Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Acetona    18/06/2012    17 recensioni
"Quando smetterai di contare le stelle, in quel momento io smetterò di amarti."
Brittana one-shot
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Count the stars

 

 

 

Avevamo diciassette anni quando capii che eravamo anime gemelle. Sapevo già da un po’ di essere innamorata di te. Credo di averlo sempre saputo. Ti ci é voluto del tempo per ammettere i tuoi sentimenti per me, e, anche se c'è stato un momento in cui ti ho ferita più di quanto nessun’altro avesse mai fatto, siamo sempre tornate l’una dall’altra. Era sempre stato così. Non esisteva Santana senza la sua Brittany, non esisteva Brittany senza la sua Santana. Quando eravamo più giovani, facevamo sempre dei pigiama party sotto le stelle, se il tempo era bello. Crescendo, abbiamo mantenuto la tradizione, ma le timide mani intrecciate sono state sostituite da baci rubati e dichiarazioni d’amore sussurrate. Non credo che potrò mai dimenticare quanto tu fossi bella, quella notte.

Eravamo sdraiate sull’erba, spalla contro spalla, le nostre mani intrecciate mentre guardavamo il cielo notturno cosparso di stelle. Parlammo di quanto sarebbe stato fantastico il nostro ultimo anno, ora che eravamo insieme e pronte a dirlo ai nostri amici. Poi, quando dissi che ti amavo con tutto il mio cuore, girasti la testa e mi guardasti, i tuoi occhi brillavano di così tanto amore e ammirazione che non ebbi nemmeno bisogno di sentire la tua dichiarazione.

"Guarda le stelle, B." Mi sussurrasti a bassa voce.

Ti lanciai uno sguardo incredulo, ma feci come mi avevi chiesto. Alzai gli occhi al cielo, sembrava che brillassero più stelle quella notte che in qualsiasi altra prima d’allora. Dovevi aver intuito che mi stavo perdendo nei miei pensieri, perché mi scuotesti gentilmente.

"Inizia a contarle".

"Ma Santana" ti dissi, confusa. "Sono tantissime!"

Sorridesti con quel tuo sorriso bellissimo, e annuisti con la testa, ti girasti sui gomiti e ti posizionasti sopra di me.

"Contale, Britt. Quando avrai finito di contarle, io avrò smesso di amarti" mi dissi prima di sporgerti in avanti per catturare le mie labbra con le tue.

In quel momento capii che non avrei mai voluto che tu smettessi di amarmi.

Volevi solo farmi capire quanto mi amavi in un modo che avrei trovato affascinante. Ti è sempre piaciuto affascinarmi. Forse ero meno brava della media a scuola, ma questo non significa che non fossi intelligente, o in grado di capire le persone. Gli altri pensavano che fossi stupida, ma tu non lo avevi mai pensato. Tu eri l'unica persona che mi avesse mai chiamato intelligente, e non lo dimenticherò mai.

La maggior parte della gente credeva che io e te non saremmo durate, ma dimostrammo che si sbagliavano. Avevamo ventun’anni quando ci sposammo. A New York, naturalmente, con Kurt responsabile del nostro matrimonio e Quinn e Rachel al nostro fianco, come nostre damigelle d'onore. Eri così dannatamente bella, Santana. Le parole non possono esprimere l'incredibile quantità di emozioni che mi assalì quando ti vidi camminare lungo quella navata in un bel vestito bianco, con le lacrime che già correvano sul tuo viso. Fu il secondo miglior giorno della mia vita.

Il giorno più bello della mia vita fu un anno e mezzo dopo, quando Jackson Jason Pierce-Lopez venne al mondo. Era perfetto, tu eri perfetta. Quel giorno tutto era perfetto. Avevi sempre avuto così paura all’idea di essere madre, paura che saresti stata come i tuoi genitori, ma quando scoprimmo che non potevo avere figli, cogliesti al volo l'occasione per provare a rimanere incinta. Passammo attraverso tutte le procedure: la fertilizzazione, la fecondazione artificiale, tutto. Lo facemmo insieme, e il nostro duro lavoro diede i suoi frutti, alla fine. Vivevo una vita da favola. Avevo la mia regina e il mio dolce piccolo principe. Ma le favole finiscono, e, a volte, non hanno un lieto fine.

Ricordo il giorno in cui la mia Sanny mi venne portata via.

Mi svegliasti con un dolce bacio su una tempia, dicendomi che era giunto il momento per te di andare in ospedale. Ero così fiera di te per aver completato la scuola di medicina, eri sulla buona strada per essere uno dei migliori medici di tutta New York, ma il tuo cuore voleva aiutare le persone che ne avevano più bisogno. Come ho detto, ero orgogliosa di te, soprattutto per la tua dedizione al lavoro. Ricordo che scherzando quella mattina a colazione, ti dissi di chiamare e darti malata, e passare la giornata con me e JJ. Mi rivolgesti un sorrisetto alla Santana Lopez, e mi ha dicesti che avevi delle vite da salvare. Feci il broncio, per poi spazzarlo via dopo un momento con un bacio e un dolce "ti amo".

Ti avvicinasti a JJ, e lo avvolgesti in un abbraccio. "Ciao mijo, ti voglio bene. Fai il bravo con la mamma e mami ti porterà il gelato."

"Sono solo poche ore, mi preciosa" mi dicesti, con un sorriso. "Tornerò a casa da te."

Io annuii col capo, d'accordo, e ti diedi un altro bacio. Se avessi saputo in quel momento che quella sarebbe stata l'ultima volta che ti avrei vista, abbracciata, sentito le tue labbra sulle mie, l’avrei fatto durare più a lungo. Avrei versato tutto il mio amore in quel bacio, ma non avevo idea che quel giorno avrei ricevuto la telefonata peggiore della mia vita. Mi dicesti che saresti tornata a casa da noi. Non lo facesti.

Ricevetti la chiamata verso le otto, proprio dopo aver finito di mettere JJ a letto. Ero emozionata, avevo visto che era il tuo numero del lavoro, ed ero convinta che stessi uscendo in quel momento e che presto saresti tornata a casa. Immagina la mia sorpresa, il mio shock, quando il mio orecchio sentì la voce di un ufficiale di polizia, non la tua. Mi disse che era molto dispiaciuto, che un uomo aveva cercato di rubare delle medicine dalla clinica quel giorno, e che, quando ti eri rifiutata di dargliele, aveva tirato fuori la pistola e, beh, ti aveva portata via da me.

Pensai che fosse uno scherzo, scherzo un po’ crudele, un crudele pesce d’aprile che avevi organizzato per me. Corsi anche a controllare la data sul calendario. Quando realizzai di colpo che no, non era uno scherzo, mi sedetti sul nostro letto e piansi. Piansi per ore. Chiamai Quinn, poi Rachel, poi tutto il maledetto Glee club. Cercarono di confortarmi, ma nessuno sapeva davvero come fare. Solo tu sapevi che quando ero sconvolta mi piaceva guardare “Lady in the Tramp” con il mio pigiama con le anatre, mangiando gelato alla fragola, ma tu non c’eri più. Ci provarono però, e, guardando indietro, questo è ciò che conta.

Tutto il Glee club era presente al tuo funerale. Mi riscaldò un po’ il cuore vederli tutti lì, non che io ne dubitassi, ma tu l’avresti fatto. Pensavi che tutti loro ti odiassero, ma, mio Dio, Santana, era l'esatto contrario. Non c'era un solo occhio asciutto, e questo includendo anche il Coach Sylvester. Ti amavano, Santana, forse non tanto quanto me, ma ti amavano, a modo loro.

Ci fu un momento in cui pensai che non sarei mai riuscita a superare tutto questo. Che non sarei mai stata in grado di svegliarmi la mattina senza di te al mio fianco, ma dovetti essere forte per JJ. Aveva perso la sua mami tanto quanto me. Dopo che ci lasciasti, Santana, iniziò a parlare solo in spagnolo. Era straziante e accattivante allo stesso tempo. Era difficile cercare di parlare con lui, per dirgli che sarebbe andato tutto bene, perché ogni volta che cercavo di farlo sedere se ne andava gridando: "No me gusta hablar!". Mi spezzava il cuore, perché era una cosa così alla Santana Lopez da dire.

Dopo un po’ è andata meglio, sto ancora male, ma la ferita non è più così fresca. JJ ti somiglia sempre di più ogni giorno che passa, Santana. É come se ti avessi qui con me, sotto forma di un ragazzo di quasi quattordici anni. É testardo come te, ma alto come me. Ha i tuoi capelli e i tuoi occhi, ma ha il mio naso e la mia bocca. La sua pelle è dello stesso color caramello che era la tua, e, ti giuro, Santana, se sentissi la serie di maledizioni in spagnolo che provengono dalla bocca di questo ragazzo quando inciampa o sbatte la punta del piede, impazziresti. So che probabilmente dovrei sgridarlo per questo, ma non lo faccio perché mi ricorda te.

Oggi é il nostro anniversario, e non immagineresti mai quello che sto facendo adesso, San. Beh, probabilmente potresti, perché mi conoscevi meglio di chiunque altro. Comunque, sono seduta fuori sul balcone, a guardare le stelle con JJ.

"Hey, mamma?" la sua voce interrompe i miei pensieri.

"Sì, piccolo?" gli rispondo, anche se lui odia quando lo chiamo così.

"Ti manca mami?"

La sua domanda mi stordisce per un attimo, sento i miei occhi appannarsi a causa delle lacrime prima di schiarirmi la voce e rispondergli.

"Ogni singolo giorno, JJ».

Lo vedo alzarsi con la coda dell'occhio. Mi abbraccia e poi torna dentro, lasciandomi alle mie riflessioni. É sempre stato perspicace nel capire le persone, sa quando lasciarti spazio o darti un abbraccio, o nel mio caso entrambi.

Avevamo diciassette anni quando mi dicesti di contare le stelle, ventotto quando venisti portata via da me. Ne ho trentasei ora, Santana, e non ho ancora smesso di contare. Ho intenzione di continuare a contare fino a quando non ti vedrò di nuovo, finché non ti sentirò sussurrare " Te amo, Brittany ", nel mio orecchio. Non potrò mai fermarmi. 356.893 stelle. E sto ancora contando, amore mio.

 

 

 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate! :D

Alla prossima (con Tutto quello che non ho mai detto  e  Amitiée Améliorée)


B.

P.S. grazie alla mia beta! Finalmente me ne ho trovata una! :D

   
 
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Acetona