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Autore: Wildheart    06/01/2007    8 recensioni
Bulma e Vegeta. Solo una come lei, poteva domare il principe dei Saiyan. Ma se il passato minacciasse la parte umana che Bulma ha faticato tanto a tirar fuori in lui? e se la Terra fosse nuovamente sull'orlo della distruzione e il nemico non fosse pericoloso soltanto per la sua forza bruta ma soprattutto per quello che potrebbe scatenare nel cuore oscuro di un "certo" guerriero? Bulma, Trunks e Vegeta, una famiglia fuori dagli schemi, ma pur sempre una famiglia. Ciò che il Principe dei Saiyan non aveva mai pensato di avere, perché il destino dei Saiyan...ma infondo, qual è il destino di un Saiyan?
Genere: Romantico, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Destino di un Saiyan

Il Destino di un Saiyan

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Verità o finzione?

Bulma si avvicinò alla finestra. La calda brezza estiva che correva nella notte scompigliava le morbide tendine color crema, facendole ondeggiare silenziose e sinuose come le ombre dei ladri sotto i pallidi raggi di luna.

Anche quella notte sarebbe trascorsa con il lento e incessante ticchettio dell’orologio e lo spossante e malinconico battito del suo cuore.

A cosa poteva servire sentire il rumore del suo respiro, se tutto quello che provava era soltanto il vuoto?

Perché Vegeta l’aveva lasciata?

Perché pensare di aver scalfito il duro cuore del Principe dei Saiyan?

<< Mamma… >>

Bulma si voltò verso la vocina insonnolita. Trunks aveva indosso una canottiera celeste su dei boxer neri. Sentì un tuffo al cuore: il suo bambino cercava di imitare il padre in qualsiasi cosa.

Lo vide stropicciarsi gli occhi assonnati.

<< Trunks, tesoro… che ci fai in piedi? E’ tardi… >> disse avvicinandosi a lui e chinandosi per arrivare alla sua altezza.

<< Aspettavi papà? >>

Adesso gli occhi azzurri del figlio erano fissi nei suoi. Ancora cullati dal torpore, ma già all’erta col piglio grave di Vegeta.

“Aspettavi papà?”

Cosa rispondere?

Vegeta era sparito da una settimana. Improvvisamente.

Non che da lui si fosse aspettata un biglietto. Ma non trovare nell’armadio la tuta da combattimento e neanche il Radar-cerca-sfere, le aveva tolto il respiro come un pugno nello stomaco.

Non poteva essersene andato. Non poteva aver abbandonato lei e Trunks.

Si era così convinta di aver capito cosa si celasse in quella impenetrabile fortezza di nome “Vegeta”, da non voler ammettere che forse si era sbagliata. Ma nonostante tutto, non poteva credere che lui fosse veramente il cinico e spietato assassino che tutti temevano.

Bulma era convinta di essere speciale per lui.

Nonostante il suo continuo atteggiamento sprezzante e distante, i grugniti monosillabici in risposta alle parole dolci e i modi arroganti e pretenziosi verso chiunque, la donna scorgeva un altro sentimento quando guardava quegli occhi d’ebano posati su di lei: al di là delle iridi scure c’era un intricato labirinto di dure pietre e scale tortuose, che portavano dentro la sua anima e proteggevano il suo sentimento d’amore.

Vegeta odiava essere toccato in pubblico, odiava mostrare interesse per suo figlio, ma lei poche sere prima lo aveva segretamente scoperto, in piedi nella camera di Trunks a fissare il figlio addormentato: avevano appena finito il loro allenamento e Vegeta quella sera aveva scoperto che il “moccioso” sapeva trasformarsi in Super-Saiyan.

Nessun riconoscimento. Nessuna parola di lode. Dopo l’iniziale momento di sconcerto, Vegeta aveva continuato a combattere, se possibile, con più ferocia.

Quella sera Trunks aveva un labbro tumefatto, ma aveva anche un sorriso beato che accompagnava il suo sonno.

Nascosta nell’ombra, Bulma aveva visto Vegeta avvicinarsi al letto di suo figlio e trasformarsi nel guerriero dai capelli d’oro.

Alzò la mano aperta sopra la testa di Trunks.

Bulma dimenticò di respirare… l’uomo mosse il palmo, forte dell’aura di Super-Saiyan, e fece scostare delicatamente i capelli del figlio senza sfiorarli.

La donna respirò e sorrise dolcemente, vedendo lo sguardo fiero e il mezzo sorriso di Vegeta: quella era la carezza di un Super-Saiyan.

Lei sapeva che ormai l’animo del Principe dei guerrieri aveva acquietato la sua sete di vendetta, violenza e dolore.

Vegeta non parlava, ma i suoi piccoli gesti, la sua sola presenza vicino a lei, le trasmettevano un unico pensiero: famiglia.

Non poteva averli lasciati.

Bulma accarezzò la guancia del figlio e lo guardò con dolcezza.

<< Non è mai stato via così tanto. >> disse Trunks.

<<Stà tranquillo Tunks… Andrà tutto bene. >>

La madre si avvicinò al figlio e lo abbracciò, accarezzandogli i chiari capelli color glicine. Il piccolo rimase fermo in quell’abbraccio, solo perché sentiva che era più Bulma ad averne bisogno. Lui era grande ormai per simili sdolcinerie: i guerrieri erano forti. Come suo padre. Non avevano bisogno di quella roba.

Dopo essersi allontanata, Bulma si alzò in piedi e tese la mano al piccolo: << Vuoi dormire insieme alla mamma stanotte? >>

Trunks guardò il grande letto vuoto dove dormivano i suoi genitori: le candide lenzuola bianche, lo rendevano ancora più freddo e desolato.

Senza dir nulla, prese la mano della madre e si fece accompagnare sotto le lenzuola. Bulma sistemò amorevolmente la rovescia al figlio e poi si alzò per andare a chiudere la finestra.

<< Lasciala aperta. >> disse Trunks.

Lei si voltò a guardarlo.

<< Papà potrebbe rientrare. >> spiegò.

Bulma pensò all’ultima sera passata insieme a Vegeta… Lui non l’aveva mai abbracciata o baciata di fronte al figlio o chiunque altro. Ma quando la sera gli si avvicinava in cerca del suo calore, il freddo e insensibile Principe dei Saiyan la lasciava accoccolare sul suo petto e la teneva tra le braccia come il custode di un prezioso tesoro.

<< Ho visto una stella cadente prima… >>

<< C’ero anch’io. >> borbottò seccato Vegeta con la voce impastata dal sonno.

<< Era bellissima, vero? >>

<< Tks… >> rispose l’altro con indifferenza.

<< Ti amo, Vegeta. >>

Il Saiyan non rispose, Bulma sapeva che non stava dormendo e sapeva che la mano sul suo fianco non l’aveva stretta lievemente a causa di un rilassamento muscolare.

Quello che non sapeva, era che gli occhi di Vegeta si erano velati di preoccupazione.

Bulma guardò il manto vellutato del cielo notturno: una mezza luna meravigliosa, tante stelle luminose… ma nessuno stupido e zotico scimmione all’orizzonte.

<< Certo, Papà potrebbe rientrare. >> disse Bulma, dando le spalle al figlio e riaprendo lentamente la finestra, mentre una lacrima di cristallo scendeva a rigarle il viso.

CONTINUA…

Chiedo scusa in anticipo per qualsiasi inesattezza temporale o riferimento sbagliato. Questa storia mi è balenata in testa poco prima di addormentarmi e ho scritto il primo capitolo quasi come in trance… o_O’

Non so bene come si svilupperà il seguito, ma saranno sicuramente pochi capitoli e meno drammatici ;)

Intanto spero che questo inizio non faccia proprio schifo e sia degno di qualche recensione! Ciao a tutti!!!

   
 
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