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Autore: A n n a    17/06/2012    3 recensioni
Beh, che dire? E' una Gin x Matsumoto, e spero l'apprezziate. Io ho pianto come una fontana quando Gin è morto, e vedere Matsumoto così è stato un duro colpo per il mio romantico cuoricino, per cui volevo riportare questo momento così triste in una breve one-shot. Ps: e' stata scritta in venti minuti, credo, e credo anche di non aver messo dentro tutto quello che volevo scrivere, ma la lascerò così poichè un momento del genere, per quante volte io lo possa riscrivere, non verrà mai perfetto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gin Ichimaru, Rangiku Matsumoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gin Ichimaru aveva appena voltato le spalle al capitano Aizen.

Gli aveva detto che avrebbe catturato lui gli amici di Kurosaki, quello strano ragazzo dai capelli arancioni.

Gliel'aveva detto ma non lo voleva assolutamente fare.

Era un bugiardo. 

Ma non un bugiardo qualunque, uno di quelli bravi, veramente bravi.

Capitano della terza brigata. 
Tecnicamente non lo era più, ma dentro di se sapeva di non aver mai tradito la Soul Society.


Un movimento impercettibile della testa, si girò di scatto, impiegò un istante soltanto, e trafisse il suo Capitano con la sua Zanpakutō, rilasciando il Bankai e iniettando nel cuore di quell'uomo spregevole un veleno che a tempo debito avrebbe fatto effetto.
Un buco enorme si formò nello stomaco del nemico e i nervi di Gin si fecero sempre più tesi.

Gin era sicuro che non sarebbe finita così facilmente, ma era preparato al peggio.
Era preparato anche ad un eventuale fallimento.

Come il Capitano Ichimaru aveva previsto, Aizen Sōsuke si rialzò, ma non previde che avrebbe impiegato un nanosecondo a staccargli un braccio e a squarciargli il petto.

Accadde davvero in pochissimi attimi
Aizen era riuscito a metterlo fuori gioco in così poco tempo.
La vita era davvero una cosa frivola.

Gin Ichimaru cadde a terra, ormai in fin di vita.
Il sangue che scendeva copioso sul torace e sulle gambe, così caldo.

Così rosso. 

Aveva ancora pochi respiri per poter assaggiare l'aria che dall'altra parte non avrebbe più potuto inalare.
Il petto non si alzava ne si abbassava velocemente, semplicemente si sentiva pronto a lasciare quel mondo e anche tutti gli altri.

In qualsiasi posto fosse stato avrebbe voluto solamente una persona accanto a se, ed in quel momento non c'era.

Passarono pochissimi secondi, che per lui sembrarono eterni, e capì che quella era davvero la fine.
Rivolse uno sguardo al ragazzo dai capelli arancioni, Ichigo Kurosaki, che era appena arrivato ed era deciso a sconfiggere Aizen, e gli guardò gli occhi arancioni così determinati e così forti, quando una chioma di capelli biondi gli offuscò la vista.

Lacrime.
Lacrime calde sul suo volto


«Gin!» urlava una voce tremante.

«No, Gin, ti prego!» urlava di nuovo una voce scossa dai singhiozzi

«Non puoi farmi questo, Gin!» urlava ancora una voce che un tempo era così calda, e che invece ora era così tremante.

Gin riuscì ad avere pochi istanti per vederla.

Era bella, Matsumoto.

Era bella anche sporca, con i vestiti strappati e impregnati di sangue.

Era bella anche con gli occhi color ghiaccio completamente rossi, pieni di lacrime.

Lui la amava, la amava davvero

Le aveva mentito per anni, forse davvero troppi.

Ma era necessario, aveva capito che Aizen era pericoloso, con tutti quegli esperimenti sugli Hollow.
Doveva tenerlo d'occhio.

Gin le aveva detto che gli dispiaceva, non poteva permettersi di lasciarsi ricordi dietro di se, dopo quello che aveva fatto.

L'unica cosa di cui si rammaricava era che non aveva potuto dirle che l'amava, ma l'ultimo sguardo che rivolse al mondo degli esseri umani, l'ultimo profondo sguardo che rivolse a lei fu colmo di dolcezza e di amore.
Non di disperazione e di rassegnazione, ma di scuse ed amore.

Matsumoto gridò per la disperazione, fu un urlò che squarciò l'aria.
Incurante della battaglia che stava iniziando tra Kurosaki e il Capitano Aizen appoggiò la testa al petto di Gin che era ormai al limite.

«Ti amo, Capitano»

Tre parole
 così piene di significato in un momento così delicato.

Tre parole dette in un momento che segnava il passaggio tra la vita e la morte di una persona.

Tre parole così importanti.

Rangiku Matsumo sperava con tutto il cuore che l'amato avesse sentito quelle parole tre parole sussurrate appena, ma era sicura che lui già lo sapesse.
Il petto di Gin Ichimaru, Capitano della terza Brigata, si fermò. 

Rangiku Matsumoto lo lasciò andare, stringendo la stoffa dei suoi abiti tra le mani, impotente.
  
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