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Autore: Juniper Fox    18/06/2012    5 recensioni
Dopo che Marvel tira la lancia contro Rue, Katniss incocca la freccia per ucciderlo. Tuttavia, mentre tende la corda, Marvel cade a terra. Succede tutto in pochi istanti: Cato spunta fuori dal nulla, machete in mano, e avanza verso Katniss..
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Katniss Everdeen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Juniper Fox
Titolo: Una promessa da mantenere.
Avvertimenti: Het, Oneshot, What if.  
Pairing: Cato/Katniss
Prompt: «Non siamo poi così diversi, io e te» + bacio (di qualsiasi tipo: sulla guancia, bacio vero e proprio, ecc...)
Rating: Verde.
Tipologia: Drabble, Flashfic, One Shot ma con un limite massimo di 2000 parole.
Parole: 872 (secondo Word)
Introduzione: Dopo che Marvel tira la lancia contro Rue, Katniss incocca la freccia per ucciderlo. Tuttavia, mentre tende la corda, Marvel cade a terra. Succede tutto in pochi istanti: Cato spunta fuori dal nulla, machete in mano, e avanza verso Katniss..

- Storia scritta In risposta alla sfida di cartavelina.

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »



Una promessa da mantenere.



 
 

Sento un fremito. Cato è a meno di dieci metri di distanza da me. Avanza lentamente, i suoi passi sembrano calcolati. Pare strano, per qualcuno che fino a poco prima m’inseguiva cercando di scalare un albero per uccidermi.
Cerco di controllare il respiro. Non è facile, però. Rue è a terra accanto a me. Tra qualche minuto arriverà l’Hovercraft a recuperarla. Allora perché Cato non si affretta? Se devo morire, e non senza combattere, voglio che non sia una lunga.
Le dita e le braccia mi sembrano indolenzite. Vorrei tirare, dovrei tirare; Cato morirebbe. Eppure.. Lui ha ucciso il ragazzo del distretto uno. In qualche modo, Cato ha vendicato Rue. Perché l’ha fatto? Avrei dovuto essere io! Io avevo la motivazione giusta, mentre per lui è divertimento.
Altri passi. E’ a meno di cinque metri e ha il braccio leggermente sollevato, pronto ad attaccarmi.
“Non sono qui per ucciderti,” dice, cogliendomi del tutto impreparata. “Non ora. Non sarebbe divertente.”
Piega leggermente gli angoli della bocca. Sta davvero accennando un sorriso? Tendo ancora di più la corda dell’arco, nonostante il braccio e la spalla mandino delle fitte non indifferenti. Tirare o non tirare, Katniss? Vivere o morire?
Cato si ferma e mi osserva. Il suo sguardo sembra analizzare il mio corpo avidamente.
“Cosa sei venuto a fare, allora?” esclamo con rabbia. “Io non ho problemi ad ucciderti!”
Cato ride, e ride di gusto. Fa un altro passo e io mi decido a scoccare. La freccia lo sfiora, provocandogli un taglio alla giacca, ma senza prendere la pelle. Non credevo fosse così veloce.
“Non siamo poi così diversi, io e te.”
“Tu sei un assassino, io cerco di sopravvivere.”
“Hai appena cercato di infilzarmi con una freccia. Cosa ti rende migliore di me?”
Lo guardo senza dire niente. Una parte di me sa che Cato ha ragione.
“Come immaginavo.” Il suo tono mi dà sui nervi.
Altri due passi, ormai ce l’ho di fronte. Meno di un metro. Non farei in tempo a prendere una freccia dalla faretra e lanciargliela contro, perciò rafforzo la presa sull’arco e sposto leggermente il piede destro per avere più equilibrio. Non appena Cato sarà abbastanza vicino, potrò assestargli un colpo in faccia e riprendere la distanza di sicurezza. Incoccherò la freccia e l’Hovercraft verrà a recuperare anche lui.
“Ti sei offerta volontaria. Anch’io.” Ricomincia a parlare. “Il tuo gesto è stato ammirevole, dicono.”
“Il tuo molto stupido, invece.” Mi è uscito senza volere, ma è la verità.
“Era il mio destino. Onore e gloria al vincitore. E al distretto. Nasciamo solo per questo.”
La sua voce sembra incrinarsi leggermente. Manderanno questa scena, stasera? Provo ad osservarlo meglio. In questo momento non sembra un feroce assassino, se si tralascia l’arma. Si è ritrovato in una situazione più grande di lui, ma chi di noi non ha affrontato la stessa cosa? Un parte di me prova invidia perché, per quanto difficile, la sua vita è comunque stata migliore della mia. Migliore di quella che avrei voluto per Prim. Magari ha ancora suo padre, lui. Di nuovo, la rabbia torna prepotente.
Succede tutto in pochi attimi. Vedo Cato fare l’ennesimo passo per avvicinarsi, quindi stringo l’arco e piego il braccio per colpirlo. A metà del movimento, però, Cato mi assesta un colpo al braccio e l’arco cade per terra. Mi ritrovo a fissarlo negli occhi, mentre lui non molla la presa sul mio braccio. Chiudo gli occhi d’istinto, aspettando il colpo che però non arriva. Al suo posto, sento un tonfo sordo: Cato ha lasciato andare il machete, che ora è a terra, poco lontano dai nostri piedi. Quando torno a spostare lo sguardo verso Cato, posso sentire il suo respiro. Lo vedo chinarsi sul mio viso e mi sento paralizzata. Da vicino, somiglia a Peeta. Sono entrambi biondi.
Un riflesso incondizionato mi porta a chiudere gli occhi quando le labbra di Cato si appoggiano sulle mie. Scopro che sono leggermente ruvide, ma nonostante tutto non sono male. Sento la sua mano accarezzarmi i fianchi, mentre la stretta dell’altra sul mio braccio si allenta leggermente. Senza volerlo davvero mi trovo a mio agio e, prima di pensarci, capisco di stare rispondendo al bacio. E’ come se la mia testa, in questo momento, fosse spenta; come se mi stesse dicendo “Segui l’istinto”. E io e Cato ci ritroviamo dentro una bolla, col pensiero ben lontano dall’arena.
Non so per quanto tempo rimaniamo così. Ad un certo punto, comunque, abbiamo bisogno di respirare. Mi allontano leggermente da Cato, notando che le sue labbra adesso sono leggermente gonfie. Porto una mano al mio viso e passo le dita sulla mia bocca, ma senza un motivo preciso. Sono abbastanza scombussolata, al momento.
Cato si allontana, facendo due passi indietro ma senza darmi le spalle. Lo vedo raccogliere il machete nello stesso momento in cui io raccolgo il mio arco. Ci osserviamo in silenzio per qualche istante, poi lui torna a parlare.
“La prossima volta che ci incontreremo ti ucciderò.” Nei suoi occhi c’è nuovamente quella luce famelica che lo rende la persona più pericolosa dell’arena. Mi lascia lì in mezzo a quella radura per tornare da Clove.
Prima di andarmene, tiro fuori una freccia dalla faretra e la incocco. Ho una nuova promessa da mantenere. 

   
 
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