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Autore: Wish_    19/06/2012    3 recensioni
Un semplice capitolo per proporre una lunga riflessione sull'importanza dei nostri genitori e su come la loro presenza nella nostra vita possa avere delle conseguenze nelle azioni che possiamo compiere. Spesso possono essere considerati inaffidabili e inadeguati, ma ho pensato ad una vita senza di loro. Buona lettura.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stupidi sensi di colpa, mi lasciate in pace? Accidenti, sto letteralmente impazzendo, si me lo sento. Spero solo che sia regolare dopo quello che mi è accaduto. Vedo che continua a parlare a vanvera. Questa colpa che mi attanaglia ormai da anni, questo dolore che mi trafigge l’anima e mi passa attraverso, lacerandola. Non piango, credo che non sia rimasto nemmeno una goccia di acqua nel mio corpo per piangere, oramai lì, è tutto buio e freddo. Un gelo che mi ha consumato completamente. Ecco non so nemmeno io quel che dico, cerco solo di ritagliarmi una scusa convincente per tenere testa ai taglienti giudizi degli altri. Io non ho mai pianto per loro, Mai. Non sono mai riuscita a sfogarmi e ad alleviare questa sofferenza che mi tiene ancorata a sé da quel giorno, quel maledetto venerdì, dove ancora non c’è segno della lieve luce dell’alba di un giorno nuovo. La mia vita si è conclusa tre mesi fa, quando i miei genitori, in un’afosa sera di un estivo finesettimana, sono state vittime di un tragico incidente sull’autostrada che portava a Rimini, dove di lì a poco avremmo festeggiato insieme nel famoso parco acquatico per il mio quattordicesimo compleanno. La ferita sul cuore che mi ha inferto quella dolorosa sera sembra non guarire mai, e non smette nemmeno di sanguinare. Fin da piccola, non avendo avuto un’allegra famiglia - i miei nonni erano già morti da prima che nascessi, i rapporti tra i miei zii e i miei genitori non erano dei migliori – i miei genitori avevano sempre rappresentato un punto di riferimento, d’arrivo e di partenza. Non passava giorno senza che insieme alla mamma facessimo un giro per la cittadina a fare acquisti o che insieme a papà facessimo un giro al parco gustando un fresco gelato alla frutta. Si sarà sicuramente capito che il legame tra me e i miei genitori era speciale, più unico che raro. Non sostenevo mai quei noiosi discorsi delle mie amiche, le quali si lamentavano di genitori troppo possessivi e inaffidabili. Affermavano addirittura che avevano più fiducia in un amico conosciuto da poco che nella propria madre. Io, per loro, ero davvero in un altro pianeta. La mamma conosceva tutto di me, le confidavo i miei più intimi segreti, sapeva anche se il mio cuore scalpitava per questo o quell’altro ragazzo. Ne ero felice del rapporto particolare che ci legava e c’era anche chi, come Silva, la mia migliore amica, avrebbe fatto carte false per dei genitori come i miei, dato che i suoi erano sempre fuori per lavoro. E papà? Lui era il mio eroe fin da bambina, lui che mi faceva ridere anche quando le lacrime rigavano il mio pallido viso, lui che faceva finta di leggere con il giornale davanti al volto solo perché sapeva che detestavo quando la gente non mi ascoltava. Lui.. Lei, la mia forza, la mia meta, la mia armonia, soffiata in un attimo, solo un attimo, straziante, atroce. Mio Dio,se è vero che esisti, perché non hai fermato quell’auto che ci è venuta addosso, perché non li hai salvati? Avrei preferito morire io.
   
 
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