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Autore: Jenni_    18/06/2012    1 recensioni
"Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno.
La mia estate perfetta era iniziata."
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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SPERANZA.

 
Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno.
Un milione di piccoli pezzetti di carta colorati mi offuscarono la vista. Venivano verso di me e si adagiavano leggeri sulla pelle nuda.
Allungai la mano verso il cielo buio e ne afferrai uno. Era soffice, fatto di carta velina.
Verde, come la speranza. La speranza di passare un estate perfetta, di trovare tutto ciò di qui avevo bisogno, e soprattutto di divertirmi.
Cominciò il devasto. Un ondata di suoni mi travolse. Le trombette squillarono forti una canzone di allegria. Gli urli di tutti i ragazzi con la mia stessa speranza di divertirsi si alzarono al cielo.
La musica ripartì più forte di prima. La mia estate perfetta era iniziata.
Presi per mano la mia amica e la tirai in mezzo alla mischia. Anche se le ginocchia dolevano, anche se avevo le vesciche ai piedi, anche se la testa girava. Dovevo ballare, saltare, gridare.
Il mio corpo si muoveva da solo, a ritmo di musica, contro gli altri corpi bagnati dal sudore e dall'alcool.
Ballare, ballare, ballare. Bere, bere, bere. E poi di nuovo ballare.
Ogni bicchiere scorreva caldo dentro di me. Bruciava la gola, e poi scendeva giù fino allo stomaco. Sentivo l'adrenalina entrere in ogni cellula che costituiva il mio corpo. La testa girava, la pista da ballo girava. Le luci erano diventate flash che illuminavano a scatti la gente che diminuiva sempre più.
E poi si tornava a ballare. A saltare. A scaricare tutta quell'elettricità che scorreva nel corpo.
Ignorare tutto e tutti. L'estate era mia.
Mi guardai intorno. La pista era completamente vuota, la musica finita.
Mi sedetti su un muretto del parco, e mi levai le scarpe. L'adrenalina abbandonò lentanente il mio corpo. Fui invasa da un conato di vomito. Vomitai tutto. Anche l'anima.
Vomitai rabbia, delusione, frustrazione, ansia e tensione. Tutto quello che mi aveva accompagnato durante tutto l'anno. Poi infreddolita cominciai a tremare. Ero coperta solo da dei jeans cortissimi e una canottiera bianca trasparente bagnati e appiccicati alla pelle dopo la doccia d'alcool. C'era un gruppetto di ragazze che si stava allontanando e qualche ragazzo accasciato qua e là, a vomitare.
Illuminai il displey del mio Samsung Galaxy. Erano le quattro di mattina.
Le mie vacanze erano iniziate.  
 
  
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