Mi guardai intorno, ancora insicuro di essere tornato alla realtà, al presente.
Ero terribilmente scosso, avevo visto Danzou minacciare mio fratello che mi avrebbe ucciso se non l’avrebbe aiutato a sterminare il clan, avevo visto i miei genitori accettare di morire, avevo visto mio padre -mio padre che credevo mi odiasse e mi preferisse Itachi- farsi giurare prima di morire che venissi protetto.
Non riuscivo nemmeno a piangere,non riuscivo a parlare, guardavo Itachi con gli occhi spalancati. Ormai era la fine, la sua carne era frammentata. Mi sentivo terribilmente impotente, se solo avessi potuto barattare la mia vita con la sua l’avrei fatto volentieri. Se lo meritava.
Vidi mio fratello avvicinarsi a me e mi mancò il respiro.
“Ecco perchè ti dirò ciò che penso realmente” sussurrò avvicinandosi ancora.
“Non sei costretto a perdonarmi”
Tese la mia mano verso di me, mi poggiò la mano sulla nuca, mi accarezzò i capelli con le dita.
Un’ondata di piccoli brividi partì da dove mi stava toccando e si diffuse giù per la mia schiena.
Fratello io ti ho già perdonato, avrei voluto dirgli e abbracciarlo forte per trattenerlo su questa terra, al mio fianco.
Sapevo di dover fare qualcosa, ma la mia mente era completamente annebbiata, ero completamente in balia di lui.
Itachi mi attirò a sé, le nostre fronti toccarono, per un folle momento credevo che volesse baciarmi.
Il mio cuore accelerò, lo sentivo battere tanto forte che mi faceva male il petto.
“Non mi importa cosa tu decida di fare da oggi in poi...”
Quelle parole mi travolsero, mi risucchiarono, mi mandarono in paranoia.
Perchè non gli importava? Perchè continuava a dire che non gli importava nulla di me? Perchè continuava a mentire?
“Ti amerò per sempre”
Ti amerò per sempre.
Ti amerò per sempre.
“Ti amerò...”
Percepii un amore così forte che mi tremarono le gambe, un amore talmente assoluto che scavalcava facilmente i confini dei sentimenti fraterni, un amore che alcuni definirebbero incestuoso, sbagliando, perchè era un amore che superava anche quello romantico.
Era l’amore che un fratello provava per l’altro fratello.
Era l’amore che un genitore sentiva per un figlio.
Era l’amore che uno shinobi sentiva per la propria patria.
Era l’amore che un uomo sentiva per la propria innamorata.
Era tutto, era tutta la mia vita.
Dopotutto a chi importava classificare qualcosa di tanto immenso come l’amore che provavamo l’uno per l’altro? Anzi, chi poteva? Era come l’oceano, nemmeno la diga più imponente può fermarlo, definirlo, incanalarlo.
Io lo amavo allo stesso modo, tanto era l’amore che sentivo da lui e per lui che ero paralizzato, ma avrei voluto urlarglielo in faccia, baciarlo disperatamente, non per compiere un insulso preliminare sessuale, ma per unirmi a lui, per sempre.
“...per sempre”
“Ti amerò per sempre”
Per sempre.
Anch’io lo avrei amato per sempre.
Per sempre, nemmeno la morte me l’avrebbe portato via.