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Autore: CaptainHook    04/01/2007    1 recensioni
-Mh? Ma chi, quella nuova?
-Si, quella li. Che mi dici di lei?
-Bè...so solo che è molto strana
Eva Penelope carter è bella, fredda, un algida regina dei ghiacci, una presenza che a hogwarts riscuote su di se molte attenzioni. Ma Eva ha anche un grande segreto. Cosa si nascone dietro la sua maschera perfetta?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sorpresa | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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When the snow fall

When the snow fall

Prologo: Eva

<12°C. Vi preghiamo di allacciare le cinture. Grazie i aver viaggiato con Easy Sky e buona permanenza>>

La voce della hostess si spense seguita dal gracchiare dell’altoparlante. Il signore accanto a lei, che aveva tutta l’aria di chi odiava volare, allacciò frettolosamente la cintura, ripiegando il giornale che stava leggendo sulle proprie ginocchia. Eva Penelope Carter , 17 anni, strega di ottimo livello, chiuse gli occhi, aspettando con ansia il momento in qui quel odioso aggeggio di latta si sarebbe posato al suolo e l’avrebbe lasciata finalmente toccare terra. Eva detestava quella situazione. Più ci pensava, e meno era convinta di quello che aveva fatto. Buttarsi alle spalle il passato trasferendosi in un nuovo paese non era propriamente quella che si definiva un ottima idea. Dal buio della sua mente, emersero le figure di Foxy, Helen e Mars, in piedi sotto la grande quercia posta all’ingresso della Royal Magic School Of New York. Entrambe erano intente a osservarla.

“Cosa vuol dire che ti trasferisci?” Le aveva chiesto Foxy, stupefatta.

“Me ne vado” aveva risposto lei “ Questo posto è troppo pieno di ricordi per permettermi di viverci ancora”

Helen l’aveva guardata con occhi febbrili “Oh, Eva…ma perché? Lui non lo vorrebbe”

Eva aveva piegato la testa di lato. Mars, che era stata zitta fino a quel momento, si era voltata, calciando via una lattina di coca-cola vuota con il piede, e se ne era andata. Foxy e Helen gli avevano gettato un’ultimo sguardo triste e poi l’avevano seguita. Eva era rimasta li per un interminabile lasso di tempo fino a quando, sentiti i muscoli intorpiditi e il freddo nelle ossa, non aveva deciso di tornare a casa. Corrugò appena le sopracciglia a quel ricordo, ma non aprì gli occhi. L’aereo piano piano si stava abbassando. Dentro alla sua mente, si fece spazio un altro ricordo. Sua madre la osservava, i capelli duramente stretti in una crocchia corvina, striati di bianco accanto al viso, e gli occhi irati, pieni di rabbia. Suo padre, come aveva fatto Mars, stava zitto in un angolo, e la osservava.

“Sei una debole, ecco cosa sei! Una sognatrice romantica che per inseguire una fesseria ora ci rimette, e sa solo scappare. I guai ti seguiranno in capo al mondo, capito?! In capo al mondo! Per quanto tu lontana possa andare, ci saranno sempre!” Stavolta era stata lei a voltarsi. Il ricordo successivo la portò in riva a un lago.

“E cosi te ne vai”

Diceva una voce

“Già” si era limitata a rispondere lei. La voce era rimasta zitta. Poi all’improvviso una mano gli aveva tirato un violento schiaffo sulla guancia.

“Ti odio”

Una lacrima le rigò la guancia. Poi all’improvviso si rese conto che mancava la pressione che sentiva fino a qualche secondo prima sullo stomaco. Aprì gli occhi, spaventata. Fuori dal finestrino, vide le ruote dell’aereo posarsi sulla pista.

E capì di essere sopravvissuta.

“Guarda li!”

“Ma è proprio lui?”

“Mio Dio! È lui!”

“Guarda la cicatrice…”

“Ma sarà vero che ha un braccio finto?”

L’ultima affermazione lo colse di sorpresa. Di tutti i pettegolezzi che giravano in quel periodo su di lui, quella era completamente nuova. Sospirò, giungendo al tavolo con grandi passi, e mettendosi a sedere. Anche se c’era un innumerevole numero di persone in meno, i commenti non mancavano mai. Le voci fastidiose della gente arrivavano alle sue orecchio come il ronzio di una zanzara. Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, o, come lo chiamavano di recente, il Ragazzo Sovraumano, si lasciò fuggire un lungo sospiro. Da quando aveva sconfitto Voldemort, l’anno prima , molte cose erano cambiate. C’erano tanti posti vuoti nei tavoli la attorno. Dean Thomas non aveva mai finito di frequentare Hogwarts, così come Neville Paciock, o come Lavanda Brown. Non aveva finito neppure Michael Corner o Zacharias Smith. Non aveva finito Hanna Habbot, Justin Flintchey Flichtey, Tiger e Goyle. Erano tutti morti. Se ne erano andati combattendo fieri e onesti, pregando Harry per un mondo migliore. E ora, Hogwarts era decimata. Ron davanti a lui lo chiamò, scuotendolo dai suoi pensieri. Anche Hemrione e Ginny lo fissavano un po’ preoccupate. Harry capì che doveva essersi perso qualcosa.

“Harry…dicevamo di Malfoy. Secondo te non sarà pericoloso tenerlo qui”

Harry avvertì una fitta violenta trapassargli il cuore da parte a parte.

“non, non credo.” Si limitò a dire. Mafalda Burton, la nuova preside della scuola, si alzò, richiamando su di se l’attenzione degli studenti.

“Ragazzi e ragazze di Hogwarts” esordi “Vi do il mio più sincero benvenuto al nuovo anno scolastico. La nostra scuola, come sapete tutti voi, ha superato in molti secoli ogni sorta di difficoltà, e anche la Grande Battaglia. Come vedete, molti posti oggi sono vuoti. Quindi, prima di cominciare lo smistamento, vi chiedo di fare un brindisi ai vostri compagni che hanno lottato con onore e non ce l’hanno fatta”

L’intera sala brindò. Poi gli studenti tornarono a sedere, mentre una McGrannit più anziana che mai entrava portandosi dietro un gruppetto di mocciosetti.

La cosa che colpì l’attenzione di Harry – e di tutto il resto della sala – fu una ragazza che emergeva benissimo dal gruppo. Era molto più alta i tutto il resto dei ragazzini, aveva i capelli neri come l’ala di un corvo, che brillavano di blu ogni volta che vi cadeva la luce. Era molto bianca di carnagione. E i suoi occhi, dalla forma vagamente simile a quella di un gatto, erano neri come pece, tanto che si faceva difficoltà a distinguere l’iride dalla pupilla.

“Prima di tutto, smisteremo una nuova studente, che passerà al sesto anno, avendo studiato alla scuola Americana di magia. Eva Penelope Carter, vieni qui, per favore.”

Eva s avvicinò al cappello, che gli venne calato sulla testa, nascondendola per un istante alla vista di tutti quanti.

“Bene bene bene…” cominciò quello, dentro alla sua testa. “determinazione, ambizione, tenacia, intelligenza, invidia, tendenza alla lussuria,superbia,eccentrica ed egocentrica, ma soprattutto dannatamente falsa. Dovresti levarti la maschera da ragazzina allegra, lo sai? La malinconia e la tristezza repressa possono portare a….”

“Taglia corto” sillabò Eva.

“Uff…va bene. Dovevo aggiungere anche poco incline al dialogo e estremamente asociale. Credo che la casa giusta per te sia…SERPEVERDE!”

Il tavolo all’estrema destra della sala fece del suo meglio per applaudire. Eva sfilò il cappello, sistemandolo sullo sgabello e gettandogli un occhiataccia. Poi si andò a sedere vicino a un ragazzo pallido coi capelli biondi.

“Buonasera, Malfoy”disse ghignando.

“Buonasera, Carter”rispose lui con lo stesso ghigno. “Mi fa piacere rivederti dopo tanto tempo, cuginetta”

Eva sorrise. Poi le pietanze apparvero, e non ci fu più tempo per le parole.

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