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Autore: Armida    18/06/2012    1 recensioni
"Vuoi che io la lasci perchè ti piaccio?"
Lily rimase immobile. "Sei il suo ragazzo, non il mio. Io amo Frank." l'aveva detto tutto d'un fiato, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, ma nel momento in cui smise di parlare, l'incertezza l'assalì.
"Non posso lasciarla. È incinta."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Lily Luna Potter era, per qualche incredibile gioco del destino, assolutamente identica alla nonna omonima che non aveva mai conosciuto.
I capelli riprendevano la stessa tonalità di rosso, più intenso del caratteristico color "carota" dei Weasley.
Gli occhi erano verdi, vivaci e limpidi, come anche quelli del padre.
Le labbra rosee, affusolate e dalla forma definita.
Il naso a punta. La pelle candida. Il corpo slanciato. La mani sottili.
E non si assomigliavano solo fisicamente: una mente brillante le accomunava, una rara vivacità d'intelletto. Un carattere remissivo e al contempo spensierato.
Una cosa e una soltanto la differenziava dalla nonna: l'amore. I ruoli si era invertiti, per un qualche gioco del destino. Era stata lei ad essersi follemente innamorata di qualcuno che non ricambiava il suo sentimento.
Il destino! Era stata colpa e merito solo del Fato se lei aveva provato quei sentimenti così assurdi, prepotenti, dilanianti: odio, passione, paura, rancore, rabbia, ansia, felicità, amore.
Passeggiava per il parco di Hogwarts con Frank Paciok, suo ragazzo da un paio di mesi. Per lui era l'ultimo anno, per lei ancora il quinto.
Era convinta di essere innamorata, Lily, solo perchè era contenta di passare del tempo col giovane di tanto in tanto. Era inesperta e felice di scoprire quel mondo così nuovo, così diverso da come se lo aspettava lei.
Il ragazzo si bloccò di colpo. "Lily!" esclamò "Perdonami mi sono dimenticato di dover aiutare mio fratello in Incantesimi! Devo correre in biblioteca, ci vediamo in Sala Grande". La rossa non rispose guardandolo allontanarsi. Rimase alcuni momenti immobile a fissare la sua figura e non si accorse di un giovane dai capelli sbiaditi che le si avvicinava a passo lento.
"Potter..." biascicò quando le fu vicino. La ragazza si voltò di scatto, intimorita.
"Malfoy..." divenne tutta rossa, come di consueto quando lui era nei paraggi.
Non avrebbe mai saputo spiegare il motivo per cui Scorpius le faceva quell effetto. Da piccoli si ignoravano e con la crescita quello di evitarsi era diventato un gioco che la portava a nascondere il battito accellerato del proprio cuore.
"Ho bisogno di parlarti..."
"E' successo qualcosa a Rose?" il ragazzo parve pensarci un attimo, poi annuì incamminandosi a passo spedito verso l'altro lato del parco. Lily lo seguì titubante.

Lui e Rose stavano insieme dal quinto anno, per sommo dispiacere di zio Ron e grande soddisfazione del signor Malfoy, che intendeva come di gran convenienza un eventuale legame delle famiglie, nonostante i problemi passati.
Scorpius condusse la ragazza davanti la capanna del guardiacaccia, Hagrid. Con un incantesimo aprì la porta. Lily gli fu accanto.
"Perchè? Non potevamo parlare nel castello? E Hagrid?"
"E' dalla fidanzata, torna la prossima settimana. Nessuno deve vederci..." si guardò intorno con fare circospetto prima di lasciarla entrare. Il cuore di Lily batteva a mille dall'ansia: aveva l'impressione di star facendo qualcosa di molto sbagliato.
Scorpius si chiuse la porta alle spalle: la stanza era nella penombra. Seguì un riflesso che accarezzava il volto candido della ragazza che gli stava di fronte, mani dietro la schiena e sguardo fisso su di lui.
"Che succede con Rose?" Malfoy andò a sedersi sul tavolo. Scosse impercettibilmente la testa.
"Non la amo più. Forse non l'ho mai amata. Mi sono solo lasciato trascinare da lei, dal suo sentimento..." Stava sbagliando tutto, non doveva parlarle così, l'avrebbe spaventata.
Alzò gli occhi su di lei, si era avvicinata.
"Devi dirglielo, Scorpius!" aveva il volto imporporato dall'agitazione "Insomma... soffrirà ma deve saperlo!" cominciò a gesticolare con le mani, infervorata. Si lanciò in uno dei suoi discorsi passionali, ma il ragazzo non l'ascoltava, seguiva ogni suo movimento e nient'altro.
Lily gli si avvicinò ancora tirandogli un buffetto sulla guancia: "Mi hai sentito?" rise appena "Lo so che sei spaventato! La furia di Rose può sembrare implacabile ma le passerà e col tempo... Magari tra un bel po' di tempo potreste anche tornare ad essere amici... meglio di prenderla in giro no?"
"Vuoi che io la lasci perchè ti piaccio?"
Lily rimase immobile. "Sei il suo ragazzo, non il mio. Io amo Frank." l'aveva detto tutto d'un fiato, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, ma nel momento in cui smise di parlare, l'incertezza l'assalì.

"Non posso lasciarla. È incinta."
Lily trattenne il fiato.

"L'ha scoperto stamattina. È ancora al primo mese, ma non vuole abortire."
"Nascerà a gennaio..." sussurrò la ragazza, immobile. Le venne voglia di piangere, così senza motivo. Aveva bisogno di urlare e tirar pugni alle cose, a costo di farsi male, ma rimase calma.
Scorpius le prese una mano, la stessa con cui prima gli aveva tirato un buffetto e l'attirò a sè.
"Non dovrai dirlo a nessuno" Lo disse con la stessa voce con cui si raccomanda ad un bambino di non toccare il dolce prima di pranzo. "Non lo sa nessuno."
"Vi sposerete?"
Si. Pensò. "Non ha importanza." non doveva spaventarla, non ora, stava andando come doveva, come sperava.

Rimasero immobili alcuni istanti. Lily cercò poi di allontanarsi ma lui non glielo permise: la prese di peso e la distese sul letto con un unico rapido gesto. Rimase un secondo stupita, poi capì e tentò ancora di divincolarsi, ma lui era semisteso sopra di lei, il viso a pochi centimetri dal suo e le bloccava i polsi.
"Fammi andare, Scorpius, lasciami andare."
Quel tono lamentoso, quasi spaventato, lo riportò alla realtà: "Chiedimelo ancora, se vuoi davvero andartene e io ti lascerò fare." Lily rimase in silenzio: la voce le morì in gola e alcune lacrime scapparono al suo controllo. Era sempre stata forte, pacata ma decisa: era la prima volta in cui si trovava a piangere.

Scorpius assaggiò le sue lacrime rincorrendole con le labbra, posandovi baci leggeri.
Quando sentì il suo respiro di nuovo regolare le liberò i polsi, ammirandola un secondo distesa sotto di lui.
"E' bravo Paciok a letto?"
Lily lo guardò accigliata: "Cosa?!"
"Non avete fatto niente eh?" Scorpius sogghignò mentre Lily assunse un'espressione indignata "Che stupido! E che spreco..." uno sguardo malizioso gli spuntò sul volto.
"Non è mai troppo tardi per cominciare..." bisbigliò la ragazza posando le sue labbra su quelle di Scorpius. Si staccarono un attimo per ricominciare subito ad approfondire il bacio. Lily si sentiva piena, non avrebbe mai smesso di baciarlo e di essere sua, in quel momento non sapeva che non si sarebbe mai più sentita così.
Portò una mano sul suo collo, intrecciando le dita coi suoi capelli biondi.
Era un lento cercarsi, sentirsi, desiderarsi.
Nulla era più naturale per Scorpius Hyperon Malfoy che amare Lily Luna Potter.
Fare l'amore con lei fu la cosa più assurda che il giovane fece nel corso della sua intera esistenza: non avrebbe mai saputo definire quelle emozioni, quei sapori, quei battiti, quei respiri, quei gemiti, quella voglia, quel tremore, quella passione. Sapeva già che sarebbero stati unici e irripetibili e tentò da subito di imprimere ogni singolo movimento nella sua testa.
Per Lily Luna Potter, sentire Scorpius Hyperon Malfoy come suo fu follia pura, ma non diede ascolto alla ragione, neanche per un istante, neanche per sbaglio. Ascoltò solo sè stessa e nulla la rese mai più felice che sentire il ragazzo così vicino al suo cuore, alla sua mente, alla sua anima.
Dietro l'atto carnale si nascondevano mille e più significati intensi, esprimibili solo attraverso di esso: non potevano esservi parole vere per definire quell insieme di momenti.
Quando il sole li sorprese, il mattino successivo, dopo una notte di amore puro, amore come cura dell'altro e solo dell'altro, amore come annientamento del proprio io, non si scambiarono che uno sguardo fugace prima di rivestirsi e continuare le loro vite già segnate.
Era stato lo sbaglio più bello della loro vita. Il migliore perchè unico, unico perchè irripetibile.

Armida dice che: è un brano che mi è uscito così, molto spontaneamente mentre preparavo un'altra storia che spero di riuscire a pubblicare presto sulla nuova generazione....
Non ho neanche voluto correggerla e ora rileggendola velocemente mi sono i sono resa conto che ci sono alcune parti un po' confuse e anche alcuni erroruccidi grammatica che spero vogliate perdonare: non sono riusita a cambiare nulla :)
Fatemi sapere che ne pesate!

 

  
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