Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: AyakoChan    20/06/2012    6 recensioni
Vorrei dedicare questa fanfiction a tutte quelle persone portatrici di malattie, di cancro, di leucemia. La storia è il frutto di un sogno che mi ha particolarmente colpita e addolorata. Mi piacerebbe con queste righe trasmettere un po’ di serenità e di pace a chi ne ha bisogno, a chi non riesce a trovare più la gioia, la speranza, a chi piange e si dispera perché crede di non potercela fare e non per una delle tante piccole difficoltà che si presentano puntualmente a ostacolarci che a confronto perdono importanza. Dedichiamo anche se per poco il nostro pensiero alle persone meno fortunate di noi, perché non lo facciamo mai: siamo troppo impegnati a pensare a cosa indossare, a che smalto mettere l’indomani, a che videogioco comprare prima.
"Sasuke odiava la vita, soprattutto la propria. Ma l’avrebbe volentieri donata a Naruto.
A lui che infondo una non l’aveva mai avuta e che forse la meritava più di tutti."
[Accenni SasuNaru anche se, secondo il mio parere, la storia si può interpretare diversamente]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vorrei dedicare questa fanfiction a tutte quelle persone portatrici di malattie, di cancro, di leucemia. La storia è il frutto di un sogno che mi ha particolarmente colpita e addolorata. Mi piacerebbe con queste righe trasmettere un po’ di serenità e di pace a chi ne ha bisogno, a chi non riesce a trovare più la gioia, la speranza,  a chi piange e si dispera perché crede di non potercela fare e non per una delle tante piccole difficoltà che si presentano puntualmente a ostacolarci che a confronto perdono importanza. Dedichiamo anche se per poco il nostro pensiero alle persone meno fortunate di noi, perché non lo facciamo mai: siamo troppo impegnati a pensare a cosa indossare, a che smalto mettere l’indomani, a che videogioco comprare prima. Vorrei ricordare, così come lo ha fatto una mia cara amica, che gli studi dell’uomo vanno avanti e si riuscirà senza dubbio a trovare una soluzione; nulla è impossibile! Perciò non abbandonate mai la speranza e il sorriso perché nella vita non bisogna mai rinunciare.

Inoltre vorrei qui nominare la mia cara amica ImoH il cui sogno è quello di trovare una soluzione per il cancro e io sono sicura che ci riuscirà.

 

 

Sasuke odiava il mondo, la vita, soprattutto la propria.

Che significato poteva avere per lui dopo tutto il dolore e la disperazione che aveva passato?

La sua famiglia, o almeno quando ancora era un effettivo membro di essa, lo riteneva una copia mal riuscita di suo fratello Itachi.

Quest’ultimo, il degno erede del prestigioso clan Uchiha, era considerato perfetto da tutta la città: apparteneva a una famiglia ricca e famosa, era così intelligente da essersi diplomato alla prematura età di 16 anni, inoltre era bellissimo con un corpo mozzafiato, capace di ammaliare chiunque.

Insomma era ricercato da tutte le ragazze.

C’era solo un piccolo ma importantissimo dettaglio: a lui non interessavano.

Frivole, superficiali, vanitose, pettegole, stupide… credeva che le donne potessero creare solamente fastidio. E guai, tanti guai.

Fu proprio questo il motivo che indusse il padre, Fugaku, a cacciarli entrambi di casa.

Si, perché la gente ha la mente chiusa nella propria ottusità e perché la vita ti disprezza e ti volta le spalle se sei diverso dagli altri.

Anche a Sasuke, che a quel tempo era solo un bambino che non aveva alcuna colpa in tutto ciò, aveva negato un tetto e una famiglia. Tutto quello che aveva.

Fugaku era ossessionato da Itachi. Era così perfetto che lo temeva persino lui; credeva infatti che un giorno avrebbe guidato la famiglia di testa propria.

Per questo ordinava sempre a Sasuke di dover fare meglio di lui, di doverlo superare.

E Sasuke provava, passava intere giornate sotto i libri, a praticare tutti gli sport, ci riprovava, sputava sangue. Non ci era mai riuscito e il genitore lo disprezzava.

Ma gli Uchiha non falliscono mai quindi avrebbe dovuto addossarsi la responsabilità delle proprie colpe.

 

La madre, ricorda ancora il minore, era rimasta inerme con il volto rigato dalle lacrime davanti l’ingresso. Sasuke non l’ha mai perdonata per non aver detto nemmeno una parola a loro difesa. Una madre che non protegge i propri figli infondo non può essere considerata come tale.

La sua vita aveva insomma preso una piega inaspettata e adesso, poiché a malapena possedevano i soldi per poter mettere qualcosa sotto i denti, si stava dirigendo verso una stupida scuola pubblica piena di altre piccole e insignificanti forme di vita. Perché siamo solo le mere pedine di uno stupido gioco.

Il liceo: perché questa parola scaturiva tanto entusiasmo nei suoi coetanei? Sasuke non riusciva proprio a trovare una risposta abbastanza soddisfacente.

Entrò in quella che doveva essere la sua nuova classe, così orribile nella sua apparente magnificenza. I banchi erano occupati da ragazze in piena crisi pre-mestruale e da ragazzi pronti a saltare addosso a qualsiasi forma vivente che respirasse. Sasuke, terrorizzato dall’eventualità di essere contagiato da forme di vita talmente ortodosse, si accomodò tra gli ultimi posti rimasti liberi.

Il moro si accorse di una strana situazione venutasi a creare fra i compagni: tutti sembravano troppo intenti a chiacchierare tra loro per accorgersi di un ragazzo lasciato in disparte. Aveva la pelle scura color del bronzo, i capelli corti color del grano e due occhi azzurri più limpidi del cielo. Caratteristiche insolite per un giapponese.

Non sembrava affatto uno dei soliti sfigati che venivano volutamente esclusi…

Se il biondo veniva estraniato dalla classe, al contrario lui se ne stava volutamente in disparte; Sasuke non era mai stato una persona particolarmente socievole, anzi a lui non importava proprio legare con i suoi nuovi compagni di classe.

Il misterioso ragazzo lo guardò e lui ricambiò lo sguardo, sospettoso: perché da quegli occhi si riusciva distintamente a scorgere rassegnazione?

Davvero molto strano…

***

I giorni trascorrevano e la strana vicenda sembrava rimanere immutabile.

Il piccolo Uchiha rimaneva a fissare il biondo anche per intere mattine, incontrando in questo modo più volte il suo sguardo. All’ennesimo scambio di occhiate fugaci, il biondo regalò a Sasuke un sorriso stanco, ma comunque bellissimo e sincero.

Non sopportava questa situazione: perché tutti erano così schivi nei suoi confronti? Perchè solo lui sembrava riuscire a sentire la disperata richiesta di aiuto di quel giovane?

***

Suonata la campanella della ricreazione, il professore di Giapponese antico uscì dall’aula così come la maggior parte dei suoi compagni.

Sasuke voleva capire il motivo dell’ingiusto comportamento così afferrò delicatamente per il polso una ragazza dagli insoliti capelli rosa, seduta due banchi a destra rispetto al suo. Se non ricordava male doveva chiamarsi Sakura. Le sembrava una tipa abbastanza pettegola, una tipica ochetta che viene a sapere di tutti i fatti della classe e li comunica a mezzo mondo senza alcun pudore. Il moro inoltre sapeva che Sakura aveva un debole per lui quindi era perfetta; aveva giurato di averla vista sbavare letteralmente quando lo aveva intravisto negli spogliatoi dopo l’ora di educazione fisica. Così, facendo leva sul suo indiscutibile fascino, le chiese: “Saresti così gentile da spiegarmi una cosa?”. La rosa annuì, deglutendo rumorosamente. Le lasciò il polso. “Perché quel ragazzo viene sempre lasciato solo e nessuno della classe sembra preoccuparsi di ciò?”

“Ma come, tu davvero non sai…?”

Sasuke la guardò, stranito. “Cosa dovrei sapere?”

“Naruto, questo è il suo nome, ha la leucemia”

E Sasuke si sentì morire.

***

Dopo la sconvolgente rivelazione decise di passare la ricreazione in classe, diversamente dal solito.

Se non aveva capito male, perché la ragazza parlava così velocemente tanto da desiderare di regalarle una museruola, i compagni evitavano volutamente Naruto perché, nell’ipotetico caso della sua morte, in questo modo nessuno si sarebbe addolorato della mancanza di qualcuno che nemmeno conoscevano.

Mai a Sasuke la gente era sembrata più stupida e crudele. Soprattutto crudele.

E poteva l’egoismo umano arrivare a tal punto?

Spinto non si sa da quale sentimento, si avvicinò al biondo.

“Naruto, dopo la scuola vorrei scambiare quattro chiacchiere con te. Ti va?”

Sasuke, nel porre quella domanda, si perse in quel cielo limpido e infinito. L’interpellato gli rivolse un’occhiata stupita e… felice?

“Si Sas’ke…” e per la prima volta udì la sua voce squillante che lo intenerì per la piccola storpiatura del proprio nome.

***

Subito dopo la fine delle lezioni si erano diretti verso l’atrio dell’edificio scolastico, pieno di ciliegi in fiore. Respirando si riusciva distintamente a sentire il loro dolce odore pervadere l’aria.

Si appoggiarono contro il robusto tronco di uno di questi, godendo del bellissimo silenzio che regnava nel luogo. Incredibile come la scuola, solitamente brulicante di ragazzi ululanti e casinisti, potesse assumere anche quell’insolito aspetto.

I due, nonostante l’imbarazzo iniziale e la propria poca loquacità che Sasuke non aveva preso in considerazione, parlarono a lungo del più e del meno.

Il ragazzo scoprì che il biondo era totalmente diverso da come appariva in classe. Quando iniziava non smetteva più di parlare, tranne quando vinto dall’imbarazzo decideva di chiudere le piccole labbra rosee, inoltre aveva un carattere allegro e solare. Tutto, unito al corpo efebico che aveva, lo rendeva simile ad un bambino.

Solo che in quegli occhi luminosi a volte era possibile scorgere un sentimento che un bambino non dovrebbe nemmeno conoscere e Sasuke lo sapeva bene.

Si, Sasuke inconsciamente desiderava cancellare quella solitudine che osava deturpare quegli enormi zaffiri, proprio come Itachi aveva fatto con lui.

***

“Sas’ke posso farti una domanda? Perché tu sei l’unico in classe ad avermi rivolto la parola?”

Il moro non rispose, non ne aveva il coraggio. Come poteva dirgli che la gente era così codarda, cattiva e la vita crudele con chi non lo meritava?

“Rispondimi, ti prego. Non rimanere in silenzio anche tu. Io odio il silenzio. Mi fa sentire maledettamente solo e io non voglio sentirmi di nuovo così, non dopo che almeno tu mi hai rivolto la parola, non mi hai ignorato” ormai parlava velocemente, sopraffatto dall’agitazione. La voce gli tremava “Ho fatto o detto qualcosa di male? Anche se… io non ho fatto proprio nulla… E’ forse perché sono diverso da voi?”

Quasi piangeva. Gli si strinse il cuore a vedere quei due pezzi di Acquamarina pieni di lacrime.

“Tu non sei diverso da me, non sei diverso da noi, Naruto. Guardati: hai un viso come il mio” gli sfiorò dolcemente una guancia “due braccia come le mie” strinse le mani bronzee tra le proprie “due gambe come le mie” gli sfiorò le ginocchia “un cuore che batte proprio come il mio” e poggiò delicatamente una mano contro il piccolo petto. “Dimmi, in cosa ti sembra di essere diverso?”.

Sasuke non sorride mai, o almeno non lo fa da quando la vita ha deciso di lasciarlo bellamente in balia del dolore. Ma lo fece, lo fece per l’unica persona per cui ne valeva la pena.

Anche Naruto gli regalò un sorriso bellissimo, capace di sciogliere anche il cuore più duro, nonostante le paffute guance fossero ormai rigate da piccole gocce salate. Si strofinò le maniche sul volto, imbarazzato, cercando di nasconderle.

“Naruto, puoi sfogarti. Io non ti lascerò solo, te lo prometto”.

E il biondo lo abbracciò, forte, come a non volerlo lasciare mai più.

Nascose iI volto fra il collo profumato e la spalla diafana, smorzando i singhiozzi che turbavano quel petto glabro a contatto con il proprio. Sasuke ricambiò la stretta, cingendogli la schiena e disegnando ghirigori immaginari contro il tessuto della maglietta arancione nel tentativo di calmarlo.

“Perdonali Naruto, perdonali se puoi. Sono sicuro che ci riuscirai, perché tu non sei come loro”.

Sei diverso, sei migliore.

E se la vita ti volta le spalle afferrala e costringila a guardare verso di te.

 

Sasuke odiava la vita, soprattutto la propria. Ma l’avrebbe volentieri donata a Naruto.

A lui che infondo una non l’aveva mai avuta e che forse la meritava più di tutti.

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: AyakoChan