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Autore: Lycoris    19/06/2012    2 recensioni
[CROSSOVER DOCTOR WHO/THOR (PRE FILM)] Perché con una macchina fantasticamente sexy che viaggia nel tempo e nello spazio e un’infinità di opzioni possibili ovviamente doveva decidere di atterrare nel mezzo di un banchetto nel palazzo reale di Asgard per “vedere quale reazione avrebbero avuto i nativi davanti a una componente inattesa e non prevedibile”.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel famigerato picnic ad Asgard Titolo: Quel famigerato picnic ad Asgard
Fandom: Doctor Who/Thor
Pairing: Doctor/River, Thor/Loki invisibile *o quasi* 
Rating: PG
Chapter: Unico
Beta: Beta? Quale beta?
Genere: Crossover, Generale, Comico.
Warning: Crossover, Missing Moments, One Shot, Demenza a tratti.
Summary: [CROSSOVER DOCTOR WHO/THOR (PRE FILM)] Perché con una macchina fantasticamente sexy che viaggia nel tempo e nello spazio e un’infinità di opzioni possibili ovviamente doveva decidere di atterrare nel mezzo di un banchetto nel palazzo reale di Asgard per “vedere quale reazione avrebbero avuto i nativi davanti a una componente inattesa e non prevedibile”.



Quel famigerato picnic ad Asgard





Ora ricordava perché odiava gli archeologi. 


Rettifichiamo, le archeologhe.


Soprattutto se il loro nome iniziava con River e finiva con Song.


Perché con una macchina fantasticamente sexy che viaggia nel tempo e nello spazio e un’infinità di opzioni possibili ovviamente doveva decidere di atterrare nel mezzo di un banchetto nel palazzo reale di Asgard per “vedere quale reazione avrebbero avuto i nativi davanti a una componente inattesa e non prevedibile”.


Ovviamente.


Com’era ovvio che il principe cadetto e l’erede al trono –quest’ ultimo urlando e roteando un martello di dimensioni notevoli- abbandonassero la diplomazia insieme alle pinte di birra sul tavolo.


Il più giovane ebbe la brillante idea di circondarli con un cordone umano di sosia ghignanti vagamente inquietanti. 


Il biondone non aveva smesso un secondo nella sua corsa di gridare frasi incomprensibili tra cui aveva afferrato “invasori” “non di nuovo” e “regno”. 

Chissà se i suoi polmoni avevano capacità umana.


Al Dottore bastò un passo annoiato verso sinistra per fa sì che il principe nella foga lo mancasse clamorosamente andando a cozzare contro uno dei sosia del fratello, che a giudicare dalle imprecazioni colorite che seguirono doveva essere decisamente corporeo. Fantastico, semplicemente fantastico.


Si avvicinò alla figura massiccia che giaceva a terra con aria sconsolata subendo silenziosamente le urla adirate e forse un pochettino isteriche del fratello, gli mostrò la sua carta psichica e vide allargarsi sul suo viso un sorrisone degno di una pubblicità di dentifricio.


«Fratellino, guarda! Terrestri!»


Il “fratellino” in questione ritirò con aria scocciata le copie sparse in giro per la stanza e spazzolò nervoso il mantello verde acido.


«River, ti presento Thor Odinson, erede al trono di Asgard, e Loki Lauf-AHIA.»


«Spoiler» sibilò l’archeologa a labbra strette.


«I principi di Asgard non hanno certo bisogno di presentazioni, dolcezza.» disse poi con un sorriso, esibendosi in una perfetta riverenza.


Thor si avvicinò compito alla donna  e le prese delicatamente una mano su cui posò un bacio leggero come una piuma.


«Siete voi ad onorarci con la vostra presenza, mia signora.»


Da qualche parte dietro di loro venne la simulazione di un conato.


Il Dottore da parte sua sembrava particolarmente interessato agli intarsi dorati sul soffitto.


River intervenne a spezzare la tensione prendendo per le spalle l’uomo e pilotandolo decisamente verso l’uscita con un “usciamo di qui, tesoro, prima che con tutta questa lacca e tutte queste fiaccole i capelli ti prendano fuoco”.

«Come ci hai presentato, a proposito?»

«River e il Dottore, organizzatori cosmici di picnic intergalattici.»


Uno sguardo sgomento si fece strada sul viso incorniciato di ricci dell’archeologa.


«Non è vero.»


«Scusa, avevo fame. La carta ha registrato le informazioni dello stomaco prima di quelle del cervello.»


Ora ricordava perché odiava gli alieni.


Rettifichiamo, quell’alieno.


Si vede che quando distribuivano il senso della priorità su Gallifrey lui era in coda per i capelli fluenti.


Seguirono i fratelli fino ad un rado bosco di frassini che costeggiava una delle ali del palazzo.


Gli occhi di Thor si riempirono di affetto mentre alzava gli occhi verso la chioma degli alberi, la luce del sole che danzava tra il fogliame sottile e incredibilmente vivo.


Sorrise a Loki e gli tese una mano, che l’altro afferrò con un’espressione a metà tra la felicità e l’imbarazzo.


Conoscevano ogni nodo del tronco, ogni radice sporgente, ogni venatura scura di ogni singola foglia di ognuno di loro.


«Questi sono i discendenti diretti di Yggdrasil, l’albero del mondo. Tra i suoi rami si spostano i viaggiatori tra le dimensioni. È il padre di ogni errante, chi è perso troverà sempre una casa tra le sue foglie. I suoi figli non negheranno mai a nessuno la loro ombra, finché esisteranno i nove mondi non perderanno vigore e le loro foglie non ingialliranno.»


Loki con un sorriso sghembo schiocca le dita e fa apparire…una tovaglia a quadretti bianchi e rossi e un cestino di vimini.


E, davvero, a quella scena River non può davvero fare a meno di ridere di cuore pensando che, con i gusti del suo accompagnatore, è decisamente meglio che il picnic non l’abbiano organizzato loro.




NdA: Amici Whoviani e Asgardiani, vengo in pace!

Ok, sarò malata ma quando ho rivisto “Silence in the Library” dopo aver guardato Thor mi sono messa a ridere fino alle lacrime, e il cervellino ha partorito…questo.
Questa shot è un po’ una combo, non ho mai pubblicato in nessuno di questi due fandom, e non ho mai pubblicato niente di così demenziale, pur essendo notoriamente sciroccata, speriamo di non aver fatto troppi danni! 
E, boh, ci tenevo a dire che dei sei cuccioli che mi ritrovo a casa ce n'è uno grosso, biondo, urlante e un pochettino scemotto. Non credo ci sia bisogno di dirvi come l'ho chiamato.

Un bacione,


Lycoris.
   
 
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