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Autore: FairyQueen_Titania    19/06/2012    6 recensioni
In un appartamento al centro di Stoccolma tre ragazzi uniti da un' incrollabile amicizia devono fare i conti con la vita quotidiana. Tra strani vicini, amori, imprevisti e piccole incomprensioni loro sono il Bad Trio e abitano nell' appartamento numero 3.
FrUk
RuPr
OlandaxSpagnaxSud Italia
Accenni pairing vari.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bad Friends Trio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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long su bad trio
Bad Touch Trio
Appartamento n.3




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Alle 10:30 di un grigio sabato mattina come tanti altri l' appartamento numero tre del terzo piano era immerso nel silenzio più discreto. In cucina c' erano ancora il caos di piatti e ingredienti della cena preparata la sera prima mentre nel salotto, al contrario, regnava un perfetto ordine già visibile nella penombra. Su una mensola della libreria ricca di libri le foto di tre ragazzi  immortalati nelle pose più assurde e più varie facevano mostra di sè. Attraversando il corridoio un leggero ronfare proveniva dalla prima porta socchiusa sulla destra.
La sveglia sul comodino suonò emettendo un bip continuo, Francis si rigirò nel letto arrancando con la mano destra verso la fonte di quel rumore irritante.
 Bip, bip, bip. Non la trovava.
Finalmente, dopo qualche minuto di vani tentativi di metterla a tacere, cadde di nuovo il silenzio.
Che poi, si chiese, perchè diavolo aveva puntato la sveglia? Si girò dall' altro lato dando le spalle all' oggetto indeciso se alzarsi  o no. Si fosse ricordato almeno il perchè!
Il suo cervello macinava.
Doveva preparare la colazione? Troppo tardi.
Il pranzo? C' erano gli avanzi della sera prima.
Forse doveva andare al lavoro? Impossibile perchè il suo turno non iniziava mai a quell' ora.
Si stava riaddormentando quando la porta della sua stanza si aprì con un tonfo secco e la voce gracchiante di Gilbert gli perforò le delicate orecchie come un trapano.
-Ci butta fuori di casa...o cazzo, cazzo, cazzo... sveglia Francis! Cazzo... si sposa! Com' è che si sposa?- l' albino andava correndo in mutande per la stanza aprendo le tende e tirandogli le lenzuola e non ultimo, gracchiando frasi sconnesse.
Francis si mise seduto sul letto con uno scatto e lo guardò ancora assonnato saltare verso la stanza di fronte e ripetere lo stesso teatrino.
-E che schifo!- lo sentì sbottare- Tonio vestiti e butta fuori questo tizio!
Francis si alzò indolente dal letto ricordandosi perchè avesse puntato la sveglia. Guardò il dispay e sbiancò.
-Mon dieu! Siamo in un mostruoso ritardo!- scappò verso il bagno urlando di sbrigarsi. Quando abbassò la maniglia lo trovò occupato- fammi entrare o non riuscirò a farmi bello in tempo per la cerimonia!
Sentì il clic della chiave, la porta finalmente aprirsi, la testa di Gil fare capolino sull' uscio:- Sbrigati a farti bello.
Francis si infilò subito sotto il getto della doccia, Gil davanti allo specchio si aciugava i capelli bagnati con un asciugamano:- Antonio?- domandò
-Che?
-Antonio?!- chiese più forte.
-Non l' hai svegliato tu?
-L' ho svegliato ma non l' ho visto alzarsi.
Gilbert uscì fuori dal bagno sbuffando, "ma guarda cosa deve fare la mia magnifica persona", pensava bloccandosi a metà del corridoio giusto in tempo per vedere Antonio salutare il tizio che aveva dormito con lui la notte precedente.
-Vatti a lavare che si è fatto tardi- gli disse infilandosi nella propria camera
Il castano fece come gli era stato detto raggiungendo Francis sotto la doccia. Il biondo sorrise ammicando:- Antonio...
Il ragazzo tirò indietro la testa scoppiando in una sonora risata:- Non c' è trippa per gatti, amico. Ho già dato e anche parecchio.
Francis aggrottò le sopracciglia e gli insaponò la testa iniziando a lavargli capelli:- Dovresti smetterla di vivere così. Non ti fa bene.
-Cosa c' è di diverso da quello che fate tu o Gilbert?
-Io non mi porto gente a letto a tutte le ore del giorno- puntualizzò il biondo- e nemmeno Gilbert. E in ogni caso quando ci capita di incontrare qualcuno lo facciamo perchè siamo attratti davvero da quella persona. Io amo le donne o gli uomini con cui vado a letto.
-Non puoi amare uno che hai appena conosciuto e che non vedrai più- puntualizzò Antonio.
-Antonio- Francis si limitò a sospirare lasciando l' altro nella doccia.

Francis, Gilbert e Antonio si conoscevano ormai da tra anni, un numero che nella loro vita, proprio da quando avevano iniziato a frequentarsi, ricorreva piuttosto spesso. Si erano conosciuti nel locale notturno in cui lavoravano ed era stato immediatamente un colpo di fulmine. Erano diventati subito amici e sembravano conoscersi da tempo. Tra loro non c' erano mai stati segreti, giudizi o inibizioni e praticamente subito avevano deciso di andare a vivere insieme. Dopo molto girare, avevano trovato un piccolo appartamento vicino al centro di stoccolma.
Terzo piano, numero tre. Si erano guardati in faccia e si erano fatti un sacco di risate. Era perfetto per loro. L' unico problema, per così dire, era la coppia che abitava di fronte a loro, ovvero il grosso svedese proprietario dell' appartamento e sua moglie.
No, non sua moglie a dire il vero. Il suo compagno, forse. Ma di questo i tre non ne erano nemmeno sicuri. Il fatto era che lo svedese, un tipo che sembrava sempre arrabbiato e sul punto di pestarti, condivideva la propria casa con n ragazzo finlandese, che al contrario pareva gentile e indifeso. Tutto poteva sembrare normale, non fosse che lo svedese, Berwald, si ostinava a chiamare l' altro ragazzo, Tino, moglie.
Ecco. Era questo il fatto.
E quei due quel sabato mattina si sposavano.
A Gilbert sembrava una cosa incredibile, non faceva altro che chiedersi com' è che Tino non avesse paura di quel gigante.
Oltre ad affittargli la casa, Berwald -architetto con la fissa dle fai da te- gli aveva anche messo a disposizione i mobili rigorosamente acquistati all' Ikea.
E chi rompe paga, li aveva redarguiti facendogli venire un groppo alla golla.
Soldi, ovviamente, li aveva rassicurati Tino. Berwald di norma non pestava nessuno.

-Ci sbatterà fuori di casa!- urlava Gilbert in preda al terrore mentre intimava a Francis di pigiare sul dannato accelleratore.
-C' è traffico, Mon cher- gli fece notare l' altro.
-Chi se ne frega! Se avesse guidato il Magnifico me a quest' ora saremmo già arrivati. Quello se arriviamo tardi ci butta fuori di casa e ci pesta.- L' albino si fermò un secondo recuperando apparentemente la calma- non che io abbia paa, eh. Lo dico per voi, non vorrei venirvi a trovare all' ospedale.
-Non ti preoccupare, Berwald è una persona tranquilla- sorrise Antonio.
Quando misero piede in chiesa, tutti trafelati, la sposa era già all' altare.
I tre ragazzi storsero il naso avanzando lentamente verso i primi banchi.
-Ma quindi Tino si vestita da sposa?- chiese Antonio facendosi largo tra due vecchiette.
-Mi sembrava che ci tenesse alla sua... uhm... virilità- disse Gilbert dubbioso.
Dopo qualche secondo Francis fece:- Io l' ho accompagnato a comprare lo smoking bianco.
Si guardarono tutti e tre mentre una nonnina palpeggiò il sedere di Francis ghignando.
-Madame- fece dopo qualche secondo, con un sorriso amabile sul volto- potrebbe togliere la mano dal mio fondoschiena?
-E' bello sodo- si giustificò la nonnina.
-Tu diventerai così- gli sussurrò Antonio in un orecchio.
Francis fece finta di non sentire e chiese:- Chi si sposa.
-Albert e Maddalena, no?- disse lei con ovvietà
-Ma certo- acconsentì il ragazzo sgusciando via assieme agli altri due.
Gilbert si schiaffò una mano sulla faccia:- Come cazzo abbiamo fatto a sbagliare chiesa.
-Io sono solo andato all' indirizzo scritto sul biglietto
-Fammi vedere- disse Antonio, poi sospirò- questo è l' invito a un altro matrimonio.
-Ma perchè si sposano tutti ora? Cos' è, la stagione degli amori?- gridò Gilbert
-Dobbiamo tornara a casa, prendere l' invito giusto e andare finalmente in chiesa- ricapitolò Antonio sedendosi sui sedili posteriori della piccola auto.
-Secondo me dovremmo iniziare a selezionare i matrimoni a cui andare e quali no- ponderò Gilbert- è troppo dispendioso.
-A parte che a questo ci dovremmo andare per forza, non puoi fare una selezione dei matrimoni- iniziò scandalizzato Francis- sono tutti riti d' amour, nessuno è meno importante dell' altro.

I tre, insomma, erano un gruppetto strano ma piuttosto affiatato e ben assortito, problematici forse per chi vi aveva a che fare. Antonio era uno spagnolo particolarmente allegro e spensierato. Francis un francese che aveva come credo supremo l' amore in tutto le sue forme ed espressioni, Gilbert, infine, un tedesco particolarmente chiassoso ed egocentrico.
In comune avevano la voglia di divertirsi e far baldoria, un innato egoismo e la voglia di essere giovani. Poi c' era qualcosa che li teneva uniti ma che nessuno, neppure loro, avrebbero potuto sapere descrivere o definire. Si erano, semplicemente, cercati e trovati.

-Devo farmi una doccia!- urlò Francis non appena varcarono la soglia dell'appartamento.
Antonio lo afferrò per la collottola prendendo nello stesso tempo l' invito:- Te lo scordi.
-Ma sono tutto sudato!- si lagnò l' altro.
-Andiamo!-urò Gilbert alla fine.
Al comune arrivarono solo alla fine della cerimonia. Una volta al ristorante lo sposo si avvicinò al loro tavolo accompagnato dal consorte.
-Non vi ho visti in sala.
-C' eravamo!- disse Gilbert con foga alzandosi e facendo cadere la sedia per terra.
-Non ne dubitiamo- si intromise Tino- Ber- aggiunse rivolgendosi al compagno- c' era un sacco di gente, è normale che tu non li abbia visti.
-Mh.
-E' vero, è vero- annuirono con foga i tre ospiti.
-Ah, dobbiamo dirvi una cosa- aggiunse poi Tino sorridendo dispiaciuto- ecco... noi... noi avremmo deciso di vendere l' appartamento.
-Vi trasferite?- chiese Antonio dispiaciuto.
-Il vostro appartamento- puntualizzò lo svedese.
-Il vostro appartamento cosa?- chiese Gilbert con stizza visto che aveva iniziato a perdere il filo del discorso.
-Abbiamo venduto il vostro appartamento- disse lapidario Berwald.
-...
Francis svenne.
Dopo una concitata rianimazione del francese, si potè riprendere un discorso.
Tino era sempre più dispiaciuto:- Scusate ragazzi ma era una proposta molto conveniente. C' è un russo che ha comprato praticamente tutto il palazzo. Gli unici appartamente che rimangono dei vecchi proprietari sono il nostro e quello dell' austriaco al piano di sopra.
-Tsè, guarda caso- soffiò Gilbert incrociando le braccia.
-Ma è una bravissima persona- si affrettò a rassicurarli Tino- ci ha assicurato che non vi caccerà via.
-E potete tenere i mobili- aggiunse Berwald come se quella fossa la cosa più importante tra tutte.
-Grazie- rispose Antonio.
-Ecco, guardate, si avvicina. Ve lo presento così vedrete che ho ragione- affermò Tino per poi tornare indietro con un ragazzo alto e dal sorriso infantile.
-Non sembra cattivo- sussurrò Antonio.
-Ciao a tutti, io sono Ivan il vostro nuovo padrone- si presentò il ragazzo.
-... di casa- aggiunse Francis.
-Da, di casa- confermò il russo con uno sguardo strano- spero che diventeremo amici. Sapete, io mi sono sempre sentito molto solo in Russia.


-E' pazzo!- urlava Francis facendo su e giù nel bagno degli uomini- E' pazzo.
-Inquietante- rincarò Gilbert appoggiandosi al lavello- ma il Magnifico me non ha paura... kesesesese.
-Non vedo dove sia il problema onestamente. A me non sembra tanto male. E poi abbiamo ancora la nostra casa.


Quel matrimonio era stato un miscuglio di nazionalità, c' era gente proveniente da tutto il mondo. C' era il russo proprietario dell' immobile e le sue sorelle, un danese casinista con cui Gilbert aveva subito fatto amicizia, un norvegese che di tanto in tanto picchiava il ragazzo e poi il suo fratellino che si portava n uccello sul dorso della mano. C' era un polacco vestito di rosa e poi un estone, un lituano e un lettone che sembravano tenersi a debita distanza dal russo. Da qualche parte qualcuno diceva che vi fosse persino un canadese ma nessuno del trio lo aveva visto.






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Ciao a tutti, questa è la mia prima ff, spero che vi piaccia e di ricevere i vostri commenti. Il primo capitolo è piuttosto introduttivo anche se per certi versi piuttosto in media res, già inizia a sorgere qualche domanda.
Non avete idea di quanto ci ho impiegato tra html e immagine, è stato assurdo O_O
Bè, che dire... spero vi piaccia.

Disclaimer: Hetalia e i suoi personaggi non mi mi appartengono. Non scrivo a scopo di lucro.
  
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