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Autore: LittleGiuliet    21/06/2012    1 recensioni
Un milione di colori.
Una moltitudine di riflessioni.
Una sola luce, non basta per scindere i nostri destini.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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Watching from a distant constellation,
eyes I can see the world unchanging hills
there's still unfalling waiting..

 
La terra è come un piccola riflessione di luce.
Chiudendo gli occhi diventa impercettibile rispetto alla grandezza dell'universo, soltanto un piccolo granello di vita.
Ma riaprendo gli occhi questa piccola luce diventa grande, urta, non si può sopportare.
Pensando alla grandezza della natura... come non si può rimanerne affascinati?
 
Tu... una creatura tra milioni, unica e insignificante.
Come avevo fatto a vivere senza te prima di quel giorno?
 
-Cosa ci fai qui ragazzino?- Mi dissi quel giorno,mentre guardavo la pioggia lontano confondere l'orrizzonte.
Ti guardai bene per la prima volta. Come cazzo avevi soltanto immaginato che quei tatuaggi ti sarebbero stati bene sulla faccia? ...
-Allora... ti hanno tagliato la lingua come prova di ammissione al gruppo?!-
-Mmmpf... ammazzo il tempo.-
Ti voltasti, e soltanto dopo quella risposta, ripensandoci,avevi veramente intenzione di parlare con me.
Tirasti fuori lo zippo, accendendoti una sigaretta.
-Non ce molto da fare, non hai torto, ultimamente, calma piatta.-
-Come se prima facessi qualcosa della mia vita...-
Che roba da adolescente depresso avevo detto?
Mi guardasti esilarato scoppiando a ridere.

Ti sedesti in fianco a me passandomi la sigaretta, che si rivelò essere qualcos'altro.
-Dai fumati sto blow e vedrai che passa tutto.-
Ti fissai stranito... -Non ho mai fumato!-
Feci una mossetta di disappunto, quella che fai sempre.
-Eh... ora di cominciare!- L'accento che avevi assunto alla parola cominciare era decisamente significativo.
Spaventato, cercai invano di trovare scuse, -Sono asmatico!- , motivazioni, -E' una droga, drogarsi fa male!- beccandomi pure un coppino.
-Non rompere il cazzo Roxene... no come diavolo ti chiami?-
-Roxas!- Ero perfin scocciato.
-Eeee uguale dai... non deludermi così e dire che stavi guadagnando stima.-
Cercai di rispondere ma mi interrompesti con una delle tue inutili considerazioni.-Ma pensandoci che cavolo di nome è Roxas?!Cosa pensavano i tuoi quando hanno visto la tua faccia appena nato? Maaaah.-
Presi quella cavolo di canna e feci un tiro fortissimo.
Dieci minuti di tosse dopo, e dieci ancora di prese in giro a detta sua "geniali ed esilaranti" riprendemmo a parlare.
-Sai, non so molto dei miei compagni, nulla di te, e vivo a stretto contatto con tutti voi.-
...eh si.
-Ma so che tu... hai qualcosa di specialmente anormale... e che ho intenzione di sondarti a fondo... finchè non scoprirò cos'è.-
Rimanesi in silenzio, facendo parlare per me solo scroscio della pioggia.
 
Qual' è lo scopo dell'uomo? Dell' esistenza? Ormai era diventata per me una fissazzione.
Dietro alla normalità, al sipario della vita comune, si celava dentro di me una sensazione che cresceva esponenzialmente nel tempo.
Come un grande vuoto, qualsiasi vittoria, o conquista, dalla più piccola a quella più grande,non facevano altro che costriuire una vita essenzialmente priva di contenuto.
 
All'inizio avevi cominciato a rapportarti con me con delicatezza, sempre se la possiamo chiamare così.
Cercavi di rendere la realtà dei fatti meno pesante, quasi leggera come quella alla TV.
<< Soltanto ottantasette dollari e novantanove e questo favoloso Citize...!>>
-Ma che cazzo guardi in televisione le telepromozioni come mia madre?!-
Mi girai dalla mia comoda posizione supina sul letto per spalancare gli occhi su di te, con il telecomando puntato.
-Si bussa quando si entra nella camera di qualcuno. E poi mi piace quell'orologio.-
Buttasti il telecomando da qualche parte, e ti distesi in fianco a me.
-Chissene frega, facciamo su una?-
....-Sai... ieri parlavo con Larxene... è infuriata con te.-
Ridesti fugacemente.-Povera scema. Quella non capisce niente.-
-Mi ha tenuto li mezz'ora a raccontarmi di come era il vostro rapporto prima, di come vi volevate bene e bla bla bla, e poi mi ha assilato con il fatto che non la caghi più e che ha deciso che se continui così ti molla...-
-Ah senti questa... ma se abbiamo limonato una volta... e sta qua pensa che stiamo anche assieme! E' proprio rincoglionita...-
Mi alzai per prendere il portacenere, scomparso tra il casino.
-E' persa... se solo sapesse che non te ne frega assolutamente nulla.-
-Ma davvero... senti lei può crepare, tu come stai? Ieri ti ho visto un pò male amico...-
E già uno dei miei primi più brutti ricordi... cercando di farmi tornare la memoria avevo avuto una crisi di pianto... durata due ore. Non è una cosa molto virile ah?
-Sinceramente non ho idea del perchè ho reagito così... non mi è tornato in mente nulla sul mio passato.-
Mi rivolsi uno sguardo compassionevole spettinandomi la testa...
-Non temere... vedrai prima o poi... qualcosa la tireremo fuori.-
Ma la pioggia ogni volta lavava via ogni colore che tu dipingevi, rivelando una tela sbiadita, ormai logora, quasi inutilizzabile.
Era ora di buttarla via?
 
-Eeeeeeexit light
Enter night!
take my haaaaand....!-
-Porca miseria Rox, ok sono dei grandi ma hai rotto il cazzo metti sempre quella...-
Entrasti in macchina con due caffè giganti e una busta sospetta.
-Allora che cosa hai fatto in tutto sto tempo, è un ora che sono qua in macchina chiuso come un cane... potevi almeno lasciarmi le chiavi!-
-Col cazzo, che dopo magari mi lasci a piedi!-
-Ma se non ho nemmeno la patente!-
Mi lanciasti un occhiata incredula. -C'hai sedici anni e non hai ancora una fottuta patente? Ma dove vivi?-
-Ma scusa, da quando sto con voi quando ho avuto tempo di iscrivermi a scuola guida?-
-E' vero... per una volta dici una cosa sensata e non una coglionata. Vabbè allora LEZIONI DI GUIDA VAIIII!-  Guidasti per circa dieci inuti sghignazzando senza dare risposta ai miei frequenti -Dove andiamo?- oppure -Cosa diavolo stai architettando?!-
Ma avrei potuto benissimo immaginarlo.
Arrivammo davanti a un grandissimo parcheggio di un ipermercato, dove ti parcheggiasti facendo una derapata che mi fece cagare adosso.
-Ti insegno a guidare... dai alzati...-
Furono i momenti più esilaranti della mia vita... oltre a non riuscire ad andare avanti, andavo a scatti, non avevo mai guidato una macchina in vita mia. Posso ancora ricordarmi le petulanti prese per il culo.
 
Finchè un giorno mi dissi serio... ti devo parlare.
E pensai mi stessi facendo uno scherzo.
Invece tu... tu eri davvero preoccupato per me.
 
Avevi capito veramente il significato di questa esistenza, cercavi di infondermi saggezza, le  tue parole andavano più all'interno...
Avresti voluto dirmi qualcosa di più, senza trovare le parole giuste per spiegarmi quei tuoi preconcetti.
Di farmi trovare un significato a tutto questo.
Senza che aspettassi eternamente una ragione di vivere piovere dal cielo. 
  
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