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Autore: Wocky    19/06/2012    6 recensioni
Il continente di Zarmelia ove oltre le nuvole si erige la Magica Accademia.
La storia gira intorno a Wocky, una nuova matricola, che non riuscirà a godersi a lungo una vita normale nell'accademia.
(attualmente in fase di ri-scrizione)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima fiction che posto qui su EFP. Spero vi piaccia, accetto qualunque tipo di critica purché costruttiva ^^
bene ora vi lascio alla storia, spero vi piaccia! *corre al riparo*
 
Il chiarore della Luna scacciava l’oscurità intorno a me mentre mi facevo strada tra i vicoli della città. Non so precisamente da cosa scappassi. Mi nascosi dietro un angolo per riprendere fiato quando ad un tratto qualcosa mi toccò.
 
“Sicuro di voler continuare a correre? Arrenditi!” la voce sembrava provenire da tutte le parti, mi rialzai subito e corsi ancora più velocemente di prima. Svoltai l’angolo e mi ritrovai in un vicolo cieco, era la fine!
Le nuvole offuscarono la Luna mentre l’individuo si avvicinava sempre di più a me, avvicinò la mano, chiusi gli occhi per non vedere cosa mi stesse per fare quando ad un punto…


“DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN”
 
Il suono della sveglia mi spodestò da quel incubo facendomi cadere giù dal letto…
Ancora con gli occhi chiusi allungai la mano in cerca della sveglia che continuava imperterrita con quel casino infernale. Quando riuscii a spegnerla aprii gli occhi.
 
7 Settembre. Oggi era il gran giorno.
 
Mi alzai e spalancai le finestre, inspirando tutta l’aria possibile. Quando i miei polmoni furono pieni mi diressi verso la cucina. C’era troppo silenzio. Dopo essermi vestito presi il cellulare e controllai i messaggi, trovandone uno di mia madre.
 
“Tesoro, ci vediamo direttamente alla stazione, tanto ci penserà (come al solito) la tua sveglia a buttarti giù dal letto. Per la colazione…”
 
Chiusi il messaggio senza continuare a leggere, non avevo bisogno di leggere il resto, sapevo già cosa ci sarebbe stato scritto, soprattutto a fine del messaggio ci sarebbe stato scritto un “…sono sicura che saprai cavartela da solo.” E poi sapevo già dove avrebbe messo la colazione, voglio dire, mi ha detto già ieri di un imprevisto e che non ci sarebbe stato nessuno per quando mi sarei svegliato, facendomi sentire come se fossi un bambino che potrebbe combinare un disastro. Aprii il frigorifero, all’interno ci trovai… un calzino, bleah!
Lo presi, alquanto disgustato, e lo buttai vicino alla porta del bagno, meglio non farsi domande. . Dopo circa un quarto d’ora arrivai alla stazione, anche se forse non era il termine perfetto per descriverla visto che aveva qualcosa di speciale rispetto alle altre, infatti al centro dell’enorme edificio c’era un ascensore cilindrico trasparente, utilizzato esclusivamente per raggiungere l’isola in cielo. Dopo aver parlato un po’ coi miei genitori li salutai e mi diressi direttamente tra l’enorme gruppo di studenti. Quando cominciarono a chiamare i vari nomi degli studenti per farli salire sull’ascensore, ero diventato un po’ impaziente, purtroppo l’ascensore sebbene fosse molto spazioso non poteva certamente ospitare tutti gli studenti, così ci volle un po’ prima che chiamassero il mio nome.
 
“Wocky Yamamoto!”sentii il mio nome e mi radunai insieme ad altri studenti nell’ascensore, e poco dopo quest’ultimo si attivò, iniziando a salire verso il cielo. Aprii la cartella ed estrassi il regolamento dell’accademia.
Non ebbi neanche il tempo per rileggerlo che fui subito interrotto da un ragazzo dai lisci capelli biondi “Wocky! Ciao!” Ken mi aveva appena fatto saltare in aria con una delle sue entrate improvvise
 
“Vedo che oggi sei di buon umore, Ken.”
 
 “Come l’hai capito?”
 
Non risposi, sapevo che era una domanda retorica. Stavo giusto per chiedergli se sapeva quanto mancasse all’arrivo quando ad un tratto un scossone mosse l’ascensore, alzammo lo sguardo oltre le pareti trasparenti dell’ascensore e ciò che vedemmo ci lasciò senza fiato.
 
Un isola fluttuante nel bel mezzo del cielo. Nonostante lo sapessi già non potevo fare a meno di rimanere meravigliato a quella vista celestiale. Un’isola volante, un’isola volante assurdamente grande, in un tempo remoto stata la roccaforte contro le forze dell’oscurità, ora considerata come un vero e proprio continente che ospita la Magica Accademia, impegnata nella lotta contro i demoni che ancora minacciano il mondo: Zarmelia.
 
Arrivati a destinazione uscimmo dall’ascensore , c’erano tutti i tipi di negozi, dagli alimentari a quelli di abbigliamento,  all’interno dell’Accademia vi era un grande spiazzo chiamato l’Area Comune dove gli studenti si riunivano finite le lezioni. Seguimmo lo staff, davanti all’entrata dell’Accademia si erigeva un statua d’oro del leggendario cavaliere che squarciò l’oscurità riportando la pace sul nostro continente. A vedere la statua sembrava andare sulla trentina a quell’epoca. Ci furono rivelati le nostre classi di appartenenza, io e Ken eravamo finiti nella stessa classe. Beh non trovavo da lamentarmi visto che eravamo amici, ma lui sa come essere un po’ fastidioso...
 
Ricevemmo un ora libera per visitare i negozi e adattarci a quel posto. Non avendo la minima idea di dove cominciare, girai senza una meta precisa per buona parte del tempo concesso. Proprio quando stavo per girare l’angolo, sbattei contro qualcuno.
 
“Scus…Scusami tanto!” aprii gli occhi e vidi una ragazza, più o meno della mia età, che mi guardava con fare interrogativo “Tu-Tutto bene?” disse porgendomi la mano “Si, ho solo sbattutola testa.” risposi per tranquillizzarla, aveva dei corti capelli blu chiaro e due occhi blu cobalto “Ah, meno male!” disse lei sorridendo “Oh, scusa ma ho un impegno, ciao.” la salutai con la mano mentre la vedevo allontanarsi, non so perché ma ero sicuro che l’avrei rivista…oh, cavolo! Erano quasi le nove, dovevo sbrigarmi o sarei arrivato in ritardo, non mi andava proprio, non il primo giorno!
Fortunatamente andai abbastanza veloce, riuscendo già dopo qualche minuto ad intravedere l’accademia, in fondo non credo di essere andato tanto lontano.
 
Ci sono quasi! Manca poco! Ancora un piccolo sforzo!
 
Varcai la soglia dell’Accademia nello stesso istante in cui suonò la campanella e, ansimando, trascinai il mio corpo fino all’aula assegnata alla nostra classe per poi buttarmi sulla sedia. La classe doveva avere 17 studenti in tutto ma, contando me e Ken, eravamo in 16, il 17° era in ritardo…
Come? Volete sapere dove mi sedetti? Scelsi uno degli ultimi banchi vicini alla finestra, Ken si sedette alla mia destra.
“Secondo te quando arriverà il 17° studente di questa classe?” mi chiese Ken “Boh, forse oggi non verrà, potrebbe sentirsi male.” risposi all’istante “A proposito Ken, tu sei rimasto diverso tempo fermo davanti ai quadri a vedere le classi, sai dove hanno smistato Chiara ed Alex?” chiesi “Si sono in 1a C” mi rispose
 
Cosa?! Avremmo dovuto dirigerci dall’altro lato di questa immensa accademia?!
 
“No, ti sbagli, la 1a C non è lì, e non è nemmeno tanto lontano.”
 
“Ehi, ehi, Ken! Mi avevi promesso che non avresti più letto nella mia mente!” ero alquanto seccato. Per entrare all’accademia bisogna dimostrare almeno un po’ di abilità magiche e Ken se la cavava abbastanza a leggere nella mente… non potete immaginare quanto sia irritante che qualcuno sappia quel che pensate!
 
“Scusa. La tentazione è stata troppo forte…” disse Ken come per giustificarsi.
 
Le ore sembravano non passare mai, così guardai fuori dalla finestra… Le nuvole sembravano danzare nel cielo come fossero ballerine.
Alla fine della terza ora suonò finalmente la campanella della ricreazione. Mentre io rimasi per un seduto, Ken uscì nel corridorio.
Poco dopo che varcò la porta entrò un ragazzo all’incirca sui 17 anni che chiese al professore di uscire un attimo, col casino che ne seguì poi non sentii mezza parola, fatto sta che dopo esser rientrato in classe il professore – un uomo sulla trentina con dei lunghi capelli biondi – cominciò a parlare
 
“La vostra nuova compagna è arrivata, entra pure.” sulla soglia della porta comparve la stessa ragazza che avevo incontrato durante l’ora libera. Entrò e si fermò accanto il professore
 
“S-sono Yuki Fujiwara, piacere di conoscervi.”
 
Poi guardò ad uno ad uno tutti noi, fermando poi il suo sguardo sorpreso su di me, forse nemmeno lei si aspettava che ci saremmo rincontrati, si sedette all’unico banco libero, davanti a Ken. Quest’ultimo ritornò verso la fine della ricreazione e il prof cominciò con un’altra delle sue noiosissime lezioni…
 
Finita la quinta ora sentivo una certa felicità nascere in me. Era troppo per il primo giorno!
Mentre rimettevo i libri dentro lo zaino notai che Yuki scattò fuori, mi domandai perché tutta questa fretta.
“Ragazzi, a breve cominceremo anche dei test per la pratica, mi raccomando non mancate.” avvertì il professore
 
Oh, ci può contare, non mancherò.
 
“Guarda che l’ha detto a tutti, non solo a te.” disse Ken mettendomi una mano sulla spalla. Sentivo una certa ira crescere a dismisura, strinsi i pugni e feci un sorriso forzato trattenendo un istinto omicida.
 
 
Ognuno andò nelle proprie camere, io condividevo la mia con Ken, se avesse osato leggermi ancora nella mente avrei potuto strangolarlo nel sonno!

Angolo dell'autore:
Probabilmente chi ha già guardato la storia si sarà accorto che ho unificato i primi 4 capitoli essendo essi abbastanza corti. Ho spostato le recensioni presenti in questi capitoli tutti nel primo per rispetto di chi ha perso tempo a scriverle. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e che continuerete a seguirmi, anche se gli aggiornamenti saranno irregolari.
  
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