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Autore: KIAsia    18/06/2012    5 recensioni
E se Kurt fosse il 'Parrucchier Kurt Hummel di Hair Brittana Style', bravo e pronto alle sfide e se Blaine volesse un taglio che non comprenda tutto quel gel e andasse al salone 'Hair Brittana Style'..
Prima FF e questo 'sclero' è causato dalla mia risposta 'non ho più sensibilità alla testa, ormai' sempre uguale davanti al parrucchiere che chiede se sento male quando pettina.
Dal Testo:
Lì ci trovai un ragazzo basso con gli occhi color ambra a fissare il soffitto, mi soffermai a controllare i capelli: media lunghezza, ricci anche se sommersi da una quantità industriale di gel; chissà quanto ci spende pensai. [...]
"Basta un balsamo che funzioni perchè altrimenti con lo pettini questo ammasso di capelli" disse indicandosi la testa. Gli sorrisi "Ok, che si cominci!".
NB: sono presenti parolacce perchè.. perchè Sì, ovvia!
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Puck/Quinn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono in ritardo.. Molto in ritardo e mi faccio schifo! Mi vergogno tanto! Vi lascio al capitolo!

 

Mi svegliai sentendo un corpo caldo vicino a me e i suoi capelli biondi che mi facevano il solletico sulla guancia. Cercai di non svegliarla muovendomi piano ma sapevo benissimo che aveva il sonno leggero infatti poco dopo fece un mugolio stropicciandosi gli occhi con la mano.

“Buongiorno” disse con voce roca.

“Buongiorno anche a te! Che bella giornata che c'è!” risposi aprendo la finestra e mostrando il cielo.

“Kurt, Stai bene?” chiese stupefatta.

“Sì, benissimo! Perché?” esclamai con un sorriso stampato sul volto. Lo avrei rivisto al bar e non vedevo l'ora di sedermi con lui per godermi la sua compagnia e il caffè.

“No sai, sta diluviando e te ne esci con la frase 'Che bella giornata'.. Non è tanto normale!” rispose Quinn poi aggiunse “Aspetta.. Perché sono nel tuo letto? Che ci faccio nella tua casa? Oddio che ore sono? Devo andare a lavoro.. se sono in ritardo io ti ammazzo!” mi minacciò arrabbiata e corse fuori dalla porta senza aspettare risposta. Ci misi molto più del solito a scegliere i vestiti e svuotai il guardaroba per poi prendere il primo completo che mi ero provato, finiva sempre in quel modo. Ero agitatissimo solo per un caffè.. un caffè con Blaine..

Oddio che mi sono addosso! I miei capelli! Oddio sono un disastro. No, Basta. Devo uscire di casa, come sono sono, non ho altro tempo.

Uscii di malavoglia e andai al salone, contai minuto per minuto e non prestai molta attenzione al lavoro che svolgevo, lo facevo e basta. Non parlai con i clienti e per la prima volta da mesi ormai San non dovette farmi la predica per essere arrivato in ritardo essendo un perfetto orario. Mancavano nemmeno 10 minuti dalla pausa, nemmeno 10 minuti dal caffè, nemmeno 10 minuti dal rivedere Blaine... Ok, calma e sangue freddo!

3-2-1.. “Ciao San, torno tra una 15ina di minuti.. a dopo!” urlai già con un piede fuori dalla porta.

“O-ok Kurt!” rispose stupita Santana che mi guardava correre per la strada.

Entrai nel locale fradicio, non avevo aperto l'ombrello dalla troppa furia. Idiota!

Cercai Blaine con la coda dell'occhio ma non lo vidi quindi mi sedetti ad un tavolino vuoto con il mio caffè. Non sarebbe venuto, mi ero illuso. Idiota-Idiota-Idiota.

Mentre pensavo alla mia stupidità la porta si aprì e vidi entrare Blaine e mi resi conto di quanto in realtà fossi stupido. Ero in anticipo, Stupido.

Mi salutò con la mano, restituii il saluto ed aspettai che si accomodasse accanto a me.

“Ciao, come va?” domandò.

“Bene, grazie! Tu?”

“Tutto Ok. E' stata una giornata pesante, quei bambini sono delle piccole pesti.” rispose sorridendo.

Quel sorriso che lasciava vedere i denti grandi e bianchi e mi faceva mancare il respiro c'era sempre insieme a quegli occhi grandi di un colore indecifrabile e a quelle sopraciglia triangolari.

Bevemmo il caffè guardandoci in silenzio, un silenzio strano. Era come se avessimo tante cose da dire ma nessuno dei due volesse parlare per non rovinare quel momento. Sì, era un momento perfetto, tranquillo, quello nel quale provi troppe sensazione e non sai quale sia la più importante, quello dove ti trovi a osservare l'altro senza distogliere lo sguardo quando anche lui fa lo stesso. Perfetto.

Rompo io quel silenzio “Quindi lavori all'asilo?” chiesi.

“Cos- no.. Insegno alle elementari. Quel lavoro mi piace. I bambini ti insegnano sempre qualcosa, ognuno è diverso e devi sempre riuscire a capirlo per fargli apprendere la materia. La matematica alle elementari va presa sul divertimento altrimenti li peserà per sempre.” spiegò tutto di un fiato. Si vedeva che amava il suo lavoro.

“Sono sicuro che, con te come insegnante, piacerebbe a tutti la matematica!” Oddio, l'ho detto davvero? NO! Cavolo. Diventai rosso come un gambero e cercai di sorridere nascondendo la mia vergognosa figura, sorrise ancora.. Ma allora mi odia!? Non può sorridere sempre! Io muoio, addio mondo!

“Grazie. E a te piace il parrucchiere? Direi di sì visto che hai domato questi capelli!” disse, lo ringrazia mentalmente per aver cambiato discorso.

“Oh sì, tantissimo! Devo ammettere che non era la mia ambizione però mi diverto e ogni giorno è una nuova sfida anche se sempre dentro la routine. Bello!” risposi

“Oh.. E a cosa aspiravi?” domandò incuriosito

“A diventare un cantante di Broadway ma non ha funzionato” dissi, ormai era passato il periodo in cui rimpiangevo il non esserci riuscito, o comunque riuscivo a mentire anche a me stesso. Era stato un colpo basso non essere stato accettato alla NYADA e tutt'ora rimpiango di essermi arreso alla prima, non è da me. “E te, hai sempre ambito al maestro?”

“Beh. No ma sono contentissimo.” esclamò

Rimasi stupito. “Ma come? Con la voce che ti ritrovi non avresti voluto fare il cantante?”

“Sì. Ma per fortuna non è andata.- disse sicuro, poi aggiunse- .. perché ripensandoci la fama, sai tutta la gente che ti acclama o che vuole un autografo o la vita privata che sparisce e devi stare attento ai paparazzi, non la amerei. A me piace la semplicità!” concluse.

“Oh.” ecco tutto ciò che riuscii a dire, non aveva torto ma la vedevo diversamente, non avevo mai pensato ai paparazzi o alla privacy.

Continuammo a parlare di qualsiasi argomento: dai lavori più brutti alle riviste appena uscite; dai libri agli attori dei film; dagli animali fino ai gusti del gelato. Alterammo momenti di risate a momenti tristi o seri. Fu bellissimo e persi completamente la concezione del tempo.

“Oh cavolo, sono in ritardo. Devo andare.. Ciao Bl-”

“No, Aspetta!” mi interruppe. Si alzò dalla sedia e piano si avvicinò a me. Mi mancò il respiro.

Cosa stava facendo? Cosa voleva fare? Era possibile che-

Sentii il suo respiro caldo e al sapore di caffè soffiarmi sul viso e i suoi occhi che oscillavano tra la mia bocca e i miei occhi.

Oddio e ades-

Mi baciò. Le sue labbra sfiorarono le mia con delicatezza inizialmente per poi aumentare il contatto, il cervello mi si vuotò e chiusi istintivamente gli occhi e, dopo aver sentito la punta della sua lingua premere sulle mie labbra dischiusi le mia per permettergli di entrare e far scontrare le nostre lingue.

Durò per un momento interminabile finché non ci staccammo e, con i respiri pesanti, ci guardammo negli occhi con un sorriso ebete che nasceva su entrambe le facce.

Ecco cos'era il colpo di fulmine. Questo, l'amore a prima vista. Già da quando venne con quei capelli era stato diverso che da tutti gli altri clienti. Era diverso.

“O-ok. Bene... Adesso devo andare.. ci sentiamo.. O-ok?” disse allontanandosi un po'.

“Sì. Ci sentiamo.” risposi convinto e mi voltai dirigendomi verso il negozio.

Sì, Sì, Sì, Sì! Yeah.

***

Verso le 3:00 mi arrivò una chiamata da Quinn, risposi:

“Pronto?”

“Ciao Kurt, senti Beth non si sente bene, ha la febbre, ma Puck oggi non può e io non posso mai e volevo sapere a che ora saresti potuto andarla a prendere se non ti scoccia, ecco-”

“Zitta Quinn.. Va benissimo. Vado subito, non ho prenotazioni a mio nome e un giorno senza di me non muoiono, vado!”

“Oddio Kurt, Grazie! Come farei senza di te.... Ciao!” riattaccò.

Come previsto San mi permise di andarmene, presi la macchina e mi diressi alla scuola di Beth.

Arrivai alla segreteria e chiesi alla custode dove fosse la classe 5A, mi indicò la strada e firmai per poterla portare a casa essendo stato autorizzato insieme a Puck.

Mi trovai davanti alla porta della classe tutta colorata con attaccate delle farfalle. Bussai ed entrai.

“Buongiorno sono qui per portar via Beth Puckerman, ho già firmato” mentre dicevo questo cercai con lo sguardo la bambina che trovai accovacciata sul banco che, appena sentii il suo nome, alzò la testa e mi sorrise.

“Ciao zio Kurt. Grazie di essere venuto, pensavo non venisse nessuno! Arrivo, ho già fatto lo zainetto.. posso andare vero Maestra?” biascicò la bimba.

“Certo tesoro, vai pure. E guarisci” disse la maestra.

Uscimmo dalla classe, la presi in collo baciandola sulla fronte e tornammo in macchina senza accorgersi che un altro maestro familiare sia per me sia per lei ci guardava triste e rassegnato.

“Come stai scrucciolo?” domandai arrivati a casa “Vado a farti una camomilla, ok?”

“Sì, sì.. Io vado a letto... Sono stanchissima!” esclamò sbadigliando.

“Certo.”

Preparai la camomilla, aspettai un po' per portargliela in modo che si raffreddasse. Però la feci inutilmente perché appena entrai nella stanza la trovai addormentata. Che angioletto è quando dorme, solo quando dorme per altro!

La coprii meglio e posai la tazza nel comodino di fronte per poi tornare in cucina a guardarmi un film. Mi si chiusero gli occhi durante le pubblicità, era stata una giornata straordinaria.

“Ehii- sentii qualcuno scuotermi dolcemente- Ehi Kurt svegliati.. sono tornato a casa, vai a dormire di là forza!” mi propose una voce che riconobbi come quella di Puck.

“O-ok.” Mi alzai traballante e mi dirigei verso la camera da letto di Puck e Quinn poi mi ricordai di cosa era successo. “Oddio, mi sono addormentato! Che ore sono? Vado a casa mia Puck. Ci si vede!” non gli detti nemmeno il tempo di rispondere che già ero uscito, entrato in casa, buttato sul letto ancora vestito e tornato nel mondo dei sogni.

 


Non era possibile! Mi stavo sbagliando.. sicuramente. Chiamai Seb, lui era sempre pronto ad ascoltare le mie sclerate, o almeno a fingere di ascoltarle.

“Pronto Blaine?” sentii dall'altra parte del telefono.

“Sì, sono io.. Oddio sono in un casino ed è tutta colpa tua.. cioè tutta mia e della mia cretinaggine! Uffa!” sbottai tutto di un colpo.

“Blaine, Blaine calmati.. dove sei? Mi stai spaventando!” esclamò preoccupato.

“Sono a casa.. .. o forse sotto casa tua e vorrei entrare ecco!”

“Cosa?! Ma te sei malato!? Che ci fai davanti al portone di casa MIA!” quelle parole non mi arrivarono solo dalla cornetta del telefono ma anche dalla finestra del secondo piano di casa Smythe/Harwood. Riattaccai

“Posso salire?”

“Te sei scemo. Vieni sali!”

Mi aprii la porta e arrivato davanti alla porta mi buttai sul divano e con riluttanza gli spiegai la situazione.

“Allora, hai presente Kurt il parrucchiere?..”

“Sì.. vai avanti! Mi hai detto che vi siete baciati, giusto?”

Ignorai la sua domanda cercando di non piangere come un adolescente. “Oltre a essere un parrucchiere è anche padre.”

“COSA!? Ma che cazzo dici?” urlò Seb con la mascella che quasi toccava terra.

“Beh tutto torna.. L'ho visto arrivare a scuola a prendere Beth, una mia allieva, e portarsela via in braccio con fare premuroso” spiegai

“E allora, potrebbe essere un altro parente!”

“Sì certo, un altro parente che vive nella stessa casa?- mi presi la testa tra le mani- Ti ricordi che ti avevo detto che quell'indirizzo non mi era nuovo? Beh era quello di Beth e poi la madre non è mai venuta a prenderla, solo un uomo alto con la cresta e Beth disegna sempre tre persone con lei: due uomini e una donna.. Ahh! E una volta si è arrabbiata perché un suo compagno ne ha offeso un altro dicendogli 'Finocchio' .. Ahh! Che palle!”

“Oddio Blaine che sculo che hai!

“Che succede qui?” Thad  si intromise nella discussione “B. che succede? Perché quelle facce sconvolte?” esclamò preoccupato.

“Un casino, ecco cosa! Prima Jeremia, poi Seb ed ora un genitore di una mia alunna! Non mi va mai giusta!?” Sprofondai nel divano.

“Oh no! Non ci credo!” disse Thad mettendosi una mano sulla bocca scioccato.

“E adesso che farai Blaine?”

Ecco cosa farò? E che cazzo, non lo so!

Non sapevo come affrontare la cosa, era troppo complicato. Come mi sarei dovuto comportare? Argh Che rabbia! Sapevo benissimo cosa sarebbe successo e il mio cuore già piangeva al pensiero con tutto il mio essere ma era la cosa giusta da fare. Si poteva già intravedere la prima lacrima

“Niente. Chiudo qualsiasi cosa sia cominciata con Kurt Hummel.”

Piansi per tutta la notte. Era finita.

 

 

Scrive cercando di scansare le sassate:

C-ciao... Oddio mi odierete! *scappa a prendere una padella per proteggersi*

Come va?

Ah-ah-ah. Scusate sto sclerando.. Indovinate perché ci ho messo tanto a scrivere:

  1. sono stata impegnata... Bugia!

  2. Questo capitolo è stato difficile (Kliss) e doloroso (Part finale).... Non del tutto vero!

  3. Mi si è rotto il computer... Bugia!

  4. Ho perso il file... Bugia anche questa!

  5. Ho letto tutte le FF che mi hanno aggiornato... Ahahha Eccola!

Già sono una lettrice anche e in questa settimana non la finivano di aggiornare e alcune delle più belle sono finite e mi dicevo sempre 'questa è l'ultima' ma poi se ne aggiungeva un altra e mi ritrovavo a non aver scritto nemmeno quel giorno.. Però questo fine settimana non avevo davvero il computer!

Tanto non vi è mancata tanto questa FF quindi..

A parte ciò: Il capitolo è quello fondamentale dove si sono baciati (sicuramente non ho descritto bene la scena ç___ç) e poi in finale abbiamo un Blaine che fa la scelta giusta se solo le sue supposizioni fossero giuste. Direi che mi odiate! ..Io mi odierei. XD

Alla prossima, per chi continuerà a leggerla, Asia.

 

PS: Grazie mille a tutti quelle che l'hanno aggiunta nelle preferite/seguite/ricordate e grazie a chi l'ha recensita.. Mi fa sempre un gran piacere! Mi illudo che piaccia seriamente. >.<

  
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