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Autore: Cocol_Sasso_97    21/06/2012    6 recensioni
Wow la mia prima ff in questo fandom *w*
Premettendo che è una what if... Se Ace fosse stato fidanzato, come reagirebbe questa ragazza alla sua morte? Ho provato a scrivere questa fic, sperando che vi piaccia!
Alcuni frammenti della fic, sperando che vi possano incuriosire!
"– Ti amo – Sento il bisogno di dirti queste due parole. Ho bisogno che tu sappia cosa provo per te perché spero che così non mi lascerai mai sola. La tua espressione è allegra, e sorridendo mi sussurri un – Anche io – sulle labbra. Ti potranno sembrare parole frivole, senza un significato profondo, ma quando le sento pronunciare dalle tue labbra mi sciolgo, nulla ha più importanza per me, ci siamo solo io e te, che ci amiamo."
"Lentamente risalgo e arrivo fino alle labbra che sono incurvate in un sorriso. Le mordo piano, pronta per un altro bacio e ogni volta che ci baciamo mi rendo conto di amarti davvero tanto…"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gli incontri di Portuguese D. Ace'
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[Ci tengo a puntualizzare che
il titolo è una citazione
della fic, quella che
mi ha commosso
più di tutte]

 

Goodnight Ace...
 

Posandomi al parapetto del ponte, i miei occhi scrutano l’orizzonte del grande mare di fronte a me, occhi che nascondo il dolore che mi accompagna da quando ho appresa la notizia della tua morte.
Te ne sei andato Ace.
Mi hai lasciata sola, non hai mantenuto la promessa.

 
Ancora ansimanti ci stringiamo l’uno accanto all’altra, le menti ancora inebriate dal piacere appena avuto insieme. I corpi sudati ancora scossi, i petti che si alzano e abbassano freneticamente, per via dello sforzo appena compiuto.
– Ti amo –
Sento il bisogno di dirti queste due parole. Ho bisogno che tu sappia cosa provo per te perché spero che così non mi lascerai mai sola. La tua espressione è allegra, e sorridendo mi sussurri un – Anche io – sulle labbra. Ti potranno sembrare parole frivole, senza un significato profondo, ma quando le sento pronunciare dalle tue labbra mi sciolgo, nulla ha più importanza per me, ci siamo solo io e te, che ci amiamo.
– Ace, promettimi che non mi abbandonerai mai, che resterai con me per sempre! – dico stringendolo. Tu mi baci leggerò i capelli e annuisci – Sempre è molto tempo sai? –
Scrollò la testa – Non mi importa! Io voglio che tu resti con me… Non voglio tornare sola… Me lo prometti? –
Sorridi e mostri i tuoi denti candidi – Te lo prometto, resto con te per sempre, o almeno finché mi vorrai… –
Poso la testa sul tuo pettorale sinistro e sorrido.
– Sento il mio cuore! – dico ridacchiando.
Mi guardi sorridendo e carezzandomi la schiena – Il tuo? –
– Si, il mio, perché mi appartiene! – allungo il collo in cerca delle tue labbra che trovo subito. Sono calde, morbide e hanno un buon sapore. Picchietti la lingua contro le mie labbra, come a chiedermi di entrare. Le schiude appena e la tua lingua si impossessa della mia bocca, unendosi alla mia in una frenetica danza.
Amo i tuoi baci.
Le tue grandi mani percorrono lente il mio corpo, facendomi provare una piacevole sensazione. Mi stringi a te, come per non farmi allontanare, e io mi sento protetta dal tuo caldo corpo nudo.
Amo anche le tue carezze.
Mi allontano per riprendere fiato e percorro il tuo corpo muscoloso con la punta delle dita, leggere, come se a toccarti troppo tu potessi romperti o sparire. Lentamente risalgo e arrivo fino alle labbra che sono incurvate in un sorriso. Le mordo piano, pronta per un altro bacio e ogni volta che ci baciamo mi rendo conto di amarti davvero tanto…
 
Io ti voglio ancora Ace, non dovevi andartene!
Gli occhi pizzicano, bruciano, la lacrime che mi offuscano la vista. Con un gesto rapido della mano le asciugo sul nascere e torno a osservare il mare, come se aspettassi il tuo ritorno, come se potessi tornare al giorno del nostro incontro…
 

– Capitano  Leuchtturm! Capitano Leuchtturm! Uomo in mare! – urla la voce del pirata lanciandosi sul ponte da un pennone su cui stava accovacciato.
Il capitano Leuchtturm era un uomo avanti con gli anni. Le numerose rughe sul viso e le cicatrici nascondono un viso che ha sofferto molto in passato. I suoi occhi sembravano vitrei, di un colore più chiaro della carta zucchero. L’uomo non voleva nascondere la sua cecità anzi, ne era estremamente orgoglioso. Guardando il vuoto e accompagnato dal suo fedele Augen, colui che rappresentava i suoi nuovi occhi, urlò – Cos’altro vedi? –
– Null’altro capitano! L’uomo sembra privo di sensi ed è accasciato su di una tavola di legno, probabilmente il merito della sua salvezza! Sarà naufragato con la tempesta della notte scorsa! –
– Capitano che intende fare? – chiese Augen, guardando l’uomo.
– Tiratelo a bordo, velocemente! Qualcuno prepari una cabina, ce ne sarà bisogno! E delle coperte, se è ancora vivo è dovere di ogni buon pirata aiutare un uomo di mare! –
Notando lo scompiglio che si era creato sul ponte corro dal capitano – Nonno, che succede? – chiedo, non sapendo cosa aspettarmi.
– Uomo in mare – disse semplicemente – Preparati a curarlo d’accordo? –
– Si capitano! – esclamò.
– Bene, vai nella cabina che gli uomini hanno preparato, te ne occuperai lì, sempre che l’uomo sia ancora vivo… –
– C’è la possibilità che non lo sia?! – chiedo, un velo di angoscia nella voce.
Mio nonno se ne accorge e mi carezza il v
iso – Nipote mia, sei troppo attaccata alla vita degli uomini, costui non lo conosci nemmeno… –
– È pur sempre un uomo nonno… –
Lui sorride – Hai ragione, quindi impegnati come sempre per salvare un’altra vita… –
Anche se non può vedere cosa succede si gira verso gli uomini che tirano su la persona priva di sensi.
– Augen… – dice semplicemente e lui annuisce.
– L’hanno appena posato sul ponte, ed è pallido. È un ragazzo giovane, non avrà nemmeno vent’anni… –
– Il polso c’è ancora capitano, ma è molto debole! – esclamò un pirata.
– Portatelo nella cabina, spogliatelo e cercate di asciugarlo, mia nipote verrà a curarlo, seguite le sue indicazioni! –
Dopo una decina di minuti il tuo corpo gelido e posato sul letto, sopra le coperte. Osservo il tuo corpo nudo, cercando ferite, ma per fortuna non ve ne sono. L’unica è una ferita superficiale sulla tempia sinistra, dalla quale è uscito del sangue ormai seccato … Con cautela copro quel corpo stupendo, senza smettere di guardarlo finché non è completamente coperto. Prendo una bacinella piena d’acqua tiepida e uno straccio che poso vicino al letto. Immergo il cencio nell’acqua e lo passo sul sangue secco, piano, per non farti bruciare la ferita. Mentre lavoro osservo il tuo viso, incantata. Allontano il lembo di stoffa e lo lascio nella bacinella guardandoti ancora. Osservò i tuoi occhi chiusi, sperando in cuor mio che si riaprano presto. Seguo il profilo del viso e sorrido.
– Sembri un bambino… – sussurro sorridendo nel vedere le lentiggini. Con mano leggera ti scosto una ciocca di capelli scuri dal viso ma evidentemente non ero abbastanza leggera poiché stringi gli occhi per poi aprirli. Mi allontano prontamente mentre tu scatti a sedere.
– Ehi, dove sono? – probabilmente il colpo alla testa ti fa male, perché porti la mano a copriti la fronte con una mano.
Io non riesco a non ridacchiare nell’osservare il tuo viso da bambino contrarsi – Sei sulla nave di mio nonno, eri naufragato in mare… Come ti senti? –
– Uhm… Bene… – dici passandoti una mano tra i capelli, ravvivandoli – Mi hai curato tu? –
– Curato è un parolone, non eri ferito… Eri solo privo di sensi… –
Le tue labbra si piegano in un sorriso, che ti fa sembrare ancora più innocente – Beh, grazie lo stesso, per avermi aiutato! –
– Ma è stato mio nonno…– sorrido.
– Allora ringrazierò anche lui più avanti, ora ringrazio te! –
Io rido, mi sei stato simpatico fin da subito – Chi sei? –
– Giusto! Io mi chiamo Portuguese D. Ace! –
 
Ma Portuguese D. Ace non tornerà più…
“Portuguese D. Ace è stato sconfitto!”
Queste parole vivono nella mia mente. Non mi lasciano dormire, non mi lasciano mangiare…
Non voglio piangere, sono già scese troppe lacrime. Voglio solo che tu torni con me, voglio solo non averti lasciato andare quel giorno… Voglio che torni con me…

 
Mi stiracchio sbadigliando, e noto subito che tu non sei nel letto insieme a me. “Perché?” mi chiedo “Di solito dormi fino a tardi, dove sei andato?” Mi vesto velocemente osservandomi il ventre sorridendo e mi stiracchio. Saranno forse le quattro e mezza… Mi guardo intorno e, al posto tuo, sul cuscino vi è una lettera. Troppe domande mi girano per la mente e la prendo velocemente e la apro.
 

Ti sei svegliata eh?
Probabilmente non mi hai trovato al tuo fianco, e nemmeno sulla nave.
Sono ripartito, ma non ti ho abbandonato.
Devo occuparmi di Marshall D. Teach, un mio ex compagno…
Quest’uomo si è macchiato di un’orribile colpa, quale uccidere un suo compagno.
Ho giurato che l’avrei vendicato e che avrei tolto la vita a quest’uomo che non si merita di vivere.
Tranquilla, tornerò in tempo!
Portuguese D. Ace

 
 Le mie mani tremano, non voglio che parti! Raggiungo di corsa sul ponte e, fortunatamente, tu sei ancora lì, che  guardi il mare con un sorrisetto sulle labbra.
–Ace… –
– Pensavo dormissi… – dici girandoti a guardarmi.
Io guardo l’alba – Non avevo più sonno… –
Il silenzio cade tra di noi, tu sai che ho letto la lettera e io che non so cosa dire.
Mi guardi, il sorriso sparisce dalle tue labbra. È strano vederti serio, tu che mi guardi sempre allegro…
– Devo ripartire… –
– Non farlo Ace… Non lasciarmi… – è una specie di supplica la mia, ti voglio con me...
– Te l’ho detto nella lettera, tornerò in tempo, tranquilla… –
– Vengo con te! –
– Assolutamente no! Non voglio che ti succeda niente! – esclami surriscaldandoti.
– Ma nemmeno io voglio che ti succeda qualcosa! –
– Tu non vieni, punto. – rimango tristemente in silenzio e tu sospiri – Se ti succedesse qualcosa non solo io non potrei perdonarmelo, ma tuo nonno ne soffrirebbe… –
– Ma… Non voglio che ti succeda niente… – sospiro.
– Ace deve partire, cerca di capirlo. – Mi giro sorpresa verso mio nonno che ci raggiunge – Nonno! Ma.. –
– Niente ma… So che ami Ace, ma deve compiere la sua missione, non ti pare? Ne va del suo orgoglio…–
– Voi uomini e il vostro stupido orgoglio! Ma… Ho paura… – sospiro, sfregandomi gli occhi per non piangere.
Tu mi stringi in un abbraccio – Non mi succederà niente! –
– Lo prometti? –
– Te lo prometto… – sorridi e mi dai un bacio, più passionale del solito. Sospiro e annuisco – Torna presto… –
– Lo farò, stai tranquilla… Grazie di tutto capitan Leuchtturm! –
– Spero riuscirai nel tuo intento… – fa lui.
Con un ultimo sorriso e un saltò scavalchi il parapetto e finisci sull’imbarcazione sotto la nave.
Ti osservo mentre sparisci nel blu, sarà l’ultima volta che ti vedrò…
 
La nostra bambina sta ridendo Ace… Sorrido guardando la bambina che corre per il ponte della nave, tirando il nonno.
– Nonno vieni! – urla correndo a verso il bordo della nave – Mi alzi? Voglio vedere il mare! –
Lui sorride e la alza, mettendola seduta sulle sue spalle. Lei ride – È bellissimo vero nonno? –
– Piccola mia, io non ci vedo, ma sono sicuro che è bellissimo… –
– E come fai ad esserne sicuro? –
– Perché sono innamorato del mare, e quando si è innamorati non si dimentica nulla, ricordo perfettamente com’era il mare prima della mia cecità… E sono sicuro che è rimasto bellissimo come allora… –
Ace, vorrei che tu fossi con me e potessi vedere quanto cresce la nostra bimba… Vorrei che tu fossi stato con me quando è nata…

 
– Ancora uno sforzo, spingi ancora un po’! È quasi fuori! –
Urlo, il dolore è tantissimo. Sento il sudore sulla fronte e sul resto del mio corpo e contraggo i muscoli per far nascere nostra figlia. Ace perché non sei qui?! Avevi promesso che saresti tornato in tempo! Le lacrime scendono dai miei occhi, lacrime di dolore, di stanchezza e di solitudine.
Sento il sangue caldo colare lungo le mie gambe e i pianti del mio bambino venuto al mondo… Finalmente sorrido, una felicità provata poche volte che mi invade.
– F… fatemelo vedere! – provo a dire alzandomi sui gomiti.
– Non ancora, devi spingere ancora per espellere la placenta, e dobbiamo lavarlo, poi sarà tutto per te! –
Io annuisco e guardo il nostro bambino essere portato via da un pirata di mio nonno che ha aiutato a farmi partorire. Spingendo, piangendo e urlando ho sempre guardato la porta, sperando che tu la varcassi a passo veloce e mi raggiungessi come avevi promesso…
Una decina di minuti dopo mio nonno entra nella cabina, un fagottino in mano – È una bambina… – fa sorridendo e porgendomi il fagottino.
Tremante la prendo in braccio e la osservo. Sorrido. È una bellissima bambina, con qualche ciuffetto di capelli scuri e molte lentiggini. Ti assomiglia moltissimo… Lacrime di gioia e nostalgia di te mi solcano nuovamente il viso.
– Vorrei che Ace fosse qui nonno… – dico tra le lacrime stringendo la bimba – Perché è dovuto andare?! Perché non è restato con me?! Perché è dovuto morire… –
Mio nonno mi asciuga le lacrima con la punta delle dita – Piccola… Lo so che soffri, è normale… Ma Ace doveva farlo… Non era solo una questione di orgoglio, non poteva sopportare la morte ingiusta di un compagno… Inoltre, è morto da grande uomo, sacrificando la sua vita per salvare quella di Cappello di Paglia… –
– Non lo vedrò mai più nonno… –
– Tu lo ami vero? Allora lui continuerà a vivere dentro di te… Ricordati piccola mia, se si è innamorati non si dimentica nulla! –
Io annuisco piano e guardo la bimba tra le mie braccia che, storcendo il nasino, apre gli occhi. Sono vivaci come i tuoi e grandi come i miei…
– Gaah! – alza le braccine verso l’altro, allegra. Le sfioro la guancia e sorrido – Ace… Non ti dimenticherò mai… E ti sarò grata per sempre per avermi donato questa bambina… –
 
– Mamma! – mi chiama lei correndomi incontro – Che hai? –
– Nulla amore, nulla… –
–Pensavi a papà vero? – chiede sorridendomi.
Io annuisco e curvo le labbra in un sorriso – Si, pensavo a lui… –
– Mi racconti ancora di papà? – chiede guardando il tramonto – Voglio sapere tutto del mio papà! –
– Non ora amore – sorrido prendendola in braccio – Ora devi andare a dormire… –
– Ma mamma! –
– Niente ma! Su, te ne parlo domani! – dico portandola nella cabina e mettendola a letto. Le rimbocco le coperte e le bacio la fronte – Notte amore! –
– Notte mamma! – esclama raggomitolandosi su se stessa e chiudendo gli occhi – Notte papà… – sussurra.
Sorrido e chiudo la porta alle mie spalle – Notte Ace… – sussurro andando nella mia cabina.
 

Mi stiracchio e mi poso con la schiena al tuo petto e tu mi metti le mani sul ventre sorridendo.
– Ace? Sei veramente contento di avere un figlio con me? – chiedo godendomi le tue carezze.
Annuisci e mi bacia la fronte – Certo… Non ho mai pensato di avere una famiglia, ma da quando ti ho incontrato mi sento bene… Mi sento completo… –
Mi giro di scatto e ti butto giù, facendoti cadere sulla sabbia ridendo e ti bacio – Sono finalmente contenta come non lo sono da anni Ace ed è tutto merito tuo! Non vedo l’ora che la nostra bambina nasca… Sarai lì con me vero? –
Sorridendo mi baci di nuovo, senza emettere un fiato, in questo caso le parole non servono, è già quella una conferma. Una conferma dell’amore che ci unisce e non ci farà mai stare soli, anche se divisi dalla distanza... O dalla morte…


Spazio autore

Non so bene cosa dire....
Sono emozionata perché questa è la prima fic in questo fandom e preoccupata che non ne sia all'altezza...
Spero che questa fiction sia uscita bene, personalmente ne sono fiera :')
Beh, ma a giudicare spetta a voi lettori!
Perciò vi lascio, un bacione
Cocol_Sasso_97
   
 
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