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Autore: ladyme    21/06/2012    8 recensioni
"È un ciliegio! Non l’avevo mai notato" dico accarezzando il tronco ruvido. "Sai c’è una leggenda giapponese che dice... Aspetta non me la ricordo...".
" Dice che se due innamorati si dichiarano sotto un albero di ciliegio in fiore, il loro amore sarà eterno" spiega lui sorridendo. "È questa la leggenda a cui ti riferivi?".
"Esattamente questa"
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bevo per dimenticare, per lasciare andare il passato.

Bevo quando mi diverto e quando non mi diverto.

Bevo per riscaldarmi e perché possa stare calma.

Bevo per conoscere gente e per trovare coraggio.

Bevo per dimenticarlo.

Ecco cosa risponderei a chi mi chiedesse perché sto bevendo il mio quinto vodka alla pesca lemon, ma nessuno me lo chiederà, perché nessuno mi chiede mai niente, anche ora che sto sola a questo tavolino di un pub celato in una vecchia fabbrica tessile.

Nascosti dietro ad un separé si vedono le ombre di due ragazzi che si stanno baciando in modo esuberante, se non ci fosse la televisione accesa, che trasmette Mtv a palla, si potrebbero sentire i gemiti di piacere della ragazza e le risate del ragazzo, forse sono finita in un film porno e nessuno me l’ha detto.

Mi alzo e vado verso il bancone, sorrido al barista, sa già cosa voglio, gli allungo una banconota da dieci sterline.

<< Paris questo è l’ultimo e dammi le chiavi della macchina >> dice con un sorrisetto beffardo sul viso e facendo segno con la mano, scuoto la testa bevendo un sorso del mio drink. << Dai, finisco il turno e ti porto a casa io >>. Sorrido, è tanto carino.

<< La tua fidanzata sarà gelosa >> rispondo cercando le chiavi nella borsetta. << Questa è già la terza sera di fila che mi porti a casa >>.

<< Se tu non bevessi così tanto non dovrei farlo, dai dammi le chiavi >>. Insiste, è serio, forse infastidito dal mio comportamento.

<< Guarda che mica vengo qui per divertimento, me ne starei volentieri a casa, ma mia madre ha messo gli alcolici sotto chiave per via del mio piccolo fratellastro >>.

<< Non sei un’alcolizzata Paris, sembri una dannata in cerca di qualcosa. Perché vieni qui a rovinarti la vita? >>. Tossisco, il liquido colorato mi va di traverso, chiudo gli occhi per un istante e torno al mio tavolino dietro ad una pila in pietra e intonaco scrostato. Prendo un tovagliolino di carta e dalla borsa tiro fuori una penna nera, la mano sembra scollegata dal corpo e scrive tutto ciò che non riesco a dire.

 

Sola, seduta su una panchina, guardo la gente passare.

Mi sento chiamare, mi volto e vedo il tuo viso raggiante, accompagnato da quello di una ragazza bionda, ti sorrido imbarazzata.

Ti avvicini a me, ti chini e mi baci sulle guance rosse prima ancora che io riesca ad alzarmi, il tuo profumo dolce è inebriante.

Mi parli, ti rispondo senza pensare a ciò che sto dicendo, so solo che ti mando a fanculo e tu ridi come quando eravamo qualcosa.

Ti allontana, mi saluti con quel tuo stupido soprannome ed io rimango persa in quel profumo.

Sola.

 

Ritorno al bancone in legno usurato dal tempo e dai bicchieri sbattuti, porgo il biglietto a Ed, lui lo legge velocemente facendo scorrere gli occhi.

<< Ecco perché vengo qui la sera, per dimenticarti Ed >>. Con le dita gioco con le chiavi della macchina. << A domani >>.

Per la prima sera piango, tutto ciò che ho dentro sta uscendo accompagnato da quell’acqua salata. Mi appoggio con la schiena al cofano dell’auto, con un balzo mi ci siedo sopra, non c’è nessuno nel parcheggio e non ci sono luci, se non quelle della strada una cinquantina di metri più in là. Stringo le ginocchia al petto e piango senza vergogna, pur sapendo che lui è davanti a me, ho sentito i suoi passi tra le pozzanghere.

Non bisogna vergognarsi dell’amore, mi dicevano, ma solo delle azioni sbagliate.

Amarlo è stata un’azione sbagliata?

<< Paris calmati, è tutto a posto >> dice appoggiandomi una mano sul ginocchio. Alzo il volto, lo guardo e sorrido. No, non è tutto a posto, lui ama un’altra e lo so, ma nonostante questo mi sono lasciata trasportare dal sentimento. Che idiota. << Pensavo che ti fosse passata questa cotta per me >>. Rido.

<< Ed non è mai stata una cotta, è sempre stato qualcosa di più, solo che non potevo dirtelo, tu sei troppo importante per me >>. Mi passo una mano tra i capelli, mi sento patetica e molto probabilmente lo sono. << Ora vado a casa e domani avremo dimenticato tutto >>.

Scivolo sul cofano, sfregando la pelle delle gambe sul metallo, brucia, ma non dico nulla, mi chino a raccogliere le chiavi cadute sull’asfalto, ma lui è più veloce di me, non ha i riflessi indeboliti dall’alcool.

<< Guido io >>. Scuoto la testa, non voglio. << Non fare i capricci, non sei in grado di guidare, hai bevuto troppo >>. Alzo gli occhi, a pochi metri da noi vedo un ciliegio fiorito, è il primo che vedo da queste parti, sorrido e a passo veloce lo raggiungo. << Paris che sta facendo? >>.

<< È un ciliegio! Non l’avevo mai notato >> dico accarezzando il tronco ruvido. << Sai c’è una leggenda giapponese che dice... Aspetta non me la ricordo... >>.

<< Dice che se due innamorati si dichiarano sotto un albero di ciliegio in fiore, il loro amore sarà eterno >> spiega lui sorridendo. << È questa la leggenda a cui ti riferivi? >>.

<< Esattamente questa, e la trovo bellissima e romanticissima >>. Inspiro il profumo di quei fiori così piccoli. << Magari un giorno troverò qualcuno che mi dichiarerà il suo amore sotto questo albero, o magari mi chiederà di sposarlo o magari mi sposerò proprio sotto ad un ciliegio mentre indosserò un bellissimo abito bianco da principessa con strass, pizzo e inserti rosa… >>.

<< Andiamo a casa Paris, è tardi >> dice prendendomi la mano. << Mi racconterai un’altra volta di come sarà il tuo matrimonio >>.

<< Sai, spesso la notte ho sognato che fossi proprio tu a giurarmi amore sotto un ciliegio o che mi aspettassi al fondo di un’enorme navata decorata di rose bianche e rosa, che stupida, vero? >>. Sospiro. << Sì, andiamo a casa, che questa sera ho già combinato abbastanza guai >>. Stringo più forte la sua mano, poi la lascio andare, salgo in macchina e mi addormento dimenticandomi dettagli di questa serata.

 

 

Mi sveglio sul divano con ancora gli abiti di ieri sera addosso, il sole s’insinua tra le tapparelle non del tutto abbassate e sul tavolino c’è un bicchiere d’acqua e un’aspirina, sicuramente sarà stata mia madre a lasciarmele lì prima di andare a lavoro.

Il mal di testa è atroce.

Mi sporgo alla finestra, la macchina è parcheggiata in strada come sempre, ripenso a ieri sera, ma ne ho solo un vago ricordo.

La sera ritorno al pub, ordino la mia vodka alla pesca lemon, oggi è il giorno libero di Ed, guardo fuori dalla finestra, fisso una pianta fiorita, lascio il bicchiere ancora a metà sul tavolino ed esco dal locale.

Non è un ciliegio, è una semplice pianta senza significato, con un bigliettino attaccato sopra con un chiodo, è bagnato dalla pioggia, ciò che c’era scritto risulta illeggibile, solo la firma “Ed” si riesce a distinguere da quella macchia. Lo strappo e lo metto in tasca, qualunque fosse il messaggio era per me e il mio sogno infranto.

Intanto continuo a bere per dimenticarlo.

 

 

Keep Calm and

Have Breakfast at Tiffany’s

 

Volevo creare un finale stile “ e vissero per sempre felici e contenti”, ma poi ho pensato a queste parole “ e vissero per sempre..” e mi sono messa a ridere, è una presa in giro, nessuno vive per sempre e per di più felice, così ho optato per un finale più realistico, più doloroso, perché la vita fa male e se ci aggiungiamo l’amore, diventa tutto una amara tortura.

È stata influenzata dal mio stato d’animo? Sì. Credi che esista il principe azzurro? Sì, ma solo per le principesse e le troie, e io non rientro in nessuna categoria. Sei innamorata? Sì, e più cerco di dimenticare e più il suo ricordo si fissa dentro di me.

 

Spero che questa shot vi sia piaciuta, la leggenda giapponese è vera e basta..

 

Non dimenticate di passare dalla mia long.

OBLA DI OBLA DA

 

   
 
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