Titolo:
Time After Time
Fandom: Glee
RPF
Personaggi/Pairing(s): Dianna
Agron/Naya Rivera
Avvertimenti: femslash,
oneshot, flashfic.
Note: ovviamente,
è tutto frutto della mia mente bacata. Niente di tutto
ciò è
reale, nessuno mi paga per scrivere questa roba, molti lo farebbero
per farmi smettere.
Time After Time
La brezza
del vento che scosta le tende, facendo breccia nel calore della
stanza la fa rabbrividire, costringendola a stringere più
forte il
corpo che ha tra le braccia.
Sorride, affondando il viso tra i
folti capelli neri di Naya e stringe il braccio attorno alla sua
vita; le labbra che si chiudono su un pezzo di pelle sulla spalla
ambrata dell'altra.
Chiude gli occhi e si rilassa, godendosi il
silenzio rassicurante della loro stanza d'albergo.
Le due
settimane più lunghe della sua vita. Due settimane senza
vederla;
sentirla pochi minuti al giorno, o forse neanche quelli.
La
stringe più forte; la paura di lasciarla andare che le
invade i
sensi.
“Dì, sono quì”
La voce roca di Naya taglia
il silenzio, rimbombando nelle sue orecchie e facendola sobbalzare.
Per un attimo pensa di averla stretta troppo e averle fatto male e
istintivamente cerca di liberarla dalla sua presa.
Ma le mani di
Naya sono ferme sulle sue braccia. Ha gli occhi ancora chiusi e il
sorriso stampato sulla faccia.
“Dove credi di andare?”
mugugna, per poi voltarsi e accoccolarsi sul corpo di Dianna.
Le
labbra che le sfiorano il collo, le mani che si stringono attorno ai
suoi fianchi e le gambe che si intrecciano a quelle bianche della
bionda.
“Da nessuna parte” risponde, soffiandole un bacio
sulla fronte.
Rimangono così per secondi, minuti, ore. A sentire
la presenza dei loro corpi. A riempire il vuoto di due settimane.
“Ehi..”
“Si?”
“A che stai pensando?”
E
Dianna non sa cosa rispondere, o forse un po' si vergogna a farlo,
perché non gliel'ha mai detto anche se ormai è
quasi un anno che
questa “storia” tra di loro è in corso.
Mugugna qualcosa a
bassa voce per poi alzare lo sguardo e controllare l'ora.
Sono le
sette del mattino ed il sole è già chiaro oltre
la finestra.
“Non
credi che New York sia bellissima di mattina?” chiede,
deviando il
discorso.
La sente sorridere nell'incavo del suo collo e
annuire.
“Si, ma tu sei più
bella”
E se non fosse
sicura che è impossibile direbbe che il cuore le si
è fermato in
quello stesso istante.
“Di?”
“S-sì?”
“Ti
amo anche io”