Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: Clidas    18/06/2012    2 recensioni
Una ragazza dichiarata felicemente single scopre di essersi innamorata. Che cosa succederà? La tipica storia d'amore? Forse. O forse no.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ancora quella maledetta pioggia. Ancora quel picchiettio fastidioso sul parapetto in ferro del balcone.  Mai un momento di tregua, neppure quando speri che un po’ di sole possa rallegrare il tuo umore. Cadevano, ritmicamente, gocce dure e pesanti come pietre.

Mi ero alzata dal letto per prendere un bicchiere d’acqua fresca, quando guardai l’orologio. Erano appena le sette e trenta del mattino, così decisi di tornare sotto le coperte a riassaporare il calore della notte. Ma nemmeno quel rilassante tepore riuscì a frenare i miei stressanti pensieri. La sera precedente un ragazzo, Federico, mi aveva avvertita che mi avrebbe chiamata il mattino successivo per discutere di alcune cose a suo parere molto importanti. Non avevo idea di cosa avesse intenzione di parlarmi, ma ne ero terrorizzata. Ci conoscevamo da poco, un casuale incontro ad una festa di famiglia, ma mi ero accorta sin dal suo primo sguardo che si era immancabilmente e follemente innamorato di me. Da quell’incontro fui inesorabilmente assillata dalle sue telefonate, dai suoi messaggi, dai suoi discorsi. Avere una relazione era uno dei miei ultimi pensieri, dopo l’estate passata, quando ero stata scaricata da quello che credevo l’uomo della mia vita. Per questo motivo ero spaventata da cosa Federico mi avrebbe detto al telefono. Avevo paura che mi avrebbe detto con voce tremante che provava qualcosa oltre all’amicizia. Così, decisi di spegnerlo. Nonostante ciò, continuavo a pensare a come si sarebbe sentito se non avessi risposto alla sua telefonata, così importante, così essenziale per lui. Avevo anche io una coscienza, sebbene mi sforzassi di apparire una perfetta … stronza. Ma anche le stronze hanno un cuore, anche le stronze hanno dei sentimenti. Io in quel momento provavo pena per lui, ansia per le risposte che non gli avrei potuto dare per la mia stupida codardia, furiosa per i suoi sentimenti privi di fondamenta. Infondo non mi conosceva veramente, non sapeva quali fossero i miei interessi, cosa avessi fatto della mia vita prima di incontrarlo, se fossi stata vergine, se fumassi o mi drogassi. Non sapeva nulla di quella che ero. L’unica cosa che mi fermava dal dirgli una volta per tutte che non avevo intenzione di uscire con lui era il fatto che sapevo benissimo cosa provava. Un tempo anche io ero stata innamorata e, guarda caso, fu proprio un colpo di fulmine. Non conoscevo nulla di quella persona, eppure sapevo che era quella giusta. Grosso sbaglio e, per questo triste motivo, in quel periodo cercavo sempre di stare alla larga dagli uomini per concentrarmi maggiormente su quello che sarebbe stato il mio vero e proprio futuro: la carriera, il mio lavoro.

Mi accorsi che i miei pensieri avevano preso il sopravvento e si erano fatte ormai le nove, l’ora della colazione al bar. Lì, ogni domenica mattina, mi aspettavano Ally e Rob, i miei migliori amici sin dall’infanzia. Ero in uno stratosferico ritardo, dovetti sfiorare i 100km/h della mia povera e malconcia CLIO per arrivare in tempo ed evitare che mi sgridassero. Ma niente da fare, non appena parcheggiai di fronte al bar, riuscii a scorgere dal finestrino Ally impazientita seduta ad un tavolo rettangolare coperto da una tovaglia di pizzo bianco. Perfino questa volta il suo sguardo non prometteva nulla di buono. Ci mancava anche lei adesso.
«Non ti sembra di esagerare? In ritardo per l’ennesima volta», mi sgridò inacidita.
«Sì, hai ragione, scusa. Mi sono addormentata», cercai di convincerla. “Dov’è Rob?»
«E’ andato a prendere una cosa»
«Avete già mangiato?»
«No, non ancora. Aspettavamo te, Sus». Mi accorsi che la giornata non era iniziata nel migliore dei modi e che di certo Ally non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Speravo solo nell’arrivo di Rob, almeno lui mi avrebbe capita. Anche se era un uomo, ed è raro che gli uomini siano così, lui mi capiva sempre, sapeva come rallegrarmi e prendersi cura di me, proprio come un vero amico. Non ricordo volta in cui mi abbia abbandonata o mi abbia detto «Scusa, oggi non ho tempo per te», nonostante lo chiamassi alle due di notte per piangere sulla sua spalla. Quando una delle mie relazioni amorose cessava drasticamente, lui era fuori dalla mia porta di casa con una scatola dei miei cioccolatini preferiti e un buon film (horror logicamente, proprio quello che ci vuole dopo una rottura). Non potevo desiderare un amico migliore di così.

Passarono i minuti, ma lui non si faceva vivo. «Ally, dov’è finito Rob? Non è ancora arrivato»
«Non lo so, non doveva andare molto lontano»
«Gli chiamo». Così presi il cellulare e mi stupii del fatto che l’avessi lasciato ancora spento. Chissà se Federico avesse già chiamato. Lo accesi, ma decisi di non controllare le chiamate perse, né i messaggi. In quel momento Rob veniva prima di tutto. Dopo anni avevo imparato il suo numero a memoria, lo digitai sul touch screen e avviai la telefonata. Rimasi un minuto bello e buono alla cornetta ad aspettare la sua risposta, ma non arrivò mai. In quel momento mi alzai bruscamente, facendo cadere bicchieri e forchette e mi accasciai involontariamente sul pavimento. Iniziai a vedere ogni cosa più opaca, non distinguevo più le forme e le figure, mi sentii sprofondare al centro della Terra, inghiottita dal cielo grigio. 

  
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