Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Ricorda la storia  |      
Autore: Something Rotten    19/06/2012    2 recensioni
Non si stupì affatto quando, aperta la camera, la trovò come era sempre stata: caotica, piena di fogli strappati a formarne il pavimento e con una collezione di Cd e strumenti musicali da far invidia a qualsiasi Major. L'unica nota 'fuori posto' erano quei tre energumeni che, segnati dall'età, lo fissavano a metà tra il sorpreso ed il contento.
" Christ! " urlò Matt e Johnny non seppe mai se quella era un imprecazione o il suo vecchio nome da star.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ordinary World
Affetta dal senso di colpa per la mia prolungata assenza in questa sezione del sito e, soprattutto, l'ennesima visita non voluta in un posto che non vorrei mai più vedere ma che, data la quantità d'amore che mi lega a quella persona, continua ad attirarmi come un grosso girasole splendente, ho pensato che fosse giunto il momento di tediarvi nuovamente;
No, non prendetela come un fatto personale, vi tedierei comunque anche se non foste voi.
Il titolo ed il testo tradotto che trovate all'inizio di questo sclero sono dei Duran Duran, una canzone che, nonostante sia loro, mi piace da impazzire, soprattutto quella rifatta dai Red che consiglio vivamente di ascoltare. Magari non mentre leggete, potrebbe essere il primo passo verso la depressione.
Ho amato gli Avenged per avermi aiutato a passare oltre e gli ho amati per avermi fatto passare l'ora e mezza più bella della mia vita e se non ci fossero state le loro canzoni forse sarei ancora spennicata verso una tomba che, nolente o volente, non ho ancora chiuso.
Questo è il mio personale modo di sfogarmi ed accettatelo per quello che è: uno sfogo.

Ordinary World;


" Ho pensato di averti sentito parlare delicatamente,
Ho acceso le luci, la televisione e la radio, eppure non riesco a fuggire dal tuo fantasma.
Ma non piangerò per ciò che è stato ieri.
Imparerò a sopravvivere."



" Devi esserci, sempre se ci tieni agli attributi... "
Zack e le sue maniere forti, così discostanti dal suo volto paffuto di un bambino fin troppo cresciuto;
" Non puoi mancare! Per lui eri molto più di un amico... "
Brian ed il suo buttarla sul senso di colpa, chissà se fosse realmente cosciente del macigno che le sue parole gli avevano provocato all'altezza del petto;
" Da persona profondamente egoista ti direi che sei un cazzone e che la dovresti smettere di frignare come un neonato. Da persona che comprende il tuo dolore, invece, ti direi  che non mi aspetto che tu lo faccia realmente... "
Matt ed il suo essere l'unico essere pensante di quel gruppo, nonostante il connubio scontato dei 'tanti muscoli e poca materia grigia'.
 " Non ho la minima idea di come convincerti a venire, John. Potrei semplicemente dirti che manchi a tutti noi, nonostante, come ripete sempre Syn, il basso sia uno strumento inutile, ma so che non basterebbe. Quindi mi limito a dirti che, qualsiasi cosa sceglierai, sarai sempre il nostro bassista inutile con manie di persecuzione ed un notevole senso d'inferiorità dovuto alla tua scarsa altezza. "
Arin e la sua incapacità di rimanere serio per più di una ventina scarsa di secondi;
 Arin che non sapeva nulla di come fosse la vita insieme a Jim e, soprattutto, che non aveva la minima idea di come fosse vuoto il suo petto senza il battito di un cuore;
Arin che, infine, era stato costretto a recitare la parte di 'batterista modello' in una pantomima che era durata per troppi anni e che, forse, l'aveva reso un po' troppo simile a Jim, cozzando totalmente con la sua vera personalità.


 Troppo piccolo per crearne una tutta sua, troppo estraneo per riuscire a colmare quell'assenza e troppo sveglio per non provarci.


Rilesse quei messaggi una ventina di volte prima di chiamare un taxi con un gesto della mano e di blaterare un indirizzo che credeva di aver dimenticato. Eppure quell'indirizzo era lì, nel suo inconscio, forse, oppure nella sua consapevolezza solo che troppo doloroso per ripeterlo come un mantra.
Il tassista fece un gesto d'assenso prima di pigiare il piede sull'acceleratore per immettersi nel solito traffico di Hunnington Beach.
Dai finestrini abbassati entrò del vento trascinandosi dietro il profumo d'acqua salmastra e fiori appena sbocciati.
Si ritrovò a percorrere quelle strade come se fosse tutto un enorme deja-vu, come se lui non fosse fisicamente lì.
Un'aspettativa dolorosa gli squarciò il petto non appena imboccarono la loro strada : si aspettò di vederli comparire lì, dietro l'angolo, giovani e scapestrati. Stretti in un paio di t-shirt colorate con il logo delle loro band preferite stampate sul petto, sorridenti come non lo erano stati più.

Sorrise involontariamente, ripensando a quel vecchio video che avevano girato poco dopo la sua morte, gli sembrava di essere di nuovo su quel set circondato da bambini sconosciuti che tentavano di impersonarli.
" Si fermi qui, continuo a piedi " mormorò quasi senza pensarci.
Lasciò i soldi sul sedile posteriore e, trascinando il suo trolley, scese dall'auto.
Camminò per quelle strade mantenendo un'andatura lenta, voltando lo sguardo a destra e a sinistra cercando una scritta che, forse, la pioggia aveva cancellato anni prima.
" Imparerò a sopravvivere " recitava quella vecchia scritta, una sorta di mantra che Jim si ripeteva ogni qualvolta che qualcosa andava storto: una canzone malriuscita, un brutto voto, un bicchiere di troppo, un bacio dato alla persona sbagliata...

Si diede dello sciocco quando non la trovò: erano passati dieci anni dalla sua morte e molti di più dal giorno in cui l'aveva scritta, era impossibile che vi fosse ancora.


La villa verso la quale era diretto aveva i cancelli aperti e qualche ospite  si attardava sulla soglia, non li conosceva o, forse, non li riconosceva per via del tempo che era passato.
Li salutò con un cenno del capo pregustandosi le loro espressioni allibite che, con sua enorme gioia, non tardarono ad arrivare.
Tronfio di uno strano senso di rivalsa, percorse il giardino con ampie falcate arrivando di fronte alla porta dove i genitori di Jim accoglievano gli invitati. Li salutò con un abbraccio ed un 'come stai' di routine ma, quando la domanda venne rivolta a lui, non rispose. I suoi occhi gonfi ed il sorrisetto sarcastico dipinto sul suo volto parlarono per lui.
La madre indicò il piano superiore della villa senza parlare e lui, dopo averla stretta ancora per un po', si incamminò verso di esso.
Non si stupì affatto quando, aperta la camera, la trovò come era sempre stata: caotica, piena di fogli strappati a formarne il pavimento e con una collezione di Cd e strumenti musicali da far invidia a qualsiasi Major.
L'unica nota 'fuori posto' furono quei tre energumeni che, segnati dall'età, lo fissavano a metà tra il sorpreso ed il contento.

" Christ! "  urlò Matt e Johnny non seppe mai se quella era un imprecazione o il suo vecchio nome da star.
Venne inondato da un cumulo di muscoli e capelli e, non seppe dire come, si ritrovò sul pavimento della stanza di Jim a ridere come un cretino, mentre quei tre energumeni l'abbracciavano come se fosse stato un vecchio amico scomparso per chissà quanto tempo.

"
Hai perso la scommessa Syn " borbottò Zack tendendo il palmo della mano destra verso il volto di Brian che, con suo enorme disappunto, fu costretto a lasciarvi sopra un biglietto da cento dollari.

" Ancora scommetti con lui? Ed io che pensavo che tutti quei soldi persi ti fossero bastati come lezione... " disse ironico
"  Come quella volta che... "
Cominciò a dire Matt e, in men che non si dica, si ritrovarono a percorrere i punti salienti della loro vita come amici, come fratelli e, soprattutto, come compagni di una band che, ormai, esisteva solo nella memoria di chi era abbastanza avanti con l'età per poterselo ricordare.

*

Quel piccolo viaggio nel passato si concluse solo quando una delle sorelle di Jim passò a chiamarli. Brian agguantò il fianco di Zack : erano sempre stati una sorta base sicura reciproca.
Matt si limitò a poggiare la mano sulla sua spalla, togliendosi i Rayban scuri dalla testa e poggiandoli tra le sue mani.

" Nel caso tu non voglia dimostrare a tutto il mondo quanto tenero può essere il tuo cuore di panna, John!  " esclamò ironico.
John lo ringraziò, ma rifiutò l'offerta: lui non avrebbe pianto per il passato.

La funzione venne celebrata nel giardino della villa.
Non seppe mai se l'estrema vicinanza del prete al garage nel quale erano soliti suonare fosse una cosa voluta o una semplice coincidenza ma, in entrambi i casi, fu grato ai genitori di Jim. Infatti, per tutta la funzione, tenne gli occhi ancorati sul garage immaginandosi un gruppo di ragazzini che via via diventavano adulti, suonare in circolo. Quel piccolo escamotage gli servì per non pensare alle parole del prete, al suo nome pronunciato fin troppe volte e alle parole commosse pronunciate da Brian che, in fin dei conti, era sempre stato il suo migliore amico.

Dopo la funzione ci fu la visita al cimitero,riservata solo a pochi intimi.
Lui si tenne ben ancorato al cancello di ferro dell'entrata osservando da lontano i suoi amici porgere un mazzo di rose bianche sulla sua tomba. Strinse la sua rosa solitaria ed attese.
Si mosse dall'entrata solo quando l'ultimo dei suoi amici uscì dal cimitero.
Si diresse verso la tomba e cadde in ginocchio di fronte alla foto, farfugliò qualche banale scusa per la sua assenza prolungata e pianse, pianse come se qualcuno avesse aperto i rubinetti dei suoi occhi, pianse come se da quello ne derivasse la sua sopravvivenza ed, infine, pianse come se quello fosse stato il giorno della sua effettiva morte e non un semplice anniversario come un altro.

Prima di alzarsi dal terreno agguantò i rayban che Matt gli aveva lasciato accanto al vaso dei fiori, lì indossò e si diresse a passo svelto verso la macchina dei suoi amici, mormorando un " Imparerò a sopravvivere " che il vento  portò via con sé.

*

Dopo una serata passata a bere e a fumare in compagnia dei suoi vecchi amici e di Arin che, sentendosi fuori posto alla funzione, li raggiunse solo una volta che tutto fu finito, decise di tornare a dormire nel suo vecchio appartamento.
Tutto era rimasto al suo posto, nessuno si era premurato di dare una pulita, neanche Zack al quale aveva affidato le chiavi con una promessa.
 " Tornerò  "

Si mise sul letto, incurante dello strato di polvere che lo ricopriva e dell'odore di chiuso che quelle vecchie mure esalavano. Provò a chiudere gli occhi ma, come ogni sera da dieci anni a quella parte, gli parve di ascoltare un lento sussurro, come un alito di vento, che gli intimava di andare avanti.
Si arrese all'evidenza che, con tutto quel silenzio, non sarebbe mai riuscito a dormire e, raccogliendo chissà dove le forze, si alzò dal letto dirigendosi in cucina.
Passò per il salotto e gli parve, più volte, di vedere un'ombra scura e longilinea correre ed entrare nelle varie stanze.

" Non avrai l'ultima fetta di torta, marrano!" urlava Jim tenendo ben stretta quella fetta fra le mani callose da batterista " Dovrai passare sul mio corpo per averla"
" Sul tuo corpo? Su qualsiasi parte del tuo corpo?" gli rispondeva lui con un sorrisetto malizioso
Jim scrollava la testa ed iniziava a correre per le camere, proprio come in uno di quei vecchi cartoni animati dei Looney Tunes e, lui, che impersonava una sorta di Gatto Silvestro con una nota ninfomane nel carattere, lo inseguiva.
Quella scenetta si concludeva non appena uno dei due si stufava di correre e finiva, quasi sempre, nello stesso modo: la fetta di torta dimenticata in qualche angolo della casa ed i loro corpi intrecciati su una qualche superficie stabile.

Forse era il suo fantasma?
Forse era la sua voce?
Non avrebbe mai saputo dirlo con certezza, forse perché non avrebbe mai indagato approfonditamente.

Accese la televisione, lo stereo ed ogni luce in quel vecchio appartamento.
Il sussurro si mescolò alle voci che uscivano dai vari apprecchi tecnologici.
L'ombra si dissipò sotto la luce forte dei lampadari.
Gli occhi si inondarono, nuovamente, di lacrime trasparenti.

Si stese sul divano e chiuse gli occhi mormorando qualcosa fra sé e sé...

" Imparerò a sopravvivere. "



   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Something Rotten