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Autore: Maricuz_M    18/06/2012    14 recensioni
Sospirai, posando la penna accanto al foglio pieno di frasi appena scritte. Ero su una baita in montagna, ed era la Vigilia di Natale. In quel periodo, forse per la neve che vedevo cadere aldilà della finestra della mia camera o per una semplice casualità, sentivo particolarmente la rinomata atmosfera natalizia, e chissà perché, ne traevo ispirazione inconsciamente. Sentivo il bisogno di scrivere qualcosa di magico e fatato, e quella sera, prima di andare a dormire, mi ero decisa. Non avevo un computer con me, ma carta e qualcosa con cui sporcare il foglio sì.
Piegai leggermente la testa di lato, riprendendo fra le mani la pagina e rileggendo. Non avevo ancora ideato la trama, a dir la verità. L’unica cosa certa era che da quel prologo sarebbe uscito qualcosa di incantato e straordinario. Straordinario nel senso di non ordinario, ovviamente.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo


Aprii gli occhi, prendendo un respiro profondo e affondando maggiormente il viso nel cuscino. Se mi fosse arrivato l’ennesimo messaggio, avrei afferrato il cellulare per buttarlo dalla finestra.
Le ultime parole famose.
Il mio caro telefonino mi avvertì dell’ennesimo sms, così lo presi per vedere perché cavolo continuassero a contattarmi. Era il mio compleanno? No, non mi pareva proprio. Era successo qualcosa di grave? Porca vacca, proprio mentre dormivo doveva accadere? Anzi, doveva accadere per forza?
27 messaggi ricevuti. Erano impazziti tutti? Li aprii uno per uno, e in ognuno c’era scritto all’incirca la stessa cosa: Buon Natale.
I miei neuroni si svegliarono di colpo, facendomi ricordare tutto. Mi tirai di scatto su a sedere, lanciando in fondo al letto l’oggetto che stavo tenendo tra le dita, poi mi portai le mani sul viso. Era un sogno, solo un fottutissimo sogno.
Sospirai. Le sensazioni, però, sembravano così vere. E il dolore che avevo provato in alcune occasioni l’avevo sentito sul serio, diamine. Non poteva esser tutto frutto del mio subconscio, mi rifiutavo di crederci. Mi ricordavo troppi dettagli, troppi particolari, troppi sguardi, troppi sorrisi, troppe lacrime. La porta si spalancò, facendomi sussultare.
“Ruth! Già sveglia?” mia madre, la mia vera madre, si avvicinò al letto e si sedette sul bordo. Io annuii, incapace di dire qualsiasi cosa.
“Beh.. Buon Natale.” Mi sorrise lei, baciandomi una guancia. Abbozzai un sorriso e mormorai un “anche a te”, poi attesi che uscisse di nuovo dalla mia camera. Come un robot, mi alzai e mi preparai, per raggiungere i miei genitori in salotto, dove era l’albero di Natale. Non che mi importasse dei regali, in quel momento, ma dopotutto la vera vita era quella, non quella che avevo iniziato, vissuto e terminato durante la notte.
Entrai nella stanza, dove c’erano appunto mia madre e mio padre. Feci gli auguri anche a quest’ultimo, poi iniziammo tutti a scartare i regali. Un nuovo i-pod nelle mie mani, che mi fece brillare gli occhi. Il mio si era rotto un mese prima, ed ero seriamente in astinenza da musica. Saltai loro addosso, stringendoli e ringraziandoli circa un centinaio di volte, poi mio padre si accorse di qualcosa.
“Ruth.. Ma quel ciondolo?”
Aggrottai la fronte e piegai la testa per controllare. Il ciondolo. Quel ciondolo era lì, sul mio petto. Spalancai gli occhi “Ehm..” inventa, inventa “Un regalo di.. Grace.”
“Ah, carino!” se ne uscì mia madre. Deglutii.
“Già. Carino.” Borbottai, alzandomi “Vado.. Vado un secondo in camera.” Corsi via, facendo vari collegamenti. Se avevo quella collana, significava che quello che mi era successo non era stato un sogno, quindi ciò che aveva detto Brandon era vero: in un cassetto della scrivania avrei trovato una pila di fogli con scritto tutto ciò che mi era successo.
Spalancai la porta, mi fiondai sulla scrivania, picchiandoci anche le mani sopra, poi aprii il cassetto col cuore in gola.
Erano davvero lì.
Tremante, li presi tutti e controllai se effettivamente parlavano di me, realizzando tutto era reale. Mi morsi il labbro inferiore, sfogliando ogni pagina e leggendo un rigo a caso di ognuna. Il cuore mi batteva all’impazzata e mi sentivo euforica. Quasi non respiravo, come se avessi paura che il leggero suono del mio respiro disturbasse quel momento.
Quando lessi le parole “The End”, sospirai e rilassai le spalle, mentre alzavo lo sguardo per fissare il muro davanti a me. Sì, decisamente tutto vero. O forse no?
Riguardai i fogli, convincendomi per la seconda volta, poi notai che ce n’era uno che non avevo ancora letto. Aggrottai la fronte, notando che questo era scritto a mano e con una calligrafia chiara ed elegante. Un po’ perplessa, chiusi la porta a chiave così da non esser disturbata per nessuna ragione, poi mi sedetti sul letto. Presi un respiro profondo e cominciai la lettura.
 
Honey,
se stai leggendo questa lettera significa che hai visto anche tutto il resto del malloppo. Te l’avevo detto che avresti trovato tutta la tua storia scritta, non appena tornata nel mondo reale. Eh sì, piccola acidella, non è stato solo un sogno o un frutto della tua fervida immaginazione, e mi sembra che tu abbia un paio di prove.
Non per questo devi dirlo in giro. Penso ti prenderebbero per pazza.
Allora, com’è stato il ritorno tra gli umani? Stai bene? Sai, mi farebbe piacere se la risposta fosse affermativa, dopo tutto quello che hai dovuto passare per “colpa” mia. Assicurarmi che tutto vada bene è il minimo. Se ti stai chiedendo come diamine posso saperlo se adesso siamo in due dimensioni diverse, beh.. Ti ho trasferito, pensi che non possa fare una visitina di nascosto, giusto per accertarmene? Stai sottovalutando le mie immense capacità. Per quanto ne sai potrei essere alle tue spalle proprio in questo momento.
 
Alzai la testa, per poi girarla. Alle mie spalle c’era solo la parete della stanza. Mi voltai di nuovo, controllando se fosse solo un modo per apparirmi di fronte, ma quando non vidi nessuno sospirai, delusa. Torna a leggere, che è meglio.
 
Ma non vorrei passare tutto il tempo a vantarmi, in questa lettera. Sono più che convinto che tu sappia ogni mio pregio. Nessun difetto, ovviamente.
E ovviamente sto scherzando, visto che di difetti ne ho anche troppi.
Uno fra questi, è il menefreghismo. Perché, parlandoci chiaramente, di te non me ne fregava assolutamente niente. Non mi importava se avresti sofferto in quel mondo che non ti apparteneva, avevo solo uno scopo: liberare mio fratello. Il problema è venuto dopo, quando di te è iniziato ad importarmi. Penso di averlo capito un po’ tardi, forse quando Florian ti ha attaccata direttamente la prima volta, in quel vicolo. Ero preoccupato, te ne sei accorta anche tu. Se non fossi arrivato, non sarebbe finita bene. Non interpretare male le mie parole: in quel momento ad Alexander non ci stavo neanche pensando. Stavo pensando a te. Eri lì, spaventata, indifesa e con le braccia sanguinanti, ma nonostante questi fattori guardavi il nemico a testa alta. Non ho avuto tempo di provare ammirazione, ho pensato prima a cacciare quell’infame e a curarti, infine a tornare nella parte dell’indifferente. Non è stato un affare da poco, credimi.
 
Sorrisi. Sì, me la ricordavo bene quella scena. Ricordavo precisamente anche le parole di Brandon, ovvero “Mi hai fatto prendere un colpo”. Dire che ero rimasta spiazzata era un eufemismo. Non era l’unico a considerarsi menefreghista, visto che anche io pensavo che lo fosse. Col tempo avevo cambiato idea, chiaramente.
 
No, forse l’ho capito qualche ora prima!
Ricorderai sicuramente anche questa vicenda. Nella tua camera d’albergo, lo stesso giorno. Kevin ti aveva detto di essere una fata e che quindi non poteva stare con te. Eri disperata, cavolo. E arrabbiata con me, perché ti avevo spedita nel mio mondo consapevole del dolore che ti avrei fatto provare. La cosa brutta è che avevi ragione in pieno, sai? Come ho detto prima, me n’ero altamente fregato, inizialmente. Però, ti giuro Ruth, non mi sono mai sentito tanto in colpa come in quel momento. A parte il fatto che stavi per spaccarmi la faccia con il quadro che avevi fatto involontariamente volare, pensavo davvero di scoppiare a piangere insieme a te. Non avevo mai visto nessuno così tanto.. provato. Un applauso, sei riuscita a far sentire come una merda un demone! Non è da tutti, sai? Anche questo è un motivo per cui mi importa di te. Scaturisci strane sentimenti a chiunque ti stia intorno, anche stravolgendo i personaggi come il mio.
 
Mi morsi il labbro, ancora sorridente. Lo aveva scritto con leggerezza, ma lo avevo davvero portato all’esasperazione. Sentii una lieve soddisfazione nel petto.
 
Non è stato bello neanche quando Florian aveva cercato di soffocarti. Ma sai qual è stata la cosa che più mi ha dato fastidio, in quell’occasione?
Trovarti con Kevin.
Forse non dovrei neanche dirtelo. Insomma, Ruth Styles è profondamente innamorata di Kevin e lo resterà per sempre, tu, Ruth Evanson, non fai manco parte della mia realtà, ma.. Ma ero geloso. Da quel momento in poi lo sono sempre stato.
Non potevo farci niente. Non avrei potuto farci niente neanche prima, visto che se tu e Kevin (o qualsiasi altra fata) non vi foste amati mio fratello non sarebbe stato liberato.
Così, mi sono sempre trattenuto ed ho sempre represso qualsiasi sentimento mi stesse crescendo dentro, e credo sia andata bene esattamente come è andata. Ogni cosa al suo posto, come si suol dire.
 
Mi fermai un attimo, giusto il tempo di realizzare ciò che avevo appena letto. Brandon geloso? Seriamente? Cavolo. Presi un respiro profondo e ripresi, curiosa di sapere cosa ci fosse scritto, ancora.
 
Ma cambiamo argomento.
Mi scuso per i vari battibecchi dell’altro giorno, ovvero quando abbiamo scarcerato quell’idiota di Alexander. Ho due ragioni: come prima cosa, ero felice. Sai, non vedere il proprio fratello per secoli è difficile, considerando anche quella sorta di adorazione che ho sempre avuto per lui. In secondo luogo, sinceramente parlando, volevo divertirmi un po’ con te per l’ultima volta. Infatti, se durante la tua partenza tutti piangevano, io mi sono limitato a salutarti, ritenendomi soddisfatto per tutto il resto.
Sappi comunque che non pensavo davvero le cose che ti ho detto. Non sei ignorante, e nemmeno tanto acida. Un po’ sì, però, concedimelo.
 
Ridacchiai contenta, per niente offesa, ovviamente. Glielo concedevo, a volte ero untantino acida, ma rimane il fatto che mi aveva buttata giù dal letto, proprio quella mattina. Ero predisposta a reggere il suo gioco pur non sapendo quale fosse.
 
Poi, smettendo di parlare di me e di te, vorrei ringraziarti per Desmond. So che sembra stupido e sentimentale (non lui, ma quello che sto per dirti), ma hai fatto tanto per lui. E’ un Incubo, è uno dei cattivi, o così viene considerato. Non ha bisogno di niente, se non di una cosa: un po’ di affetto. E’ una specie di cucciolo, da prendere e coccolare! Vedi, è praticamente il mio migliore amico, gli voglio bene, ma non sono esattamente un tipo affettuoso. Non bastavo. Per fortuna tu l’hai trattato come una persona che solitamente non uccide il proprio amante. Sembra poco, ma non lo è.
 
Sospirai. Effettivamente Desmond, per quanto potesse ricevere soddisfazione nel suo nutrimento, non conosceva tutti i tipi di amore. Quello vero, per esempio, non avrebbe potuto provarlo, a parer mio. Quello comprende tutto, e in quel tutto c’è anche l’arma con cui lui uccideva le sue vittime: il sesso.
 
Ora che ho finito, sinceramente non so perché ti ho scritto questa lettera.
Sarà per la firma in fondo che puoi prendere come autografo, o per salutarti ufficialmente e definitivamente.. Fatto sta che questa è davvero la fine di tutto. E’ la chiave che chiude la porta tra il tuo mondo ed il mio. Fa tanto tragico, non è vero?
Scusa per tutto e grazie di tutto.
Stacci bene, mi raccomando. Trovati un bel ragazzetto per pomiciare, come facevi con Kevin (vi ho visti, sai?), e continua a vivere.
 
Addio, honey.
Brandon (per gli amici: Bello Neanchepoco)




Holy Brandon.
E' finita anche questa, DAMN.
Ok, allora.. Non so da dove iniziare per concludere.
La long fantasy "Ruth" si è ufficialmente conclusa. Non ci saranno Missing Moments, immagino, né tantomeno un sequel. Non è in programma, almeno.
Non c'è un vero e proprio lieto fine, ma non posso dire che si sia conclusa male la storia. Rimanere nel mondo "fatato" non era possibile, portare qualcuno nel suo sarebbe stato scomodo sia per il "qualcuno" in questione che per lei, visto che comunque il loro rapporto sarebbe cambiato a causa dei sentimenti di Ruth che non sarebbero rimasti invariati.
Quindi finisce così: la protagonista torna alla realtà con un ciondolo, una pila di fogli per non dimenticare e una lettera di Brandon. :)

Adesso ringrazio. 
Ringrazio tutti voi che siete arrivati fino a qui leggendo, seguendo, preferendo, ricordando e recensendo! 
Ringrazio chi mi ha appoggiato, virtualmente o meno, ad intraprendere la scrittura di questa storia. Non avevo mai creato niente di fantasy, e ho dovuto racimulare un sacco di coraggio prima di decidermi a pubblicare. Grazie a voi, non mi sono pentita della scelta che ho preso.
Grazie a Giulia (che non leggerà mai questa storia, non essendo a conoscenza della sua esistenza) che mi ha ispirata. Eravamo a scuola, stavamo prendendo appunti e lei era così presa che mi è venuto da pensare "E se entrasse nel mondo di ciò che sta scrivendo?" 
E buonanotte Marica, che sono partita per la tangente.
Grazie a Ruth che mi ha accompagnata tra le varie realtà, a Kevin, Brandon e Desmond che mi hanno messa un po' in crisi inizialmente per decidere con chi dovesse stare Ruth (ebbene sì.), Yvone, Dorian e Dianne, Florian (il cui nome l'ho rubato ad una guida turistica che ho avuto in Germania), Garth [sviluppato in un disegno grazie ad una semplice sigaretta (ringraziate la mia amica Irene se sono tutti vivi dopo l'imboscata delle fate)], la squadra di Ruth, la squadra di Kevin e, infine, Alexander (che ho amato tanto quanto i personaggi principali).
Grazie a tutti, che siate persone reali o personaggi inventati.

In bocca al lupo a chi sta per dare l'esame, uno speciale a Juliet Kesley.
Buona Estate a tutti voi.
Grazie di nuovo, all'infinito.

Un bacio enorme,

Maricuz
   
 
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