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Autore: Sphaira    18/06/2012    3 recensioni
[Ao Oni]
Iniziò il gioco del mostro.
Iniziò la sfida a sopravvivere.
Iniziò un Inferno da cui non tutti sarebbero usciti incolumi.
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Intro

Rumore di passi.
Passi concitati e risate spensierate di ragazzi spezzavano il silenzio delle strade cittadine che portavano verso la periferia. Stavano facendo a gara su chi riusciva a raggiungere per primo quel gran maniero abbandonato su cui giravano voci inquietanti a proposito di un mostro, ma era anche un pretesto per sbrigarsi: il cielo plumbeo prometteva pioggia, e le nubi si andavano addensando e scurendo sempre di più. Insomma, una giornata di fine autunno perfetta per una gita degli orrori.
Il primo ad arrivare alla meta fu Takuro, un ragazzo tranquillo e solare, dotato di ottimo controllo in fatto di emozioni, cosa che in quest’occasione gli tornò molto utile. Si appoggiò per qualche secondo con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato, sorridendo soddisfatto per via della vittoria, quindi si raddrizzò e si risistemò il codino color rame dietro le spalle.
Dietro di lui, Mika e Hiroshi si erano fermati a osservare la grandezza e la maestosità dell’edificio, squadrato e imponente, di cui s’intuivano due piani superiori per via delle file di finestre. Al centro, in colonna con l’ingresso sporgente dal resto della struttura, troneggiava il simbolo del giglio, scuro, che risaltava sul bianco dell’intonaco e sul rosso delle tegole del tetto. Volarono via dei colombi da esso al suono di un tuono lontano.
Mika era l’unica ragazza del gruppo. Per quanto di norma fosse carina, dolce e vivace, sapeva tirare fuori anche il lato forte e tagliente di sé, ma si faceva prendere la mano quando era particolarmente nervosa.
A differenza di tutti, invece, Hiroshi era calmo, silenzioso e un po’ taciturno in generale. Ragionava sempre con razionalità, non lasciandosi mai andare alla fantasia o all’impossibile, e questa sua fiducia nella logica lo rendeva sicuro e padrone di sé. Gli occhiali si addicevano perfettamente alla sua persona.
Per ultimo arrivò Takeshi a passo lento, osservando un po’ perplesso la villa. Il suo carattere spontaneo e un po’ spaccone compensava la mancanza di temerarietà di Hiroshi, ma a volte ciò diventava un brutto punto debole del ragazzo, che si ritrovava in guai più grandi di lui: infatti, era stato proprio Takeshi a proporre di andare ad esplorare la villa, ma già dall’esterno il più spaventato era lui.
Fece di tutto per non farlo notare finché poté, ma appena furono dentro suggerì subito di tornare indietro. Takuro, divertito, iniziò a punzecchiarlo con delle frecciatine, del tipo “hai paura?” “vuoi tirarti indietro?”, ma mentre Mika era distratta dai brividi freddi che le procurava la vuota vastità della villa Hiroshi si affrettò a concludere quella sorta di botta e risposta tra i due ragazzi. Non potevano esistere i mostri, era impossibile. Ne era più che convinto, e sembrava irremovibile.
Ma quasi come se fosse una risposta alla sua fermezza, il rumore della rottura di un piatto zittì il gruppetto, che si girò in silenzio verso un corridoio alla destra dell’entrata. Una losca figura nell’ombra sorvegliava inespressiva la scena, attendendo che il ragazzo albino con la sciarpa e gli occhiali lasciasse l’ingresso per andare a controllare. Per un attimo, uno scintillio malvagio saettò in quegli occhi tondi e neri, profondi come pozzi in cui perdersi e precipitarvi sarebbe stato fatale.
L’ennesimo fulmine cadde di fronte alla villa mentre Hiroshi raccoglieva un pezzo del piatto rotto, annunciando l’arrivo del famigerato Ao Oni, il demone blu.
Iniziò il gioco del mostro.
Iniziò la sfida a sopravvivere.
Iniziò un Inferno da cui non tutti sarebbero usciti incolumi.

  
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