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Autore: thisnamemustbeuntaken    20/06/2012    5 recensioni
Una litigata furiosa per strada. Attraverso senza guardare...Anche l'azione più stupida può distruggere il cuore e la mente della persona che si ama.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tomlinson’s wife corner.
Questa FF è un po depressa. Tutta questa tristezza parte da un'altra FF in cui muoiono due dei componenti dei One Direction: Liam e Zayn.
Parlando con una mia amica di questo fatto ho improvvisato una storia.Questo racconto è una valvola di sfogo per tutto quello che ho provato leggendo gli attimi prima della morte di quelle due carotine.
Un grazie particolare va a
Elemudbloodlove. Senza di te stanotte probabilmente mi sarei addormentata piangendo. Grazie di esserci sempre quando ne ho bisogno. Non lasciarmi, MAI.
Dopo questa lacrimevole introduzione inizierei con la storia.
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Un attimo e tutto quello che ami svanisce nel nulla. E’ questa la sensazione che provo vedendoti steso a terra. Hai dei rivoli di sangue lungo il visto che stonano con quelle pietre azzurre che hai al posto degli occhi. Il tuo viso è bianco, riesco ad intravedere le vene delle tempie che pulsano sempre piu lentamente. Hai gli occhi fissi nei miei, ma non sono gli stessi occhi di cui mi sono innamorata. Stanno per spegnersi per sempre. Dal tuo naso perfetto scendono delle goccioline scarlatte. Quante volte lo avevo baciato quel nasino perfetto, Louis?  
Muovi impercettibilmente la bocca. Non riesco a capire cosa dici. Il caos dei presenti mi rimbombava nelle orecchie. Quelle labbra che tante volte ho sfiorato ora mi stanno parlando prima di chiudersi per sempre. Ed io non credo di farcela senza il tuo sorriso mattutino, nel letto, dopo una notte d’amore.
Fare l’amore con te è la cosa che mi mancherà di più. Lo facevamo piano. Come se da un momento all’altro uno dei due potesse spezzarsi. Eravamo troppo deboli per soffrire. Il nostro cuore non avrebbe retto. Adesso però il mio si sta letteralmente sgretolando in mille pezzi. Niente e nessuno mi avrebbe fatto mai più sentire amata come facevi tu.
Mi ricordo le colazioni al letto, gli sguardi dolci mentre mi imboccavi. Quando per farmi addormentare mi prendevi in braccio e mi facevi stendere sul divano per poi posizionarti sul pianoforte dove accarezzando i tasti come se fossero di cristallo suonavi e cantavi per me. “I’ll look after you” Era la nostra canzone ricordi?
Mi torna in mente il suono della tua voce. I brividi mi percorrono la schiena e le mie gambe cedono andandosi a schiantare contro l’asfalto su cui eri disteso. Mi guardi ancora. Stavolta pronunci bene le parole.
“Ti amo…” la tua voce è un sussurro. Te ne stai andando, ma io ho ancora bisogno di te!  Ho bisogno delle nostre giornate passate a casa, nel letto, a fissarci senza dire una parola. Noi eravamo così. Le parole erano superflue. Stesi sulle lenzuola sfattemi carezzavi la guancia con il pollice. Ogni tanto piangevo, ma erano lacrime di gioia. Lacrime di una persona che non sapeva chi ringraziare per avergli fatto un dono così grande. Quel dono era il tuo cuore,
Il tuo cuore lo sentivo battere tanto mi ero avvicinata a te mentre cadevo miseramente sulle ginocchia. Vi poso la mano sopra. Sarebbe stato per sempre mio. Niente avrebbe impedito a quel cuore di battere per me. Sapevo che mi amava. Ma non aveva bisogno di parole per dimostrarmelo.
Il mio cuore mi pesa sul petto mentre ti guardo. Così perfetto da far male.
Non mi sono mai sentita abbastanza per te. Tu eri quello bello, intelligente e carismatico. Cosa ci hai trovato in me Louis? Cosa ti ha spinto a buttarmi via da quella strada. Dovevo esserci io al tuo posto. Sono stata io la stupida che aveva attraversato la strada senza guardare perché troppo arrabbiata con te per rispondere delle mie azioni. Poi però ci ripenso. Il dolore che stavo provando io era enorme. Tremavo, sentivo male fisico. Non te lo avrei mai augurato.
I tuoi occhi mi guardano per quella che probabilmente è l’ultima volta e poi si chiudono. Il mio cuore perde un battito.
Provo a chiamarti ma non mi rispondi. Ti stringo forte tra le mie braccia bagnandoti le guance e le labbra con le mie lacrime salate. Le scaccio con un bacio. Dolcemente lascio sfregare le nostre labbra che oramai tremano. Ti ripeto che ti amo, ma tu non apri gli occhi, non mi irradi di nuovo con quella tua solita luce, con quello scintillio che i tuoi occhi avevano quando ti fissavi a guardare qualcosa che ti piaceva. I tuoi occhi rimangono chiusi.
Qualcuno prova a slegare il nostro ultimo abbraccio ma glielo impedisco.
Stai diventando freddo. Prendo le tue mani nella mie e le bacio, tentando di riscaldarle un pochino da quel freddo gelido che ora percorreva sia il tuo che il mio corpo.
Ti accarezzo dolcemente proprio come facevi tu con me.
Sento il mio cuore fermarsi, perdere un battito,e poi ricominciare a pulsare sangue in quel corpo che ormai era vuoto, senz’anima. Quella stava volando via con te.
La pelle fredda del tuo volto mi spaventa. Rende tutto più reale. Fino a quel momento ho sperato nel miracolo, ma le tue guance infrangono tutte le mie speranze lasciandomi in balia della disperazione.
Disperazione che mi porta ad urlare il tuo nome in preda agli spasmi. Il mio unico vero amore mi aveva appena abbandonato. E’ una sensazione strana. Ora la mia vita non ha piu un senso.
L’unico motivo per cui mi svegliavo la mattina era per guardarti dormire accanto a me, per poterti stringere tra le mie braccia consapevole che saresti stato sempre mio, qualsiasi cosa fosse successa.
L’unico motivo per cui la sera tornavo a letto era perché avremmo fatto l’amore. Piano, come piaceva a noi.
Ora tutto questo non c’è più. Ti hanno spostato su una barella. I medici mi chiedono se voglio salire con lui sull’ambulanza. Non rispondo ma salgo direttamente. Non volevo perderti per neanche un istante.
L’ambulanza non corre, non accende le sirene. I medici non accendono i macchinari, non provano a rianimarti.
 Sei andato via mentre mi dicevi che mi amavi. Fa male saperlo mentre l’ambulanza arriva all’obitorio. I medici mi rivolgono ancora la parola e mi chiedono se voglio restare da sola con te, per l’ultima volta ormai.
Accetto e mi lasciano dentro una stanza sola con te. Sembri così piccolo steso su quel lettino. Cosi sereno che quasi faccio fatica a credere che tu non stia respirando. Mi avvicino a te, prendo una sedia e mi rilasso. Traccio il contorno del tuo profilo con un dito insanguinato. Prendo un fazzoletto e decido di levarti dal viso le prove del tuo dolore, pensando che in assenza di quelle tu ti saresti risvegliato. Passo la salviettina sulla tua faccia. Accarezzo quelle labbra che un tempo erano rosse come ciliegie mentre ora stanno acquistando un colorito più scuro, quasi violaceo.
Quella camera è fredda. Le pareti bianche mi opprimono. Decido che è ora di lasciarti andare e le lacrime ricominciano a rigarmi il viso. Non voglio, non è giusto. Avevamo tutta la vita davanti per stare insieme.
Invece quella stupida auto ti ha portato via da me. Mi alzo e adesso sono io a guardarti per l’ultima volta. Ti lascio un bacio leggero sulle labbra e mi prendo la tua collana con me iniziali. Chiudo gli occhi, mi giro e mi dirigo verso l’uscita. Prego non si sa quale dio di darmi la forza per non girarmi, perché non me ne sarei più andata. Poggio la mano sulla maniglia e respiro profondamente.
Dovevi proprio essere così perfetto, Lou?”
Lo dico alzando gli occhi al cielo, sperando che tu possa sentirmi.
Apro la porta e corro via, corro via da tutti. Dai suoi parenti in lacrime, dai dottori, dai guardoni che ci avevano seguiti fino a li. Corro via perché ho paura. Ho paura della vita senza di te. Stringo la tua collana tra le mani e aumento la velocità. Corro in mezzo alle auto. Corro senza una meta, perché la mia meta eri tu.
Poi finalmente arriva quello che incoscientemente avevo sperato. Una macchina non fa in tempo ad evitarmi e mi sbatte a terra.
Ho paura Lou, che a te faceva così male?
La gente intorno a me inizia ad avvicinarsi. Sguardi sconcertati mi fissano.
Sento il mio cuore rallentare ed inizio a piangere. Avevo una paura fottuta in quel momento. Decisi di pensare a te. Chiusi gli occhi e immaginai di nuovo il tuo viso illuminato dalla luce del sole e istintivamente sorrido.
Il mio cuore rallenta ancora di piu ed in lontananza sento arrivare un ‘ambulanza ma so gia che non servirà a nulla. Il mio corpo è steso sull’asfalto proprio come lo era il tuo.
Il mio cuore si ferma e diventa tutto nero. L’ultima cosa che riesco a pensare è
Amore mio, sto venendo da te.
Muoio così, col sorriso sulle labbra e la tua immagine impressa nei miei occhi chiusi.
  
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