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Autore: telesette    19/06/2012    0 recensioni
[Amici Miei]
La faccia di Barottelli era a metà tra la perplessità e l'istupidimento totale ( segno che il Mascetti non era solito ricorrere alla Supercazzola con lui ), tuttavia si sforzò ingenuamente di attribuire un senso all'indecifrabile sequenza di stronzate che il conte gli stava sparando a raffica con l'unica intenzione di prenderlo per il culo...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Amici Miei, oggi come nel 1975, rappresenta un'icona intramontabile e incancellabile della cinematografia italiana ( soprattutto a Firenze, dove le vicende tragico/umoristiche del giornalista Giorgio Perozzi, dell'architetto Rambaldo Melandri, del conte decaduto Raffaello Mascetti, del baristaGuido Necchi, e del professor Alfeo Sassaroli vivono ormai come una sorta di "tradizione" ). 
Gli scherzi goliardici che caratterizzano la genialità ( e la "bastardaggine" ) dei protagonisti; le Zingarate senza tempo e senza meta, all'insegna della "fuga momentanea" dallo squallore e dalle realtà quotidiane della vita; e ovviamente l'intramontabile Supercazzola che, nel gergo del film, indica un giro di parole senza senso al solo scopo di confondere le idee al proprio interlocutore...

Amici miei - schiaffi alla stazione (scena cult)
( clicca qui per guardare )

Mascetti non perdona!

Il Mascetti si svegliò intirizzito dal freddo, nonostante le coperte e gli scialli avvolti sopra il pigiama.
Ritrovarsi col riscaldamento staccato per morosità, oltretutto alla fine di novembre, poteva "forse" essere alquanto sgradevole... specie dovendo vivere in un seminterrato, con le pareti intrise di umidità e l'odore inconfondibile della muffa che cominciava a formarsi negli angoli.
Il frigorifero staccato, il gas spento e sul tavolo c'era ancora mezza scatola di candele ( la luce era stata tolta due giorni addietro ). Soffiando più volte nelle mani, strofinandole nel tentativo di riacquistare un minimo di sensibilità, il Mascetti scese piano dal letto per non svegliare né la moglie né la figlia.
Le due povere disgraziate, avvolte ed imbacuccate come due igloo eschimesi, non avrebbero comunque osato uscire dalle coperte per non disperdere quel minimo indispensabile di calore. Perciò il conte non ebbe problemi nel vestirsi in silenzio ed uscire altrettanto in silenzio. Con un freddo del genere, l'unico modo per cominciare bene la giornata era quello di scroccare un caffé dall'amico Necchi.
Si era appena chiuso la porta del seminterrato alle spalle quando, come un ladro colto sul fatto, si sentì chiamare da una voce severa a lui ben nota...

- Oh, sor Mascetti - esclamò un tizio basso e corpulento, con voce profonda.

Per poco Mascetti non cadde all'indietro, nell'inarcare la schiena dallo spavento, tuttavia si sforzò di mantenersi il più possibile calmo e tranquillo per gestire l'importuno padrone di casa con la più assoluta e monumentale faccia tosta.

- Signor Barottelli - mormorò, fingendosi seccato. - Lei deve smetterla di venirmi così alle spalle, senza preavviso... Cos'è, vuole farmi venire un infarto?
- Veramente e mi contenterei la si degnasse di ritiralle le su bollette - osservò l'ometto, porgendogli dunque un mazzo voluminoso di buste chiuse e sigillate. - La saranno già cinque o sei volte che mi lascia la cassetta intasata!
- Ma prego, facciamolo sapere a tutto il palazzo... Forse all'ultimo piano non l'hanno sentita!
- Oh, sor Mascetti - tagliò corto Barottelli. - E che non la sa nessuno codesta storia? Se lei la vole, e si fa tutti finta di nulla... Ma la posta perlomeno se la ritiri, perdìo!

Mascetti agguantò bruscamente il mucchio di bollette e, sventolandolo con altezzosità sotto il naso dell'affittuario, sfoderò il suo solito repertorio di "conte indignato" e offeso dall'intercalare volgare e qualunquista del misero plebeo.

- Innanzitutto non amo fare scenate in pubblico - fece lui, calmo ma con energia. - Se mi degno di venire a ritirare personalmente la posta, si ritenga onorato; in secondo, anche se volendo posso passare sopra le formalità, sulla riservatezza delle mie questioni non transigo...
- La ci mancherebbe - annuì Barottelli. 
- E dunque, se la perapila tapioca con una circonvenzione d'incapace, mi facci anche la prematurata come se fosse Antani... Questo per precisare!

Barottelli sgranò gli occhi perplesso.

- La mi scusi ?!?
- No, dicevo: se la supercazzola prematurata, con rispetto parlando, mi facesse la cortesia di scappellàrmela con ricevuta di ritorno; ebbene potrei anche capire se, sbiricùda tapioca nella qualunquistica, fosse una prematurata bicoglionerìa... Mi spiego?

La faccia di Barottelli era a metà tra la perplessità e l'istupidimento totale ( segno che il Mascetti non era solito ricorrere allaSupercazzola con lui ), tuttavia si sforzò ingenuamente di attribuire un senso all'indecifrabile sequenza di stronzate che il conte gli stava sparando a raffica con l'unica intenzione di prenderlo per il culo.

- So... Sor Mascetti, se la mi lascia le bollette in cassetta, non posso mica cavàlliele sempre io! 
- No, certo che no - si disse d'accordo Mascetti, battendogli affettuosamente una pacca amichevole sulla guancia e proseguendo impassibile la sceneggiata. - Infatti le stavo dicendo appunto che, stracolàndo la supercazzola nello scappellamento a destra, potrebbe cortesemente reclamare e garantire una Ricevuta d'Antani certificata; a quel punto mi chiude la marca da bollo, prematurando la supercazzola all'ufficio postale, e le bollette me le tapioca in Fermo-Posta!

Così dicendo, Mascetti ritornò il mucchio di bollette ad un Barottelli completamente frastornato. Il poveretto guardò prima le bollette poi il Mascetti che si accingeva ad uscire e, non appena questi fu in strada, lo richiamò un'altra volta nel tentativo estremo di capirci qualcosa.

- Ma insomma, icché ci devo fare con le su bollette?
- Cestìnia - rispose il Mascetti, voltandosi e agitando la mano con noncuranza. - "Mors tua, vita mea, sempre di merda la sea!"


In memoria di Ugo Tognazzi...
Raffaello "Lello" Mascetti, sempre vivo nel cuore e nella mente...
da Firenze, con affetto!

FINE

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^__^ Alla prossima!

   
 
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