Non hai bisogno di pelle ricucita al sole, non hai bisogno di acqua fresca del frigo, non hai bisogno di nessun tipo di antidoto al veleno di un ragno mortale. Hai bisogno di parole, non di fatti, non di quello squallore reale e anti ideale che fa parere un bimbo un potenziale uomo per il semplice motivo di spiegare tutto. Hai bisogno di idilliache parole dette senza senso. Hai bisogno di appassionate lettere cucinate a fuoco lento in frasi eleganti ed accese.
Un amore senza fine verso il disgustoso e l’amaro ti spinge a volte a denigrare qualunque cosa che sia reale o verosimile, come la tua stessa presenza, come la sua stessa assenza.
Da allora non ne hai mai parlato a nessuno, non che conoscessi tanta gente o che di occasioni tu ne abbia mai avute, e questo periodo di ristagno della vita ti fa ancora più disprezzare tutto ciò che potrebbe essere e tutto ciò che sembra essere, visto che in realtà non vivi affatto.
Un amore spugna che ha assorbito tutta la tua vitalità. Un amore bisognoso che si è impossessato delle tue poche virtù.
La gente consiglia a sé stessa di amare, di sbagliare, di accettare le proprie scorrettezze e le scorrettezze degli altri così come vengono. Così come nascono e passano. Passività implicita. Movimento dipendente da un centro per niente inspiegabile. Ma in realtà non sa cosa significhi soffrire, o, peggio – ma anche più probabilmente- non sa che amare ed adorare non sono due parole differenti, bensì  conseguenze l’una dell’altra. Si adora non un dio, non una dea, non un mare, non una montagna, non un fiume, non un colle, né un animale né tantomeno una pianta. Si adora la passione perché ci fa sentire Forma e nello stesso tempo Materia. Si adora un uomo, una donna, perché è da questo che dipende la nostra felicità. E quella tua dipendeva assolutamente da Irene. Non in maniera grossolana, né tantomeno in maniera approssimativa.
Da allora i tuoi sogni si trasformano in dei finali e i tuoi inizi giornata in spettacoli falliti di teatri sconosciuti.
Da allora ogni giorno cerchi di cambiare, di ascoltare i consigli di gente meno adatta a darli, di chi sa per esperienza altrui perché l’altrui era un suo amico. Adorare. Questa è l’esperienza.
Non ce l’hai fatta. Non ce l’hai fatta a cambiare. Ma prima o poi le cose si trasformano e le persone ritornano.