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Autore: rose princess    19/06/2012    3 recensioni
La Black Order era la scuola più prestigiosa dell’intero giappone, solo gli studenti ricchi e maschi potevano entrarci. C’erano però le eccezioni, ovvero ragazzi che: o vincevano una borsa di studio, o venivano iscritti dai genitori che riuscivano a pagargli la retta scolastica.
Allen Walker era la prima eccezione. Aveva vinto una borsa di studio nel suo liceo precedente e poteva frequentare la Black Order. Allen era felice, studiare in una scuola simile sarebbe stato un enorme privilegio… Se non fosse stato che Allen era una ragazza. Ellen, era questo il vero nome della ragazza.
Prima mia gender bender... Non sono un gran chè ^^''' Molto OOC e Fluff in certi punti.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Walker, Yu Kanda | Coppie: Kanda/Allen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'The Yullen collection'
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A secret bigger than you
 
 
La Black Order era la scuola più prestigiosa dell’intero giappone, solo gli studenti ricchi e maschi potevano entrarci. C’erano però le eccezioni, ovvero ragazzi che: o vincevano una borsa di studio, o venivano iscritti dai genitori che riuscivano a pagargli la retta scolastica. 
Allen Walker era la prima eccezione. Aveva vinto una borsa di studio nel suo liceo precedente e poteva frequentare la Black Order. Allen era felice, studiare in una scuola simile sarebbe stato un enorme privilegio… Se non fosse stato che Allen era una ragazza. Ellen, era questo il vero nome della ragazza.
Camminando per i corridoi, stava cercando di raggiungere la sua stanza, Ellen ripensò a quel pazzo di Cross che l’aveva costretta ad andare in quella scuola e, per di più, a travestirsi da ragazzo. Così, con una fascia a nasconderle quelle poche forme che possedeva, finalmente la ragazza riuscì  ad arrivare alla sua stanza. Prima, però, che potesse alzare la mano, la porta si aprì e ne uscì una katana.
 
< Kiiih! > Urlò Ellen spaventata. Ma dove cavolo era finita?! Numero 14, si, era la sua stanza.
 
Una figura minacciosa fece capolino da dentro, era un ragazzo dai capelli neri, molto lunghi, raccolti in una coda alta e i tratti delicati. Per un attimo i due si fissarono, poi il ragazzo assassino sbottò.
 
< Che vuoi? >
 
Ellen cercò di abbassare il tono di voce, così da farlo sembrare più maschile, e rispose < Beh, sembra che questa sia la mia stanza… >
 
< Ch’, non mi avevano detto che un altro ragazzino sarebbe arrivato. Entra Moyashi. >
 
< M… Moyashi?! >
Ma l’altro non gli diede spiegazioni e si scansò per farla entrare. La ragazza osservò attentamente la stanza, era semplice, due letti, due armadi, due scrivanie, una finestra con tanto di balconcino che dava sui ciliegi. 
Notò che uno dei due letti era occupato da libri aperti, quindi posò la sua roba sull’altro, poi si girò.
 
< Io sono Allen Walker… Tu sei… ? >
 
Il moro lo fissò con aria scocciata. < Kanda. Moyashi. >
 
< Moyashi?! Perché mi chiami così?! >
 
Kanda alzò un sopracciglio < Perché sei bianco, capelli compresi*, sei piccolo e inutile, come un Moyashi. >
 
< Ma… Nemmeno mi conosci e già mi giudichi?! Hai un po’ di pregiudizi caro mio! >
 
< Tsk, taci Moyashi. > Si, ad Ellen non stava per nulla simpatico quel suo nuovo compagno di stanza, e il sentimento era reciproco. Si ripromise che, appena ne avesse avuto l’occasione, avrebbe ucciso il suo tutore.
Aprì la valigia, poi osservò l’orologio, erano le 21.00. Il viaggio per Kyoto era stato lungo, anche solo l’atto di firmare gli ultimi moduli lo era stato. 
Ellen prese il pigiama del suo tutore, indossava solo i pigiami di Cross perché erano abbastanza larghi da permetterle di non mettere la fascia anche la notte. Andò in bagno e chiuse la porta.
Lo ‘’ strap ‘’ che produceva il velcro di quell’odiosa fascia, quando si toglieva, era un suono piacevole alle orecchie di Ellen. Si sciacquò ed infine si mise il pigiama. Si, la nascondeva alla perfezione.
Tornò in camera, Kanda era sul letto che meditava, la ragazza si sdraiò a letto coprendosi con le coperte. Poco dopo sentì anche le lenzuola del letto di Kanda frusciare.
 
< Vai sempre a dormire così presto Bakanda? >
 
< No, è che ci sono i controlli serali, il coprifuoco è alle 21.30, ti conviene fare almeno finta di dormire. >
 
Ellen si girò verso il muro e poco dopo si addormentò.  Forse sarebbe riuscita a sopravvivere… Forse.
 
-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-
La sveglia trillò alle 6.00, come sempre.  Ellen si svegliò di soprassalto e si affrettò a spegnerla, non voleva che quel rumore svegliasse il suo compagno, non né conosceva le possibili reazioni, anche se le immaginava.
Quell’affare che le aveva regalato Cross era un tondino giallo con una croce in mezzo, due ali e una lunga coda paffuta, era carino, ma produceva un rumore che avrebbe tirato giù dal letto un intero esercito!
Così Ellen, quatta quatta, prese la divisa e la fascia. Passò accanto al letto del suo compagno e si fermò qualche minuto ad osservarlo. Il giorno precedente non si era resa conto di quanto fosse carino. I capelli neri erano sciolti, sparsi su tutto il cuscino e delineavano alla perfezione il volto chiaro di Kanda. 
La ragazza si diede una pacca sulla testa e si chiuse in bagno per vestirsi. Sarebbe stato il suo primo giorno di lezione, era abbastanza nervosa. 
Quando uscì dal bagno, Kanda si era già alzato.
 
< Oh, buon giorno Kanda. >
 
< Seh seh. Hai già finito in bagno Moyashi? >
 
< Che simpaticone che sei. Si, ho finito. >
Il giapponese si alzò e si diresse in bagno a cambiarsi. 
 
-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o
< Oh, quindi tu sei il nuovo arrivato? Piacere, io sono Lavi! > Un ragazzo dai capelli rossi e una benda su un occhio, si era avvicinato ad Ellen, mentre lei mangiava tranquilla in mensa. Le tese la mano, lei, un po’ in imbarazzo, gliela strinse.
 
< El… Allen Walker… Piacere mio Lavi. > Senza che potesse dire altro, Lavi iniziò a parlare di lui, della scuola, dei professori, parlò anche delle ragazze, al che Ellen arrossì… Cosa avrebbe dovuto dire?
 
< Peccato che questa sia una scuola maschile, nessuna ragazza. > Iniziò il rosso. < Pensa che, nel caso finisse l’acqua calda in camera, si può usare la doccia comunale. Se ci fossero delle ragazze io starei tutto il tempo a fissarle. A te come piacciono? >
 
< Eh?! >
 
< Le femmine. Come le preferisci? Formose, piatte, magre, grasse, bionde, scure … ? >
 
< Beh io… > Per fortuna il suono celestiale della campanella salvò Ellen da quella conversazione, che stava prendendo una brutta piega. Sia lei che Lavi si alzarono, il rosso si offrì di accompagnarla alla sua aula, essendo lui più grande non erano nella stessa classe. Si salutarono ed Ellen entrò nella grande stanza che sarebbe diventata la sua classe, alcuni studenti, rigorosamente in divisa, attendevano l’inizio delle lezioni. La ragazza si avvicinò a un uomo vestito di bianco seduto alla cattedra intento a osservare un robottino.
 
< S… Salve, io sono Allen Walker… Lei è Komui-san? >
 
L’uomo alzò lo sguardo dal suo robottino e sorrise alla volta di Ellen.
< Ciao Allen-kun. Si, sono Komui Lee. Piacere di conoscerti. Sei il ragazzo che ha usato la borsa di studio vinta da tua sorella gemella Ellen, vero? > 
Ellen rimase perplessa, poi si ricordò che Cross le aveva detto che avrebbe inventato per lei la scusa che aveva ceduto la borsa di studio a suo fratello gemello, Allen. 
 
< Ehm… Si. Esatto, dato che Ellen, essendo una ragazza, non poteva venire qui ha ceduto la borsa di studio a me… Tanto avevamo gli stessi voti scolastici. > Si stava arrampicando sugli specchi, ma Komui sembrò non accorgersene e le diede un libro di testo.
 
< Bene, allora spero che ti troverai bene qui. Questo è il tuo libro di testo. Il tuo posto è quello là, vicino alla finestra. La lezione inizia tra poco, poi conoscerai anche gli altri insegnanti. >
 
Ellen si inchinò e si andò a sedere al suo posto, sotto gli sguardi curiosi dei suoi compagni di classe. 
Sfogliò il libro di testo e ci trovò dentro un fiore di iris bianco essiccato, gli iris bianchi erano i suoi preferiti. Le ricordavano un periodo lontano della sua vita, quando era stata adottata da Mana, uno traduttore di libri, che l’aveva trovata per strada. Ellen non sapeva nulla dei suoi veri genitori, ricordava di aver vissuto in un orfanotrofio in cui la trattavano male, fino a che non aveva tentato di rubare un pezzo di pane ad un uomo, Mana, ma egli se ne era accorto, e, sorridendo, le aveva lasciato il pane. Mana l’aveva adottata, ma poi, qualche anno dopo, era stato investito e Marian Cross aveva preso la ragazza sotto la sua ala protettiva. 
Ad Ellen piacevano gli iris perché una volta Mana le aveva detto che lei somigliava ad un iris bianco, anche se, all’epoca, non aveva ancora i capelli bianchi, le erano venuti per la paura dopo l’incidente.
La lezione iniziò alle dieci e finì a mezzogiorno, Ellen scoprì che giapponese antico non le piaceva, ma Komui-san le piaceva molto come persona, era allegro, scherzoso e bravo a spiegare, finì per diventare il preferito di Ellen, nonostante non conoscesse gli altri. 
 
< Bene ragazzi, ora avete lezione con Tyki-san, ci vediamo domani. > 
 
Ellen prese le sue cose e seguì la massa di studenti che si dirigeva chiacchierando verso un’altra aula. La porta recava una scritta ‘’ Lingue straniere ‘’. Bene! Pensò Ellen, lei era brava nelle lingue, Mana le aveva insegnato l’inglese, lo spagnolo e il tedesco, così che lo aiutasse nel suo lavoro di traduzione in giapponese. 
Entrò nell’aula, un uomo dai capelli neri e la carnagione scura stava seduto pigramente sulla sedia. 
 
< Salve ragazzi. > poi addocchiò Ellen. < Oh, tu sei il nuovo studente. Allen Walker? > Le aveva parlato in giapponese, ma si sentiva il suo accento straniero, sembrava spagnolo o robe simili. 
 
< Si, sono io. >
 
L’uomo ghignò. < Bene, ci sarà da divertirsi. Prego, vai a sederti. >
Quell’uomo non le piaceva per nulla, era inquietante… Trovò i libri sotto al banco. Uno era di Inglese e l’altro di Portoghese. Allora Ellen aveva visto giusto, il professore era straniero, e ora che ci ripensava, il suo timbro di voce faceva pensare alla popolazione iberica. Evidentemente era portoghese. 
A lezione inoltrata, un qualcosa le arrivò in testa e cadde sul banco, era un fogliettino arrotolato. La ragazza lo aprì e lesse ciò che c’era scritto.
 
‘’ Hai fatto colpo sul proff. Complimenti xD Firmato: Il tuo compagno a sinistra. ‘’ 
La ragazza si girò a sinistra e vide Lavi che le sorrideva. Ma lei e Lavi non erano in due classi differenti? Gli sorrise di rimando e si girò, ma si immobilizzò quando vide il suo adorabile compagno di stanza, quindi c’era anche lui. Kanda non sembrava più di tanto interessato alla lezione, tantomeno a lei, quando incrociò il suo sguardo, la fulminò con lo sguardo e tornò a concentrarsi sulla lezione. 
La lezione passò tra le occhiatine del professore, i bigliettini con Lavi, quel ragazzo era un chiacchierone pure su carta, e le sbirciate a Kanda. Quando finalmente passarono le tre ore, l’albina si sentì improvvisamente sollevata, svelta uscì dalla classe, seguita da Lavi che continuava imperterrito a parlare.
 
< Beh, ora abbiamo tutto il pomeriggio libero. Che ne diresti se ci andassimo a fare un giro in città? Sono le tre, abbiamo tutto il tempo. >
Ellen annuì. Forse un giro per Kyoto le avrebbe fatto bene.
 
Tornò in camera verso le 20:30, si era fermata a cena fuori con Lavi, dopo aver visitato innumerevoli templi, essere saliti sulla Kyoto tower e aver girato tutto il centro della città.  Kanda meditava come suo solito sul balconcino, Ellen fece in modo di non disturbarlo e andò in bagno. Si fece una doccia, si cambiò e si sedette alla scrivania, doveva fare i compiti di giapponese antico per la settimana successiva. Quella scuola era particolare, c’erano solo due materie al giorno, ma ognuna diversa, cosi che, a fine settimana, gli studenti avessero fatto almeno un’ora di tutto. 
Finì in fretta giapponese e iniziò Portoghese e Inglese. Alle 21:20, Kanda rientrò dalla meditazione e si mise a letto, Ellen chiuse i libri e si sdraiò anche lei. Non si addormentò subito, sentì distintamente lo sferragliare della porta e la voce di un uomo, Lavi le aveva spiegato che era il direttore Lvellie che faceva le ronde notturne, dopo che l’uomo notò che entrambi dormivano, richiuse la porta.
 
Si levò, dal letto di Ellen, un: < Kanda, sei sveglio? >
 
< No. > Bofonchiò l’altro. 
 
< Stai parlando. >
 
< Potrei anche parlare nel sonno. >
 
< Seh certo. Perché qui si fa la ronda notturna? >
 
< Questa scuola è prestigiosa e ha delle regole ferree. >
 
< Tu quindi provieni da una famiglia ricca. >
 
< Sono il figlio del Ministro giapponese. E poi scusa, che cavolo ti frega? >
 
Ellen si alzò di scatto a sedere. < Sei il figlio di Moryamoto-sama?!
 
Dal letto di Kanda si levò un grugnito infastidito.
< Si, e ora dormi Moyashi. >
 
Ma Ellen non si addormentò, continuò a pensare a lei che non era altro che un'orfanella la quale, grazie alla sua intelligenza, aveva vinto una borsa di studio per una scuola da ricconi.
Solo quando sentì il respiro del suo compagno farsi regolare, si alzò, e uscì sul terrazzino. Prese il cellulare, compose il numero e attese risposta. Dopo vari secondi, una voce maschile rispose.
 
< Discemola? >
 
< Salve maestro... La disturbo? È con qualche amante a fare cose non proprio ortodosse? >
 
< No. Oggi sono da solo. > Rispose Marian Cross. < Allora, come è andato il primo giorno, Allen? >
 
< Bene, sono la compagna di stanza del figlio del ministro, il professore di lingue sembra essersi preso una cotta per me... >
 
< Ti ha scoperta?! >
 
< No, penso che si sia innamorato di Allen e non di Ellen... >
 
< Oh... Altri che hanno sospetti? >
 
< Nessuno. Nessuno sospetta che io... > L'albina abbassò la voce < ... sia una ragazza. >
 
< C'è qualcun in stanza con te ora? >
 
< Kanda, ma dorme... Credo >
 
< Bene. Immagino che il direttore sia già passato per la ronda. A quanto mi ricordo alle 21:30 c'è la ronda notturna. >
 
< Si, è già passato. Ma come fà a saperlo? >
 
< Io ci ho studiato alla Black Order. Sono un ex-allievo. >
 
< Ah! Non lo sapevo! >
 
< Beh, ora lo sai. Meglio che tu vada a dormire, buonanotte Ellen > * Tu tu tu... * Sbrigativo come sempre.
 
La ragazza mise sul comodino il cellulare e si rimise sotto le coperte, questa volta si addormentò.
 
 
Passò un mese.
Ellen era brava a scuola, i suoi voti erano sempre al massimo, e non mancavano le prese in giro da parte di Lavi. Nessuno, per fortuna, scoprì nè sospettò nulla sul vero sesso di Allen Walker, per tutti lui era il ragazzino dai capelli strani e dall'intelligenza sopraffina.
Un pomeriggio la ragazza tornò in camera, dopo un giro in città con Lavi, Kanda non era ancora rientrato, meglio, poteva comodamente farsi la doccia e rimanere un po’ femmina.  Andò in bagno, si spogliò ed entrò in doccia. Ah! Come era piacevole la doccia calda d’inverno, si sentiva rinata. Forse rimase sotto il getto caldo troppo, quando uscì prendendosi l’accappatoio aveva tutte le mani raggrinzite, poco male. Non fece in tempo a mettersi l’accappatoio, che la porta si aprì, rivelandone un Kanda accigliato, che, non appena  la vide spalancò gli occhi.
 
< M… Moyashi… >
 
Ellen realizzò solo in quel momento di avere il seno scoperto, arrossì vistosamente e si coprì con la stoffa. Dannazione, l’aveva scoperta! 
Il ragazzo era rimasto basito sulla porta e continuava a fissarla con la bocca semi-aperta e gli occhi sgranati.  Rimasero entrambi in silenzio per un bel po’, Ellen fissava il pavimento rossa come un pomodoro, e con l’accappatoio che le era scivolato dalle spalle e ora le copriva giusto ciò che doveva essere coperto, Kanda continuava a fissarla con lo sguardo da pesce lesso. Meno male che non l’aveva vista Lavi, o le si sarebbe buttato addosso iniziando a palparla… E non sarebbe stata una bella cosa.
Fu la ragazza a prendere la parola.
 
< K… Kanda… Potresti tenere la bocca chiusa… In tutti i sensi… Intendo, potresti non dirlo ad altra gente? >
 
< C… Ah! Aspetta un secondo! > Kanda si appoggiò allo stipite della porta e si mise a ridere, non era una risata allegra però. < Dopo tutte le palle che hai raccontato in questo mese Allen Walker, sempre che questo sia il tuo vero nome, tu speri che io tenga la bocca chiusa? >
 
< Mi chiamo Ellen… E comunque si. Per favore, farò qualsiasi cosa per te. E quando dico qualsiasi, intendo qualsiasi. Ti scongiuro! > 
 
Kanda sembrò rifletterci sopra. < Ok, allora mi aiuterai nei compiti, per tutti i prossimi anni. D’accordo? >
 
Ellen sospirò, pensava peggio, e gli tese la mano. < D’accordo. > Oltre alle altre cose, avrebbe potuto girare per la camera senza la fascia ora che il suo compagno sapeva del suo segreto.
Dopo un po’ di esitazione Kanda gliela strinse di rimando. Per tutti i mesi successivi, la ragazza, come promesso, aiutava l’altro nei compiti e lui non diceva nulla. Ellen sentiva di provare sempre più gratitudine verso di lui, anche se non era sicura che fosse gratitudine…  
 
I mesi passavano, e la fine dell’anno si avvicinava sempre di più, tra le avance del professore di lingue, gli scleri del professore di giapponese antico, Ellen aveva scoperto che Komui aveva una sorellina minore alla quale era morbosamente attaccato, la ragazza non si accorse del malumore del suo compagno di stanza. Forse non ci fece caso perché Kanda era sempre di malumore, una sera però decise si affrontarlo.
 
< Kanda, sei di malumore ultimamente? Ho notato che metti meno impegno nei compiti… >
 
< Non sono affari tuoi Moyashi. E comunque si, sono incazzato nero. >
 
La ragazza si sedette sul letto dell’altro accanto a lui. 
< Me ne vuoi parlare? >
 
< ‘Ch, seduta dallo psicologo? >
 
Ellen rise: < Praticamente. >
 
< E’ quel cretino di mio padre. Dall’anno prossimo vuole mandarmi a Oxford a studiare. >
 
La ragazza, per la prima volta, rimase zitta con gli occhi spalancati. Quindi quello voleva dire che non avrebbe mai più rivisto Kanda? 
Forzò un sorriso: < Oxford… B… Beh… Prestigioso… Complimenti… >
 
< Quello mi vuole solo fuori dai piedi. Non mi ha mai accettato, per lui ero una palla al piede, mi ha mandato qui per togliermi dalle scatole, e ora spera che trovi lavoro in Europa. >
 
< Ma come? Sei suo figlio… >
 
< I genitori sono delle rotture. >
 
< Preferiresti non averli? E’ questo che vorresti? > Ellen era rimasta abbastanza male da quelle affermazioni, lei che era orfana capiva meglio di chiunque altro cosa si provava a non avere i genitori. Ed era terribile.
 
< Cosa vuoi saperne tu di genitori famosi? >
 
La ragazza sorrise amaramente. < La domanda giusta sarebbe stata: ‘’ Cosa vuoi saperne tu dei genitori? ’’ . >
 
Yuu non sapeva che Ellen fosse orfana, quindi la osservò con curiosità. < Cosa? >
 
La ragazza abbassò lo sguardo. < Io sono orfana dalla nascita. Non so chi siano i miei genitori, ho avuto un padre adottivo, ma è morto. Io non so come sia avere dei genitori… Sono quasi sempre stata sola, ma in quel poco tempo che sono stata con Mana ho capito che i genitori ai figli vogliono un bene dell’anima e che vogliono sempre il meglio per loro. Quindi non credo che tuo padre ti consideri una palla al piede. >
 
Rimasero in silenzio per un tempo interminabile. Ellen pensava che Yuu se la fosse presa per le sue parole e aspettava una sfuriata, ma non arrivò, in compenso il ragazzo la chiamò.
 
< Ellen… >
 
Lei si girò, l’aveva chiamata per nome, e lui posò le labbra sulle sue in un tenero bacio, uno che non si addiceva per nulla ad un tipo burbero come Kanda. Ellen rimase qualche minuto perplessa, poi chiuse gli occhi e ricambiò il bacio allacciandogli le braccia dietro alla schiena. Quando il bacio divenne più spinto i due caddero con un tonfo sul letto, l’uno sopra all’altra.  Ellen si sentiva tanto felice. 
Erano tanto occupati dal bacio che non si resero conto dell’ora, 21: 29, e, quando sentirono lo sferragliare delle chiavi nella serratura, sobbalzarono.  Ellen non avrebbe avuto il tempo di rimettersi nel suo letto, così il ragazzo la spinse sotto le coperte del proprio letto, spegnendo la luce e sdraiandosi sopra di lei. Si baciarono di nuovo mentre il direttore osservava che tutto fosse in ordine e usciva dalla stanza, richiudendola. I due ragazzi passarono la notte l’una abbracciata all’altro, cullati entrambi dal dolce respiro del compagno.
 
( 3 anni dopo )
 
Finalmente Ellen si era diplomata! E nessuno aveva mai scoperto il suo segreto. Era emozionatissima, ora sarebbe andata all’università, ma soprattutto, ora lo avrebbe rivisto dopo tre lunghi anni. Chissà se si ricordava della promessa che le aveva fatto all’aeroporto… Kanda sarebbe davvero tornato per lei? Ricordava ancora quando ai check-in lei si era lasciata sfuggire una lacrima, Yuu l’aveva notata e con un dolce bacio le aveva detto che sarebbe tornato per il diploma della ragazza. Ma ora se lo era ricordato? Oppure forse aveva trovato una compagna inglese e si era dimenticato di lei che lo aspettava…
Queste erano le domande che la tormentavano mentre percorreva la strada di corsa per andare finalmente a casa sua e aspettare. Ad un incrocio però, non vide un’altra persona che svoltava e gli finì addosso.
 
< M… Mi perdoni non stavo guardando! >
 
L’uomo la teneva per la vita, poi la osservò, a causa del cappello che indossava, Ellen non lo riconobbe. Portava un lungo cappotto color crema e un cappello in testa.  Solo quando l’uomo le disse, avvicinandola a lui: < Però! Sei cresciuta Moyashi. > Ellen lo riconobbe e gli si aggrappò al collo, baciandolo. 
Alla fine Kanda si era ricordato della promessa che le aveva fatto. 
    
  Extra  ( 7 anni dopo il ritorno di Kanda )
Non ci poteva credere! Quell’idiota di suo marito non era voluto andare da suo padre per annunciargli che si erano sposati! Ellen era furiosa. 
 
< Non riesco a capire perché tu non sia voluto andare!  E’ tuo padre! > Gli aveva urlato la ragazza.
 
< Non me ne frega niente. Io non ci vado da quello! >
 
< Sei peggio di un bambino! Capriccioso! >
 
< E tu sei una rompiballe! Decido un po’ io cosa fare no?! > 
Sarebbero potuti andare avanti tutta la sera, ma Ellen decise di stare zitta, non aveva voglia di mettersi a litigare con Yuu. Sospirò, poi lo osservò e gli sorrise.
 
< Bakanda, mi sono dimenticata di dirti una cosa… >
 
< Cosa?! >
 
Gli si era aggrappata al collo e gli aveva sussurrato all’orecchio. < Sono incinta. >
 
 Fine
--
* In questa Fan Fiction, Allen/Ellen ha solo i capelli bianchi, niente cicatrice. 
Salve, sono sempre io Rose ^^ Questa è stata la mia primissima gender bender OOC, non penso che ne riscriverò un’altra. Allora, un paio di chiarimenti: la mia fan fiction è ambientata a Kyoto, il nome che ho dato al ministro giapponese ( padre di Yuu ) è falso, me lo sono inventato io… Anche perché non so come si chiamino né lui né l’imperatore… Tyki era infatuato di Allen, la forma maschile di Ellen e, no, Ellen non aveva nessun fratello gemello… Ah, si, qui Mana è un traduttore di libri e non un clown… Mi piaceva di più come traduttore di libri xD
Un grazie a Kumiko_Walker che ultimamente è la mia consulente di Fan Fiction e come sempre a Black… Anche se non le leggerà mai, sigh ç_ç  
Alla prossima! 
Rose Princess. 
  
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