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Autore: Insanely Funny    21/06/2012    2 recensioni
Ultimo giorno di scuola, e l'amore apparentemente impossibile di un ragazzo verso un suo compagno.
Storiella senza pretese che mi è venuta in mente mentre passeggiavo in riva al mare, spero però che a qualcuno piaccia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore tra i banchi di scuola.












Daniele, la mia ossessione.
Gli ultimi giorni di scuola sono sempre i peggiori, per me. Certo, le vacanze sono alle porte, e i pensieri girano sempre su sole, piscina, le notti in giro per locali e le mattinate passate a dormire fino all’ora di pranzo, ma il fatto di non poter vedere la persona che ami segretamente da quattro anni - Dio, è passato davvero così tanto tempo? Sembra ieri che ho posato gli occhi su di lui - mi strazia il cuore.
Amici diversi, abitudini diverse.
Lui, il figo della classe; io, il ragazzo serio e studioso, con gli occhiali appollaiati sul naso (orribile, vero? Sembra una delle tante trame dei classici film spazzatura. Mi faccio pena da solo). Già, sono un ragazzo, e la persona che amo è qualcuno del mio stesso sesso.
Nonostante sia consapevole di ciò non posso farci niente, qualcosa in lui mi ha sempre attratto, che va al di là del suo aspetto fisico o del fatto che a volte si comporta seriamente da idiota. Sono le nostre anime che sono connesse, lo sento. E' una sensazione così intima che è difficile spiegarlo a parole.
Forse è meglio spiegare la situazione: ora di spagnolo, ultimo giorno di liceo, e solo una grandissima voglia di tornare a casa – quanto meno, questo è il pensiero comune, non mio. I miei occhi continuano a guizzare sull’orologio da polso, ma non per il motivo che tutti potrebbero pensare: Lui si trova appena a un banco dietro di me, e grazie al riflesso del vetrino mi è possibile osservarlo senza dare troppo nell'occhio. Mi sono ridotto addirittura a questo, pensate un po'.
La professoressa parla, spiega, ma nessuno ascolta veramente ciò che dice, e non è un problema di lingua. Dio, è impossibile! Ormai siamo tutti proiettati verso l'estate, ma questo l'ho già detto. Sto diventando ripetitivo, lo so, è terribile: è tutta colpa sua, è la consapevolezza della sua vicinanza che manda il mio cervello in panne.
Suona la campanella, intervallo. Grazie al cielo. Lui si alza, va dai suoi amici di sempre, e si mette in un angolo dell'aula. Subito, come se fossero attratti a lui da un magnete, altri compagni seguono i suoi spostamenti. E' un leader. Ma io non lo faccio. Concentrato, fingo che il libro di spagnolo davanti a me sia la mia unica ragione di vita, e tengo gli occhi incollati allo stesso, maledicendo più e più volte la mia idiozia. Scemo, vai a parlargli! Non rimanere qui come un baccalà, segui il tuo istinto e fatti notare! Continuo a ripetere tra me e me queste cose come un mantra, ma oltre la solita vocina buona, c'è anche quella cattiva che continua a sussurrare che tanto è inutile, lui è squisitamente eterosessuale e in più sono troppo sfigato, banale e nerd per poter sperare di potermi avvicinare al suo mondo. Che discorsi da ragazzina alla sua prima cotta. A pensarci bene, però, in fondo lui è davvero la mia "prima cotta". 
Improvvisi rumori alle mie spalle mi costringono a girarmi. Daniele, scherzando, ha preso un suo compagno per il collo e, beh... sapete quelle finte che fanno due ragazzi, cose del tipo "oh, vieni qui amore mio, kiss kiss kiss?" il tutto correlato da spintone sul banco e relativi tentativi di cavalcamento e movimenti molto allusivi? Beh, è quello che sta accadendo. Mi costringo a guardare il tutto con tranquillità; anzi, indifferenza, ma dentro sono in fiamme. Non è gelosia, il mio è solo lo spasmodico desiderio di essere al posto di Mirko - compagno di classe, un tipo divertente e a posto - e ritrovarmi tra le sue braccia, fosse anche solo per scherzo o presa in giro.
I nostri sguardi s'incrociano. Il cuore comincia a battere tutto d'un tratto più veloce, salta in gola e non scende più giù. Però faccio in fretta a distoglierlo. Capita fin troppo spesso ultimamente, e se da una parte mi rende felice, dall'altra, forse, sarebbe meglio non nutrire false speranze.
Una mano sul mio banco mi fa sobbalzare per lo spavento. - Ehi Alex, ma sempre in solitaria stai? Vieni qua con noi! - Oddio, sono sconvolto: sì, avete indovinato, qui accanto a me c'è proprio Daniele - proprio lui! - in carne e ossa. Io esprimo il mio dissenso con un sorriso un po' tirato e un'alzata di spalle. Timido, chi, io? Ma lui mi afferra per un braccio, e comincia a trascinarmi. Io mi divincolo.
- Eddai Danì, non voglio! - Ha più muscoli rispetto a me, ma ciò non significa che non sia abbastanza forte da lasciarmi trasportare come un pupazzo a suo piacimento! Le sue mani sulle mie spalle, però, mi sconvolgono per un momento, e lui ne approfitta per arpionarsi ad esse e spingermi contro il primo banco disponibile, e tutto questo è sufficiente per farmi dimenticare qualsiasi tentativo di resistenza.
- Ohh, ma vieni qua! Nemmeno l'ultimo giorno vuoi scioglierti un po’?! - Il tono è scherzoso, la sua voce sembra ridere a ogni parola che pronuncia, ed eccolo esibirsi con me al piccolo spettacolino che prima ha offerto assieme a Mirko. Io, rigido, non so cosa fare e, per sicurezza, non mi muovo. Davanti a tutta la classe, ho una paura fottuta. 
Ma invece del solito teatrino stupido, sotto il mio punto di vista, lo spettacolo cambia chiaramente: per i miei compagni, che sghignazzano allegri, quello che vedono deve essere una scena piuttosto comica, ma io... c'è il suo profumo. Non porta dopobarba o profumi nel vero senso della parola: un deodorante deciso e il suo vero odore sono le sole cose che mi stanno mandando in paradiso. Il tempo sembra prolungarsi, quelle mani bruciano, e sentire il suo petto contro il mio è... è...
... mi sta baciando. Basta, il cervello si azzera. Tutto smette di esistere tranne noi due, e il calore che sta crescendo sempre più dentro di me. Ed è una sensazione così devastante da non farmi capire più un cazzo.
Pochi secondi, minuti, ore. Quanto tempo è passato? Probabilmente pochissimo, forse qualche decimo di secondo, ma è già dentro il mio cuore, sta mettendo radici. Si allontana un poco, mi guarda dritto negli occhi per un attimo - io affogherò in quello sguardo, lo so - e mi lascia andare, tornando dal suo gruppetto come se nulla di strano fosse accaduto.
Io, anche se so che dovrei ricompormi, con il cuore che mi scoppia guardo la sua schiena con gli occhi sgranati. Forse l'estate non sarà così tragica come pensavo.
   
 
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