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Autore: Madnesss    21/06/2012    1 recensioni
Salve ciurma!
Piccola storia scritta in quei momenti pieni di ansia prima degli esami.
Dal testo:
"Quando era piccolo, quella casa gli faceva una paura assurda.
Su tutte le pareti c’erano riproduzioni di famosi quadri dai tratti cupi e minacciosi, le scure e pesanti tende sembravano sempre nascondere qualcuno o qualcosa dietro di esse, ma la cosa che gli faceva più paura era una stanza."
-Be safe.
Genere: Drammatico, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo entrò piano nel corridoio, aprendo la porta il meno possibile.
Camminava sicuro e silenzioso, squadrando con attenzione ogni piccolo dettaglio e ascoltando ogni singolo rumore.
Quando era piccolo, quella casa gli faceva una paura assurda.                                                                                                                                                   
Su tutte le pareti c’erano riproduzioni di famosi quadri dai tratti cupi e minacciosi, le scure e pesanti tende sembravano sempre nascondere qualcuno o qualcosa dietro di esse, ma la cosa che gli faceva più paura era una stanza.
In realtà in quella stanza non c’era mai entrato, forse era questo a renderla così inquietante.
Lo inquietava ancora ora, a dirla tutta.
Si sentiva in pericolo appena si avvicinava alla soglia della porta.
Pericolo, timore, frustrazione, voglia di correre lontano, di tornarsene nella stanza a lui assegnata sotto le coperte.
Aveva voglia di tornarsene a letto anche adesso ma si era stufato di fare il bambino.
“ Ho 15 anni, non posso aver paura di una stanza!”
Si avvicinò lentamente, quasi strusciando la schiena contro il muro.
La maniglia era a pochi centimetri dalla sua mano…
 
 
 
 
“No, non ce la faccio.. “
Scoppiò quasi in lacrime, tornò in camera sua e si sdraiò sullo scomodo divano-letto…
Succedeva ogni estate. Ogni estate che andava a casa di sua nonna. Ogni dannatissima estate.
Non aveva mai il coraggio di aprire quella e, sua nonna non la apriva mai.
“ Non mi serve niente! NON APRIRLA!” Diceva ogni volta che lui accennava ad avvicinarsi alla porta.
Neanche nonno voleva entrarci, anzi, evitava anche di passarci davanti.
Si rigirò sullo scomodo divano-letto e poco dopo si addormentò.
 
 
 
Non si accorse del suono del carillon proveniente da quella stanza..
Non si accorse della porta che aprì piano la porta.
Non si accorse di niente, neanche della mano fretta che gli stava accarezzando i capelli corvini.
Non si accorse di niente…
“ Ti voglio bene..” sospirò una voce spenta, senza vita, esalando l’ultimo respiro.
Non si accorse neanche di quello.
 
Ora, pioggia d’argento.

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