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Autore: youmoveme    18/06/2012    8 recensioni
Sebastian elencò i sintomi:
1. - deficit di concentrazione
2. - giocherellare nervosamente con l'uniforme
3. - mani che tremano
4. - elicotteri nello stomaco
5. - respiro affannoso
6. - palpitazioni
Santasnixx: Amico, sei nella merda. Sei innamorato, e cotto.
No. era umanamente impossibile. Lui non poteva essere innamorato di Thad Harwood.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amico, sei nella merda.



Da qualche giorno Sebastian non si sentiva in forma come al solito.

Entrò nel suo account dal computer della biblioteca, digitando velocemente i sintomi. Nessuna risultato, e che si fottesse chi diceva che Google aveva una risposta a tutto, non era vero. Ai Warblers non poteva chiedere aiuto, era escluso. Lui era Sebastian Smythe e non aveva punti deboli.

Era rimasta solo un'ultima risorsa. A mali estremi, estremi rimedi: Yahoo Answers.

Merda, non entrava da circa un secolo nel profilo e non ricordava la password. Doveva ragionare in maniera logia. Cosa mai poteva avere scritto nel periodo truzzo della sua vita?

bimbo styloso” password errata, merda

HG's lover” password errata, merda

ILOVEH0USE” password errata, ultimo tentativo, tripla merda

Non poteva essere quello, a meno che... “sebastiananderson” password corretta

Fantastico! Le sue password precedenti, per quanto imbarazzanti, erano innocue, ma “sebastiananderson” era peggio. Era penosa, orribile, così sdolcinata da far quasi credere che avesse dei sentimenti, cosa del tutto errata. Ecco l'ultima traccia di quel periodo in cui era quasi arrivato a pensare di provare qualcosa per quel nano, ma non lo meritava, e lo mostrava anche solo il fatto che avesse preferito Faccia-da-Checca a lui, inaudito!

Comunque per fortuna era passato oltre con le sue forze. Non che Thad non gli avesse offerto consiglio, aiuto, una spalla su cui piangere, ma soffrire in silenzio durante la notte era certamente più onorevole che sfogarsi. E sì che Thad sembrava sinceramente dispiaciuto per lui, ma, se fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Per quello che ne sapeva lui poteva anche essere un infiltrato di Blaine in territorio nemico, e raccontare al so mandante tutte le sue cadute di stile. Brr, che ipotesi tremenda, non voleva neanche pensarci, meglio soli che male accompagnati (da Thad).

Con due click modificò la password, mentre sovrappensiero si mordicchiava la guancia per trovarne una decente. Le sue mani composero “thadsmythe”. Ma che cazzo aveva scritto? Che pensieri del cazzo stavano frullando nella sua testa? Alla fine optò per qualcosa di meno sgamoso, compose “iamfinnickodair” con un ticchettio della tastiera e premette il tasto invio con forza.

Entrò nell'account, pronto a scrivere la domanda che, forse, avrebbe posto fine alle sue angosce. Merda! Non aveva abbastanza punti per fare una domanda!

A quanto pare la sorte non era a suo favore neanche questa volta. Maledetto Hunger Games, era una droga. Solo due risposte.

Trovò facilmente la prima bimbaminkia da sbeffeggiare. Al suo papiro su quanto fosse bella e irraggiungibile Giustina Biberon e quanto lei soffrisse per il fatto che lui, pardon, lei, non l'avrebbe mai notata, rispose con un “impiccati, per favore”, diventando subito rosso. Non era il caso, dopo gli ultimi avvenimenti, lo corresse quindi in un gentile “datti fuoco”, almeno non si sarebbe sentito in colpa. Avanti il prossimo!

Eccolo, un povero sfigato che si diceva eccitato dai punti interrogativi. Dopo avergliene piazzati circa un centinaio, tutti vicini, senza neanche dare un'occhiata alla barra spaziatrice, gli scrisse anche “Guardati un porno, oppure mandami un messaggio privato”. Lui era Sebastian Smythe, il difensore dei deboli, e non si sarebbe mai tirato indietro dall'aiutare se c'era una donzella/o in difficoltà.

Perfetto, cliccò su “crea una domanda”e iniziò a scrivere l'elenco dei sintomi, facendo mente locale:

  1. - deficit di concentrazione

  2. - giocherellare nervosamente con l'uniforme

  3. - mani che tremano

  4. - elicotteri nello stomaco

  5. - respiro affannoso

  6. - palpitazioni

1. Deficit di concentrazione
Era arrivato il fatidico giorno dell'esame finale di “Difesa contro le Arti Oscure” no, seriamente, mica erano a Hogwarts, di “Scienze Naturali” e Sebastian si sentiva pronto. Ovviamente non aveva ripassato, era da perdenti, suonava anche male, e doveva andare allo “Scandals”, dove, con ogni probabilità, si sarebbe ripassato un ragazzo niente male. Quando era tornato in stanza, erano circa le tre di notte, aveva trovato Thad che si ammazzava sui libri. Nulla di tutto questo, lui confidava nel suo sex-appeal e nel fatto che le rispose gli sarebbero arrivate dall'alto, da Superman, forse.
Ad ogni buon conto si era posizionato strategicamente dietro a Trent, solo qualche ricatto, et voilà, compito fatto e A conquistata. Nella fila centrale c'erano solo lui e Flint, fece scorrere lo sguardo dietro, vedendo che nei banchi più lontani la Niff e Richard trafficavano con l'I-Phone. Sicuro si stavano passando tutte le rispose. Non valeva manco la pena di provare a chiedere: quei tre lo odiavano. Passò alla prima fila, di solito terra di nessuno, quel giorno stranamente occupata da Trent, Wes e Thad, il trio secchioni.

Trent. Psss”
“Che c'è?”
“La domanda 5”
“No.”
“Cosa?!”
“No.”
“Ti devo ricordare cosa so?”
“No, tanto lo renderemo ufficiale presto.”
“Tu e Wes siete trombamici, cosa c'è da rendere ufficiale?”
“Stiamo insieme, Sebastian”
Il suddetto Sebastian fece un'occhiata di disgusto che non passò inosservata a Thad che gli rivolse uno sguardo interrogativo. In risposta il ragazzo unì il pollice e l'indice della mano destra, formando un cerchio in cui fece passare più volte l'indice della sinistra, per poi indicare l'asiatico e Trent-Palla-di-Lardo. Thad aveva alzato le spalle e sibilato “Cazzi loro”, perverso il ragazzo.
Porca miseria, si era bruciato Wes e Trent in una botta sola, Thad era la sua ultima, nonché unica, speranza, tanto valeva buttarsi.

“Thadduccio caro, la domanda 5”
Nessun segno di resa da parte del Thadduccio caro: continuava a mangiucchiare il cappuccio della penna con ostinazione.
“Dai, Thadduccio, per favore”
Nulla di nulla, ora aveva iniziato a dondolarsi leggermente con la sedia.
“Non butterò mai più la tua roba nel giardino”
“Eri tu, maledetto.” soffiò minacciosamente, poi ritornò alla sua posizione iniziale.
“Ehm, il vento, in realtà. Dai, ti prego”
Thad Harwood ascoltava impassibile le sue preghiere mentre succhiava l'estremità della penna.
“Farò qualunque cosa tu voglia”
Ora ticchettava con il piede sul banco, creando uno strano ritmo.
“Fallo per un amico in difficoltà. La tua coscienza rimarrebbe pura e innocente come un bambino di tre anni quale sei”
Thad, che all'inizio si stava quasi per lasciare convincere, continuava ad ignorarlo. Si passava le mani dietro al collo, accarezzandosi la nuca.
“E va bene. E' la C”
“Cosa?”
“La C!”
“Non ti sento!”
“Comprati un cornetto acustico!”
“Forse i signori Harwood e Smythe vogliono metterci a parte della loro conversazione?”
Thad, color peperone, stava zitto. Ovviamente toccava sempre a lui salvare la situazione, Sebastian indossò uno dei suoi sorrisi migliori “Professoressa Lewis, mi scusi, volevo solo sapere che ore fossero.” La Lewis, per nulla convinta, lasciò perdere, ma più che altro perché aveva il ciclo e litigare con quel teppistello non le avrebbe migliorato l'umore, si sarebbe vendicata con i voti.
Sebastian passò il resto delle due ore osservando un moscone che sbatteva ripetutamente sul vetro dell'aula, negli ultimi dieci secondi mise delle X a caso.
Litigare con quella testa di rapa di Thad lo aveva fatto andare in cattivo umore, e non era riuscito a rispondere neanche ad una domanda. Era ufficiale, quel ragazzino era un coglione, e lo odiava.


2.
Giocherellare nervosamente con l'uniforme
Dentro la sala si era riunito il consiglio dei Warblers, mentre fuori dalla porta erano rimasti lui, Thad e la Niff (che ormai consideravano tutti una sola persona, dato che era impossibile trovarli separati). Wes e gli altri “anziani” stavano decidendo il numero per le Regionali. Ognuno aveva diverse aspettative: la Niff pregava per un duetto alla “Candels”, patetico e tristissimo, Thad per un numero di gruppo di Lady GaGa, pessimo, e Sebastian, che domande!, per un assolo che lo valorizzasse al massimo, mettendo in ombra tutti gli altri Warblers.
Quei due continuavano a parlottare fra loro, tenendosi le mani. Mentre Thad osservava prima la Niff, poi Sebastian, a disagio. Sebastian, del canto suo, non era affatto agitato, per nulla, davvero. Beh, forse un pochino.
Nick stava nel pieno di una crisi emotiva, con tanto di Jeff che tentava inutilmente di consolarlo e asciugare le sue lacrime con i polpastrelli delle dita, Thad passeggiava su e giù per il corridoio, così velocemente che non avrebbe avuto bisogno della sua ora di cyclette quotidiana. Lo stavano facendo impazzire.
Ecco, si sentiva uno di quegli psicopatici in Criminal Minds, con i tic nervosi: aggiustava i polsini della camicia, scioglieva e rifaceva il nodo della cravatta, controllava l'orlo dei pantaloni, lucidava la punta delle scarpe fino a potercisi specchiare sopra, sbottonava la giacca, per poi abbottonarla, male, per giunta.
Dei rumori preannunciarono l'uscita dei Warblers, per primo emerse Wes, che si era autoproclamato capo di quel piccolo regno, poi David e gli altri.
“Allora, ragazzi. La canzone sarà Glad you came” già la Niff iniziava a fare una smorfia di disappunto: non si intonava affatto alla loro visione di duetto romantico “cantata da Sebastian.” lo disse quasi controvoglia, ma era abbastanza chiaro che era uno dei talenti più in vista del club e, da quando Blaine se ne era andato, cercava disperatamente qualcuno che potesse sostituirlo.
Sebastian saltò in piedi, con espressione estatica, mentre Jeff lo guardava con odio, Nick continuava a piangere e Thad, boh, non se lo filava nessuno, tranne Sebastian che lo fissava.
Poi la Niff se ne era andata, e Thad gli aveva fatto le sue congratulazioni (meritate).
Vedere Thad che si umiliava complimentandosi con lui rese Seb quasi più gongolante che aver ottenuto quell'assolo.


3.
Mani che tremano
Tra le sue innumerevoli abilità, Sebastian Smythe, oltre ad essere pericolosamente sexy, annoverava anche quella di saper suonare discretamente il pianoforte, ma non ne aveva mai parlato a nessuno dei Warblers. Mica voleva finire come quel povero Brad, sfruttato da quelli senza cuore del Glee!
Lo teneva per un'occasione speciale, per sbatterlo in faccia a Wes, quando questo lo avrebbe accusato di essere una nullafacente, cosa che accadeva circa sette volte al giorno, ogni giorno.
Stava tornando dallo Scandals, o, per meglio dire, da casa di un ragazzo, del quale non riusciva nemmeno a ricordare il nome, che aveva incontrato allo Scandals. Erano le cinque di mattina e stava ridacchiando fra sé, ricordando le parole che gli aveva detto prima di uscire di casa, sbattendogli la porta in faccia “Ti chiamo io.” sì, certo, magari fra duemila anni, o poco più. E gli aveva lasciato il suo numero sul comodino, questo per la versione “ufficiale” che gli aveva rifilato; quello era il numero di Wes, e lui gli aveva detto di chiamarsi Wes. Non poteva perdersi quello spettacolo, dopotutto aveva trovato un modo fantastico per vendicarsi.
Vagava senza meta per la Dalton, non valeva la pena di tornare in stanza, Thad manco si era accorto della sua assenza, ci avrebbe scommesso la sua collezione dei DVD di Harry Potter, unita alla copia autografata da Suzanne Collins di 'Catching fire'.
Apriva porte a casaccio, finché ne trovò una che aveva un divano bello e che sembrava anche comodo, ottimo posto per schiacciare il pisolino dopo-sborza-dopo-sesso senza essere disturbato da nessuno. Entrò nella sala, c'era anche un pianoforte, ottimo.

Era strano, ma gli mancava da morire la sensazione di quei tasti perfettamente levigati e uguali sotto i polpastrelli, quella sensazione di essere parte della musica, in un modo differente dal canto, ma altrettanto bello. Si sedette sullo sgabellino, minuscolo, probabilmente pensato per un bambino, o per un nano come Blaine, o la Berry.
Posò con cautela l'indice su un tasto e un suono limpido e cristallino si diffuse per la stanza.
Corse verso la porta, chiudendola. Già erano le cinque di mattina e lui non era rientrato, magari se evitava di suonare, forse nessuno lo avrebbe ucciso, o peggio, espulso.
Basta citazioni, si sentiva un nerd, ma gli salivano da sole alla bocca. Citazioni 3 – Sebastian Smythe 0
Accarezzò tutti i tasti, dal suono più basso, al più acuto, poi viceversa. E iniziò a cantare.
I was thinking about you,

thinking about me

thinking about us,

what we're gonna be?
Open my eyes.
It was only just a dream
Alle sue spalle, la porta si era aperta con un rumore impercettibile, e apparve metà viso di Thad, mentre Sebastian continuava ignaro, Thad aveva aperto completamente la porta, e poi richiusa con dolcezza, per evitare rumori forti. Troppo concentrato e perso nella musica, non lo aveva neanche notato quando si era avvicinato a lui e il pavimento aveva scricchiolato leggermente.
If you've ever loved somebody

put your hands up.
Thad alzò le mani e Sebastian fu costretto a vederlo, lasciando in sospeso la nota.
“Continua pure, non volevo disturbarti” si scusò il ragazzo. Dopo un paio di note stentate e tremolanti, l'altro rinunciò. “Non mi ricordo come continua”
“O forse sei troppo ubriaco, o troppo dell'umore ho-fatto-sesso”
“Geloso?”
“Assolutamente.”, o meglio, “Assolutamente no.”
“Perché sei in giro? Sono le cinque di mattina!”
“Potrei farti esattamente la stessa domanda, Smythe.”
“Sono stato a casa di un tizio dello Scandals, ora tocca a te.”
Thad sospirò “Mi sono svegliato tipo mezz'ora fa e non ti trovavo, quindi mi sono preoccupato”
“Oh, povero Thadduccio, sempre così premuroso nei miei confronti”
“Scommetto che se fosse successo a te anche tu ti saresti preoccupato!” tentava di sbrogliarsi da quella situazione imbarazzante: dialogo con Sebastian Smythe ubriaco alle cinque di mattina, in una sala isolata alla Dalton.
“Non ci conterei troppo.”
“Dovresti tornare in camera e farti una doccia.”
“Me la fai tu?” e mise su un faccino adorabile, alla Blaine.
“Smettila, Sebastian, sei troppo ubriaco per dire cose sensate” replicò Thad, dopo essersi ripreso da quell'ictus. Se fosse morto a quarant'anni per aneurisma, l'unico da incolpare sarebbe stato il suo maledetto compagno di stanza. Prese il ragazzo sotto braccio, e lo trascinò per le scale. Stava per iniziare un'altra normalissima giornata alla Dalton.


4.
Elicotteri nello stomaco
Erano le otto e tutti gli studenti si erano radunati nella Sala Grande (Citazioni 4 – Sebastian Smythe 0) che nulla aveva dei magici banchetti di Hogwarts. Sui tavoli c'erano cartoni di latte, succo di arancia e cereali. Che colazione gustosa!
Normalmente tutti si fiondavano su quella roba terrificante, e infatti tutti si buttarono a capofitto, tutti tranne uno. Va bene che Sebastian era schizzinoso, ma ormai stava da settimane alla Dalton, e doveva farci l'abitudine: il cibo faceva schifo, nulla a che vedere con la Francia, l'Italia o tutti i posti in cui si vantava di aver vissuto*.

Thad stava davanti a lui e mangiava in silenzio la sua ciotola piena di cereali.
“Qualcosa non va, Seb?”
“Non ho fame.”
“Mangia qualcosa, su.”
“No.”
“Sembri un ragazzino di due anni che fa i capricci”
“Non ho fame, mamma.”
“Si sarà stancato troppo alla serata “karaoke” allo Scandals” liquidò la questione Trent.
“Immagino che abbia fatto cose ben diverse dal cantare” aggiunse Wes.
Thad sputò tutti i cereali che aveva in bocca, diventando una versione reale del Cereal Guy dei Meme, mentre Sebastian lo osservò scioccato per poi iniziare a ridere istericamente.
Ora toccava all'altro arrossire, diventò quindi di un acceso color bordeaux e nel frattempo l'altro Warbler era precipitato sotto il tavolo per il troppo ridere, e si teneva la pancia con le mani.
“Sebastian, non fa così tanto ridere la battuta” gemette Thad mentre tentava di ripulirsi alla bell'è meglio con un tovagliolo. L'altro si alzò dal pavimento, pieno di polvere. Thad iniziò allora a ridere a sua volta.
“Che succede, Cereal Guy?” domandò perplesso.
“Sembra che tu abbia fatto un giro turistico nell'armadio di mia nonna.”

Sebastian si guardò e brontolò per il disappunto, pulendo la giaccia dalla polvere.
“Riesci solo a spalmarla ancora meglio” lo rimbeccò Thad.
“Dato che sei così esperto di lavaggi, perché non andiamo a cambiarci in camera, poi in lavanderia?” suggerì Sebastian.
“Ma io ho fame” si lamentò Thad.
“Oh, ma stai zitto, io no.”
“Beh, ma io sì”
“E pensi che a me importi qualcosa?”
“Pessima serata allo Scandals?”
“Tieni le tue considerazioni per te, piattola.”
“Io rimango qui, fai come ti pare.” replicò Thad.
“gnè gnè gnè” gli fece il verso Sebastian e lo mollò lì.
Thad continuò a fissare il punto da cui era sparito per una decina di secondi, poi infilò il cucchiaio in quella brodaglia disgustosa e lo avvicinò alle labbra. Tentò inutilmente di deglutire, e scoprì con disappunto di non riuscirci. Ora non aveva fame neanche lui.



5. Respiro affannoso

Tutti i Warblers correvano nel tracciato di sterrato nel cortile della Dalton. L'attività fisica era obbligatoria, e c'era una vastissima scelta: atletica o boxe. Che passatempo volgare, la boxe, di pro aveva che potevi picchiare qualcuno senza essere punito, ma era così... privo di eleganza (?), quindi era stata una decisione abbastanza obbligata.
L'unica cosa che consolava Sebastian era l'incapacità degli altri, soprattutto di Trent. Rotolando sarebbe stato più veloce. Ogni volta che gli lanciava un'occhiata era in fondo alla fila, rosso e accaldato come se fosse appena uscito da una
sauna, ma si metteva sempre a sghignazzare e perdeva posizioni. Lo usava solo come ultima risorsa in caso di depressione acuta. Che benedizione, quel ragazzo!
Comunque quel giorno si sarebbero allenati per la campestre, e questo voleva dire UN INTERO CHILOMETRO di corsa, e questo gli faceva precipitare il morale sotto le Nike firmate che portava. Stava per avere un infarto, ogni respiro era come una coltellata al cuore, l'aria fresca gli sembrava acido nei polmoni, i legamenti parevano fatti di argento vivo, e ed più bagnato che dopo una doccia. Erano solo i primi 800 metri.

L'unico che reggeva il suo passo era sempre il solito Thad, che correva accanto a lui, almeno finché con un tonfo sbatté addosso ad un ostacolo che non aveva notato, e rotolò per terra con dei gemiti. Sebastian rallentò l'andatura per godersi meglio lo spettacolo.
“Harwood, dovresti smettere di guardarmi e vedere dove cammini!” gli urlò, voltandosi, ma senza fermarsi. Continuò a ridacchiare, senza badare molto a dove mettesse i piedi.
Poi la gamba sinistra inciampò in qualcosa di duro che lo trascinò per terra, fra la polvere. Stava ancora tentando di rialzarsi e terminare quella tortura, mentre Thad gli passò accanto quasi volando, tanto era veloce.
“Cosa stavi dicendo, Sebastian? Scusa, non riesco a sentirti, il rumore della vittoria, sai...”
Questo diede al ragazzo a terra la forza di ripartire. Iniziò a correre, ignorando il dolore lancinante alla caviglia sinistra, ripartì verso il traguardo. Non poteva farsi superare in quel modo.
Mancavano gli ultimi 100 metri. Sebastian correva e tentava di non posare a terra la caviglia, mentre Thad sembrava sul punto di vomitare anche l'anima.

Se solo la caviglia non mi facesse tanto male...”
“Se solo non avessi uno stomaco...”
Arrivarono insieme sotto lo striscione, nonostante gli sforzi che entrambi avessero fatto per vincere. Sebastian si buttò fra l'erba e Thad si diresse verso il cestino.
“Ma chi ce l'ha fatto fare?” bisbigliò dopo aver vomitato.
“Se mi amputassero la caviglia, probabilmente farebbe meno male” gemette Seb.

Thad corse nello spogliatoio. Magnifico, quel cuor di leone scappa appena c'è un problema, ma che persona gentile. Dopo un minuto circa ne uscì sventolando una cassetta bianca con una croce rossa sopra.
“Crocerossina Thad al rapporto” sorrise lui, mentre frugava per trovare il ghiaccio.
“Ti manca solo l'uniforme sexy e sei perfetto” ghignò Sebastian. Thad sospirò: era mai possibile che quel ragazzo scherzasse anche, e soprattutto, nelle occasioni inopportune?

Va meglio?” chiese dopo averglielo posato sulla caviglia gonfia.
Sebastian si lasciò sfuggire un sospiro di soddisfazione
“Sbaglio o quello era un sospiro da orgasmo?”
“Che ne sai tu dei miei sospiri da orgasmo?”
“Tiravo ad indovinare.”
Thad si allontanò dal compagno. Era scientificamente provato: in presenza di Sebastian faceva il doppio, o addirittura il triplo, delle figure di merda consentite dalla legge. Faceva così caldo quel giorno! L'attività fisica dovrebbe essere sospesa in giornate del genere!

Prese una borraccia di qualcuno dal bordo del campo e se la verso addosso, fino all'ultima goccia. Assaporava quella sensazione bellissima dell'acqua fresca (beh, in realtà era abbastanza calda, ma rispetto alla sua temperatura corporea era nulla!) sulla pelle, sperava solo che non evaporasse subito.

Con gocce d'acqua che ci scendevano ancora dai capelli e finivano per bagnare la maglietta e farla aderire ancora di più al corpo, si andò a sedere vicino al suo paziente per aspettare che anche Trent arrivasse al traguardo.


6.
Palpitazioni
Le Regionali, ecco l'occasione perfetta per sputtanare pubblicamente la Berry, Blaine e Faccia-da-Checca (che non calcolava abbastanza da chiamarlo per nome). Tutto era andato secondo i piani: assolo, canzone sexy, ottima forma fisica, ma non si sentiva ancora tranquillo. Avevano terminato l'esibizione benissimo, ma qualcosa ancora non lo convinceva del tutto.
L'idea delle mosse sexy non era affatto male, doveva rendere questo merito a Wes, ma un conto era che le facesse lui, aka il Dio del Sesso, un'altra era che le facesse Palla-di-Lardo, ma Wes questo non lo poteva capire, ovviamente: era accecato da qualcosa comunemente chiamato “amore”. Non era affatto sicuro che fosse venuta una cosa sensuale al punto giusto.

Erano appena usciti dalle quinte, e aveva il cuore a mille; qualsiasi attrezzatura medica sarebbe andata in tilt a sentire il suo polso. Sentiva il sangue pompare nelle vene con una forza impetuosa, e andava in giro alla cieca nei camerini, fino a ritrovare il suo, condiviso, ma guarda un po', con Thad. Lo trovò intento a sciacquarsi la faccia, ma quando si accorse del suo ingresso chiuse il rubinetto, arrestando immediatamente la corrente.
“Sebastian, sei stato fantastico! DAVVERO!” e, inaspettatamente lo abbracciò.
Il suo cuore iniziò a battere ad un ritmo ancora più forsennato di prima. Gli sembrava impossibile che non esplodesse fuori, lasciando l'interno del suo corpo in condizioni giudicate da tutti i medici irreversibili. Come era possibile che Thad non lo sentisse?
“Cos'è tutto questa dimostrazione di affetto?”
“Non so, scusa. E' solo che aspettiamo da mesi questo momento e ora finalmente è finito. Mi sento un po'... dispiaciuto. Ma abbiamo fatto, cioè, hai fatto del tuo meglio, e sono sicuro che abbiamo vinto.” sciolse l'abbraccio e si allontanò da lui, a disagio.
“Hai anche qualche dubbio, Harwood?”


Dopo neanche 10 minuti, trovò una risposta alla sua domanda.
Santasnixx: Amico, sei nella merda. Sei innamorato, e cotto.

No. era umanamente impossibile. Lui non poteva essere innamorato di Thad Harwood.



Davvero, io ci ho messo l'anima, in questa ff.

Ringrazio ND_Warlbers518 e Jeffiesbrain, appassionate Thaddaster :3

La canzone è Just a Dream , più precisamente la cover di Sam Tsui e Christina Grimmie (?).

  
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