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Autore: makeDreamlast    18/06/2012    3 recensioni
Cosa accadrebbe se una ragazza qualunque, in un giorno qualunque, trovasse una cosa che mai e poi mai avrebbe pensato di trovare?
Una storia un po' strana, certo, ma che vi lascerà sulle spine fino alla fine e oltre. Dopotutto, è proprio vero che il nostro destino è già scritto?
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda giornata di fine primavera, la piazza era ghermita di persone, tante ragazze su per giù della stessa età, vestite quasi tutte allo stesso modo, tutte con la stessa identica espressione sul volto: un misto di gioia e adrenalina.

-Non credo di aver mai passato un'ora come questa.-

-E non dirlo a me!-

In particolare però, tra tutte quelle ragazze, due ne facevano la differenza. Due ragazze dai capelli castani e gli occhi del colore del cioccolato al latte, alte uguali, stessa corporatura non troppo robusta ma neanche troppo magra. A prima vista si sarebbe potuto pensare che fossero sorelle, ma data la loro stessa età, vent'anni, e il fatto che non fossero identiche in viso, tutti pensavano che al massimo potevano essere amiche. In realtà, erano semplicemente cugine. Con cognomi diversi, ma pur sempre cugine. Dopotutto le loro mamme erano sorelle.

Si va beh, bla bla bla, torniamo a noi.

Io e mia cugina Martina ce ne stavamo a gironzolare per la piazza in attesa che quel gregge di pecorelle impazzite si smaltisse. Come se non avessero mai visto i loro idoli dal vivo.

Oooh ma chi voglio prendere in giro? Io ero la prima a strillare e tirarmi i capelli quando li vedevo. Quindi presumo di rientrare in quel gregge di pecorelle impazzite. L'unica che ogni volta stava tranquilla e riusciva a tenere tutti i capelli attaccati alla testa era proprio mia cugina. Mbah, non so come facesse.

Quindi aspettammo che le acque si fossero calmate e, prese da un attacco di fame post agitazione, entrammo in un bar nascosto dietro la piazza.

La strada era deserta e ancor più lo era il bar, fatta eccezione per un gruppetto di ragazzi seduti tranquillamente in un angolo. Ci avvicinammo al bancone ordinando due panini colmi di qualsiasi cosa e due bottigliette di thé alla pesca, dopo di che ci sedemmo qualche tavolino più lontano di quello già occupato.

Mentre aspettavamo l'arrivo della nostra merenda delle quattro e mezza, ci guardammo intorno esplorando ogni minimo particolare del locale. Quando la mia attenzione ricadde sul tavolino di fronte.

-Mi domando per quale motivo quei ragazzi tengano gli occhiali da sole. Girati, guarda ma non farti vedere che guardi!-

Al che, Martina si voltò leggermente guardando i ragazzi con la coda dell'occhio. All'improvviso si voltò completamente strozzando un urlo che diceva -Ma io quelli li conosco!-

-Cosa? Chi sono?-

-Quelli che abbiamo da poco finito di ascoltare dal vivo sul palco di TRL, non ti dice nulla?-

-Vuoi dirmi che quelli sono...?-

Lei annuì con la testa -...Oh si, proprio loro!-

-Oddio oddio oddio oddioooo!!- Iniziai a scalpitare, il cuore prese a battere così forte tanto da non sentirlo più nel mio petto, la pelle bruciava da dentro e la gola si annodò su sé stessa. Sarei svenuta, se non avessero portato i panini. Alla sola vista del cibo, lo stomaco mi si chiuse, era come essere entrati in un'altra dimensione dove cibo, acqua, aria, terra e fuoco non esistevano.

Loro comunque, e come giusto che fosse, non ci degnavano di uno sguardo, sorseggiavano i loro caffé puramente italiani che avrebbero bevuto tra moltissimo altro tempo.

Sapevo che dovevo fare qualcosa e sapevo anche che dovevo muovermi oppure avrei perso l'unica occasione di parlare, abbracciare e fare una foto con i miei idoli. Ma ero diventata una statua e la cosa mi disturbava parecchio.

-Fa qualcosa!!- Dissi a denti stretti, come se loro capissero la nostra lingua.

-Cosa devo fare? Se vado lì faccio una figura di merda lo sai?-

-E allora restiamo qui a vedere che vanno via!- E non ebbi neanche il tempo di finire la frase, i quattro si alzarono e andarono alla cassa per pagare, noi restammo a guardare la scena basite.

In realtà pagò il bodyguard che li accompagnava, con un cenno del capo salutarono il barista e a passo svelto abbandonarono il locale.

-Siamo delle sfigate.- Affermò mia cugina.

-Confermo. Delle fottute sfigate idiote, stupide e... E... Delle sfigate e basta.-

-Si, delle sfigate e basta.- Addentò voracemente il suo panino e lo masticò fissando il vuoto alle mie spalle.

Io provai a dare qualche morso, minuscolo oltretutto, e ad ogni modo per mandarlo giù dovevo berci dietro. Mangiavo con calma, boccone dopo boccone, non mi preoccupavo del tempo che passava, se passava, fissavo il vuoto alle spalle di mia cugina, cercavo qualcosa per non pensare allo sbaglio che avevo appena commesso, lo sbaglio più grande di tutta la mia vita.

In realtà erano passati solo pochi minuti da quando erano andati via a quando, per caso, buttai l'occhio al tavolo dove i ragazzi erano seduti poco prima.

-Ma quello cos'è?

-Che cosa?- Chiese Martina voltandosi all'indietro.

-Sotto al tavolo, aspetta.- Mi alzai, girai attorno al nostro tavolo pasando di fianco a mia cugina e mi piegai.

-E' un cellulare.- Ma non era un cellulare qualunque, era un Iphone, quindi un cellulare che tutti volevano ma che pochi avevano ed erano davvero poche le persone che in quel momento avrebbero potuto perdere un telefono del genere.

-Un cellulare? Chi sarebbe così tanto scemo da perdere un cellulare come questo?-

-Lo scopriamo subito, anche se penso che la risposta già la sappiamo.-

Sbloccai lo schermo facilmente, era privo di codice, e ammirai lo sfondo di un bel cagnolone nero che dormiva nella sua cuccia.

-Guarda, mi sa che lo conosciamo molto bene!- Voltai il telefono per mostrare la foto a mia cugina.

-Ma è Scotty!-

-Oh si, proprio lui. Quindi, se non è di uno, è dell'altro. Andiamo nella rubrica, santoddio è tutto in tedesco! Se c'è il numero di...- Passi i nomi con la lettera "c", erano una sfilza infinita di voci, ma nulla che mi dicesse che era il telefono di Tom, quindi andai giù velocemente fino alla lettera "t". Tania, Tara, Tina, Thomas, Tobias, Tom Bruder.

-Tom fratello, eccolo qui! E' il telefono di Bill! Ommioddio ho il telefono di Bill Kaulitz!!- Improvvisamente quel piccolo aggeggio elettronico in plastica era diventato incandescente, difficile da tenere in mano eppure avrei dato qualsiasi cosa per portarmelo a casa.

-Oh, dammi il numero di Tom!-

-Genio! Salvatelo sul tuo!- Lei prese il suo cellulare e digitò le cifre che io le dettai, poi di istinto si voltò verso la porta in vetro del bar.

-Stanno tornando!-

-Si sarà accorto di aver perso il telefono!- Mi impanicai, anzi, ci impanicammo tutte e due, questa volta dovevamo per forza fare qualcosa.

-Adesso vai lì, gli rendi il telefono, lui ti ringrazierà e te gli chiederai una foto!-

-Aspetta devo fare una cosa! Come diamine si fa?-

-Cosa devi fare? Sta entrando!-

-Un attimo santoddio!- Alzai un secondo lo sguardo, non lo avessi mai fatto! -E' qui! Oddio! Salva, ecco!-

Bloccai lo schermo appoggiando l'Iphone sul tavolo appena in tempo per sistemarmi sulla sedia, lui si era avvicinato e, disinvolto, con un accento tedesco in un inglese non così perfetto chiese -Scusate, avete trovato un telefono, per caso?-

Mi avventurai in una risposta con il mio inglese meno perfetto del suo -Ehm, questo?- Glielo porsi in alto, verso di lui.

-Si! Proprio questo! Grazie mille!- Lo prese sfiorandomi la mano. Avvampai. Forse semplicemente non capii più nulla, il mio cuore era tornato a battere così forte da poterlo sentire fino alla testa. Se pensavo di aver provato tutte le emozioni possibili fino a quel momento, beh, mi sbagliavo. In una frazione di secondo tutto quello che avevo intorno era esploso, esploso a quel tocco che aveva fatto da miccia.

Sorrisi, dato che non sapevo come si dicesse "Di nulla" e sperai che lui aggiungesse qualcosa mentre Martina mi faceva segno di chiedergli una foto.

-Beh, per ringraziarvi, lasciate che vi offri il... Ehm... Pranzo?-

Guardai mia cugina, lui stava già andando alla cassa tirando fuori il portafogli dalla tasca. Indicò il nostro tavolo e pagò, poi tornò indietro.

-Di nuovo grazie mille ragazze!-

-Grazie a te!- Fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Così Martina, spazientita, saltò su -Potremmo fare una foto?-

-Certo! Un attimo solo!- Si voltò, chiamò gli altri ragazzi fuori e, sempre accompagnati dal bodyguard, loro entrarono. In realtà, a lui poco importava che ci fossero anche loro nella foto, li chiamò in modo che potessero scattare la stessa foto con tre cellulari diversi e poi a rotazione facemmo le foto anche con Tom, Gustav e Georg.

Furono quei pochi minuti che mi fece alzare i piedi da terra. Era come se volassi, ome se tutto quello che avevo sempre desiderato all'improvviso era diventato realtà. E mi sentivo la più felice dell'universo.

-Bene, ora dobbiamo proprio andare. E' stato un piacere e di nuovo grazie per il telefono!-

-Ehm... Grazie a voi!- Dissi un'altra volta come se fossi un'ebete. Ci sorridemmo tutti e loro si allontanarono come qualche minuto prima, solo che ora avevano lasciato qualcosa in più nei nostri cuori.

Togliemmo i piatti dal tavolo, dopo esserci calmate un po', portandoli al bancone, buttammo le bottigliette vuote e, per essere sicure, chiedemmo -Ma ha davvero pagato quel ragazzo?-

-Si, quindici euro. Ha tenuto anche lo scontrino, cose che prima non aveva fatto.-

Sorrisi timidamente cercando di nascondere il più possibile le mie vampate di caldo. poi aggiunsi -Oh, allora siamo apposto?-

-Si, apposto così!-

-Grazie mille, era tutto molto buono! Arrivederci!-

Ci salutò e noi uscimmo all'aria aperta.

-Buono si, ma quindi euro sono un po' troppi!- Dissi io aspirando tutta l'aria che i miei polmoni potevano contenere.

-Scusa ma, che stavi facendo prima con il suo telefono?-

-Eh? Ah quando stavo impazzendo? Volevo salvare il mio numero nella sua rubrica!-

-E ci sei riuscita?-

Allargai le labbra in un sorriso malizioso -Ovviamente si!-

-Ommioddio cugy sei un mito!-

-Lo so, lo so! Dato che il suo non era salvato, ho messo il mio.-

-Credi che ti chiamerà?-

-Non lo credo, ma ci spero.-

-E come ti sei salvata in modo che ti riconosca?-

Mi si strinse la gola, il cuore impazzì -La ragazza del telefono perso.-
 

***

Qui troverai le anticipazioni dei capitoli successivi e delle One Shot in pubblicazione.
Ringrazio Te, lettore, per essere arrivato fin qui e, se lo farai, grazie anche per la tua recensione.
Vostra, Cornelian
   
 
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