Ogni autunno, io e mia madre, ci trasferiamo dalla casa in montagna in città, per stare più vicine alla scuola ed al lavoro. Odio la città, non ha senso, è solo un ammasso di macchine ed uffici, ma che posso farci, non ci sono scuole in montagna. Frequento la 'Art School', l'unico liceo in cui sono capace di combinare qualcosa. Quì non ho amici, non ho parenti, ho solo mia madre che mi aiuta a vivere. Da quando mio padre è andato via di casa, non abbiamo nemmeno un centesimo, nemmeno quello che ci serve per fare la spesa una volta a settimana. A volte ci troviamo a cenare nelle mense dei poveri. Avevo quattro anni quando successe. Non ricordo molto di mio padre, solo i suoi capelli ricci e rossi come i miei e i suoi occhi blu come l'oceano, li amavo. Adoravo quando mi prendeva sulle spalle, mi portava davanti lo specchio e iniziava a saltare per farmi vedere i nostri riccioli che ballavano. Ogni pomeriggio, alle quattro precise mai con un minuto di ritardo, veniva a prendermi all'asilo, mi caricava sulle sue spalle e mi portava a fare giri nei boschi. Prima di dormire mi leggeva una favola che parlava di una principessa e il suo re. Diceva sempre che io ero la sua principessa e nessuno avrebbe mai preso il mio posto. Fino a quando un giorno successe tutto. Io e mio padre, eravamo a giocare nella mia camera, quando mia madre lo chiama.
- Brain corrì subito quì!
Dopo quel 'corri subito quì' ho sentito solo la porta sbattere e le lacrime di mia madre, basta. Ero piccola sì, ma già avevo capito di aver perso il mio re. Quel re che non avrebbe mai scambiato la sua principessa con nessuno.