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Autore: BeeMe    19/06/2012    3 recensioni
Salì le scale di corsa e, appena fu a pochi passi da lei, sentì uno sparo e capì di essere stato troppo lento.
Gwen restò per un attimo inibita, quasi non avesse capito esattamente cosa stesse succedendo. Poi abbassò lo sguardo sul suo abito bianco, sul quale stava sbocciando velocemente un fiore di sangue e cadde all’indietro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un tiro semplice. Non c’era neanche un’albero in mezzo alla traiettoria. 

Bastava solo premere il grilletto e lei avrebbe smesso di causare problemi. 

Veramente facile, eppure qualcosa lo bloccava. La scusa era sempre la stessa: voleva che anche lui fosse presente quando il respiro dell’amata si sarebbe fermato e lei lo avrebbe dovuto guardare con gli occhi pieni di paura e pregarlo di salvarla.

E nonostante tutti i suoi sforzi lei sarebbe morta.

Ogni giorno, però, c’era qualcosa che lo fermava. 

Un sorriso rivolto alla persona sbagliata, il troppo vento, ma questa volta era determinato e pronto a fare fuoco. 

Bastava solo che lei salisse su quel podio e iniziasse a parlare.

 

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Gwen era emozionatissima. 

Tra poco sarebbe dovuta salire sul palco a raccontare al mondo come ci si sentiva ad essere lei. Come ci si sentiva dopo aver partecipato ad uno stupido reality che ti aveva permesso di conoscere la persona che più amavi. 

La persona che in quel momento era sul podio a dire alla folla di quanto fosse stato fortunato ad aver conosciuto proprio lei, la ragazza dei suoi sogni che da tempo aveva smesso di cercare.

Lei sorrise al pensiero di quanto lui l’amasse e di quanto lei capisse che dietro ogni cosa che faceva c’era qualcosa. Un’energia mai vista li legava insieme e loro due, insieme, avevano trovato la forza di sopravvivere.

Il suono degli applausi la ricosse dai suoi ragionamenti e dopo neanche cinque secondi ecco il suo punk preferito sbucare da dietro le quinte e camminare a passo svelto verso di lei.

Gwen si corse incontro e gli sussurrò all’orecchio: “Sei stato eccezionale! Non credevo saresti riuscito ad incantare tutta quella gente!”

“Ma come? Dubitavi forse di me?” le rispose allora lui, fingendosi offeso.

“Certo che no!” esclamò lei, prendendolo per la maglietta e abbassando il suo viso all’altezza del proprio.

“Io non dubiterei mai di te!” gli mormorò un attimo prima di baciarlo.

Il sapore della bocca di lui la faceva impazzire e, quando Duncan si staccò, lei lo fissava sorridendo.

“Dai, tesoro, ora tocca a te! Non vorrai arrivare in ritardo anche questa volta!” le disse il punk, prendendola per mano e conducendola verso le scale che l’avrebbero portata sul palco.

“Senti chi parla!” rise la ragazza, coprendosi la bocca con la mano.

“Va bene, va bene! Ammetto che a volte non sono puntuale e che tu arrivi quasi sempre in orario. Questo però non influisce sul fatto che se non ti muovi penseranno che non sei venuta! O peggio, che qualcuno ti abbia assalito lungo la strada per arrivare qua!” scherzò Duncan, spingendola su per i gradini.

“Ok, salgo! Ma sta attento che un giorno, magari qualcuno troverà quest’ipotesi dell’omicidio molto allettante e non esiterà un attimo a farmi fuori! Se non te lo ricordassi io sono la nuova Heather, la ruba-fidanzati e la darkettona che si cosparge di colla e che si butta nell’armadio!” mentre parlava Gwen si era girata un attimo e lui, salendo velocemente il gradino che li separava, le prese il viso tra le mani e le diede un piccolo bacio.

“Ehi! E tutta la storia sul ritardo?!” chiese lei, cercando di coprire la sua felicità nel ricevere quel bacio.

“Bacio d’incoraggiamento!” dichiarò lui soddisfatto e la ragazza iniziò a ridacchiare piano, per paura che tutti gli spettatori che l'aspettavano non la sentissero.

Salì i gradini a due a due e arrivò velocemente in cima.

Si avvicinò piano al podio sul quale era posto il microfono e tutti i bisbigli provenienti dal pubblico si spensero quando la videro arrivare. 

Duncan intanto la fissava da dietro e cercava di concentrarsi sulla sua figura snella, ignorando un riflesso di luce che proveniva da uno dei palazzi di fronte a loro. 

Dopo poco iniziò a dagli sui nervi e iniziò a studiarlo attentamente, anche cambiando posizione per capire cosa fosse.

Quando fu ad una distanza considerevole dalla scala, il sole scomparve per un istante dietro ad una nuvola e lui poté vedere cosa nascondeva il riflesso.

Era un fucile da cecchino e una figura in nero si stava preparando a sparare. 

Gli occhi gli si sgranarono per il terrore e iniziò a correre verso il palco.

Salì le scale di corsa e, appena fu a pochi passi da lei, sentì uno sparo e capì di essere stato troppo lento.

Gwen, dal canto suo, restò per un attimo inibita, quasi non avesse capito esattamente cosa stesse succedendo. Poi abbassò lo sguardo sul suo abito bianco, sul quale stava sbocciando velocemente un fiore di sangue e cadde all’indietro.

Duncan scattò in avanti e la prese al volo. “Tesoro, mi senti? Sono qui con te! Sta arrivando un’ambulanza, ti salveremo.” 

Lei lo guardò un attimo e poi guardò il palazzo di fronte a lei.

I capelli le ricaddero sulla fronte e lei, in un bisbiglio disse soltanto: “Prendilo.” 

Poi il suo battito iniziò a rallentare e il punk capì di essere di fronte ad un bivio: doveva seguire l’ultima volontà della sua amata, o stare con lei fino a quando non sarebbe arrivato qualcuno di più competente?

Stava giusto riflettendo su questo quando lei emise un gemito strozzato e gli occhi le si fecero vitrei.

“Gwen! Resisti amore! Sta arrivando l’ambulanza! Resisti! Gwen!!!!!” l’ultima parola fu un urlo.

Lei voltò leggermente la testa, come per guardarlo meglio e le sue labbra si mossero per formare due parole che nessuno dei due aveva mai detto all’altro, quasi a non voler dire ciò che provavano perché se una cosa ha dei limiti si può superarli e loro non volevano che niente fosse più grande del loro amore.

“Ti amo.” 

Due semplici parole che rimasero sospese nell’aria e che fecero capire a Duncan che la ragazza non credeva che ci fosse speranza.

Vide le sue palpebre abbassarsi ed un lieve sorriso affiorare sulle sue labbra.

“Non mi lasciare Gwen!” un’ultima frase e poi tutto si fece buio.

  
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