'Secondo scalino dell'Avon Theatre.'
Questa storia è diversa dalle altre,spero che sarà lo stesso per voi,spero che riuscirò a trasmettere quello che provo,dopo ciò buona lettura!

13 Maggio 2006.
Io?Be si io mi chiamo Nicole,vivo a Stratford,in Canada. Qui non ho molti amici perchè mi ci sono trasferita da un pò da Tornto dopo la separazione dei miei genitori,sono venuta a vivere qui con mia madre e i miei nonni E' stato molto difficile per me, lasciare tutto e tutti.
Ma stavo dicendo? Ah, sì.
E' da poco che sono qui ma amo già tutto i suoi colori, i suoi profumi, quelle strette stadine, che davano su interi campi di fiori; oh che meraviglia. Non mi stanca mai, Stratford.
Ero seduta di fianco a mia madre, in macchina. Avevo abbassato il finestrino per il caldo, e avevo la testa fuori dal finestrino. Il vento mi scompigliava i capelli, che io tentavo di mettere a posto, invano. Sorridevo. Mi sentivo bene, forse solo lì. Stavamo passando nella stada principale di Stratford. Quella della chiesa color mattone, quella dei bar con i tavolini fuori e profumo di cornetti caldi a prima mattina. Quella delle belle vetrine, con le insegne colorate.
Ah, e poi c'è l'Avon Theatre; uno dei posti che preferisco, in tutta Stratford. -Mamma,oggi vado da una mia nuova conoscente,è simpatica e come hai detto è bello fare nuove conoscenze!- le dissi con un tocco d'entusiasmo.
-Certo Nicole,aiutami a disfarre le ultime valigie e potrai andare- mi disse con gli occhi puntati sulla strada.
-Vabene mamma- La cosa più brutta di quando una persona si trasferisce,disfarre le valigie,dopo circa due orette ero libera chiamai Sham,e mi diressi verso casa sua,passai accanto all'Avon Theatre e una cosa m'incuriosì :c'era un ragazzino sul secondo scalino.
Aveva una chitarra, un cappellino blu, e una voce che, Dio, arrivava dritta dritta nel tuo cuore, e accendeva un fuoco intorno ad esso, quasi come per fartelo bruciare, lentamente. Beh, lo conoscevo. Anzi, no. Sapevo solo il suo nome, perchè viene nella mia stessa scuola,stiamo insieme nel corso di Scienze e Italiano. Non ci avevo mai parlato, Si chiamava Justin, mi pare.
Il cognome non me lo ricordo nemmeno. Era tipo 'Baiber' o 'Beber'. Bah, non lo so. Sapevo solamente quant era bravo a cantare, e quanta passione aveva negli occhi, per quello che stava facendo. Lo osservai ancora un minuto. Il tempo del 'verde' al semaforo, e poi non l'avrei più rivisto.
O forse no. Forse l'avrei risentito chissà nella mia amata Stratford.©