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Autore: CaptainHook    04/01/2007    2 recensioni
Versione riveduta e corretta!>.< Ringrazio IceWarrior per l'annotazione! Le avventure di una ragazza depressa, un chitarrista svampito, un gay eccentrico e un adolescente precoce tutte in una notte!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi è sempre stata amica, la notte.

L’ho sempre adorata, perché io vivevo la notte. Tra bar, discoteche, strade, auto, musica, alcol, droga,fumo, io vivevo.

Per me, era quella la vita.

Sfrenata, spericolata, e credevo di essere forte, di non aver paura di nulla, di essere una Dea, di essere invincibile.

Oggi sto qui.

È una notte diversa da tutte quelle che ho vissuto. Stesa sulla sabbia accanto a un fuoco spento, a quattro legnetti bruciati, a un ragazzo con la chitarra che dorme con la testa posata sui miei fianchi spigolosi e Dio solo sa come fa a stare comodo, a una ragazza che sebbene sia estate ha il sacco a pelo tirato fin sopra il naso, e ancora a un altro ragazzo che dorme a pancia in sotto.

Questa notte è diversa. Non c’è niente di ciò che ha caratterizzato tutte le altre.

C’è una luna che brilla alta nel cielo, tonda, piena, una soffice meringa che potrei afferrare tra le dita se solo lo volessi, col suo alone magico che si stende come una pennellata d’argento sul blu pervinca del cielo, illuminato, stanotte più che mai, dalle stelle, che osservano, silenziose, tutto ciò che sta sotto di loro, con la luce lievemente tremolante, quasi come stessero ridendo.

Socchiudo gli occhi. L’odore salmastro del mare è immensamente buono alle mie narici, decisamente meglio di quello del fumo. Il suono delle onde che pian piano si infrangono sulla costa invece mi ricorda un vecchio carillon della nonna. Non so perché. Mi riviene in mentre quella musica  tanto bella e triste, e quella ballerina con il tutù azzurro, su una gamba sola, che roteava in continuazione. Non ho sonno, stanotte.

Ripenso solo a com’è cominciato tutto quanto.

 

-Kate. Kate. KATEEEE!-

Ho aperto di scatto la porta del bagno, ancora in accappatoio. Detesto essere disturbata mentre stò in bagno. Ma mia sorella urlava talmente forte che non ho potuto nemmeno ignorarla. Se ne stava lì, in piedi sulla porta, con quella sua aria vagamente compiaciuta, gli odiosi ricci biondi raccolti in due codini, gli occhi azzurri scocciati, annoiati, e il telefono teso verso di me.

-Ti vogliono al telefono>> ha detto, ,mollandomi il cordless.

Li per li, ho pensato che ha 14 anni io non ero così pallosa e scalmanata. Al contrario, ero calma e tranquilla, un angioletti coi miei bei capelli neri e gli occhi fin troppo scuri, sempre messa in qualche angolo a fare l’asociale.

Ora che ne ho 18 di anni, posso ben dire che le cose sono decisamente cambiate. L’artefice del mio cambiamento credo sia stata Mariah.

È arrivata come un ciclone nella mia vita, quando avevo sedici anni. Si è trasferita nella mia scuola e, fin dal primo giorno, ha attratto l’attenzione di tutti. Ho subito desiderato esserle amica. Lei all’inizio mi considerava poco, poi abbiamo imparato a parlare. E poi mi ha plasmata a suo piacimento, correggendo quelli che secondo lei erano i miei difetti, portandomi a feste da capogiro, dandomi una vita sociale insomma. E ora quasi quasi la odio, perché è vanesia, incredibilmente superficiale. Ma in fondo le voglio un mondo di bene. Molto in fondo. Decisamente in fondo.

Spannai con la mano lo specchio, mentre con l’altra presi il telefono. Ed era proprio lei, come tutti i sabato sera. Guardai l’orologio. Le sette. Puntualissima, come sempre.

-Tesoro! Stasera c’è una festa al Royal Plaza. Ci vieni vero?>> la sua voce squillante, fin troppo allegra, mi trapassò le orecchie da parte a parte. Il Royal Plaza è la Discoteca con la D maiuscola. La più figa, la più in, il posto dove andare se sei forte.

-Mmmh…non lo so.>> risposi, guardandomi allo specchio. Storsi appena il naso, spostando la frangia tinta di biondo su un lato della fronte, osservando i miei capelli indecentemente corti incasinati, sul punto di asciugarsi da soli, a temperatura ambente.

-Eddai, bella! Facciamo le cinque o giù per di li. Se ci si riesce anche le sette. Di ai tuoi che vieni a dormire da me, casomai.>>

-Non lo so, Mary. Non sono dell’umore più gusto per festeggiare>>

-Come mai?Hai il ciclo?>>

Mi sedetti sulla tazza, infilandomi i vestiti.  Non era quello il problema. Solo che ero stanca. E non avevo voglia di truccarmi. E di vestirmi. E di sistemarmi.

-No, niente di simile, solo che…>>

-Non accetto giustificazioni se non mediche! Ti passo a prendere alle nove, cena fuori, pizza o giapponese, e poi discoteca! I biglietti e i documenti li trovo io>>

E riattaccò.

Sbuffai.

Aveva sempre avuto il vizio di non stare ad ascoltare. Ma oramai era fatta. Cominciai a sistemarmi davanti allo specchio. Infilai la maglia larga a righe bianche e nere , i jeans a vita bassa, le All Star intonate alla maglietta. Misi un paio di orecchini di quelli lunghi , con una stellina in fondo, una perla nel secondo buco, un cerchietto di metallo sul piercing, una pallina in quello che ho sotto la bocca , nel lato destro e infine un brillantino sul naso. Truccai gli occhi con la matita nera, con un tratto abbastanza pesante e deciso, in maniera che lo scuro si notasse ancora i più. Passai appena un po’ di rosso sulle labbra , quel tanto che bastava.

E mi ritenei pronta.

-Dove vai stasera?>> Domandò mio padre, senza staccare gli occhi dal giornale. A tempo è abituato alle mie uscite.

-Royal Plaza>>

Mia madre si voltò, tenendo la pentola per il manico e facendola ondeggiare.

-Il Royal Plaza? Lo sai che non voglio che vai laggiù.>> Aggrottò le sopracciglia. Vidi una ruchetta sottile attraversarle la tempia sinistra, e gli angoli della bocca piegati appena verso il basso.

Mia madre si stava arrabbiando.

-Suvvia, Ma… non c’è ragione i preoccuparsi.>>

Lei sospirò, voltandosi di nuovo verso le padelle.

-Alle cinque a casa. Non oltre>>

-Dormo da Mariah>>

Mia madre sbatté la pentola sul fornello, rabbiosa.

-Sempre da Mariah! Sempre fuori! Non stai mai a casa! Ma possibile che tu debba comportarti così?>> Mentre parlava, si spostò dai fornelli al lavandino, pulendo le mani con scatti nervosi.

-Possibilissimo, mamma. Se non mi diverto a diciotto anni, quando mai mi diverto?>>

Non mi rispose.

Il citofono interruppe il silenzio imbarazzante che era calato nella cucina.

Scesi subito di sotto, tirandomi con un gesto nervoso il cappotto sopra le spalle.

-TESORAAA!>>

Sobbalzai. In macchina c’erano anche Caroline e Davies. C’era già il fumo, e Mariah aveva dei tacchi pericolosamente alti per guidare. In pizzeria, da Mario’s and Friends , facemmo fin troppo casino, così che quando uscimmo fuori il proprietario tirò un sospiro di immenso sollievo.

Filammo dritti dritti al Royal.

Ovviamente, dire che c’era casino era troppo poco. La maggior parte dei presenti, tanto per cominciare, era già ubriaca. A un certo punto scorsi Mike Halliwell, il secchione della scuola, con i suoi capelli leccati a mucca e i suoi occhialini, fare lo spogliarello su un tavolino, con tre o quattro oche bionde che ridevano li a fianco.

E poi vidi l’Oca Bionda per eccellenza. La stronza, la bastarda, la puttana, la troia che mi aveva reso difficili tutti gli anni di scuola, dalle elementari in poi.

Adrienne Thomas.

Avanzava lentamente tra la folla, i capelli biondi sciolti, lunghissimi, che ondeggiavano sulle spalle. I suoi occhini azzurri pieni di falsa innocenza, una maglietta indecentemente stretta che metteva in mostra ogni singolo poro, la gonna che più che altro sembrava un fazzolettino di carta. Un paio di calze a rete e i tacchi altissimi, a spillo, rosa fucsia.

Ci misi un po’ a realizzare che si stava avvicinando a me. Mariah si era dileguata, e Caroline e Davies probabilmente avevano fatto un gradito ritorno sui sedili posteriori dell’auto.

-Ciaooo>> mi disse, sovrastando la musica. Dal suo sguardo, capii al volo che era venuta a gufare per qualcosa. Strinsi i pugni, sfoderando il mio migliore sorriso falso.

-Ciao>> risposi, un filino acida.

-Hai visto Dennis Parker? Sai, stasera usciamo insieme…>>

Ecco che voleva. D’improvviso, mi vennero le lacrime agli occhi. Dennis era il mio migliore amico, prima che arrivasse Mariah. Poi ci eravamo allontanati, ma io gli volevo comunque un mondo di bene. Quando venni a sapere che diceva che ero una troia fallita, ci rimasi malissimo, e mi resi conto che mi piaceva. Semplicemente, voltai le spalle a Adrienne, dirigendomi verso il bancone.

-Si?>>chiese il barista.

-Vodka a fragola.>>

Lui mi osservò, ma non disse nulla. Semplicemente, mi diede la mia ordinazione.

Inutile dire che un quarto d’ora e tre ordinazioni dopo ero ubriaca fradicia. All’improvviso, mi sembrava che tutto quel caos fosse stranamente distorto. Tutta quela gente urlava troppo, la musca mi rimbombava nel cervello, martellante, asfissiante, nauseante…

Corsi verso il bagno.

Aprì la porta di scatto. Spalancai la porta del primo box, e inaspettatamente, trovai una cosa che non mi sarei mai aspettata. Seduto sulla tazza, con dei blue jeans strappati sulle ginocchia e una felpa dei Red Hot Chili Peppers, c’era un ragazzo coi capelli neri e gli occhi di uno strabiliante azzurro, intento a suonare una chitarra.

-Non è il bagno delle femmine questo?>> domandai, osservandolo storto.

-Si, ma è più tranquillo>>

-Aaaah…>>

Corsi negli altri box. Erano tutti occupati. Il ragazzo capì al volo e, molto gentilmente , si alzò.

Io caddi sulle ginocchia e mi appoggiai con le mani al bordo della tazza, e presi a vomitare.

Con mia grande sorpresa, lui mi tenne la testa, piuttosto tranquillamente. Sembrava piuttosto pratico a dir la verità. Quando ebbi finito,mi tirò su per la vita e mi fece aggrappare al lavandino.

-Oplà>> disse <>

Sembrava piuttosto tranquillo, Riprese la chitarra e la mise in spalla. Mi osservò per tutto il tempo, e, quando ebbi finito, sorrise.

-Allora, come va?>>

-Meglio>> dissi, non particolarmente loquace

-Io sono Christian. Chris è meglio>> Mi tese la mano. Lo osservai dubbiosa un attimo, poi gli porse la mano.

-Katerhine. Kate è meglio>> dissi, stringendo vigorosamente la mano. Lui sorrise di nuovo, e potei notare che aveva una fosetta sulla guancia sinistra.

-Bene, allora Kate…Che facevi qui?>>

-Ah…stavo con alcuni amici…ma mi hanno abbandonata, e poi è venuta quella proietta bastarda a dirmi che aveva un appuntamento con quello che mi piaceva.>> Mi sorpresi per quanto avevo saputo essere spigliata. -E tu, invece?>> disse, cercando di far finta che fosse una conversazione normale.

-Cercavo la filosofia nelle mattonelle di un bagno con la mia chitarra, Roxy>>

Decisamente, la conversazione NON era normale.

-Roxy…si chiama così la tua ragazza?>>

-Ragazza? Non ne ho una purtroppo…sono stato scaricato mesi fa.>>

-Oh, mi dispiace.>>

-Capita>>

Il tipo era stranuccio, effettivamente. Era tutto allegro e pimpante, piuttosto tranquillo, per nulla preoccupato del fatto che si trovava nel bagno delle donne con una in preda a un dopo sbronza pazzesco. Seduto sul lavandino con un paio di 501 d’ultimo stile e delle All Star rosse ai piedi. Mitico.

-Bè, Kit…>>

-Kate>>

-Non ti piace Kit? A me sa più carino>>

-Fai come vuoi>>

-Insomma, Kit, che ne dici di uscire di qui e farci un giretto? Magari recupero anche il mio dannatissimo migliore amico…>>

Il fatto che avesse un migliore amico non mi rassicurò per niente. Chi mi diceva di non essere di non essere la vittima designata di un maniaco psicopatico?

Ma il mio buonsenso era andato a nanna da un pezzo. Sorrisi e accettai.

 

Quando vidi il migliore amico, subito mi passò ogni dubbio. Il ragazzo era gay. Ma gay di quelli dichiarati.

All’inizio non ci feci caso, ma quando Chris agguantò per il braccio quella che sembrava un appariscente biondona con una camicetta rosa e delle orecchie da coniglio, e sotto fortunatamente dei jeans normali, mi venne quasi da ridere per aver sospettato. Tony, o meglio Tonina dette Nina, s girò di colpo.

-Ma ciao Tesoruccio! Mon Cherie, chi è questo bocconcino che vi portiamo accanto? È davvero…>> Mi prese per mano, facendomi fare una piroetta -Uau!>> esclamò soddisfatto alla fine. Mi scappò da ridere.

-Un consiglio, bambolina…il qui presente Chris è molto imbranato. Quindi tesoro per certe cose dovrai prendere l’iniziativa tu, non o se mi spiego>>

-Nina, falla finita>> disse Chris, mentre un vago rossore gi tingeva le guance.

-Ma certo, Mon Trésor! Basta chiedere!>> Disse Nina , dandogli una pacchetta affettuosa sulle spalle.

-Nina, raccatta la roba, usciamo. Ci facciamo un giro stasera>>

-Itinerario?>> Chiese Nina, ballando frenetico. O frenetica, come preferite.

-Crash e Nothing Of Particular>>

-Oh, si Tesoro! Puoi contarci!>>

Non mi etti neppure pena di cercare Mariah. Per una volta, avremmo vissuto avventure separate.

E a me stava bene così.

 

 

-SO WHAT YOU SAID, LYLAAAA…>>

In macchina, avevamo gli Oasis a palla. Cantavamo tutti e tre, a squarciagola, Lyla. Avevo scoperto che Chris e Nina erano fantastici. In una lunga conversazione su noi stessi durata tre minuti, uno per uno, avevo scoperto che Chris studiava musica e grafica pubblicitaria in contemporanea, mentre Nina conduceva una doppia vita: studente di grafica pubblicitaria il giorno, cabarettista gay la notte.

Entrambi adoravano il rock, l’hard rock e il punk, e non disegnavano il metal.

Così, mentre cantavamo Lyla a squarciagola, mi sentivo immensamente ubriaca. Non solo mi ero liberata di Mariah, ma anche di Adrienne e di Dennis, e tutto in una sola sera! Così ora ci dirigevamo al Crash. Il Crash è il Crash. Non esistono altre parole per descriverlo. E quello dove vivi in mezzo alle luci, al bianco e al nero, dove tutto va a scatti, dove c’è casino e basta.

Se i miei avessero saputo, sicuramente mi avrebbero tenuta segregata a casa. Perché il Crash è un Rave selvaggio, assolutamente fantastico. E io stavo per finire in mezzo a quel Rave.

Posai le scarpe sul cruscotto di Nancy, la macchina di Nina. Quei due tizi avevano la strampalata abitudine di dare i nomi ai loro oggetti.

La canzone finì, e ci mettemmo tutti e tre a ridere come matti.

<>

Uscii dall’auto con un saltello, come se fossi matta, e subito scoppiai a ridere. Il buttafuori del Crash ci lanciò una rapida occhiata e ci fece entrare.

La cosa fantastica del Crash è che è un edificio pieno di specchi, su tutti i lati, sul soffitto e persino per terra. Con le luci stroboscopiche, vedi tutto a scatti, alzi la testa e ti vedi, giri di lato e ti vedi, abbassi lo sguardo e ti vedi. È da diventare matti, ma piace un sacco.

Io, Chris e Nina avanzammo al centro della pista, e attaccammo a ballare come forsennati.

Inaspettatamente, mi trovai a strusciarmi contro Chris, sentendo come una piccola scossa, una vibrazione sottile tutte le volte che ci sfioravamo. Lui mi guardava e sorrideva.

Nina invece aveva già rimorchiato., e ballava con un parruccone rosso poco distante da noi.

Fu allora che la vidi.

Adrienne.

Maledetta. Mi aveva seguito! Ballava appiccicata a Dennis. Così istintivamente mi strinsi ancora di più a Chris. Lui, non so come , percepì la mia inquietudine.

-C’è qualcosa che non va?>> Mi urlò nell’orecchio

-Si! Il bastardo e la stronza!>>

Lui si voltò per individuarli. Non appena capì chi erano, storse il naso.

-A me lei non piace. Sembra una bambola in misura ingrandita>> Sorrisi. Chris mi aveva subito fatta sentire meglio.

-Sai che quando ero piccolo giocavo con la Barbie i mia sorella? Davvero, adoravo pettinarle. Mia madre e mio padre erano preoccupati, pensavo che avevo qualche cosa repressa, so un cavolo. Insomma, un giorno mi stufai e tirai le bambole giù per strada alla vecchia barbona. Mia sorella si incavolò da morire. Mio padre e mia madre invece ci risero su, sentendosi colpevolmente sollevate. Ciò non toglie che dovetti ricomprare le Barbi a mia sorella e…>>

-Perché mi stai raccontando tutto questo?>> Lo interruppi.

-Perché pensavo ti servisse a non farti pensare a quei due.>>

-Funziona. Continua>>

-…insomma, le ricomprai alla Barbona. Non voleva darmele quella vecchioccia, le piacevano tanto. Gli dovetti dare dei soldi e , non ci crederai, le feci le treccine. Fu davvero una strana esperienza>>

Scoppiai a ridere.

Chris sorrise a sua volta Purtroppo lo sguardo mi cadde su Dennis e Adrienne che si stavano staccando la faccia a morsi. Lei mi lanciò un occhiatina.

-Chris, io però non ce la faccio. Vado un attimo in bagno>>
Mi separai da lui.

Per la seconda volta in una serata, mi ritrovai in un bagno a pulirmi la faccia. Scrutando il mio riflesso allo specchio, mi accorsi di avere un aspetto pessimo: il mascara aveva completamente sbavato assieme alla matita, il rossetto non esisteva più, e i capelli erano tutti scombinati. Mi diedi un ritocco al volo ma, proprio quando stavo per uscir, mi accorsi che qualcuno stava piangendo. Evidentemente, il Qualcuno aveva cercato di trattenere i singhiozzi fino a quel momento, ma l’ultimo le era fuggito. Bussai alla porta dell’ultimo Box.

-Va tutto bene?>> Domandai. Per un attimo, mi ritrovai a pensare che la mia vita era destinata a svolgersi nei bagni delle discoteche.

-No!>> Rispose la voce

-Ascolta, se sei ubriaca ti do una mano…>>

-Non è quello!>>

-Aprimi la porta, vediamo come posso aiutarti…>>

La ragazza aprì la porta.

Quasi mi prese un colpo. Non era una tipa da Rave, quella li. Non era da festa selvaggia.. Aveva un viso decisamente giovane, ma troppo giovane: mi sembrava poco più grande di mia sorella.

Portava una maglietta rosa e una gonna in tinta, i capelli negati in una coda alta con un nastro sempre rosa,e un paio di ballerine.

-Oh…>>Dissi. Lei morse il labbro inferiore,colpevole.

-Hai degli abiti con cui cambiarmi?>> Disse, tirando su con il naso.

-No, non credo. Ma quanti anni hai? E perché sei vestita tutta elegante?>>

-15. Non pensavo di venire a un Rave. Credevo che saremmo andati a una festicciola alla Modern Hall. E invece quel bastardo di Mark mi ha portata qui! Ah, piacere, sono Lucy.>>

Strinsi la mano a Lucy, ancora visibilmente scioccata. Poi mi venne in mente un’idea.

-Lucy, forse posso aiutarti. Ho un amico…o un amica…si, insomma, e gay, dovrebbe avere degli abiti di ricambio, anche se credo che ci entrerai due volte>>
lei si illuminò in volto, immensamente contenta.

-Davvero?! Wow! Posso venire con te e il tuo amico?>>

-Non lo so, Lucy.>> Il mio senso della responsabilità mi doveva aver abbandonato del tutto. Doveva essersene volato via, lontano da tutto e tutti. Io che offrivo a una ragazzina di quindici anni di girare per la città di notte con me, un chitarrista quasi del tutto fuori e un gay?

Evidentemente, stavo diventando mata.

-e tua madre?>> Le domandai.

-Sa che sto a dormire a un’amica>>

“Questa l’ho già risentita…” Pensai tra me e me.

-Va bene. Usciamo di qui. Però prima levati quel affare dalla testa, per favore>> Disse. Lei tolse il fiocco, lasciando scivolare i capelli giù per le spalle.

-Ok. Ora andiamo>>

Ritrovare Chris e Nina tra la folla non fu molto facile, ma alla fine riuscii nella mia impresa.

Chris osservò Lucy un attimo, poi assentì, tranquillo. Nina, tutta contenta, fece subito le fusa.

-Oh, Mes Amie! Quante bella gente stasera! Ma come sono felice, si si!>>

-Nina, rimanda le chicchere a dopo. Dobbiamo trovare gli abiti.>>
Uscimmo di corsa dal Crash e, anziché andare al Nothing Of Particolar, infilammo per la 12esima strada, dirigendoci vero il Bon Bon, rinomato locale Gay.

E li dentro, si scatenò l’inferno.

 

-Prendi pure quello che vuoi dal mio camerino, Tresor!>>

Lucy attaccò a fruzzicare tra le stampelle, ridacchiando di tanto in tanto, mentre Nina , vanitoso, si specchiava. Cambiò parrucca e ne mise una di cotonati capelli biondi, che secondo lui…ehm, secondo lei stava meglio con il trucco. Poi indosso un costume che doveva essere quello di un improbabile Marylin Monroe.

Lucy, nel frattempo, aveva trovato tre costumi: uno da maschio, e due da femmina. Erano probabilmente costumi da cameriere, con il papillon rosso al collo.

-ragazzi, perché non ci esibiamo?>> Disse ad un tratto Nina, totalmente eccitata.

<> Esclamai ad alta voce.

Chris e Lucy ovviamente erano di tutta altra opinione.

E così mi ritrovai addosso il costume da cameriera, mentre Nina alias Marylin mi allacciava alla meglio il fiocchetto.

-Tresor, hai delle gambe fantastiche! Dovresti metterle in mostra più spesso>> Disse Nina, truccandomi.

Quindi, ci avvicinammo al palco.

Mi vergognavo come un cane, a passare sotto l’occhio di tutti quei travestiti che ci facevano le fusa.

Quando Madame La Rosa, direttrice, ci annunciò, calò un silenzio spettrale.

Me sentivo troppo esposta sul palco. Per di più, il balletto che avevamo montato in cinque minuti era indecente. Tuttavia mi appoggiai al bastone, con un sorriso allegro,e  mi calai la tuba sul viso.

Poi la musica parti.

Era la stessa usata in Moulin Rouge, The Diamonds. E parti lentamente, con me, Chrise e lucy che avvicinavamo una gamba all’altra con quella che doveva essere sensualità. Poi, quando la musica accelerava, buttavamo via la tuba, agitando bastone , spalle e sedere che secondo Nina erano una combinazione letale, per poi dare il via a uno stranissimo movimento di gambe.

Alla fijne, io e Lucy finimmo abbracciate a Chris, mentre Nina, al centro del palco, concludeva aprendo le braccia nella cosiddetta posa della vittoria.

E, non ci crederete mai, fu un successone.

-Ah ah! Siamo stati fantastici!>> Lucy e Nina saltellavano qua e la con troppo entusiasmo.

-Si, proprio mitici>> dissi io, sorridendo.

-O mio Dio>> esclamò ad un certo punto Nina. Aveva il panico dipinto sul viso. Seguii il suo sguardo, e vidi un colosso palestrato dirigersi verso di noi. Anche Chris aveva una faccia preoccupata.

-Ehm…chi è?>> domandò Lucy

-Il mio ex>>

L’Ex si avvicinò a noi con un balzo, seguito da due tremendamente assomiglianti a Liza Minelli. 

Capimmo al volo che volevano picchiarci.

 

Ora, scene simili di solito le si vedono solo nei film, o almeno uno crede. Poi, quando all’improvviso ti trovi a correre dietro a una Marylin Monroe, due tizi vestiti da camerieri, con alle costole un montone pieno di muscoli e due Liza Minelli appena uscite da Cabaret , ti prende il panico. Mentre cercavo di non rotolare giù per le scale, con quei maledetti tacchetti, penavo a tutto questo. Ci infilammo al volo nell’auto.

-A tutto gas!>> Chris cominciò ad andare ad una velocità abnorme. Sembrava di essere su uno shuttle.

-Accelera, Chris, accelera! Ci stanno dietro!>>

Lucy urlava, totalmente entusiasmata dalla cosa. All’improvviso però, come da copione, a benzina finì.

Le due Liza Minelli aprirono la portiera e fecero scendere Nina. Noi dalla macchina osservavamo preoccupati.

All’improvviso, cominciarono a cantare Love Me Baby.

E dall’auto, saltò fuori il montone con un mazzo di rose rosse, che si inginocchiò ai piedi di Nina e la scongiurò

-Nina, luce della mia tetra vita, perdonami!>>Nina rimase decisamente di stucco, come tutti noi del resto. Li fissammo.

-Oh no, George. Non posso  Mi hai tradita. Il mio cuore non potrà mai sopportare una cosa simile>>
-ti prego, Nina!>>

Io ero sotto shock.

Chris ridacchiava.,

Lucy sembrava stesse seguendo morbosamente una telenovela.

Fatto stà che Nina salì di nuovo in auto, totalmente tranquilla, e lasciò George li ad urlare disperato.

 

-D chi è il telefonino?>>

Non avevo voglia di rispondere. Sul display lampeggiava il nome “Mariah”, che mi rendeva la cosa decisamente sgradita.

Tuttavia Chris mi incitò a rispondere.

-Ma sciauuu matta!>> Mariah era totalmente ubriaca -Sono stata con Cedric… ah ah! Ora schiatterai d’invidia perché mi sono presa quel bono della Madonna e tu non hai nessuno! Sei sola come un cane…>> Attaccò a canticchiare al telefono, canzonatoria. In macchina era sceso il silenzio. Tutti sentivano distintamente le parole di Mariah.

-Piantala, Mariah>>

-Ah, si, poi Dennis e Adrienne l’hanno fatto, lo sai? Erano nel bagno. E tu resti ancora sola…>>

-Piantala>>

-Mi facevi una pietà quando ti ho vista la prima volta…ma poi ho deciso che potevo fare di te un ottimo esperimento, lo sai?E infatti sei molto migliorata…prima eri così rompiballe…>>

-Piantala ho detto>>

-Oh, ma perché alzi la voce? E comunque devi venire a prendermi. Mi hanno fregato l’auto. Io non posso rimanere sul marciapiede. Non sono una puttana. Non sono mica come te!>>

-PIANTALA, ho detto>>

-Uhè, sono io che comando, lo sai…altrimenti non siamo più amichette>>

-Ammuffisci su quel marciapiede, troia!>>

-Accosta Chris. ACCOSTA!>>

Lui eseguì l’ordine. Scesi traballando dall’auto, sbattei con violenza la portiera e mi avvicinai al cestino della spazzatura. Ci vomitai dentro. E poi lo presi a calci. Uno, dieci, vento calci.Fino a quando non mi fece male la caviglia. Allora notai che li vicino c’era la spiaggia. E mi ci andai a sedere.

Non so quanto sono rimasta li, fatto stà che a un certo punto, Chris mi si avvicinò, assieme a Nina e Lucy.

Mi porse un fazzoletto, e mi asciugò gli occhi.

-Lo sai cosa mi scoccia?>> dissi all’improvviso-Che ha ragione. Nonostante tutto, ha ragione. Sono un emerita cretina>>

Lui scosse la testa, e mi bacio prima la fronte, poi una guancia salata i lacrima, e infine la bocca.

Fu una bella sensazione, anche se li cerano Nina e Lucy. Quando ci staccammo, piangevano tutte e due.

-Tu hai me>> disse Chris -E noi. Ci conosciamo da una notte eppure guarda già quante cose abbiamo condiviso.>> Mi abbracciò forte.

-Che carini!>> Disse Lucy. Nina le diede il fazzoletto per soffiarsi il naso.

Il resto della notte fu fantastico. Facemmo il bagno nudi , e poi accendemmo il fuoco e cantammo delle canzoni con la chitarra di Chris.

 

Apro gli occhi. La luna è sparita. È quasi giorno.Chris si sveglia non appena sente il mio fianco muoversi. Sorride. Ha i capelli che sono un disastro. Anche Nina si sveglia, dicendo i avere i reumatismi. E dopo un po’ anche Lucy.

Ci sorridiamo, tutti è quattro.

La notte è finita.

Inizia un nuovo giorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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