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Autore: Severa Crouch    19/06/2012    5 recensioni
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
In questa raccolta saranno presenti tutte le sfide che la sottoscritta ha accettato nel corso dell'iniziativa. Che il crack-pairing sia con voi!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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In risposta alla sfida lanciata da Charlotte McGonagall in cui mi chiedeva di scrivere una song-fic ispirata a Tomorrow dei Cranberries con il pairing Regulus Black/Marlene McKinnon 



Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

 

 

Domani
 

 

Tomorrow could be too late, 
I wish I could change the date.
Tomorrow could be too late, 
If only you had some faith.
Too young, too proud, too foolish, 
Too young, too proud, too foolish.



“Regulus, tu sei pazzo”, esclamò ridendo Marlene.

Marlene era bella, esile e leggera come una ballerina.

Quando rideva a Regulus sembrava che danzasse, perché aveva quel modo così spontaneo di buttare il capo all'indietro che sembrava un passo di danza, reso ancora più armonico dai lunghi capelli biondi che ondeggiavano ritmicamente.

Marlene era musica, per le orecchie e per gli occhi di Regulus. Marlene ritmava il cuore di Regulus e lui non poteva fare a meno di divertirsi facendole dei piccoli scherzi.

La loro storia era segreta, da sempre.

Lui si appostava dietro un angolo, aspettando che Marlene passasse. Lei che aveva sempre la testa tra le nuvole, persa nei romanzi che leggeva e nelle cose da fare.

Marlene era una sognatrice, anche da sveglia. Una preda perfetta, Regulus amava tirarla a sé, vedere i suoi enormi occhi azzurri spalancarsi e poi scoppiare in una risata: “Sei pazzo, Black!”

“Vieni via con me”, diceva Regulus, guardando nell'azzurro di quegli occhi divertiti. Sorridendo nel vedere che lei lo seguiva, le dita intrecciate, correvano insieme, verso il ripostiglio delle scope - quello dove Gazza non andava mai - o un'aula vuota.

Diventavano posti perfetti per baci proibiti e per un'intimità che sembrava non esistere ad Hogwarts.

 

“Ti fidi di me?”, le aveva chiesto un giorno, quando la scuola era finita e loro erano distesi in un parco. Dopo l'esame di Materializzazione avevano scoperto il modo per passare le estati insieme, con la scusa di fare una passeggiata si vedevano in posti sperduti.

Si amavano, sempre in segreto, perché la vita stava separando le loro strade.

Loro lottavano contro la guerra e le rispettive famiglie, per rivendicare quel briciolo di autonomia che consentisse loro di vedersi, e amarsi.

“Quando finirà questa guerra mi sposerai, Black?”

Aveva chiesto Marlene, così, all'improvviso, mentre giacevano quasi nudi in un prato disperso tra le verdi colline del Galles.

“Siamo in guerra, perché fai progetti?”, chiedeva Regulus spiazzato da quella domanda.

Presto sarebbe stato iniziato dal Signore Oscuro e non riusciva a vedere alcun futuro, per questo rimaneva così saldamente attaccato al presente.

Era con Marlene, adesso, in quel campo e non importava altro.

“Perché pensare al domani mi aiuta a sopportare la guerra di oggi”, rispose lei, che ancora aveva negli occhi e nelle orecchie le urla strazianti della sua famiglia.

Uccisi dai Mangiamorte, tutti.

Regulus sentì una fitta allo stomaco, strinse Marlene a sé e con l'indice seguì il profilo del suo viso, perso nell'armonia delle proporzioni della sua amata.

“Domani potrebbe essere tardi”, rispose lui cupo.

 

“Sei stato così stupido, orgoglioso e folle!”, urlava Marlene, con le lacrime che le rigavano il viso, sfogando la rabbia contro le scogliere della Cornovaglia. Il mare copriva le sue urla, il vento le scompigliava i capelli, non c'era più nulla di armonico in lei, mentre la salsedine rendeva ancora più salate le lacrime.

Aveva smesso di danzare, Marlene. Da quando Regulus era andato in una stupida grotta, si era fatto fare sul braccio uno stupido Marchio e le aveva voltato le spalle, mentre lei continuava a fare progetti. Si era accorta che il tempo era scaduto.

Adesso, Marlene era sola.

Che rumore fa un albero che cade nella foresta se nessuno lo ascolta?

Che rumore fa il dolore di Marlene se nessuno è più con lei? Se nessuno le vede le lacrime, se nessuno ascolta il suo pianto, se nessuno vede Marlene?

   
 
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