Fanfic su artisti musicali > SHINee
Ricorda la storia  |      
Autore: JongKeyIsReal    17/06/2012    3 recensioni
Kibum pensava che ci sarebbe venuto volentieri di nuovo, mentre i suoi occhi venivano rapiti dall’azzurro del cielo, che poteva godere pienamente, grazie al grande salice che filtrava i raggi del sole; e nel frattanto che le sue narici si riempivano di quello strano odore, mai sentito prima, eppure piacevole, dovuto alle numerose piante di oleandro che costeggiavano il possente albero tutto intorno e si dilungavano per molti altri metri ancora.
Sì, ci sarebbe venuto volentieri di nuovo… magari con Jonghyun.
Sicuramente con Jonghyun.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
Questa foto di merda? Mia.
Quel nome e cognome di merda all'angolo? Mio e mio.
Quell'oleandro dannato? Del giardino di casa mia.
Quel cielo (non photoshoppato, ci tengo a sottolineare)? Quello che si vede dal giardino di casa mia.
QUINDI NON FREGATE NIENTE.
E' ROBA MIA.


Avete presente quando si dice che ci si è "calati nel personaggio" per scrivere?
Be', stavolta io mi sono calata anche "nell'ambiente", infrattandomi nei cespugli di casa mia,
con tanto di insetti ancora sconosciuti dagli scienziati (?) a farmi compagnia. 
Volevo farvi vedere quello che mi ha ispirato questa ff: ovvero il cielo color pastello e gli oleandri.

Che altro dire? Volevo prendermi lo sfizio di pubblicare questa One-shot (di merda);
nonostante ne abbia ancora tre da finire.

Non sono solita a scrivere cose sdolcinate come questa.
Io vado: o sul macabro; o sul demenziale.
Sul fluff, mai (è per questo che, per aiutarmi, ho ascoltato per 8 ore di fila Romantic, degli SHINee).
Se fa schifo, sapete il perchè (anche se tutto quello che scrivo fa sempre schifo).

Peace and love
~

 

Quel posto dove il cielo è color pastello.




«Ecco fatto! Sei bellissimo, Kibum~» concluse soddisfatto Jonghyun, sistemando un fiore d’oleandro dietro l’orecchio del biondo, mentre quest’ultimo lo guardava con un sopracciglio inarcato e un’espressione tra il perplesso e lo scocciato.
Con quel fiore, era a quota nove: due dietro le orecchie e gli altri sette sparsi sulla sua testa.
Quando, un colpo di vento distrusse tutto il lavoro del main vocalist, lasciando solamente, come unico superstite, l’ultimo fiore posizionato dietro l’orecchio destro.
«No! Il lavoro di una vita mandato in fumo!»
E neppure cinque minuti dopo, aveva raccolto l’entusiasmo necessario per ricominciare tutto da capo; se solo quell’entusiasmo non fosse smorzato da Kibum.
«NON. CI. PROVARE.» sibilò a denti stretti quest’ultimo, con uno sguardo che non ammetteva alcuna replica, neppure da parte di Jonghyun, che lasciò cadere il fiore appena colto.
Seguirono diversi minuti dove nessuno parlò, entrambi troppo assorti nell’ammirare il paesaggio verdeggiante, che si estendeva a vista d’occhio intorno a loro.
Fu il moro a rompere per primo quel “sacro” silenzio e Kibum lo maledì mentalmente per questo.
«Non credevo che a Seoul ci fossero posti così…»
«Intendi luoghi verdi e incontaminati?»
«In realtà mi riferivo alle campagne.»
Kibum prese un respiro profondo e, dal momento che contare fino a dieci non sarebbe bastato per non offendere il suo amico, per l’assurdità appena detta, si buttò a peso morto sull’erba.
Jonghyun, ancora seduto a gambe incrociate davanti a lui, lo imitò.
«Yah! Hyung, non respiro così!»
«Andiamo Kibum, non esagerare, non sono così pesante.»
Key stava per insultarlo pesantemente, ma quando realizzò che neppure le peggiori minacce avrebbero fatto smuovere Jong di un solo millimetro, si rassegnò e si limitò a sospirare.
Ci furono altri minuti di silenzio e Kibum, sorpreso di non sentire il suo amico sputare qualche stupida sentenza, abbassò lo sguardo, per verificare se Jonghyun fosse entrato in un qualche coma profondo, o se si era semplicemente addormentato.
Sorrise intenerito dalla scena che gli si presentò: Jonghyun, steso supino su di lui, con la testa poggiata su un lato, sul suo petto, e le mani che gli stringevano la maglietta, nei due estremi, all’altezza delle costole; aveva gli occhi socchiusi, ma non riusciva a capire se stesse dormendo o meno, dal momento che era solito dormire con gli occhi semi-aperti.
Stavolta, però, decise che non lo avrebbe stuzzicato per scoprirlo: amava quel silenzio e non lo avrebbe rovinato per nulla al mondo; e poi… amava quella tenera scena.
Ritornò con gli occhi a quel cielo pastello e, con le dita, prese a giocherellare con i soffici capelli di Jonghyun.
Quel posto per lui non era del tutto estraneo: quando era bambino, ci andava spesso con la sua famiglia, per fare i pic-nic; era fuori Seoul, a due ore di viaggio, se ci fossero andati a piedi; mezz’ora in bici.
Non sapeva neppure se esistesse ancora, probabilmente adesso, al posto di tutto quel verde, troneggiava imponente un grande magazzino; ma il ricordo di quel posto meraviglioso ormai si era impadronito della sua mente e la curiosità lo uccideva.
Anche se, inizialmente, l’idea di spendere soldi per un aggeggio che avrebbero usato, sì e no, una volta nella loro vita, lo infastidiva, e non poco; sopratutto, ma adesso, si rende conto che ne è valsa davvero la pena.
Tutti gli yen del mondo, non varrebbero neppure un misero pezzo di questo posto.
E per due idol, che non avevano mai un attimo di tregua, sempre troppo impegnati anche solo per prendere un respiro di troppo, quello era il Paradiso Terrestre.
Kibum pensava che ci sarebbe venuto volentieri di nuovo, mentre i suoi occhi venivano rapiti dall’azzurro del cielo, che poteva godere pienamente, grazie al grande salice che filtrava i raggi del sole; e nel frattanto che le sue narici si riempivano di quello strano odore, mai sentito prima, eppure piacevole, dovuto alle numerose piante di oleandro che costeggiavano il possente albero tutto intorno e si dilungavano per molti altri metri ancora.
Sì, ci sarebbe venuto volentieri di nuovo… magari con Jonghyun.
Sicuramente con Jonghyun.
Ed è così che trascorsero i successivi quindici minuti, finché una vocetta che conosceva ormai bene, e che si sarebbe davvero meravigliato se non l’avesse sentita ancora per altro tempo, lo destò dai suoi pensieri.
«Guarda, Kibum! Una farfalla!» urlò entusiasmato Jonghyun, alzando la testa e mettendosi a cavalcioni sul biondo, sbracciando come un bambino, in direzione della farfalla.
Kibum, con fare tranquillo, si alzò sui gomiti e voltò la testa nella direzione indicatagli da Jonghyun: c’era una farfalla, lilla con delle striature bianche, a pochi metri da loro, poggia su di un filo d’erba.
«E’ bellissima…»sussurrò con un filo di voce Kibum, colpito da una creatura così bella, che non fosse se stesso.
A quest’ultima affermazione, non tardò ad arrivare l’annuire convinto e deciso di Jonghyun, che nel mentre si era calmato e aveva smesso di dimenarsi con così tanta foga.
«E’ come quelle che abbiamo usato nel MV di Ring Ding Dong… Solo che quelle erano finte; questa è vera.»
Kibum si voltò verso l’ideatore di questa “profonda osservazione”, ancora assorto ad osservare la farfalla, e non poté fare a meno di sorridere: Jonghyun non era stupido; semplicemente, vedeva il mondo con gli occhi di un bambino.
Tutto quello che diceva, poteva sembrare scontato, risaputo; eppure, sono proprio le cose considerate superficiali, banali, a nascondere un fascino, una magia, tutta loro, che solo i bambini riescono a notare.
E Jonghyun aveva questo dono “speciale”; il tempo non gliel’aveva strappato via con gli anni.
Nel frattempo, la farfalla era ormai volata via (con tanto di saluto fatto con la mano, da parte di Jong).
«Perché sorridi?»
«Così, tanto per…» disse l’altro, non smettendo di sorridere.
«Uhm, sarà…»e, detto questo, si riposizionò sul petto di Kibum, “costringendo” anche quest’ultimo a ridistendersi.
Dopo alcuni istanti di quiete, Jonghyun, sempre con la testa posizionata di lato, sul suo petto, non riuscì a trattenere una calda risata, che sembrò risuonare in tutto l’ambiente circostante.
«Cosa c’è?»Chiese incuriosito Kibum, sollevando leggermente il capo, per guardare meglio l’amico, posizionato sopra di lui.
«Ti sento battere il cuore.» rispose Jonghyun, continuando a stare in ascolto.
«M-ma Hyung! No-non dire c-cose strane!»avvampò Key.
«Perché “strane”?» e stavolta sorrise Jonghyun, cambiando posizione, congiungendo le mani sul suo diaframma e poggiandoci sopra il mento.
«P-perché sì!»
«Kibum, ti sei fatto dello stesso colore degli oleandri.» sorrise Jonghyun
«Non è vero!»
«Sì, che lo è.»
«TI HO DETTO DI NO! urlò il biondo, mentre allontanava malamente Jonghyun da se’.
Anche stavolta seguì il silenzio; un silenzio più prolungato, rispetto alle volte precedenti.
Kibum era seduto a gambe incrociate e le braccia conserte sul petto e rivolgeva un’espressione corrucciata al prato.
Jonghyun, che si trovava di fronte a Key, anch’esso a gambe incrociate, che osservava l’altro, mentre torturava e strappava dei fili d’erba.
«Kibum…» e mentre cercava di accarezzargli una mano, quest’ultimo scostò quel gesto gentile.
«Guarda che qui non sei obbligato ad essere carino con me. Non siamo su un palco, non c’è bisogno del fanservice.» disse il biondo, senza mai alzare la testa.
Jonghyun non ci mise (stranamente) molto a capire il perché dell’atteggiamento del suo amico e subito riprese a sorridere, stavolta intenerito.
Ma sapeva che, se si fosse rivolto a lui sorridendo, non l’avrebbe preso di certo sul serio e penserà che si stesse prendendo gioco di lui; per questo, nascose quel sorriso in un’espressione neutra e si rivolse a lui alzandogli dolcemente il mento, tra il pollice e l’indice.
Prim’ancora che Kibum potesse realizzare quello che stava accadendo e assettargli un pugno in pieno viso, Jonghyun premette le sue labbra contro quelle a cuore di Key.
Fu un istante.
Poi Jonghyun si discostò leggermente, sempre mantenendo quella corta distanza che li separava.
«E chi ti dice che, tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per il fanservice?»
E a pensarci bene, Kibum non aveva una risposta a quella domanda.
Si limitò a fare spallucce, per poi circondare le braccia al collo di Jonghyun e tirarlo a se’, fino a ritrovarsi entrambi su quella moquette verde, che profumava di oleandro. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: JongKeyIsReal