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Autore: Gold93    21/06/2012    3 recensioni
Salve! Questa è la mia prima storia pubblicata su EFP, l'avevo ideata tempo fa per un contest di natale -non si direbbe dal finale triste, lo so- che son riuscito a vincere, sebbene il merito vada più a un errore del giudice che a me, non ne vado fiero ma la ritengo comunque ben fatta, speriamo che siate della stessa opinione!
Disclaimer: I personaggi citati nella one shot appartengono a Masashi Kishimoto, autore di Naruto.
Introduzione: Kakashi Hatake visita la tomba di Obito Uchiha, suo amico e compagno, nella vigilia di Natale.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Obito Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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I primi fiocchi di neve si posavano nelle strade del villaggio della foglia, i negozi chiudevano e familiari passeggiavano stretti nella mano.  Anche i ninja si godevano il clima di festa, tant’è che differenti squadre si appostarono su diversi tetti intonando una serie di canti natalizi, tutti tranne una.
Erano passati due anni e mezzo dalla conclusione della terza guerra mondiale dei ninja e Kakashi Hatake, sopranominato il “ninja copia” d’allora, osservava un monumento del villaggio, dove vi erano incisi i nomi degli eroi caduti in guerra; tra questi appellativi solo uno era degnato della sua attenzione: Obito Uchiha.
Era la vigilia di Natale e per l’occasione il cimitero era stato addobbato di luminarie, dando luce alle lapidi, ma non ai suoi visitatori, come Kakashi.
L’hatake non si avvicinò, era giusto che rimanesse all’ombra: un ninja deve permanere nelle tenebre seguendo le regole per adempiere i suoi doveri, altrimenti diventa la feccia della società.
“Chi abbandona un compagno diventa feccia della peggior specie”.
Le parole di Obito lo ridestarono da quel pensiero, all’inizio sdegnava il suo compagno proprio come lui stava sdegnando i nomi degli eroi caduti, meno il suo.
Poi cambiò, perché il ragazzo, da sempre sottovalutato, disse qualcosa che lasciò il segno nel rigido cuore dell’hatake “Io credo che zanna bianca fosse un vero eroe”.
Zanna bianca, suo padre.
Aveva abbandonato i presupposti della missione pur di salvare i suoi compagni, ma fu rimproverato e castigato per aver infranto le regole, fino al punto che lui stesso si punì: con il suicidio.
D’allora aveva sempre seguito l’etichetta delle leggi ninja, ma le parole di Obito avevano infranto il suo sistema.
“Grazie Obito… il tuo regalo continua a essermi utile”.
Era da solo e Obito non poteva sentirlo, ma Kakashi parlò lo stesso portando la mano sull’occhio destro: lo sharingan, il dono di Obito.
“Hai sempre detto che volevi solo regali che potessero esserti utili… questo ti aiuterà sicuramente… ti darò il mio sharingan”.
Una delle ultime parole prima di morire, ormai la morte dell’Uchiha era certa e siccome non aveva regalato nulla a Kakashi gli diede il suo sharingan, donando all’amico qualcosa che sarebbe perdurato per tutta la vita del ninja con la sola richiesta di guardare per lui e proteggere Rin, loro compagna e amica.
Nemmeno con lo sharingan era riuscito a proteggere Rin, come gli era stato chiesto dall’amico. 
Due mesi fa perse anche il maestro, ormai era solo e quel Natale l’avrebbe passato senza le persone a lui più care, poiché erano morte tutte e con quei pensieri si allontanò dal monumento.
  
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