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Autore: Claudia Hunter    19/06/2012    2 recensioni
Ecco cosa può succedere una sera a mezzanotte, quando si è da soli in casa...
Leggete per scoprirlo...
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mezzanotte.

Il cielo scuro, incombe minaccioso e dalla finestra si nota solamente la luna a tre quarti pallida nel cielo, come se ornasse l’atmosfera su questa casa.
Il silenzio regna sovrano nell’ambiente, inizio a dirigermi a passi lenti nella mia camera.
Sento un rumore e il mio cuore sussulta, qualcosa che non riesco a definire bene scricchiola e mi fermo come se fossi paralizzata.
Il rumore si ripete nuovamente, questa volta con più decisione.
Una parte di me non osa andare a controllare cosa fosse, mentre l’altra parte mi'incita a liberarmi così di questi miei pensieri.
Forse é il vento che si era alzato, facendo sbattere la porta della cucina.
 Mi accorgo che la finestra del salone é aperta, sospirando di sollievo vado a chiuderla.
Certe paure possono influenzarti, penso, dopo aver visto un film horror.
E mi riavvio sollevata verso la camera quando l’orologio a pendolo scandisce la mezzanotte.
Spengo la luce della mia camera e m’infilo nel letto, un po’ impaurita, è normale ripeto a me stessa cercando di tranquillizzare la mia parte conscia.
Chiudo gli occhi quando nel dormiveglia percepisco un altro rumore e sobbalzo svegliandomi.
Forse stavo sognando ma le speranze diventano vane poiché il esso si percepisce nuovamente.
Cerco di individualizzare cosa o chi potrebbe essere, stringendomi e cercando sicurezza tra le lenzuola bianche.
Chi potrebbe essere? Perché dico questo?
Non c’è nessuno a casa, sono sola.
Eppure percepisco dei passi lenti, leggeri accompagnati da una sottospecie di ronzio, se così poteva definirsi.
Deglutisco.
Titubante mi alzo cercando il più velocemente il bottone della luce e ci riesco.
Per un momento assieme alla luce sembra esser tornata la tranquillità.
Sospiro, il mio cuore però non smette di pulsare, anzi aumenta ancor più la velocità assieme al respiro quando odo un rombo e capisco che è il vaso di una piantina nel salone che è caduto per terra infrangendosi.
 Questa volta non può essere il vento.
Impaurita, decido di addentrarmi piano, i piedi scalzi sul pavimento gelido faccio attenzione a non inciampare nella vestaglia bianca da notte.
Eccolo: davanti a me il salone buio.
Cerco di respirare profondamente ma faticosamente sentendo di nuovo quei passi accompagnati dal ronzio e mi paralizzo dietro la porta.
Non oso neanche pensare a chi potrebbe essere, o cosa: la mia mente si era lasciata prendere troppo dal terrore.
<< C- chi c’è? >> domando quasi balbettando, le labbra sembrano gelate.
Nessuna risposta.
Ancora una volta il ronzio.
Mi avvicino di più, pronta a fare i conti con la verità o a scappare da essa.
Quando  diviene sempre più forte e riconoscibile.
Conto fino a tre e apro la porta chiudendo e riaprendo gli occhi quando scopro che in casa c’era anche Lorenzo, il gatto il quale bagnato per via della forte pioggia miagolava in cerca d’aiuto.
  
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