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Autore: Aven90    18/06/2012    1 recensioni
Salve! Dopo il successo (?) di ''The Darkness'' continuiamo la nostra passeggiata nell'orrore descrivendo una notte molto, ma molto particolare. Non sapevo se mettere giallo o arancione, nel caso ditemelo e correggo!
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In effetti ero molto curioso di visitare la sua stanza, sicuramente ci avrei trovato molti strumenti per la tortura e modi orribili per ucciderci.

Così rimasi meravigliato quando mi resi conto che quella camera era senza ombra di dubbio la più ricca fra tutte quelle che fino a quel momento avevamo visitato. C’era un lampadario spento, un letto a baldacchino e un antico scrittoio con tanto di carta, penna d’aquila e calamaio. La ragazza ci diede ancora una volta il benvenuto “Vogliate accomodarvi nella stanza di Caroline, e ignorate gli scricchiolii di quei bruti, sappiate però che siete fuori orario di visita, quindi state poco” e ci indicò il letto a baldacchino, ma solo in quell’istante notai che era già occupato da due uomini corpulenti che facevano chiasso combattendosi a vicenda. Sono sicuro che fino a due secondi prima non c’erano. Non dicendo altro, Caroline si inchinò a noi e si sedette davanti lo scrittoio e scrisse con inchiostro invisibile una lettera, ed ecco che ebbi un lampo di comprensione: stavamo visitando gli ultimi istanti di vita di Caroline; in pratica ha scritto una lunga lettera d’addio prima di suicidarsi, e la sua condanna era quella di dover ripetere quella scena, ancora e ancora, per sempre.

Mark le ricordò di essere nel presente “Ci dovevi mostrare la via d’uscita, ricordi?”

Ma lei non sembrava dargli retta, stava scrivendo le sue ragioni e non doveva essere disturbata, e i due bruti sul letto se le stavano dando di santa ragione, era insopportabile osservarli ogni giorni scannarsi a legnate.

Allora Mark ritentò “Allora, Caroline?” e probabilmente fu nell’udire il suo nome che la ragazza si alzò e ci guardò senza bulbi oculari, improvvisamente spariti, poi disse come se fosse ventriloqua “Ah… ho detto questo? Beh, HO MENTITO! E ADESSO VOI VERRETE CON ME NEL MIO ULTIMO VIAGGIO! È L’UNICO MODO PER SFUGGIRE AI DOTTORI CHE HANNO GIÀ STUPRATO CASSANDRA E ORA HANNO DETTO CHE TOCCHERÀ A ME, LI HO SENTITI! PROVATECI VOI A CONVIVERE CON QUESTI DUE ASSASSINI CHE NEANCHE SI SONO PRESENTATI E GIÀ ERANO LÀ A SCANNARSI!” poi con uno scatto stava per entrare con la mano destra nel mio torace per prendere una cosa vixcino al cuore che supposi essere la mia anima, ma in quel momento un dottore aprì la porta “Signorina McAllyson, la medicina”

La ragazza mi guardò con profondo odio, e non potrò mai scordare quei tremendi occhi azzurri che mi trapanavano, e poi si rivolse anche ai miei due compagni “Visto? Avete impedito di suicidarmi. Che ne avete avuto in cambio?” e uscì sbattendo la porta, lasciandoci soli con quei due energumeni che non si erano accorti di niente e si stavano limitando a distruggere il letto.

Improvvisamente la luce del lampadario si accese e si spense subito, per poi farlo e rifarlo ad intermittenza, e prima che la situazione degeneri Mark ci propose “Usciamo, prima che Caroline si vendichi su di noi per non aver messo in scena la sua morte” e uscì per primo, del tutto dimentico che c’erano cinque pazienti fantasmi assetati di sangue là fuori ad aspettare anche solo un nostro passo falso; Mark evidentemente non lo dava a vedere, ma aveva i nervi così a pezzi che dimenticò questo particolare e quindi non poté fare niente per evitare il colpo di machete che gli tranciò di netto la testa. Non aveva nemmeno toccato terra che il suo corpo ormai inerme venne bloccato dai due uomini, Bill e Alastor, cominciarono avidi a leccarne il sangue che schizzava come missile dal collo. La signora del tè mormorò soddisfatta e ordinò loro come se fossero i suoi cagnolini “Su, bevetelo tutto, che i dottori dicono che fa bene leccare il sangue crudo”

Era il momento migliore per uscire di soppiatto, anche se ancora una volta dovevamo sacrificare un amico per salvare noi, e Owen commentò “È stato punito per la sua miscredenza” ma io non seppi che rispondere: Mark era fra di noi quello più intelligente e l’immagine della sue testa che si separava dal corpo così all’improvviso sarà una cosa che mi accompagnerà nelle notti peggiori.

Una volta fuori dalla stanza e aggirato il pericolo di ripercussioni su di noi, Owen mi chiese “E adesso? Come usciamo? Pare che le finestre siano sorvegliate dalla signorina McAllyson”

Io non avevo nessuna idea, e vedere il mondo di fuori così vicino eppure così lontano mi torceva le viscere, quella notte mi aveva vuotato. Ma dovevamo trovare entrambi la forza di uscire, come avevo detto entrando, era tempo di dimostrare le palle, nonostante i continui lamenti che ogni tanto echeggiavano dai muri, i continui singhiozzi di gente che piangeva perché o non voleva la medicina oppure perché non voleva l’iniezione oppure perché voleva morire e nonostante anche le continue frustate che intervallavano tutte assieme l’altrimenti silenzio tombale di tutte quelle stanze maledette.

Una volta al pianerottolo che faceva da comunicante tra un piano e l’altro, incontrammo un altro fantasma vagante. Era un uomo probabilmente smarrito, ma non appena ci vide il suo viso si illuminò come se ci aspettasse e non vedesse l’ora di vederci.

“Ah, siete voi! Finalmente!Venite, venite, vi faccio uscire!”

A quelle parole ringraziammo e lo seguimmo, anche perché se non facevamo come diceva, probabilmente ci avrebbe ammazzato o anche peggio. Quindi decidemmo di fidarci, ma invece di scendere, salivamo verso l’ultimo piano. D’un tratto ci chiese “Come mai siete così pochi? Avrei giurato che all’inizio eravate molti di più”

Owen rispose al posto mio, perché io non avevo la forza di rispondere, ed Owen non era uno che se la teneva “Ci avete uccisi tutti, maledetti! Ora come ora le tue parole mi suonano come una presa per il culo, non sei d’accordo?”

Il fantasma non fu per nulla turbato e continuò a salire i gradini dandoci le spalle “Dovete scusare i miei compagni, sapete. Non abbiamo mai visite, e per una volta che ne abbiamo non vedono l’ora di accogliere la gente nel migliore dei modi possibile”

Owen rise in una risata assolutamente simile a quelle che sentivamo dai nostri avversari “Aaaah, così lo definisci “il miglior modo possibile”?Ma io ti ammazzo, devo pure portarne almeno uno con me prima di crepare all’inferno!”, ma il suo pugno alla schiena volò attraverso il fantasma, che non aveva corpo.

Io bloccai un secondo colpo di Owen “Owen, calmati! Hanno il coltello dalla parte del manico, ci conviene fare come dice e fidarci”

   
 
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