna dal largo scollo con fiori anch’essi verde militare…Certo, nell’armadio ha anche delle gonne. Non le indossa, molto, certo, perché predilige i pantaloni, ma a volte ama sfoggiare una longuette azzurro cielo, che le arriva appena sotto al ginocchio, con una canotta e una maglietta trasparente con le maniche a tre quarti, entrambe bianche. Un’altra gonna che ama molto, anch’essa longuette, è rosa ed è stretta all’altezza dei fianchi e leggermente svasata appena sotto al ginocchio, come era di moda negli anni ’50 e che lei indossa con una maglietta bianca a mezze maniche e con lo scollo rosa.
Appena arrivato in questa nuova casa ho subito fatto amicizia con tutti questi capi, e anche con tutti gli altri, perché lei ha l’armadio pieno di vestiti, che nominarli adesso mi riempie di una tristezza infinita.
Mai più rivedrò i miei amici.
Perché?
 
Oh, com’era orgogliosa di avermi acquistato.
Non perdeva occasione di indossarmi.
Di giorno, amava soprattutto vestirmi con una maglietta blu attillata, con ricamato un piccolo Paperino all’altezza del cuore, mentre per le sue uscite romantiche usava abbinarmi con una maglietta – sempre attillata, naturalmente – bianca con un grande cuore rosso che seguiva lo scollo.
Ed era proprio vestita così, quella sera, quando lui ci invitò a casa sua, per la prima volta.
 
E’ un piccolo appartamento, situato in un moderno palazzo della periferia della nostra città.
Le pareti sono tutte bianche, con i mobili e i tappeti neri. Solo i divani e il tavolo della cucina sono bianchi. La camera da letto, invece, ha le pareti azzurre, e un grande letto, basso e largo, troneggia in mezzo alla stanza. L’armadio è di legno scuro e… sì mi piacerebbe tanto fare amicizia con i capi che lui ha rinchiuso là dentro…
 
La rudezza dei suoi jeans, mentre lui si incollava a Lei, mi strappa ai miei pensieri e poi… quella mano, così morbida, che gioca con il bottone e la cerniera…
E lei, che con un calcio mi allontana, mi accantona in un angolo… perché? Cosa ti ho fatto che mi butti così?
Finalmente mi infila nuovamente, ma non è come le altre volte, non mi accarezza prima, come faceva di solito, prima di questa sera: mi indossa velocemente, distratta…
 
Finalmente torniamo a casa, la nostra casa.
Va in bagno, dal pavimento lilla e le pareti giallo primula, con i sanitari completamente bianchi. Mi butta nel cestino dei panni sporchi, dove ci sono anche le calze di suo fratello…
Aiuto! Asfissio!
Lo so, tanto non asfissio, e neanche domani, quando mi infileranno di peso in lavatrice, non affogherò, anche se poi mi verrà un gran mal di testa (ma i pantaloni come fanno a soffrire di emicrania?) e poi sarò tutto sgualcito e mi metteranno al sole per asciugarmi… Ancora non lo hanno capito che io non sono una persona che ha bisogno di abbronzarsi?
Quello che odio di più, però, è il ferro da stiro.
E’ il mio nemico mortale.
L’ho odiato sin da subito, da quando me lo accostarono per la prima volta in quel laboratorio…
E’ un tipetto molto focoso e scotta! Scotta tanto, troppo, per i miei gusti.
 
Quanti ricordi! Belli e brutti.
Beh, almeno ora non dovrò più preoccuparmi del ferro da stiro, della lavatrice, del fatto di essere sgualcito e delle mie emicranie e dei miei capogiri.
Ora, la mia unica preoccupazione è: cosa ne sarà di me?






   
 
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