Erano le due del mattino a New York, la maggior parte delle persone dormivano a quella tarda ora ma, c’era sempre qualcuno sveglio che combinava qualcosa di sgradevole a qualcun altro.
“ Ehi, nanerottolo!”
Una voce bassa si fece sentire in un piccolo vicolo buio.
“ Sta-stai dicendo a m-me?” domandò il piccoletto che era appena entrato nel vicolo tenebroso.
“ Se non sbaglio sei tu il nano qui... non ti ricordi cosa ti avevamo detto l’ultima volta?”.
Il ragazzo si avvicinò all’altro e, seguito dai suoi amici, gli andò vicino.
“ Già, questa è la nostra strada, pelatino!” esclamò uno del gruppo.
“ Oddio, ma non pensavo che foste qui... Scusami, Vegeta! Prometto che non succederà più...” disse il povero ragazzo ad il capo del gruppo.
Vegeta non era un ragazzo tanto alto ma si ritrovava una forza smisurata in quelle braccia. I suoi capelli erano come a fiamma: rivolti verso l’alto, senza usare gel.
Indossava sempre una tuta blu e dei guanti, come se non volesse sporcarsi le mani durante qualche rissa.
Il gruppo di ragazzi, cominciarono a schioccarsi le dita e, prima che cominciassero a picchiarlo a sangue, Vegeta, lo prese dalla maglia e gli affermò “ Questa è la terza volta che entri nella nostra via, Crilii. Io non sono una persona che fa finta di niente e quindi... resta fermo e beccati ciò che ti meriti.”.
Il gruppo formato da cinque ragazzi cominciarono a picchiare Crilii il quale non riuscì ad opporre resistenza.
Vegeta stava per dare il colpo di grazia al nanerottolo quando, la banda, non sentì dalla lontananza, una sirena della polizia.
“ Gli sbirri, ragazzi!” urlò un amico di Vegeta facendo cadere a terra Crilii che ormai non riusciva più ad alzarsi da quanto era stato picchiato.
Vegeta e la sua banda corsero via però, prima di scomparire nel nulla, il capo esclamò “ Non voglio più rivederti qui, è chiaro?”.
Il povero ragazzo, tornò a casa zoppicando a causa delle tante botte ricevute dalla banda di Vegeta.
La mattina seguente, Crilii, si diresse a scuola con delle fasce che gli coprivano tutto il corpo.
“ Ehi Crilii!”.
Egli si girò e vide dietro di sé i suoi migliori amici: Goku e Bulma.
Li conosceva da quando era piccolo... Goku era un ragazzo spensierato e in certi momenti anche stupido. Aveva i capelli a forma di palma neri ed era molto alto.
Invece, Bulma, era una ragazza intelligente e piena di vivacità. Lei aveva i capelli blu e gli occhi dello stesso colore dei capelli.
“ Cosa ti è successo?” chiese Bulma notando le ferite che si ritrovava l’amico d’infanzia.
“  Vicolo 31...” affermò lui abbassando lo sguardo come segno di tristezza.
“ Ancora?! Amico, lo sai che ti fanno a pezzi se torni lì!” esclamò Goku mettendosi in ginocchio per vedere, dritto negli occhi, l’amico.
“ Lo so, il problema è che era buio ed io non vedevo nulla. Vegeta, insieme ai suoi amici, mi ha conciato veramente male...”.
Goku e Bulma non sapevano più cosa fare, quella era la terza volta che il loro amico veniva picchiato da quel gruppo di teppisti.
“ Ora andiamo in classe, la lezione sta per cominciare...” affermò Crilii incitando gli amici a dirigersi con lui verso la loro scuola: la Orange High School.
I tre entrarono in classe e si misero a sedere nei propri posti come se non fosse successo nulla.
La scuola passò molto velocemente e arrivò l’ora di tornare nelle proprie case però, prima di andare nella propria dimora, Goku fece un salto nel Vicolo 31.
Entrò piano, piano in quella via nascosta da tutti e da tutto.
“ Goku! Ma che bella sorpresa vederti qui...”.
Goku alzò la testa e vide Vegeta messo sopra ad una ringhiera che si fumava una sigaretta.
“ Come mai qui? Forse ho capito... vuoi di nuovo giustiziare il tuo amico pelato ahahah lo sai che non hai speranze contro di me!” affermò Vegeta saltando giù dalla ringhiera per andare vicino al ragazzo dai capelli a palma.
“ Esatto! Non puoi sempre picchiarlo, Vegeta! E’ un ragazzo indifeso...” disse Goku mostrando segno di tristezza in quella frase.
Il capo del gruppo “31”  lo guardò dritto negli occhi “ Mi stai sfidando testa a palma?” domandò lui.
Goku guardò dritto negli occhi Vegeta e, tremolante dalla paura, esclamò “ Forse...”.
“ Che c’è, Goku. Hai paura?” chiese lui.
Il ragazzo dalla testa a palma non rispose, abbassò la testa e continuò a fissare il pavimento.
“ Su, ti propongo un patto. Se riuscirai a battermi ad un duello... lascerò in pace il tuo piccolo amico! Ci stai?” domandò il ragazzo con la tuta blu porgendo la mano in avanti come segno di sfida.
Goku non disse nulla e se ne andò senza esplicare parola.
Vegeta si mise a sorridere e pensò “ Ahahah fifone!”
Fatto ciò, accese un'altra sigaretta e si mise seduto su una panchina che si ritrovava lì vicino.

 
 
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