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Autore: Night Sins    18/06/2012    2 recensioni
Entrò e venne avvolto dalla musica soffusa e dal chiacchiericcio dei presenti, l’atmosfera allegra e rilassata; cercò con lo sguardo l’artefice di quella meraviglia, avanzando sicuro tra la gente finché non la vide intenta a parlare con un uomo che, per i propri gusti, ci stava provando un po’ troppo. Li raggiunse con estrema nonchalance e posò una mano sulla vita di El, attirandola appena indietro mentre lo sconosciuto stava allungando una mano per toccarle il braccio.
[Seguito di "The best is yet to come"]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome
- Questa storia fa parte della serie 'wedding!OT3 'verse'
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Titolo: Hey! Jealous lover
Fandom: White Collar
Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Peter Burke
Pairing: Peter/El/Neal
Rating: PG
Genere: commedia, fluff, romantico
Avvertimenti: oneshot, threesome
Timeline: post cavigliera
Spoiler: nessuno
Conteggio Parole: 1467
Dedica: al mio CI, ioio, per il suo compleanno (... che era dieci giorni fa, sì. Dettagli. u.u) ♥
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: Seguito di "The best is yet to come", ma non importa strettamente aver letto l'altra per capirla.
- Il titolo è preso da una canzone di Frank Sinatra ♥



“Mi auguro di vedervi questa sera”, Elizabeth baciò prima Neal e poi Peter, ancora impegnati a far colazione, e guardò negli occhi quest’ultimo, “entrambi.”
“Non mancheremo per niente al mondo.”
La donna rise, accondiscendente, e lasciò la casa; sapeva che non sarebbe stato facile vederli arrivare in tempo, ma sperava che almeno sarebbero riusciti ad andare, le piaceva far godere anche a loro i frutti del suo lavoro – e soprattutto passare del tempo assieme, dato che sarebbe dovuta rimanere fuori per quasi tutta la sera.

***

Una volta tanto, Peter era stato sul serio convinto di quello che aveva detto; la giornata non avrebbe dovuto essere una delle più pesanti e l’idea di lasciare il Bureau in orario era realistica. Salvo che il suo non era un lavoro basato sulla prevedibilità e poteva sempre capitare che all’ultimo minuto spuntasse un nuovo, difficile caso sulla sua scrivania e lui si ritrovava così, all’alba delle 18:30, immerso in più fascicoli di quanti avesse voluto. E Neal con lui, era ovvio.
Stirò le braccia sopra la testa e poi si passò una mano sugli occhi, avevano trascorso le ultime tre ore a controllare documenti senza cavare il fantomatico ragno dal buco.
“Neal.”
Il ragazzo alzò lo sguardo annoiato verso di lui. “Hm?”
“Vai a farti una doccia e poi raggiungi El.”
“Tu?”
“Io arriverò più tardi. Almeno uno dei due deve essere quasi puntuale, e June è più vicina. Inoltre, probabilmente non vedrai la conclusione di questo caso, non c’è bisogno che ci perdi troppo tempo.”
Neal si raddrizzò sulla schiena. “Sai qualcosa che io non so?”
“Ah... Sì, Hughes me l’ha dato poco prima che iniziassimo a occuparci di Martins...”
Mentre parlava aveva recuperato un foglio dal cassetto della scrivania ed ora glielo stava porgendo. Neal lo prese e lo lesse più volte prima di parlare. “Una settimana”, mormorò appena.
“Già.”
“Mi mancherà tutto questo.”
“Davvero?”
“L’ho deciso io, ora, di restare. Sono felice qui.”
Lo disse con l’aria sognante di sempre, perso ad osservare oltre la vetrata alle spalle di Peter.
“Sarai felice anche nel tuo nuovo posto di lavoro, vedrai”, l’agente attirò un’altra volta la sua attenzione.
“Sì, ma non sarà lo stesso.”
“Sarà migliore.”
Neal rise. “Per certi versi, sì.”
“Quelli più importanti”, Peter indicò la porta con la testa. “Esci di qui, parliamo dopo.”
“A dopo.”

***

Neal si diresse velocemente a casa e, dopo una rapida doccia e un appropriato cambio d’abito, si diresse al bar per il quale El aveva organizzato l’apertura.
Quando arrivò si fermò ad ammirare, attraverso le vetrate del locale, il grandioso lavoro di colei che, da poco più di due settimane, era diventata sua moglie. Quel pensiero ancora lo elettrizzava e non riusciva a crederci del tutto, ma era ben cosciente di quanto fosse reale, lei e Peter non facevano altro che rassicurarlo su quel punto – senza essere pesanti o fare lunghi discorsi, ma con i piccoli gesti di ogni giorno, atti a ricordargli quanto fosse amato e parte della loro famiglia, ora ancora più di prima.
Entrò e venne avvolto dalla musica soffusa e dal chiacchiericcio dei presenti, l’atmosfera allegra e rilassata; cercò con lo sguardo l’artefice di quella meraviglia, avanzando sicuro tra la gente finché non la vide intenta a parlare con un uomo che, per i propri gusti, ci stava provando un po’ troppo. Li raggiunse con estrema nonchalance e posò una mano sulla vita di El, attirandola appena indietro mentre lo sconosciuto stava allungando una mano per toccarle il braccio.
“Buona sera, honey, scusa il ritardo.”
Sorrise affabile quando lei si voltò nella sua direzione e la baciò sulle labbra. “Non presenti il signore a tuo marito?”
El trattenne una risata e tornò a guardare l’altro. “Signor Sadler, lui è Neal. Neal, il signor Sadler è il fratello del proprietario di questo bar.”
“Ehm... Salve, signor Burke. Stavo giusto complimentandomi con sua moglie per lo squisito lavoro che ha fatto.”
Neal ed Elizabeth si erano guardati un attimo al nome usato, poi l’ex truffatore si rivolse all’uomo. “È la migliore in ogni aspetto, sì. Ora, però, vorrei rubargliela un attimo”, disse ancora, guidandola lontano dall’uomo.
Appena furono a distanza di sicurezza, El scoppiò a ridere e si appoggiò a lui, prendendolo sottobraccio. “Neal Burke. Non suona male, no?”
“No, non suona affatto male.”
“Vorrei potesse esser legale... Entrambi lo vorremmo.”
Neal si avvicinò ad uno dei tavoli con il buffet e riempi due bicchieri con dello champagne prima di passarne uno ad Elizabeth. “Va bene così.”
“Neal...”
Il ragazzo scosse la testa e le sorrise. “Vi amo, Elizabeth, e so che voi amate me, lo avete dimostrato più di una volta. Non è un nome su un foglio che definisce chi siamo e, fidati, io lo so bene.”
El rise appena, inclinando la testa sulla sua spalla. “È bello che sia tu a dirlo.”

***

Passò il resto della serata ad osservare e studiare Elizabeth muoversi da una parte all’altra del locale, assicurandosi che fosse tutto a posto, e scambiando qualche chiacchiera con alcuni dei clienti.
Un’ora dopo, Neal notò Peter entrare nel bar e guardarsi intorno per cercarli; attirò l’attenzione di Elizabeth e lo raggiunsero. Prima che il federale potesse abbracciare e baciare sua moglie, Neal lo intercettò e gli si avvicinò per parlargli all’orecchio. “Se qualcuno te lo chiede, ti chiami Peter Caffrey, per stasera.”
Rise alla faccia perplessa del compagno e alzò le mani. “Non è colpa mia questa volta.”
“È vero”, confermò la moglie, ridendo a propria volta, “c’è solo stato un attimo di fraintendimento che non ci è stato possibile confutare.”
“È una storia che è meglio ascoltare a casa?”, domandò ancora Peter.
“Direi di sì.”
“Okay. Almeno permettetemi di fare i miei complimenti alla moglie del signor Burke per lo splendido lavoro svolto”, chiese, inchinandosi in un baciamano.

***

Una volta rientrati a casa ed aver dato ognuno la propria dose di coccole a Satchmo, Peter si tolse il cappotto e poi si voltò verso la sua famiglia, curioso.
“Allora, cos’è questa storia che sono diventato Caffrey?”
“Oh, è molto divertente”, rispose Elizabeth, avvicinandosi al divano, “perché ho scoperto che nostro marito è geloso quasi quanto te.”
Peter lanciò un’occhiata a Neal mentre la seguivano, attendendo la sua versione e sedendosi accanto a lei.
“Che posso dire, ho solo messo in chiaro che nostra moglie”, allungò una mano verso Elizabeth, facendola alzare per sedersi al suo posto e prenderla in braccio, “non è disponibile, dato che quel tipo non sembrava esserne cosciente.”
Peter spostò lo sguardo su sua moglie, interrogativo.
“Stavo solo essendo gentile con il fratello del mio cliente. Non aveva fatto niente di male”, disse veloce. “Se avesse superato il limite lo avrei fermato, ma Neal non me ne ha dato il tempo, ribadendo la sua proprietà.”
“Hmm... Penso che Neal abbia fatto bene”, commentò Peter dopo alcuni attimi.
“Grazie, honey.”
El alzò gli occhi al cielo. “Comunque sia, dopo che si è presentato come mio marito, il signor Sadler ha pensato logicamente che Neal fosse il signor Burke.”
Neal sorrise gongolante e Peter annuì. “E non ci possono esser due ‘signor Burke’...”
Allungò le mani verso i loro visi, così vicini, le sensazioni sotto la sua pelle così diverse, ma non per questo meno perfette. “Ad averlo saputo prima, mi sarei goduto meglio il momento. “Il signore e la signora Burke”, guardò prima Neal e poi Elizabeth, sorrise, “in pubblico.”
“Hmm... Questa mi suona come un’idea”, commentò Neal, inclinando di più la testa verso la sua mano.
“Appena non lavorerai più per l’FBI.”
“Ho una settimana per organizzare tutto, allora.”
“Una settimana? Quando avevate intenzione di dirmelo?”
“L’abbiamo saputo stasera.”
“Okay.” Si voltò verso Neal, “è fantastico, babe”, e lo baciò.
“Io penso che potremmo avere un assaggio dei festeggiamenti”, propose Peter, incontrando il cenno d’assenso di Elizabeth e sporgendosi a baciare Neal sul collo, mentre con l’altra mano gli allentava la cravatta.
Neal si aggrappò con il braccio libero intorno alle sue spalle e si mise a ridere. “Non avevamo già appurato che il divano non era proprio il posto migliore?!”
“Una seconda occasione non si nega a nessuno, no?”
El rise a propria volta e Peter si allontanò appena per poter mettere a fuoco il suo volto. “Per quanto in genere sarei d’accordo anche io, direi che in questo caso ha ragione Neal.”
“Hmm...”
Peter indietreggiò e si mise in piedi, prendendola per mano e attirandola a sé per baciarla. “Quindi che proponete?”
“Inizia a raggiungere le scale”, disse Neal, contro il suo orecchio, lasciando scivolare le mani sotto la sua giacca.
“Camminare con te attaccato alle spalle tipo koala non è semplice.”
“Ti stai lamentando?”
Peter alzò gli occhi al cielo, lo prese per un polso e si avviò verso le scale, trascinandolo con sé, l’altro braccio ancora intorno ad Elizabeth.



Note finali: ho pensato a lungo se Elizabeth dovesse usare 'honey' con Neal (Neal lo usa con loro, Peter non ho deciso xD), ma mi piaceva troppo "babe". Sorry, V.
   
 
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