Spazio dell'autrice: La mia undicesima fanfiction nel fandom, evvai! ewe" Mi sono presa una pausa, ma ora che è finita la scuola (okay che ho un debito ma ahahaha) posso postare qualcosa. In realtà ho una decina di fic in corso, mmma okay. XD Scommetto che qualcuno avrà aperto la pagina chiedendosi che razza di coppia è, ma iuhfuie I ship them so hard. :°D E nulla, spero vi piacerà, anche se sinceramente a me non piace. >u<" Tutto qui, baaaai. ewe



_Un (dannato) regalo inatteso.

Nishizono Shinsuke era sicuramente il ragazzino più strano che avesse mai conosciuto.
E non solo per l’aspetto fisico, ma anche per i suoi comportamenti!
Ogni tanto riusciva ad essere esagerato anche più di quel citrullo di Tenma.
Inoltre, quella specie di nano – neanche lui era così alto, ma l’altro gli arrivava all’altezza del bacino, insomma! – tentava in tutti i modi di essergli amico. Soprattutto nell’ultimo periodo, era diventato asfissiante! Lui non aveva bisogno di niente del genere, e così aveva sempre continuato ad ignorarlo. Ma da quando erano riusciti a realizzare – insieme, già – la Kattobi Defense, qualcosa era cambiato.
Non sapeva esattamente cosa, però.





Quattordici febbraio, San Valentino.
Aveva appena beccato il suo caro senpai Kirino intento a nascondere in tutti i modi la sua cioccolata – destinata sicuramente al suo “migliore amico” – e la cosa, per qualche motivo, lo rendeva stranamente eccitato.
Beh, almeno avrebbe avuto un modo in più per stuzzicarlo agli allenamenti, quel giorno.
E mentre si recava sul tetto della scuola pensando a queste cose, sentì una piccola manina sfiorargli il ginocchio. Abbassò lo sguardo, incrociando quello di Shinsuke.
Dannazione, sentiva che qualcosa sarebbe andato storto, rovinandogli la giornata.

«Che c’è? »

Tentò in tutti i modi di nascondere il suo tono seccato, ma per una volta gli fu difficile – strano, eppure lui era un attore nato.
Perché diamine l’aveva seguito? Solitamente quel piccoletto stava sempre appiccicato all’altro idiota, ma ora era solo, e l’aveva seguito, anche.
Ma non ebbe tempo di ragionare, che la risposta venne da sé.

« Tieni! »

Si ritrovò un qualcosa davanti agli occhi. Un qualcosa impacchettato. Con della carta rosa.
Storse la bocca. Odiava quel colore.

« Aprilo! »

Fissò l’altro, e notò che sembrava davvero agitato. Non ci aveva fatto caso, prima.
Poi tornò a guardare quella cosa, che ora albergava nelle sue mani.
Di nuovo, una strana sensazione.
Sospirò, facendosi forza, e iniziò a scartare il tutto.
Così, si ritrovò una scatola. E dentro di essa c’era… della cioccolata.
Sì, proprio della cioccolata.
Quasi gli cadde il tutto dalle mani, e la sorpresa si dipinse fin troppo chiaramente sul suo volto.
Ma la cosa peggiore fu che… sentì le guance ardere. E quello poteva significare solo una cosa.

« Un regalo per San Valentino! Ne ho fatto uno anche per Tenma e Aoi-chan, a dire la verità! Spero ti piaccia! Assaggiane uno, avanti! »

E in un secondo, si ritrovò qualcosa schiacciato sulle labbra.
Le aprì, prendendo ciò che gli era stato offerto. Uno di quei cioccolatini, ovvio.
Shinsuke lo fissò, ritirando la mano, in attesa di una risposta.
Lo stupore di Kariya aumentò nel costatare che quel regalo non era semplice cioccolato.
No, erano cioccolatini alla fragola. Quelli che amava di più.

« … »

Lo ingoiò, non dicendo ancora nulla. E senza rumori bruschi, ne prese un altro e se lo portò alla bocca.
Ed ingoiò anche quello.
Non sapeva più cosa fare. Si sentiva come sotto esame, per qualche strano motivo. Non riusciva neanche ad alzare la testa.
Il suo primo pensiero era stato di prendere in giro l’altro e dirgli che quel regalo faceva davvero schifo, ma… non ci riusciva. Dannazione.

« Sono… buoni. »

Un filo di voce fece uscire queste due, semplici parole dalla sua gola.
E le sue gote continuavano a bruciargli. Lui lo sapeva, e teneva la testa abbassata per non farsi scorgere in condizioni così penose.
Purtroppo, il suo tentativo di nascondersi non durò a lungo.

Quelle manine che poco prima gli avevano offerto quel regalo, ora gli sfioravano – di nuovo – il ginocchio, tirando la stoffa dei pantaloni. Cercò di non guardarlo, ancora – doveva prima calmarsi – ma con la coda dell’occhio poté vedere che gli faceva segno di… abbassarsi al suo livello, diciamo.
Si portò una mano fra i capelli, grattandosi la nuca e sospirando ancora, ed eseguì quella richiesta, piegandosi sulle ginocchia, ma continuando a non guardarlo in faccia.
E per la terza volta il piccolo lo toccò, questa volta sul viso.
Kariya quasi sobbalzò nell’avvertire quelle presenze estranee sui punti in cui stava ardendo da ormai parecchi minuti, e così si ritrovò costretto a girarsi nella sua direzione anche con il capo, finalmente.
Quegli occhi marroni lo scrutavano, e sembravano sorridere.
Poi, li vide chiudersi. E l’altro si avvicinò.
Un bacio. Sul naso, per l’esattezza.
Un semplice gesto che lo colse impreparato e peggiorò la situazione.
Già, peggiorò la confusione nel suo animo.

« Anche questo è un regalo! Auguri, Kariya! »

Nonostante si fosse di nuovo allontanato, Shinsuke continuò a tenere le sue mani sul viso del coetaneo.
Kariya ormai sapeva di non potersi più nascondere. E non poteva neanche negarlo a sé stesso.
Il “bruciore” sulle sue guance significava semplicemente… che era arrossito.
Succedeva spesso – era difficile ammetterlo per qualcuno orgoglioso come lui – ma quella volta era diverso.
Mai la sua testa era stata così in subbuglio come in quel preciso momento.

Per la prima volta pensò che quella specie di strambo Pokemon non fosse così male.
Ma non lo avrebbe lo stesso ringraziato per quei suoi regali.