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Autore: Lushia    20/06/2012    2 recensioni
Il nostro gruppetto è partito alla ricerca di un qualcosa che li aiuterà a crescere e a diventare forti per prendere, un giorno, il posto della decima famiglia dei Vongola. Dove li porterà questo viaggio? Cosa incontreranno durante il loro cammino così lontano da casa?
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 1 - Medio Oriente I

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- Ehi ehi ehi, guardate laggiù! Come sono minuscole le persone!! - Kaito appiccicò il naso sul vetro.
- Non muoverti così, sta seduto! - gli disse Haname, cercando di farlo calmare.
- Eh, è emozionato perchè non aveva mai preso l'aereo prima d'ora... - Luca si trovava seduto in modo composto ed era totalmente tranquillo.
- Ma se l'ha preso per andare e tornare dall'Italia! - puntualizzò Arashi. - E' la terza volta, suvvia. -
- La piantate con questo casino? - disse Cloud, secco - Sto cercando di ascoltare un po' di musica. -
- … Sai quel lettore mp3 dove te lo ficco, nuvola asociale? -
- Dovresti moderare i termini, signorina tempesta. Sei una fanciulla, non un ragazzaccio di strada. -
- … Ok io lo disintegro. -la rossa fece per prendere le sue due pistole gemelle dalle custodie ma venne prontamente fermata da Kaito e Haname che tentarono di placare la sua furia esplosiva. - LASCIATEMIIII! - urlò, arrabbiata.
- Sigh, dovrebbero sedarla. - l'occhialuto guardiano della nuvola tornò a sentire la musica, appoggiando la testa allo schienale del suo sedile.

La nebbia, invece, stava consultando come al solito i suoi tarocchi, poggiandoli sulle gambe.
- Uhm, ha ragione, Arashi dovrebbe calmarsi un po'... come la nostra boss che è così silenziosa... -
Dopo che Shinji aveva pronunciato quella frase, il gruppo si voltò verso la Vongola, che fissava silenziosa il finestrino con uno sguardo abbastanza serio.
- Uh... non ha detto una parola... - Haname la osservò con un'espressione triste.
- Scommetto che pensa di averci costretto a questo viaggio. - la rossa, che si era appena calmata, sbuffò.
- Ma che poi... dov'è che siamo diretti? - Kaito si grattò il capo.
- Andiamo in Spagna, ma non so perchè...- Haname osservò il biondino con sguardo confuso.
La tempesta sospirò, sedendosi al suo posto e accavallando le gambe.
- Qualsiasi sia il motivo sono sicura che Nozo ha una ragione più che valida per volerci portare là. - si morse le labbra - o, almeno, lo spero per lei.
- Il fatto che non ce ne abbia ancora parlato mi dà abbastanza fastidio. - affermò Haname, sotto lo sguardo accigliato della tempesta - siamo suoi guardiani ma, prima di tutto, siamo suoi amici. Non dovrebbe metterci al corrente dei suoi pensieri? -
- Spero non sia ancora convinta di non volerci dare pesi. E' snervante che voglia tenersi tutte le responsabilità. -

- Oh-oh... - Shinji sembrava preoccupato.
- Oh, che era quello? - Kaito si agitò.
- Un verso a caso. - Luca ridacchiò.

Dal sedile dietro Arashi si affacciò un Masato perplesso.
- Oh-oh... cosa? Non mi piace come suona... -
- A nessuno piace. - la donna bionda era seduta in modo composto accanto al fratello di Arashi e continuava ad osservare con insistenza la sua allieva, Nozomi, immersa nei suoi pensieri.
La nebbia scosse il capo, voltandosi verso la sua famiglia e assumendo un'espressione preoccupata.
- Beh... ecco... non vi piacerà saperlo. -
- Dillo e basta, no? O vuoi che ti faccia mordere dai miei alpaca? - Kaito sembrava davvero nervoso.
- Calmiamoci un po' e sentiamo cos'ha da dire, no? - disse Haname.
La nebbia scosse il capo e si voltò dal lato opposto, verso la Vongola.
- Abbiamo un problema... Nozomi. -
Come se si fosse appena svegliata da un sogno, la ragazzina portò la sua attenzione al brunetto.
- Guai molto grossi... così dicono i tarocchi. -
- ...Fra quanto? -
- Beh... tipo... 3... -

La nuvola si staccò le cuffie dalle orecchie, fissando i presenti con aria annoiata.
- Tre cosa? Tre giorni? - Arashi alzò un sopracciglio.
- …2... -
- ...eh? - Kaito afferrò il braccio di Haname che rimase in silenzio, perplessa.
- Non posso crederci... - Luca si guardò intorno, spaesato.
Nozomi si alzò, recuperando la sua borsa e mettendosela a tracolla con una calma spaventosa. Arina la imitò, scuotendo Masato e Jun costringendoli a muoversi.
- ...1... -
- EHI FERMO! Per l'amor del sole cosa cavolo sta succedendo? - Kaito saltò dal suo posto e si gettò addosso ad Haname.
- NON VORRAI FAR CADERE L'AEREO, SPERO! - anche Arashi si era alzata con uno sguardo terrorizzato.

I ragazzi si ritrovarono ormai tutti in piedi, compreso Cloud che si muoveva con una lentezza incredibile, mentre dall'altoparlante giungeva una voce femminile e metallizzata la quale avvisava che l'aereo avrebbe sostenuto un atterraggio di emergenza e non dovevano agitarsi poichè era tutto sotto controllo.
Il tutto seguito dall'abbassamento del velivolo, alcune urla provenienti dai passeggeri spaventati e da un allarme ripetitivo che echeggiava fastidiosamente per i corridoi.

- No, ma scherziamo?! - Masato si aggrappò ad un sedile, disperato.
- ARASHI E' COLPA TUA! - urlò il sole, aggrappandosi anche lui al sedile.
- COSA CAZZO CENTRO IO?! - gli rispose la tempesta, più infuriata che confusa.
- … I miei tarocchi funzionano meglio del previsto da quando uso la fiamma della nebbia per prevedere... - il bruno abbozzò un sorriso.
- Non è il momento di pensare a questo! - gli disse Luca, che si guardava attorno spaesato.
Jun, che sembrava il più terrorizzato, aveva afferrato la giacca di Arina e non sembrava volerla lasciare. Il suo sguardo rappresentava il puro terrore e le sue labbra pronunciavano alcune preghiere in modo continuo e ripetitivo.

Arashi afferrò il suo bagaglio a mano e affiancò Nozomi mentre Haname si infilava a tracolla la sua borsa e Kaito stringeva spaventato il sedile, piagnucolando.
- COSA FACCIAMO COSA FACCIAMO COSA FACCIAMO COSA FACCIAMO -
- Inizia col prendere la tua borsa e poi raggiungiamo la Juuichidaime! - gli disse il fulmine, staccandolo contro voglia dal sedile mentre afferrava il suo bagaglio.

- Calmi, è solo un atterraggio di emergenza. - spiegò Arina - Non moriremo distrutti... -
- Buono a sapersi. - la nuvola sembrava seccata.
- Ad ogni modo, tenetevi pronti. - disse Nozomi, osservandosi intorno - Non sappiamo per quale motivo abbiamo avuto questo problema. -
- … Nozo, pensi ancora che ci sia qualcuno che... - la tempesta si morse il labbro.
- Non mi fido più di nulla. - la ragazzina scostò lo sguardo, seria - Qualsiasi problema si presenti sulla mia strada potrebbe essere dovuto a quello che sono. -
- Tsk, questo suo atteggiamento è snervante. - Cloud si sistemò gli occhiali, osservandola sottecchi. - Ancora mi chiedo perchè la sto seguendo. -
- Per i cimeli, forse? - Arina osservò il ragazzo per poi scuotere il capo - Ad ogni modo è inutile fasciarsi la testa prima del tempo. Restiamo uniti e attendiamo. -
- Allora tenetevi forte. - affermò Cloud - L'impatto lo sarà. -
- Quale impat--

Kaito non riuscì a finire la frase poichè il gruppo venne quasi sbalzato indietro quando l'aereo toccò con forza il terreno, costretto a fermarsi nel bel mezzo del nulla in chissà quale luogo, mentre strusciava con prepotenza creando una scia di terra smussata dietro di sé.
Il sole, che era rotolato all'indietro, si rialzò barcollante poco dopo, quando il boato e le scosse nel velivolo erano terminate e il gruppo dei Vongola si stava rialzando con fatica e preoccupazione.
I corridoi erano pieni di voci e urla, i passeggeri continuavano ad imprecare e a gridare spaventati mentre era già apparso il pilota che stava tentando di rassicurarli.

- Vi assicuro che è tutto a posto! - spiegò il pilota - L'aereo non ha subito gravi danni, state tranquilli! Dateci solo modo di contattare la torre di controllo più vicina per chiamare i soccorsi! -
- … Usciamo un po', vediamo dove siamo. - disse la Vongola, avvicinandosi al portone.
- Sei sicura? Potrebbe essere pericoloso. - le chiese Arina, preoccupata.
- Il pericolo dev'essere parte integrante della nostra vita. - rispose.
La sua tutrice le afferrò il braccio, costringendola a voltarsi verso di lei.
- Undicesima, finiscila. Questa tua arroganza sta dando fastidio a tutti. Ricorda che siete dei ragazzi e, per giunta, senza esperienza. - le disse, severa - Quindi non fare l'incosciente. -
La brunetta scostò lo sguardo, afflitta.
- … Io lo dico perchè mi fido di loro e delle loro capacità. E' per questo che siamo su questo aereo... - spiegò.
- Più che altro sembra che tu li stia trascinando dietro come un bagaglio. -
- Come? - alzò un sopracciglio.
- Guardati attorno e apri gli occhi. E' l'unico consiglio che posso darti, ora. - la donna si lisciò i capelli con non curanza sotto lo sguardo confuso della ragazzina.
- Ma... Se li ho portati qui è perchè dobbiamo creare un legame più forte che ci unisca e che distrugga i nostri nemici. - spiegò, quasi spaventata.
La sua tutrice la osservò sottecchi.
- Sembra che tu stia cercando delle scuse. - disse - ...Scuse mischiate a favole per bambini. Dovresti riflettere su ciò che dici, Undicesima. I tuoi ragionamenti non stanno nè in cielo nè in terra. -
- Non sto cercando scuse! Voglio creare una forte armonia tra di noi, non ci sono altri modi per farlo! -
- A me sembra che tu stia volando troppo con l'immaginazione… - sospirò - E poi... un'armonia, dici? - la bionda parve perplessa.
- Ah ah. - la nuvola spuntò dietro le due, osservando dapprima la bionda e poi la Vongola. - Armonia, eh? Parli dei “Number XI” o parli di noi come tuoi... “guardiani”? -
La ragazzina si portò di fronte al giovane, fissandolo con serietà.
- Parlo di noi come famiglia... hai detto che siamo fuori sincronia, no? -
- La vostra melodia è così patetica... non ha energia né emozioni. -
- Allora il tuo aiuto è fondamentale, Cloud. Devi sincronizzarci tu. -
- Non mi interessano queste cose. - rispose, secco.
- Ti darò ciò che vuoi, ma come maestro d'orchestra non puoi venir meno a questa richiesta. Voglio che il gruppo possa agire lungo la stessa linea d'onda. -
- Uhm. - la nuvola si sistemò gli occhiali e la brunetta gli sorrise.
- Dobbiamo capirci senza nemmeno dover parlare... dev'essere la musica a guidarci, un'armonia che tutti noi abbiamo nel cuore e che risuoni in modo eguale per tutti. -
- Tutto ciò è impossibile se non ridicolo. -
- Non è impossibile e io non temo le difficoltà. Sicuramente nemmeno gli altri. - La Vongola incrociò le braccia.
- ... Sei troppo sicura di te stessa, ragazzina. - il ragazzo socchiuse gli occhi - Abbassa la cresta, altrimenti ti troverai in guai seri. -
- E torna con i piedi per terra. - aggiunse Arina.
La Vongola si voltò, sospirando e con un'espressione abbastanza adirata.

La ragazzina raggiunse la porta del velivolo e tentò di aprirla. Kaito e Luca la affiancarono, aiutandola a sbloccare il portone che venne lasciato scivolare verso il basso, aprendo un varco che riempì la cabina di aria fresca.

Arashi si avvicinò ad Arina che era rimasta a guardare l'operazione senza proferire parola.
- … E' così sicura e decisa, la faccenda di suo padre l'ha sconvolta parecchio. - disse, storcendo la bocca - Ma arrivare fino a questo punto... non so cosa abbia in mente. -
- … Posso capire che Decimo era per lei un punto di riferimento, è per questo che Undicesima non riesce ad accettare che abbia potuto negarle il suo aiuto... - disse, sovrappensiero - Ma doveva aspettarselo. Decimo non ha mai voluto che Undicesima prendesse questa strada, che cosa pensava? Che avrebbe accettato a testa bassa la sua decisione? -
- Arina. Cosa dobbiamo fare? - le chiese all'improvviso la rossa - Non sono sicura che stia agendo in modo opportuno. - aggiunse.
- Lasciala scorazzare sul campo minato. Imparerà a sue spese cosa significa volare con la fantasia senza fermarsi a riflettere sulle cose. -
La risposta di Arina sembrò spiazzare Arashi che strabuzzò gli occhi, sorpresa.
- Quindi... devo lasciare che continui a fare cazzate? -
- Tanto non riuscirebbe a comprendere, la sua vista adesso è annebbiata. Non potrà capire finchè non sbatterà contro un muro. -

- Ehi ehi, nee-chan, Arashi! - Luca si avvicinò energico alle due - Venite giù a vedere, siamo tipo in una foresta e c'è anche un fiume! -
- Un fiume? - la bionda si mosse, affiancando il fratello assieme alla rossa.
- Juuichidaime ha ipotizzato che siamo in un qualche regione indiana o araba, non so, ad ogni modo dobbiamo far scendere tutti dall'aereo! -
- Ah, l'ha ipotizzato lei? - Cloud passò davanti ai tre - Allora dev'essere sicuramente così, eh. -
Luca lo squadrò con aria perplessa mentre Arina si limitò a sospirare, seguendo l'occhialuto quando Masato non si avvicinò a lei per aiutarla a scendere.
- Uh, sì che è così! ... almeno credo. - il fulmine si grattò il capo, osservando confuso il rosso che aiutava sua sorella.
- Era palesemente ironico. - affermò Arashi, superando anche lei il povero fulmine che sembrò ancor di più spaesato - Scemo. -
Masato, che si trovava davanti allo sportello, le tese la mano con l'intenzione di aiutare sua sorella ma lei lo scacciò con forza.
- Toglimi le mani di dosso, deficiente. So scendere da sola. -
Il rosso restò perplesso a fissare la sorella che scivolava fuori dal varco.
- … Ma perchè mi odia così tanto? - anche il rosso aveva varcato la porta ed era sceso sull'erba fresca, notando gli alti alberi che circondavano il paesaggio.
- Hai mai provato a lasciarla in pace? - gli chiese Cloud, che si trovava accanto al velivolo con un'espressione annoiata.
L'ingegnere si voltò e i due occhialuti restarono per qualche secondo a fissarsi.
- … Tu sei proprio il tipo di persona assillante che lei odia. - ridacchiò, allontanandosi.
- ...Oh... non sono bravo con i rapporti interpersonali, mi intendo solo di macchine e... si, a quanto pare dovrò studiare meglio questa situazione. - si aggiustò gli occhiali per poi seguire la nuvola verso il gruppetto.

Dopo aver esplorato la zona circostante, composta per lo più da fitta vegetazione eccetto un fiume che bagnava quelle terre, il gruppetto aiutò i restanti passeggeri a scendere dall'aereo mentre il pilota li ringraziava.
- Ho tentato di contattare la torre di controllo ma la ricezione è disturbata... ad ogni modo pare che siamo in Turchia. -
- Uh, almeno verranno a riprenderci? - chiese Arina, preoccupata.
- Ci metteranno un po', questo posto è pericoloso per via di un conflitto interno con i governatori, devono agire in sicurezza per evitare che qualcuno possa finire nelle mani dei ribelli. - spiegò l'uomo, arruffandosi nervosamente i capelli castani.

Lo staff, tecnici e hostess compresi, stava tentando di costruire delle tende con quel che rimaneva dei paracadute, dei lenzuoli e degli asciugamani presi dal velivolo.
Anche gli uomini presenti tra i passeggeri decisero di aiutare mentre le donne prestavano soccorso ai pochi feriti, cercavano frutti tra gli alberi e prendevano acqua fresca dal fiume.
La donna bionda osservò la sua allieva avvicinarsi al gruppetto dei guardiani con il solito sguardo da 'fidatevi-di-me-che-so-cosa-fare'.
Non lasciò che la rabbia prendesse il sopravvento, dopotutto aveva già rassicurato Arashi poco prima. Qualsiasi cosa sarebbe accaduta a causa della sconsideratezza della ragazza, le sarebbe stata di grande insegnamento.
Era stupido e inutile continuare a parlarle, la sua testa era più dura del diamante.
Aveva già deciso che la scelta migliore era quella di lasciare che fosse l'esperienza ad insegnarle, perciò non si tirò indietro. Tanto non c'era nulla che lei potesse fare per farle aprire gli occhi.

- Allora. Luca e Kaito, aiutate gli addetto a costruire le tende per la notte. - ordinò la ragazzina, osservando i due.
- Oh, facciamo qualche buona azione! - Kaito si rimboccò le maniche.
- Agli ordini! - Luca seguì il sole verso l'accampamento in costruzione.
- Cloud, tu sei un bravo coordinatore, spero che darai una mano a seguire i lavori e a decidere i compiti da affidare. - la bruna lo fissò negli occhi.
- Perchè dovrei? - ricambiò lo sguardo, annoiato - Va beh, tanto so che già che mi assillerai finchè non cambio idea. - aggiunse subito, sbuffando - Vediamo di armonizzare un po' questa combriccola di disordinati... -
La Vongola si voltò verso la nebbia, che si trovava seduto su un tronco ad osservare i suoi tarocchi con aria pensierosa.
- Shinji... l'unica cosa che potresti fare è controllare che tutti siano al sicuro, perciò sta qui e tieni gli occhi ben aperti... -
- ...Eh? … ma Nozomi... - il giovane sembrò contrariato e la brunetta lo osservò sottecchi.
- … La tua migliore qualità risiede nei tuoi sensi più sviluppati dei nostri. - spiegò - Il tuo compito è stare attento a qualsiasi cosa... Consulta anche i tuoi tarocchi in caso... sei tipo una sentinella … anzi no, sei a metà tra una sentinella e un medium... o uno sciamano... boh, non me ne intendo. - scrollò le spalle.
Shinji fissò la ragazzina con stupore per poi ridacchiare con timidezza.
- Ok. -

La Vongola si voltò verso le due ragazze accanto a lei.
- Bene, bellezze. Noi andiamo a procurarci del cibo! - ammiccò in modo così convincente che l'iniziale perplessità delle due svanì con un sospiro per poi dar posto ad un sorriso.
- Oh yeeees, ho così tanta fame che mi mangerei un alpacorno rosa. - esclamò Arashi, alzandosi.
- Mi sento tanto una sopravvissuta sull'isola deserta, come in quel film! - disse Haname, affiancandola.
- Ma non siamo su un'isola, però. -
- Dettagli. -
- … Nozomi... devo già avvisarti. - non avevano nemmeno fatto due passi che il bruno le aveva non solo costrette a fermarsi, ma si erano anche già spaventate.
- E ma vaffanKaito! - imprecò la tempesta, alzando le mani al cielo per poi lasciarle cadere violentemente sui fianchi. - Che diavolo succede ora? Un'invasione di orangodrilli alieni?! -


- Oh, capisco... siamo tipo... circondati...? - la spadaccina si guardò intorno con serietà.
- … Ma sono normali tizi a caso... -
Nozomi non riuscì nemmeno a finire la frase che un gruppo di uomini, con zaini e fucili imbracciati, si era riunito intorno ai superstiti circondandoli e tenendoli sotto mira con le loro armi.
Erano vestiti con casacche e pantaloni sporchi, i loro volti erano freddi e seri e tra di loro c'erano anche alcuni ragazzini.

Kaito, Luca e Cloud si allontanarono rapidamente dalle tende per riunirsi al quartetto poco distante; Arina, Masato e Jun restarono accanto ai feriti che stavano aiutando.
Jun tremava di paura e si aggrappò nuovamente ad Arina, che non disse nulla e si limitò ad osservare il pilota che si avvicinava ai ribelli con le braccia alzate, mantenendo una buona dose di sangue freddo.
- Abbiamo dovuto fare un atterraggio di emergenza, perdonateci... non fateci del male. -
Un uomo dalla carnagione più scura si avvicinò al pilota, tenendogli il fucile puntato alla fronte.
- Non vi faremo del male ma ci sarete utili. - sembrò osservare i poveri malcapitati con i suoi inquietanti occhi scuri.
- Alzatevi, abbiamo molto da camminare. -
Arina si voltò verso il gruppetto dell'undicesima famiglia il quale, immobile, si limitava a fissare la scena.
- … Boss, una tua parola e sono fritti. - disse Kaito sottovoce.
- No. Andiamo. - rispose lei, sicura.
- EH? - Arashi non fu l'unica a rimanere senza parole per quella decisione: si erano voltati tutti e cinque verso la ragazza, perplessi. - E' una buona occasione, questa. - aggiunse.
- Ah ah, capisco. - Cloud sembrò divertito.

Arina sospirò, voltandosi nuovamente verso gli uomini pericolosi.
- Uhm... quindi ci intrometteremo un po' nelle vite di questi allegri individui... -

   
 
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