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Autore: Sigyn    19/06/2012    3 recensioni
"- Nonna … cosa faresti se fossi innamorata di una persona, ma ci fossero dei motivi per cui non puoi rivelarle i tuoi sentimenti? -."
Scorpius fa domande inappropriate. Narcissa riflette, prova a dargli una risposta e tenta invano di finire il suo tè.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Narcissa Malfoy, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Just, for God's sake, kiss the boy!'
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Just A Simple Question

 


- Nonna … cosa faresti se fossi innamorata di una persona, ma ci fossero dei motivi per cui non puoi rivelarle i tuoi sentimenti? -.


La domanda arrivò inaspettata mentre Narcissa Malfoy si portava la tazzina in pregiata porcellana decorata alle labbra perfettamente truccate. La rimise sul piattino senza aver bevuto una goccia di tè, e fissò suo nipote.

Le visite di Scorpius le piacevano. Quel ragazzo non assomigliava molto a com’era stato Draco alla sua età, se non in quei piccoli particolari apparentemente insignificanti che lei era sempre stata così brava a notare: aveva i suoi stessi occhi, lo stesso modo di inclinare leggermente il collo verso sinistra quando rifletteva, e la stessa capacità di fare domande inopportune cogliendola di sorpresa.

Gli voleva bene, davvero, ma a volte si scopriva a desiderare un nipote muto.

Non sapeva cosa rispondere, e aggiunse un’altra zolletta di zucchero al suo tè. Per lei era stato tutto facile: i suoi genitori avevano deciso che avrebbe sposato Lucius, pace all’anima sua, appena fosse uscita da Hogwarts, possibilmente con una media scolastica eccellente e una reputazione immacolata. Lei l’aveva fatto. L’amore era venuto dopo, nella forma di un affetto discreto e tenace che si era rafforzato con gli anni e con una conoscenza di suo marito più profonda di quella che tutte le feste della buona società Pureblood a cui lo aveva incontrato prima del matrimonio le avevano mai concesso, con lo scoprire giorno per giorno ciò che si celava dietro quella fredda eleganza e quella cortesia artificiosa.

Non era fatta per le travagliate storie d’amore da romanzi rosa, Narcissa. E il suo matrimonio, specialmente dopo lo sciagurato giorno in cui Lucius si era unito ai Death Eaters, le aveva già regalato fin troppe emozioni.

Decise di tentare di capire meglio ciò che suo nipote intendeva. – Di cosa si tratta, caro? Qual è il problema che ti impedisce di dichiararti a questa ... persona?-.

Scorpius, dall’altro lato del tavolo, abbassò lo sguardo con aria incerta e pensierosa. E inclinò il collo verso sinistra, ovviamente.

Bontà di Viviana!, pensò Narcissa non essendo abituata ad espressioni popolane e vagamente volgari come “Per le mutande di Merlino!”, non sarà una Muggle o una Mudblood? O una Weasley! Inarcò un sopracciglio. I tempi erano cambiati, se ne rendeva conto: non ci si poteva più permettere di fare la figura dei razzisti, dopo l’esito della Seconda Guerra. Ma per persone come lei abituarsi a certi cambiamenti risultava terribilmente difficile.

Suo nipote, comunque, la sorprese ancora una volta. – È un ragazzo. Quella persona è un ragazzo - mormorò.

Narcissa rimescolò il contenuto della tazzina con il cucchiaino, con gesti lenti e controllati.

Beh. Non poteva dire di essersi aspettata una risposta del genere. Ai suoi tempi le famiglie Pureblood facevano di tutto per prevenire gli scandali che sarebbero potuti derivare da certe rivelazioni, ed assistere a quella confessione la faceva sentire ... confusa. Non dispiaciuta, e nemmeno delusa, solo confusa.

Sperò che non si trattasse di un ragazzo Muggle o Mudblood. O, ancora peggio, di uno Weasley.

- È un ragazzo molto intelligente. Va bene a scuola ... è in Slytherin – proseguì Scorpius, quasi in tono di scusa. Si passò una mano tra i corti capelli castani, chiaramente in imbarazzo.

Narcissa sorrise, un po’ incerta: era una situazione inaspettata, certo, ma la sua famiglia era troppo importante perché potesse cessare di amarla per particolari del genere. Doveva solo abituarsi all’idea. Inoltre, c’era la possibilità che suo nipote si fosse innamorato del rampollo di una qualche famiglia Pureblood, il che avrebbe giovato alla situazione economica della famiglia Malfoy, visto che la maggior parte del suo patrimonio era andato perduto alla fine della guerra in quelli che Lucius amava definire piccoli incentivi alla clemenza.

Anche i genitori del ragazzo avrebbero capito, ne era certa: Draco era suo figlio, dopotutto, e aveva rischiato di perdere suo padre e sua madre durante la guerra, mentre Astoria le aveva sempre dato l’idea di essere una persona gentile e comprensiva.

Certo, un tempo aveva odiato con tutto il cuore la giovane nuora rea di averle strappato il suo bambino dalle braccia, e per un po’ aveva perfino progettato di avvelenarla. Ma quella era acqua passata.

Venne distolta dai suoi pensieri dalla voce di suo nipote. – Ed è sensibile, e spiritoso, e educato, e attraente ... – Scorpius si interruppe per riprendere fiato. Aveva parlato troppo in fretta, e a voce un po’ troppo alta, in parte cercando di difendere le sue inclinazioni e in parte di scusarsi. Le sue guance erano rosse come due mele mature, gli occhi grigi fissi sulle sue scarpe.

- Dichiarati, allora -. Narcissa sorrise ancora, dinnanzi all’espressione incredula del nipote, quando quest’ultimo trovò abbastanza coraggio per guardarla in faccia: - Non hai niente da temere, tesoro -.

Scorpius scosse leggermente la testa, come intontito, le labbra socchiuse e gli occhi spalancati.

Narcissa si portò una seconda volta la tazzina alle labbra. – Su, sono certa che i tuoi genitori capiranno -. E lo era davvero.

- Quel ragazzo è Albus Severus Potter, nonna -.

Narcissa boccheggiò, la tazzina bloccata a pochi centimetri dalle sue labbra. Poi si rese conto che non era un’espressione molto dignitosa. Chiuse la bocca e rimise la tazzina sul piattino.

Invano, cercò qualcosa da dire, mentre Scorpius la fissava con aria timorosa e allo stesso tempo piena di aspettative. Un incoraggiamento? Un rimprovero? Non lo sapeva nemmeno lei.

- Tuo padre lo sa? - chiese infine, con una punta di allarme nella voce. Non si trattava né di un Muggle né di un Mudblood né tantomeno di uno Weasley e ne era felice, ma non riusciva a immaginare la reazione che Draco avrebbe potuto avere.

Anzi, ci riusciva fin troppo bene. Si sporse verso il nipote e gli posò delicatamente una mano su una spalla, in un gesto di affetto e conforto.

- Se prova a torcerti un solo capello, se la vedrà con me – disse in tono grave. Scorpius annuì con aria sconfortata. – Grazie, nonna – borbottò, afflitto, prima di Smaterializzarsi.

Rimasta sola, Narcissa bevve finalmente il primo sorso del suo tè. Storse le labbra: si era raffreddato, e lo zucchero che aveva aggiunto durante la conversazione lo aveva reso troppo dolce.

 

 

  
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