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Autore: Sigyn    17/06/2012    0 recensioni
[Big Wolf On Campus - Un lupo mannaro americano a scuola]
"Il vero problema di Tommy Dawkins con le ragazze era il loro odore. Non che lo trovasse sgradevole, ma con la trasformazione in lupo mannaro i suoi sensi si erano fatti in qualche modo più acuti e non notare certe cose era diventato difficile."
Il lupo dentro di lui tenta di dire qualcosa a Tommy ... Tommy non è molto bravo ad ascoltare.
[Tommy/Stacey, Tommy/Carole, Tommy/Terri, Tommy/Lori, Tommy/Merton]
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Smell

 

Il vero problema di Tommy Dawkins con le ragazze era il loro odore. Non che lo trovasse sgradevole, ma con la trasformazione in lupo mannaro i suoi sensi si erano fatti in qualche modo più acuti e non notare certe cose era diventato difficile.

Stacey profumava di sapone, burrocacao, prodotti per capelli alla frutta. Odori semplici, leggeri, appena percettibili per chiunque non fosse un licantropo. E a Tommy piacevano, davvero: creavano un profumo dolce e familiare, una fragranza che sapeva di normalità e di casa e di giusto.

Ma a volte – quelle rare volte in cui Stacey lo rimproverava per non essere venuto ad un appuntamento e lui si accorgeva all’improvviso di quanto poco in realtà si parlassero, al di là dei suoi imbarazzati tentativi di convincerla ad uscire con lui – si rendeva conto di quanto sarebbe stato facile confonderli con gli odori di una qualsiasi altra ragazza della Pleasantville High.

Carole, invece, era spezie e tinta per capelli e un vago tocco di profumo francese, e forse un certo je ne sais quoi. Tommy all’inizio lo trovava intrigante, quasi assuefacente. Ma sotto quell’aroma esotico c’era sempre quel leggero odore di pelo di gatto, difficile da riconoscere eppure onnipresente.

Sotto i vari profumi che Terri usava quando si vedevano – nessuno dei quali le si addiceva mai davvero – c’era sempre quella puzza che i sensi del lupo mannaro in lui riconoscevano istintivamente come agitazione, insicurezza, a volte persino paura. Terri non era una ragazza popolare, ma era intelligente, interessante, simpatica quando si imparava a conoscerla meglio e, se si guardava dietro i gesti nervosi e il sorriso incerto, molto carina: Tommy avrebbe potuto avere una vera storia con lei, se il suo odore non gli avesse ricordato in ogni momento che lei non aveva bisogno di lui ma semplicemente di qualcuno.

Con Lori le cose erano state diverse, almeno all’inizio. Lei non usava profumi, lei non si truccava spesso. Lori sapeva di adrenalina e anche se Tommy non avrebbe mai creduto che la sua ragazza ideale potesse avere un odore simile, quando lo sentì per la prima volta capì subito. Eppure, c’era ancora qualcosa che non andava, anche se il ragazzo non riusciva a comprendere esattamente cosa.

Ma il lupo lo sapeva, perché lui sapeva sempre tutto. E non si faceva problemi a tentare di spiegarglielo in qualsiasi momento: una conversazione, un’uscita tra amici, un vero e proprio appuntamento.

Il lupo lo costringeva a scappare: perfino con Lori, quell’istinto primordiale e oscuro non svaniva mai completamente, sempre pronto a tornare quando Tommy meno se l’aspettava. E lui non poteva sopprimerlo per sempre.

Quando l’ululato del lupo lo spingeva a correre via, Tommy si rifugiava da Merton.

Lui era il suo migliore amico, lui sapeva sempre come calmarlo, con un haiku o un’immagine mentale dipinta dalle sue parole. In effetti, lui aveva persino un odore più gradevole di gran parte delle ragazze con cui era uscito nel corso della sua vita.

Merton profumava di gel per capelli, di polvere, di vecchi libri, di cera per candele. Erano quegli odori che gli si attaccavano addosso dopo un pomeriggio passato facendo chissà quali ricerche sull’occulto e il sovrannaturale nel Lair, quegli odori che lo definivano e sembravano strillare “Merton” anche in mezzo ad una folla. Erano parte di lui, e Tommy li trovava familiari, confortanti.

A volte riusciva a sentirne una vaga eco anche sui suoi vestiti, mischiata all’odore selvatico e pungente del pelo del lupo e a quello più anonimo del sapone delle docce dopo gli allenamenti di football. Forse era proprio per ottenere quel risultato che, inconsciamente, passava tanto tempo a toccarlo, ad abbracciarlo, che fossero in una situazione di pericolo o meno.

Quando era con Merton, la bestia era sotto controllo, finalmente placata.

Era stato proprio il suo migliore amico a dire a Tommy, un giorno, che il lupo rappresentava la sua parte istintiva, che reagiva al suo posto a situazioni che risvegliavano in lui emozioni basilari e intense come rabbia o paura, che prestargli ascolto era un modo per conoscere meglio se stesso. Certo, Merton aveva usato parole molto più lunghe e molto più strane che Tommy non aveva mai sentito prima di allora, aveva citato psicologi e filosofi e molta altra gente morta secoli prima e un certo numero di film della loro epoca che Tommy non aveva mai visto e si era fatto prendere come al solito dall’entusiasmo.

Merton era Merton, quindi era impossibile che andasse in un altro modo. E Tommy era Tommy, quindi era impossibile che lo ascoltasse fino alla fine o che capisse più di metà del suo discorso. Ma il senso in fondo era quello.

Comunque fosse, il lupo cercava di dirgli qualcosa, qualcosa a cui era arrivato molto prima di lui. Normalmente Tommy non sarebbe stato entusiasta del fatto che un animale lo avesse battuto in una sorta di gara di intelligenza ... e non lo era nemmeno in quella situazione, ma almeno il disappunto era sepolto sotto la curiosità e una vaga, strisciante inquietudine – perché, forse, anche lui aveva capito qualcosa, ma era troppo assurdo per essere vero.

Quelle sensazioni se ne andarono solo il giorno in cui Tommy comprese – o forse ammise – il vero messaggio del lupo e si ritrovò conseguentemente in una delle situazioni più strane della sua intera vita.

Uscire con donne-gatto e donne telecinetiche era normale. Sconfiggere Faraoni tornati dall’oltretomba era normale. Essere inseguito da un killer uscito da un videogame e fronteggiare la Morte in senso letterale era normale. Esorcizzare ragazzine, combattere fantasmi e vampiri e rispedire demoni all’Inferno era normale.

Baciare il proprio – nonché indubbiamente maschio – migliore amico, per Tommy, non era affatto normale. Anche se era di certo molto più piacevole di tante altre esperienze.

Le labbra di Merton erano sorprendentemente morbide e veloci ad aprirsi contro le sue. E il suo profumo – gel, candele, polvere, libri e qualcosa che era semplicemente lui – all’improvviso sembrava ancora più intenso.

In un angolo della mente di Tommy, il lupo si lasciò sfuggire un ringhio che suonava incredibilmente simile ad un “Era ora!”.

  
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